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22-05-2015, 16:04
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#41
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Avanzato
Qui dal: Mar 2011
Ubicazione: Puglia
Messaggi: 280
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Guarda Blimunda io sono d'accordo con te per la maggior parte del tuo discorso però permettimi di dissentire sulla TCC. Io credo che quel tipo di terapia sia molto particolare: un incrocio di analisi, volontà e risultati che poi possono moltiplicarsi, ma è una terapia (appunto) soprattutto comportamentale. Proprio per questo io credo che per la sua stessa natura non possa aiutare tutti o funzionare con chiunque. Con me per esempio sta funzionando: ma non è solo merito della terapia in sè è stato soprattutto (ed è qui che ti appoggio) quello che volevo io, che desideravo e desidero diventare. Non soltanto una questione di "compitini" come l'hai descritta tu. In più bisogna aggiungere che lo stile del terapeuta è fondamentale: io credo che quello tuo non l'abbia sfruttata al meglio la situazione; la tcc infatti, pur essendo semplicissima nella forma, non tutti i terapeuti addetti sono capaci a farla per bene, serve obbligatoriamente la parte analitica in cui analizzi passato, presente e le possibilità di futuro in cui a me per esempio sono venute delle vere e proprie epifanie che mi hanno letteralmente cambiato il modo di vedere il mondo in determinati contesti.
Non ho ben capito cos'è che hai fatto che ti ha aiutata adesso, non sei stata molto chiara. Ma sappi che la tcc per chi ha il disturbo evitante di personalità come me ha un raggio d'azione definitiva di 2 anni per poter entrare in circolo. Altro che un paio di mesi. Detto questo però io dopo anni di autocoscienza e voglia di fare, mi sto rendendo conto che la tcc non mi sta "dando" niente, ma solo convincermi ad andare a prendermi ciò che voglio.
Con me sembra bastare (per ora) ma per altri potrebbero servire cose ben più serie, come i farmaci ad esempio. Se si ha bisogno primariamente di quelli per poter trovare fiducia in sè stessi, la tcc te la puoi mettere dove sai tu. Ma per una situazione relativamente seria ma non grave, la tcc aiuta, non "risolve", ma senza dubbio aiuta.
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Ultima modifica di ilPaul; 22-05-2015 a 16:07.
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22-05-2015, 16:11
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#42
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Principiante
Qui dal: Jun 2014
Messaggi: 76
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Quote:
Originariamente inviata da Angus
Grazie di aver scritto qui...
Com'è stato il tuo rapporto con il terapeuta? Ti ha mostrato con distacco professionale i motivi per cui stavi male, o ti è stato "amico"?
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Credo che sia stato una via di mezzo, è stato soprattutto una guida, lui diceva come Virgilio per Dante. Eravamo seduti uno di fronte all'altro su delle poltrone, mentre gli altri che avevo avuto erano dietro una scrivania. Non prendeva appunti. Era comprensivo ma non lasciava che mi piangessi adosso.
Quote:
Originariamente inviata da Blue Sky
Posso chiederti allora un esempio o una spiegazione di cosa intendi per pensiero diverso, quello che deve stare dietro ai comportamenti e ai miglioramenti? Nei tuoi post accenni a un modo diverso di porsi verso se stessi, vorrei allora capire un pò meglio qual è stato questo nuovo atteggiamento che hai acquisito grazie a una terapia diversa da quella cognitivo-comportamentale.
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Allora, ti faccio un esempio. I pensieri credo diffusi di una persona insicura o con sociofobia sono:
1. non valgo nulla, 2sono brutta/o 3. sono antipatica 4. nessuno mi vuole, 5. sbaglio sempre 6. sono insignificante 7. non sono capace 8. non sono abbastanza... (qualsiasi cosa) 9. se sbaglio succede il finimondo, 10. sono tutti pronti a giudicarmi, ecc...
la lista è molto lunga, e questi pensieri non hanno nulla a che vedere con la realtà. sono convinzioni radicate nell'incoscio, lo scopo è quello di proteggerti dall'esposizione che "potenzialmente" ti farà soffrire. Se tu esci con questi pensieri in mente non potrai sentirti a tuo agio. La consapevolezza è guardarsi con chiarezza e "smontare" queste convinzioni errate. Invece se esci pensando alle tue qualità, ai tuoi valori, a quello che sei veramente (e tutti hanno le loro qualità, valori, ecc) non ti sentirai più così vulnerabile. O meglio non ti importerà di esserlo. (è difficile accettare di essere vulnerabili, e per vivere bene le relazione bisogna essere più vulnerabili di quanto vorremmo). In questo mi ha aiutato la terapia e l'introspezione. E sono passata da camminare in un posto pieno di gente, pensando "tutti qui sono meglio di me", oppure sempre per sentirmi meglio "io sono superiore, loro non sanno, non capiscono, sono superficiali, stupidi, ecc" a sentirmi come tutti gli altri, nè meglio nè, peggio. Sono come gli altri ma allo stesso tempo sono io. Smettendo di fare paragoni. Questa è la mentalità diversa con cui ti poni, oppure ancora.
devi uscire e sei terrorizzata (situazione per classica) quello che facevo prima era evitare, inventare scuse, ecc... ma se tu invece di pensare a tutte le cose di cui sopra, pensi ai motivi per cui vuoi uscire: perchè ne hai voglia, perchè vuoi ridere, perchè vuoi conoscere gente, ecc, e pensi al piacere che puoi trarre dall'esperienza, affronterai tutta la situazione in modo più sereno. Questo è spostare l'attenzione, e quindi cambiare modalità di porsi. Non dico che se fai così ti passa la paura, ti senti super a tuo agio, ecc, ma i cambiamenti li noti. Poi altra cosa, non avere aspettative (classico secondo me, perchè dici mi sono sforzata e non è successo niente, e quindi ritorni al pensiero distorto di prima), pensare che non hai niente da perdere, ma solo da guadagnare.
Spero di aver chiarito, è un po' complesso da spiegare.
Quote:
Originariamente inviata da Suttree
Nella cognitivo-comportamentale che ho fatto io c'era infatti tutta una modificazione delle distorsioni cognitive che causavano la fobia sociale..solo dopo quel lavoro (durato alcuni mesi) mi sono esposto alle situazioni temute.
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Si, la cognitivo-comportamentale ti da gli strumenti per affrontare delle situazioni esterne, ma secondo me deve andare più in profondità, in ballo non c'è solo la tua difficoltà ad affrontare le situazioni temute, c'è tutta la tua persona in discussione. Esporsi è bene, ma non può essere una fatica continua secondo me.
Quote:
Originariamente inviata da Ansiaboy
da quello che ho letto hai trovato lavoro e poi preso farmaci che ti han fatto effetto.
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Allora, i farmaci non mi hanno mai fatto grande effetto, direi che l'unico effetto che mi facevano era ridurre la mia colite (anche li molto bello, avevo spesso la diarrea, mal di stomaco, nausea). Se hai letto diversamente ti prego di riportarmi il passaggio. Ho iniziato assumendo xanax tre volte al giorno, non riduceva l'ansia neanche per sbaglio, mi rincoglioniva e basta. Poi è arrivata la depressione, ho assunto escitalopram per alcuni mesi, aumentata la dose, niente. HO cominciato con la psichiatra, mi ha dato paroxetina 20, poi aumentata a 40, mi faceva agitare troppo, abbiamo ridotto di nuovo e ha aggiunto quietapina 50. Passano i mesi niente (per niente intendo che nè la depressione, nè l'ansia passavano, avevo pensieri suicidi, autolesionismo, dormivo tutto il giorno, mangiavo pochissimo, ecc) e quando dico non faceva effetto ovviamente intendo dopo il periodo iniziale, quindi quando ci si aspetta che il farmaco sia a pieno regime e debba fare effetto. Cambiano ancora, passo a venlafaxina 37, aumento ancora , fino ad arrivare a 150mg, aumenta anche la quietapina a 100. In tutto questo periodo io ho fatto terapia. Ho lavorato su me stessa. I farmaci non mi hanno magicamente guarito. Quello che mi aspettavo dalle terapia era non essere più depressa e disperata al limite del suicidio, e non hannoa avuto l'effetto sperato. La psichiatra ha continuato ad aumentare e adattare la terapia.
Quote:
Originariamente inviata da Ansiaboy
c'è a chi i farmaci non fanno effetto o magari gli risolvono un problema e glie ne causano altri peggiori, e c'è chi che non può permettersi né farmaci né frequentar corsi per conoscere nuova gente.
meglio riflettere prima di parlare o penso che è meglio starsene zitti.
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I farmaci antidepressivi sono mutuabili. Mi pare due euro. La quietapina costa 90 euro a confenzione, ma è fornita dal servizio sanitario nazionale, paghi il ticket. Vuoi dirmi che non puoi permetterlo?
Cosa vuol dire che non puoi permettermi di frequentare corsi? esistono corsi gratuiti. Ti puoi trovare un lavoro, così ti paghi pure la terapia e conosci gente. Cosa che ho fatto io. spendevo un quarto del mio stipendio in psicologi, psichiatra, farmaci, ecc... Quindi mi sono fatta pure il culo per stare meglio. Ti dico una cosa, non sarai d'accordo. Sono scuse.
Io rifletto prima di parlare e di scrivere. Starsene zitti non aiuta nessuno.
Quote:
Originariamente inviata da maralgiu
Personalmente non penso che la TCC, non sia adatta alla cura delle ansie sociali, ma essendo una pratica cosiddetta "direttiva", necessita di forti motivazioni. Il problema centrale per il buon esito della psicoterapia, qualunque sia il suo indirizzo, oltre a una buona alleanza terapeuta cliente, è riuscire a trovare una buona modalità motivazionale. Infatti desiderare di superare l'ansia sociale o disturbi come la depressione, non è sufficiente per indurre o favorire il cambiamento.
Chi soffre deve trovare delle intime motivazioni ad agire per il cambiamento. Motivazioni che siano capaci di scardinare il muro della resistenza che è sempre forte anche in chi desidera cambiare. Infatti c'è sempre una certa ambivalenza verso il cambiamento. Da una parte c'è il desiderio, anche forte, dall'altra ci sono resistenze al cambiamento che, spesso, in qualche modo spaventa perché significa inoltrarsi in un terreno che non si conosce.
Sia nelle ansie sociali che nei disturbi dell'umore, si radicalizzano comportamenti, soprattutto, evitanti che sono modalità di difesa che, in qualche modo, mettono delle pezze temporanee attenuando la paura di sofferenze peggiori. Questi comportamenti, in un certo senso, rappresentano un'ancora di salvezza.
Probabilmente il tuo ultimo psicoterapeuta ha saputo far emergere in te, le giuste motivazioni al cambiamento e questo ti ha permesso di poter cambiare il rapporto con le tue esperienze interne.
Mi farebbe piacere sapere se le mie considerazioni sul cambiamento hanno qualche attinenza con la tua esperienza.
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Ecco dici bene, c'è una resistenza fortissima, il problema non dico sia esclusivamente quello, ma se riesci a ridurre la resistenza, cominci a fare esperienze, anche piccole, le cose cominciano a cambiare. La differenza sostanziale che sento in me è che non c'è più il muro che mi impedisce di vivere, l'ansia c'è ancora, ma l'ansia non è di per sè negativa, può essere pure un motore. Il circolo vizioso e trovarsi il muro davanti e sbatterci la testa per sfondarlo, ovviamente senza successo.
Guarda, le motivazione vengono da sè, nella mia esperienza. Sempre dalla consapevolezza, dal guardarsi dentro (con una guida). Sono passata dal: non ho voglia di vivere", "ho troppa paura di vivere" "ho così paura di vivere che preferisco morire" ad avere una voglia matta di vivere, voler recuperare il tempo "perduto", cercare in ogni modo di fare esperienze, prima non avevo neppure voglia. Non mi veniva spontaneo cercare di socializzare, o uscire. Pensavo che ci fosse qualcosa che mi mancava e che per gli altri era spontaneo. Non mi mancava niente, l'avevo solo dimenticato. Bisogna soprattuto trovare le motivazione per fare quello che ci fa sentire bene, guaradndo oltre la paura iniziale. Perchè dopottuto stare con le persone dovrebbe essere una fonte di piacere non il contrario.
Poi c'è poco da dire, se il terapeuta quale che sia il suo indirizzo non è bravo, è inutile. La mia cognitivo-comportamentale mi dava consigli tipo: truccati, mettiti i tacchi... e si dimenticava il mio nome, per intenderci.
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22-05-2015, 16:23
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#43
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Esperto
Qui dal: Sep 2012
Messaggi: 10,850
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bliminda io non ho parlato di me, non puoi sapere se faccio o non faccio niente per migliorar una mia situazione e nemmeno che problemi ho o di che mi lamento.
poi.. farmaci o terapia psicologica poco cambia, il mio discorso sempre là rimane che tu hai confermato.
e ripeto che a maggior ragione oggi come oggi il lavoro non lo si trova dall'oggi a domani. vallo a dir a milioni di disoccupati presenti in italia.
questo non significa che se uno che dice ciò non cerca etc.
se non avessi trovato lavoro per pagar un quarto dello stipendio in terapia o farmaci mi chiedo se avresti aperto questa discussione..
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Ultima modifica di Ansiaboy; 22-05-2015 a 16:26.
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22-05-2015, 16:26
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#44
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Principiante
Qui dal: Jun 2014
Messaggi: 76
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Quote:
Originariamente inviata da Ansiaboy
chi ha mai detto questo. e mi chiedo pure come ci sei arrivato a pensar ciò
intendo dire che preferisco che si raccontono le cose da tutti i punti di vista piuttosto che cercando di dir solo le cose che ci fan più comodo
ma poi positiva di che.. dire le cose nel vago o solo quel che ci fan comodo non è positivo se si cerca di aiutare gli altri.
è solo ostentazione o positivi per se stessi.
e a sto punti che senso ha fare un topic per "aiutar" gli altri partendo da cosi?
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Dici sono vaga, o che dico le cose che mi fan comodo. Questo è un forum, non posso scrivere la storia della mia vita, dieci anni di fobia sociale, ecc.. Quali sono gli aspetti che trovi vaghi, che cosa vuoi sapere, e soprattuto vuoi sapere veramente qualcosa? Non mi pare di aver ostentato niente. In questo forum potevo non metterci più piedi, invece ci sto mettendo la "faccia" per così dire, e scrivere qui, affrontare ancora una volta questi problemi, parlarne mi fa anche stare male.
Quote:
Originariamente inviata da Ansiaboy
non penso proprio che una persona che ostenti vuol aiutare.. al massimo vuole compiacersi di più di quel che si compiace in realtà.. e io trovo che l'ostentazione sia un "sentirsi superiori" boh..
è diverso dire "mi son dato da fare e adesso ce l'ho fatta, si può uscire dalla fobia"
da "ho trovato lavoro e coi soldi ho potuto comprar i farmici che su di me han fatto effetto e ho molta meno ansia a far cose che prima ritenevo impossibili ! provate anche voi.. magari vi faran effetto anche a voi. son cosi felice per me e piango di gioia"
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Il sarcasmo è la più bassa forma di arguzia, dice il proverbio. Dimmi tu come deve porsi una persona che vuole aiutare? Perchè non capisco.
Quote:
Originariamente inviata da Ansiaboy
insomma pensiamo a quelli che magari ci soffrono e vogliono esser aiutati ma non san come far.. a leggere "io ce l'ho fatta" e basta penso che si sentono presi per i fondelli.. o trovo non han senso critico e si lasciano "subire" dagli altri.. (o magari non glie ne frega nulla ma allora quell'esempio non gli servirà a nulla e valeva solo per quello che l'ha detto che voleva pomparsi)
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Secondo me è meglio leggere esperienze realiste di risultati evidenti, che leggere post su post avvilenti. (lo sfogo ci sta, la comprensione, anche ma poi bisogna anche fare un passetto in più).
Quote:
Originariamente inviata da Ansiaboy
trovo infinitamente peggio ostentare e dir di voler aiutare gli altri piuttosti che di riflettere..
anzi trovo assurdo parlar senza riflettere anche se non sarà la soluzione migliore (e chi lo dice? la riflessione per me dovrebbe esser l'abc )q
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a me sembra perfettamente chiaro che ho invitato a riflettere, che volevo aprire una discussione (che sapevo si sarebbe accessa, perchè ho letto in altri post "attaccare" chi diceva di "avercela fatta") che portasse a questo. A mettere anche, perchè no, in discussione delle idee che qui sembrano assiomi. "Non si può guarire"
Quote:
Originariamente inviata da Ansiaboy
anche io ho avuto l'impressione che la topic starter volesse far la morale o la maestrina..
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dove? sii preciso.
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22-05-2015, 16:36
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#45
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Principiante
Qui dal: Jun 2014
Messaggi: 76
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Quote:
Originariamente inviata da Genesis_R
PRE in arrivo.
Scusami ma per essere un topic che mira a scuotere il fobico dal suo torpore non cominci a creare una buona disponibilità d'animo verso quello che dirai. Voglio dire, parti subito criticando in generale... qual è poi l'utilità costruttiva del renderci noto che non consideri la fobia sociale una vera malattia?
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è una questione semantica, considerla una malattia rafforza l'idea che sia super difficile uscirne, o "guarire". Se tu ti consideri sociofobico o ti hanno diagnostico il disturbo d'ansia sociale, è un etichetta che può essere utile (per capire che cosa sia ha) ma che è limitante. Perchè ci sono tanti aspetti che si incastrano tra loro, si sovrappongo e il risulato è la fobia sociale.
Quote:
Originariamente inviata da Genesis_R
Ok, mi si rafforza la visione di te su un livello diverso rispetto a quello dell'utente medio... non siamo tutti così.
Altra dimostrazione di saccenza: esistono un'intera gamma di problemi e di combinazioni possibili, e nessuno dovrebbe poter dire di averne vissuti più di altri.
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è una mia opinione, basata sulla mia esperienza, ma se ci pensi l'unione fobia sociale-depressione, è quello di più vicino alla non vita.
Quote:
Originariamente inviata da Genesis_R
Non ci sto a leggere affermazioni vaghe, sicuramente veritiere e che sono state molto importanti per il tuo percorso personale, usate per spronare gli utenti in blocco in questo modo facendogli la morale: qua i sottintesi sono che l'utente medio usa il forum solo per lamentarsi, ma nessuno può sapere veramente l'importanza che una persona nel suo piccolo ci dà, non crediamo di essere gli unici a realizzare degli sforzi per stare meglio. Avessi un euro per ogni utente che ha capito qual è il vero significato del forum, sarei milionario.
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Non sto facendo la morale a nessuno, casomai l'intento è ti scuotere. Nella mia esperienza del forum ho trovato che la tendenza era quella di lamentarsi. Anch'io mi sono tanto lamentata, non qui, ma con i miei, con i terapisti, ecc. Riconoscerai che è abbastanza inutile, e come ho già detto più volte, lamentarsi ci sta, se aiuta a sfogarsi e a sentirsi un po' meglio.
Qual è lo scopo del forum?
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22-05-2015, 16:38
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#46
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Esperto
Qui dal: Sep 2012
Messaggi: 10,850
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blminda riguardo la vaghezza, ostentazione non mi riferivo a te specificatamente
ma parlavo in generale
riguardo al "maestrina" mi riferivo ai tratti che ha sottolineato the_genesis
tutto qua.
in generale consiglio di partire non dicendo "ce l'ho fatta, si può uscire"
ma "ho fatto terapia che ha avuto effetti positivi su di me e adesso riesco a far cose che prima mi eron impossibili"
alla fine hai risposto alle domande dettagliatamente
non ti sei fermata alla vaghezza
e questo l'ho trovato molto più utile rispetto a un "sono guarita".
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Ultima modifica di Ansiaboy; 22-05-2015 a 16:40.
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22-05-2015, 16:40
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#47
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Principiante
Qui dal: Jun 2014
Messaggi: 76
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Quote:
Originariamente inviata da PeppermintCandy
Anche io sto iniziando a "guarire"... Ho iniziato da 1 anno e mezzo... All'inizio era difficile, non riuscivo a pensare in maniera diversa. Poi col tempo ho iniziato a cercare attivamente lavoro (purtroppo non è semplice, ho lavorato solo per 4 mesi, ma sto cercando altro adesso), ho ripreso a guidare, ho fatto molte altre cose che non pensavo avrei mai fatto!
Ho iniziato a pensare diversamente. Se lo voglio davvero, posso fare tutto...
Purtroppo ho ancora problemi a relazionarmi con le persone faccia a faccia. Quando si esce in gruppo rimango spesso zitta e ascolto quello che hanno da dire gli altri, ma spero, col tempo, di riuscire a cambiare anche in questo.
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Sei sulla buona strada, e questo è l'importante. Essere sulla strada. Riuscirai sicuramente a cambiare nelle relazioni. Se poi trovi lavoro, te lo auguro vivamente, questo ti aiuterà ulteriolmente, secondo me.
Per le relazioni datti tempo, e non avere troppe aspettativa, già il fatto di uscire è un bene. Anche se stai zitta comunque, puoi sentirti a tuo agio. Non sta scritto da nessuna parte che devi parlare per forza.
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22-05-2015, 16:48
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#48
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Esperto
Qui dal: Feb 2014
Messaggi: 1,530
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Quote:
Originariamente inviata da Ansiaboy
meglio riflettere prima di parlare o penso che è meglio starsene zitti.
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Ecco, inizia dando il buon esempio.
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22-05-2015, 16:53
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#49
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Principiante
Qui dal: Jun 2014
Messaggi: 76
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Quote:
Originariamente inviata da Leucina
Contenta per te ma non tutti siamo destinati alla stessa fortuna.
Per alcuni la fobia è talmente d'ostacolo che non si ha la forza di chiedere aiuto e forse nemmeno la fiducia di affidarsi all'aiuto di qualcuno.
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bisognerebbe capire perchè non si vuole chiedere aiuto. Poi qui non saprei nemmeno cosa dire, cioè è ovvio che se non si chiede aiuto non si può essere aiutati.
Quote:
Originariamente inviata da Leucina
Hai trovato un buon terapeuta ma non tutti possono permetterselo, i terapeutici costano e non poco e dai terapeutici bisogna andarci, uscire di casa, prendere i mezzi e sembra facile ma per alcuni non lo è.
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Ho trovato un buon teraputa dopo dieci anni di terapie sbagliate, inconcludenti, soldi spesi. Tutte le cose da te elencate mi terrorizzavano.
Per il discorso non tutti possono permetterselo...lo capisco, io sono figlia di operai che faticano a tirare avanti, credo che in un modo o nell'altro si possa trovare il modo, molti terapisti ti fanno pagare meno se hai difficoltà.
Quote:
Originariamente inviata da Leucina
Poi c'è anche tanta gente che di terapie ne ha provate tante e di farmaci anche, non ne ha cavato nulla e ormai è stufa di tentativi.
Sì può migliorare ma guarire no, alle guarigioni non ci credo tanto.
E le testimonianze di chi dice di avercela fatta mi lasciano piuttosto indifferente.
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Si può migliorare al punto tale che non c'è una distinzione tra guarigione e miglioramento. Si può vivere la propria vita. Questo penso sia lo scopo della "guarigione".
Quote:
Originariamente inviata da claire
Mi è piaciuto tutto.
Specie la parte della paura del dolore, e che si deve accettare anche l'altro lato della FS:perfezionismo narcisismo ecc....
Una curiosità:quanti anni hai?
Grazie della testimonianza positiva, raramente mi entusiasmano i "ce l'ho fatta",ma questo l'ho trovato credibile e ponderato.
Non penso tu sia proprio"guarita",ma di certo sei migliorata, e l'hai fatto non solo smantellando e forzandoti ma anche accettando le parti di te che rimarranno...e quindi poco importa come definirsi;l'importante è stare bene.Non perfettamente, ma il meglio possibile.
Auguri.
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claire, ho ventiquattro anno da poco. Mi fa piacere che tu abbia notato le parti sul dolore, perchè sono convinta sia centrale. Dico "guarita" perchè non mi considero più come una persona con problemi (come mi etichettavo prima, e come giustamente una mia cara e saggia amica mi fece notare) ma sono IO, che vive la sua vita al meglio che può. Ho ancora l'ansia a volte, non è sparito tutto in un PUF, ma credetemi è tutto un altro mondo, perchè sto iniziando a godere della vita e delle esperienze, e non solo a concentrarmi sulla sofferenza e il disagio, ecc..
sono d'accordo con te. Non accade per forza. La vita è pur sempre una possibilità, mica una certezza, però si può sempre sciogliere un problema alla volta,fare un po' di chiarezza, sciogliere i nodi centrali.
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Ultima modifica di Blimunda; 31-05-2015 a 01:05.
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22-05-2015, 17:02
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#50
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 751
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Sono contenta che tu sia riuscita a superare i tuoi problemi purtroppo non per tutti è facile non per tutti valgono gli stessi consigli ecc il perche' è semplice da capire, la fobia sociale è spesso conseguenza di situazioni, disagi e patologie differenti tra loro. Tutti siamo accomunati dalla paura degli altri ma non tutti abbiamo paura degli altri per gli stessi motivi e con le stesse modalità, già il fatto che la fobia sociale può colpire estroverso ed introversi fa capire quanto i fattori scatenanti possano essere vari. Ogni tanto escono fuori storie di persone che sono riuscite a superare la fobia, questo fa piacere e rincuora ma non per tutti è facile riuscire a superarla perche' per alcuni il fattore scatenate è piu difficile da individuare prima di tutto, seconda cosa è piu difficile da curare, una persona che è sociofobica come conseguenza di un disturbo schizoide di personalità farà più fatica di uno che è sociofobico perche' soffre di insicurezza a guarire.
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Ultima modifica di cancellato16177; 22-05-2015 a 17:25.
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22-05-2015, 17:13
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#51
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Principiante
Qui dal: Jun 2014
Messaggi: 76
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Quote:
Originariamente inviata da ilPaul
Guarda Blimunda io sono d'accordo con te per la maggior parte del tuo discorso però permettimi di dissentire sulla TCC. Io credo che quel tipo di terapia sia molto particolare: un incrocio di analisi, volontà e risultati che poi possono moltiplicarsi, ma è una terapia (appunto) soprattutto comportamentale. Proprio per questo io credo che per la sua stessa natura non possa aiutare tutti o funzionare con chiunque. Con me per esempio sta funzionando: ma non è solo merito della terapia in sè è stato soprattutto (ed è qui che ti appoggio) quello che volevo io, che desideravo e desidero diventare. Non soltanto una questione di "compitini" come l'hai descritta tu. In più bisogna aggiungere che lo stile del terapeuta è fondamentale: io credo che quello tuo non l'abbia sfruttata al meglio la situazione; la tcc infatti, pur essendo semplicissima nella forma, non tutti i terapeuti addetti sono capaci a farla per bene, serve obbligatoriamente la parte analitica in cui analizzi passato, presente e le possibilità di futuro in cui a me per esempio sono venute delle vere e proprie epifanie che mi hanno letteralmente cambiato il modo di vedere il mondo in determinati contesti.
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Probabilmente la mia terapista cognitivo-comportamentale non era molto brava. La cognitivo ha aiutato tantissime persone, lo so, però effettivamente in campo accademico si chiedono se sia la terapia migliore. Comunque se ti ha aiutato a cambiare le percezioni e la tua visione del mondo e di te stesso, è perfetto. "compitini" si è ovviamente una generalizzazione riduttiva, me ne rendo conto.
Quote:
Originariamente inviata da ilPaul
Non ho ben capito cos'è che hai fatto che ti ha aiutata adesso, non sei stata molto chiara. Ma sappi che la tcc per chi ha il disturbo evitante di personalità come me ha un raggio d'azione definitiva di 2 anni per poter entrare in circolo. Altro che un paio di mesi. Detto questo però io dopo anni di autocoscienza e voglia di fare, mi sto rendendo conto che la tcc non mi sta "dando" niente, ma solo convincermi ad andare a prendermi ciò che voglio.
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Mi ha aiutato toccare il fondo con la depressione, sono stata tanto male, volevo morire, ma ma non volevo veramente morire, altrimenti mi sarei uccisa, mi sono resa conto che volevo vivere, fare. Mi ha aiutato il terapista, ma anche tantissima introspezione che ho fatto nel corso degli anni, anche da sola, capendomi, pezzo per pezzo. Vedendomi non come un unità, ma come tante parti diverse tra loro, e ognuna di essa va accettata e compresa. Fa parte di te. La cosa più difficile è accettare l'idea di stare male, credo. Putroppo non ho una chiave, credo che ognuno debba trovare la sua, e non so che cosa nello specifico mi abbia dato la "svolta", so che può succedere se ci si lavora sopra.
Quote:
Originariamente inviata da Ansiaboy
bliminda io non ho parlato di me, non puoi sapere se faccio o non faccio niente per migliorar una mia situazione e nemmeno che problemi ho o di che mi lamento.
poi.. farmaci o terapia psicologica poco cambia, il mio discorso sempre là rimane che tu hai confermato.
e ripeto che a maggior ragione oggi come oggi il lavoro non lo si trova dall'oggi a domani. vallo a dir a milioni di disoccupati presenti in italia.
questo non significa che se uno che dice ciò non cerca etc.
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ho trovato lavoro ormai quattro anni fa, perchè mi sono messa in gioco, ci ho provato, ero ancora in piena fobia sociale, il livello di ansia era altissimo, ero totalmente insicura, ecc. Ci ho creduto, mi sono impegnata. è un lavoro a contatto con il pubblico, ritmi frenetici, turni notturni, non proprio una passeggiata. Non voglio essere troppo dura, però non si può nascondersi per sempre nemmeno dietro al lavoro che non si trova.
Quote:
Originariamente inviata da Ansiaboy
se non avessi trovato lavoro per pagar un quarto dello stipendio in terapia o farmaci mi chiedo se avresti aperto questa discussione..
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Se mia nonna avesse avuto le ruote sarebbe stata una carrozza.
Non si può vivere nel mondo del "se", tornando indietro, se questo e se quello non avrei neanche sviluppato la fobia sociale. la tua osservazione mi sembra, scusami, inutile.
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22-05-2015, 17:15
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#52
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Messaggi: 2,743
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Quote:
Originariamente inviata da Blimunda
bisognerebbe capire perchè non si vuole chiedere aiuto. Poi qui non saprei nemmeno cosa dire, cioè è ovvio che se non si chiede aiuto non si può essere aiutati.
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Rispondo per me ovviamente: io non lo faccio inanzitutto perchè non mi fido a raccontare cose molto intime a un estraneo, i terapisti sono pur sempre delle persone e non mi fido delle persone, ma anche perchè non saprei come fare, non posso spostarmi in autonomia e non voglio chiedere ad altri di scarrozzarmi in giro per psicologi, psichiatri e terapisti.
Quote:
Originariamente inviata da Blimunda
Ti puoi trovare un lavoro, così ti paghi pure la terapia e conosci gente. Cosa che ho fatto io. spendevo un quarto del mio stipendio in psicologi, psichiatra, farmaci, ecc... Quindi mi sono fatta pure il culo per stare meglio. Ti dico una cosa, non sarai d'accordo. Sono scuse.
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Però, ecco, non mi sembra molto da sprono consigliare di alzare il culo e trovarsi un lavoro che sono solo scuse.
Tu come l'hai trovato il lavoro? hai fatto colloqui? delle selezioni? avevi conoscenze? E' difficile per chiunque trovare lavoro pensa per uno che si caga sotto ai colloqui, diventa viola e non spiccica parola o che non riesce proprio ad uscire, non riesce a prendere un autobus o che ha paura persino ad affacciarsi sul balcone della propria casa.
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22-05-2015, 17:28
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#53
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Banned
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Isolationville (Limboland)
Messaggi: 5,169
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Anche a me è piaciuta molto la parte sul dolore e sulla paura di quello che non si conosce.
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22-05-2015, 17:29
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#54
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 11,589
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Quote:
Originariamente inviata da Blimunda
Allora, ti faccio un esempio. I pensieri credo diffusi di una persona insicura o con sociofobia sono:
1. non valgo nulla, 2sono brutta/o 3. sono antipatica 4. nessuno mi vuole, 5. sbaglio sempre 6. sono insignificante 7. non sono capace 8. non sono abbastanza... (qualsiasi cosa) 9. se sbaglio succede il finimondo, 10. sono tutti pronti a giudicarmi, ecc...
la lista è molto lunga, e questi pensieri non hanno nulla a che vedere con la realtà. sono convinzioni radicate nell'incoscio, lo scopo è quello di proteggerti dall'esposizione che "potenzialmente" ti farà soffrire. Se tu esci con questi pensieri in mente non potrai sentirti a tuo agio. La consapevolezza è guardarsi con chiarezza e "smontare" queste convinzioni errate. Invece se esci pensando alle tue qualità, ai tuoi valori, a quello che sei veramente (e tutti hanno le loro qualità, valori, ecc) non ti sentirai più così vulnerabile. O meglio non ti importerà di esserlo. (è difficile accettare di essere vulnerabili, e per vivere bene le relazione bisogna essere più vulnerabili di quanto vorremmo). In questo mi ha aiutato la terapia e l'introspezione. E sono passata da camminare in un posto pieno di gente, pensando "tutti qui sono meglio di me", oppure sempre per sentirmi meglio "io sono superiore, loro non sanno, non capiscono, sono superficiali, stupidi, ecc" a sentirmi come tutti gli altri, nè meglio nè, peggio. Sono come gli altri ma allo stesso tempo sono io. Smettendo di fare paragoni. Questa è la mentalità diversa con cui ti poni, oppure ancora.
devi uscire e sei terrorizzata (situazione per classica) quello che facevo prima era evitare, inventare scuse, ecc... ma se tu invece di pensare a tutte le cose di cui sopra, pensi ai motivi per cui vuoi uscire: perchè ne hai voglia, perchè vuoi ridere, perchè vuoi conoscere gente, ecc, e pensi al piacere che puoi trarre dall'esperienza, affronterai tutta la situazione in modo più sereno. Questo è spostare l'attenzione, e quindi cambiare modalità di porsi. Non dico che se fai così ti passa la paura, ti senti super a tuo agio, ecc, ma i cambiamenti li noti. Poi altra cosa, non avere aspettative (classico secondo me, perchè dici mi sono sforzata e non è successo niente, e quindi ritorni al pensiero distorto di prima), pensare che non hai niente da perdere, ma solo da guadagnare.
Spero di aver chiarito, è un po' complesso da spiegare.
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Grazie, sì adesso ho capito a cosa ti riferisci. Mi ritrovo in tutti i concetti che hai descritto, sono pensieri che sto applicando anche nella mia vita.
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22-05-2015, 17:33
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#55
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Principiante
Qui dal: Jun 2014
Messaggi: 76
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Quote:
Originariamente inviata da Leucina
Rispondo per me ovviamente: io non lo faccio inanzitutto perchè non mi fido a raccontare cose molto intime a un estraneo, i terapisti sono pur sempre delle persone e non mi fido delle persone, ma anche perchè non saprei come fare, non posso spostarmi in autonomia e non voglio chiedere ad altri di scarrozzarmi in giro per psicologi, psichiatri e terapisti.
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ma se volessi avresti la possibilità materiale di farlo? In questo siamo diverse, perchè io avevo più paura di raccontare cose intime a un parente, amico, che a un estraneo (pensavo, tanto non mi conosce). questo putroppo è la base, cercare aiuto, se ci provi ti renderai conto che le persone sono più disponibile e comprensive di quanto pensi.
Quote:
Originariamente inviata da Leucina
Però, ecco, non mi sembra molto da sprono consigliare di alzare il culo e trovarsi un lavoro che sono solo scuse.
Tu come l'hai trovato il lavoro? hai fatto colloqui? delle selezioni? avevi conoscenze? E' difficile per chiunque trovare lavoro pensa per uno che si caga sotto ai colloqui, diventa viola e non spiccica parola o che non riesce proprio ad uscire, non riesce a prendere un autobus o che ha paura persino ad affacciarsi sul balcone della propria casa.
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Spronare, non significa prendere per mano una persona e accompagnarla. Se non sei d'accordo o ti da fastidio quello che ho scritto questo è già uno sprono.
Io ho trovato lavoro così. Volevo un lavoro. Ho cercato su internet e ho trovato un annuncio. Cercavano personale per loacle di nuova apertura anche senza esperienza. Preparo un bel curriculum fatto bene e lo mando. Ricordo ancora che sono stata due minuti ad esitare sul tasto invio, con il cuore a mille. Mi hanno chiamata, ho dovuto fare ben due colloqui. Il primo è andato benino, credo, ho annuito, cercavo di sorridere, ma sentivo la bocca vche mi tremava, ho risposto ad alcune domande al meglio che potevo, non ero assolutamente a mio agio, il secondo ero super in ansia, ma alla fine è andato. Poi mi hanno chiamata e detto che ero passata alle selezioni, ho iniziato. Ho dovuto superare un sacco di difficoltà iniziali. il rapporto con i clienti, con i capi, con i colleghi, l'ansia, diventavo rossa, ecc. Non avevo la patente e all'inizio i miei mi accompagnavano e mi venivano a prendere, altrimenti prendevo i mezzi (angoscia anche qui). Sto dicendo che si può trovare lavoro anche se si soffre d'ansia sociale, si diventa rossi, ci si impanica, ecc. Non sarà facile, ci vorrà anche un po' di fortuna, ma si può fare.
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Ultima modifica di Blimunda; 22-05-2015 a 17:41.
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22-05-2015, 17:33
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#56
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Banned
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,977
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24anni,con un percorso terapeutico già alle spalle.
Direi,senza sapere tanti dettagli su di te, che partivi da una buona base, tutte le cose se si prendono "per tempo"sono più facili da risolvere.
Io a 24anni dovevo ancora scoprire cos'era la FS,mai visto specialisti ,ho altri problemi di vita che si sovrappongono alla fs, come molti qui.E pur essendo sempre stata fobica, sono diventata evitante cronica più tardi, dopo un'adolescenza e giovinezza abbastanza"esposte".A me non ha giovato l'esposizione e il pensiero positivo che mi spingevano a fare nonostante l'ansia il panico e il resto.Ciò per dire che capisco il tuo entusiasmo e voglia di condividere il successo, ma ti prego anche di considerare che qui ci sono mille storie di disagio e il "volere è potere" che tu hai sperimentato, può non essere bastevole per tutti.
A te è servito il percorso che hai fatto, ad altri potrebbe essere utile "muovere il culo",altri faranno percorsi sbagliati o non ci riusciranno anche volendo perché non ne hanno i mezzi e le risorse, perché sono in una situazione più complessa.
A ciascuno il suo, buona cosa gli esempi positivi, ma dire "tutte scuse" senza sapere con chi si parla e di cosa, no.
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22-05-2015, 17:35
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#57
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Ubicazione: Near Rome
Messaggi: 11,492
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ah il caro buon vecchio "muovete il culo..."...
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22-05-2015, 17:38
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#58
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Esperto
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 3,041
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Quote:
Altrimenti che starebbero vivi a fare?
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Per godersi quel poco che hanno
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22-05-2015, 17:42
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#59
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Banned
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,977
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Quote:
Comunque io non penso che la maggior parte dell'utenza pensi davvero che non si possa risolvere un bel nulla dei propri problemi (ossia che non si possa "guarire" almeno in parte). Altrimenti che starebbero vivi a fare?
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A provare a conviverci.
Vivere quei pezzi di vita che si riesce, sperando in altre cose che stanno ancora nel mondo del possibile, e rassegnandosi al resto che invece resterà cosí ,che tanto al capolinea ci si arriva tutti comunque, infobicati o no, felici o tristi, amati o ignorati.
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Ultima modifica di claire; 25-05-2015 a 07:29.
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22-05-2015, 17:44
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#60
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Esperto
Qui dal: Jun 2010
Ubicazione: Near Rome
Messaggi: 11,492
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Quando si abbandona il sogno non resta altro che masturbarsi con la realtà ( Flaiano)
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