|
|
25-05-2015, 14:01
|
#241
|
Intermedio
Qui dal: Nov 2013
Messaggi: 196
|
Quote:
Originariamente inviata da dotrue
Macchè pessimismo cosmico, questa è realtà e può piacere o no, ma così è. In ogni caso ho detto che va provato, a qualcuno può funzionare, ma se lo fa nn è merito della terapia psicologia in sè altrimenti si avrebbero tassi di successo almeno dal 70% in su per tutte le patologie per cui è applicabile (allo stato dell'arte così nn è, ma sono prontissimo a cambiare idea). Comunque quello che contesto è il fatto di andare a dire in giro che solo con la psicoterapia si risolve i problemi "alla radice" (ma de che??), e portare il proprio esempio come fosse indicativo. Infatti io ho provato e sto provando ancora, che ne sai che ho rinunciato? dopo migliaia di soldi spesi e anni di chiacchierate sono quasi al punto di partenza però...ma quello che dico nn si basa sul mio caso che è ininfluente, ma su quello che vedo, sento e leggo in giro di persone professioniste e utenti. Lasciamo perdere il discorso ecografia che nn c'entra niente: quella la fai una volta e hai il risultato assicurato: nn è che ti dicono "tu intanto paga e poi vediamo se il macchinario funziona..."
|
Oh, stai calmo!
Perché contesti il fatto che qualcuno venga qui a dire il contrario di quello che tutti gli altri dicono? Oltre alle cose negative, a volte, ne capitano anche di positive. Quindi perché non raccontare la propria esperienza positiva, se c'è?
Guarda, non so se solo la psicoterapia risolve i problemi alla radice, fatto sta che se hai un problema, e lo affoghi solo con le pillole, il problema resta lì, ma lo hai solo messo a risposare per un po', ma sta lì. Al contrario, con la terapia lavori sul motivo del tuo disagio, sempre che uno voglia. Perché un disagio è tale quando viene vissuto come limitante, se ci stai male (banalità) mi pare ovvio che non vorresti essere così (e questo era per riprendere un po' i discorsi successivi che non riesco a quotare).
Comunque, ripeto, stai calmino.
Anch'io posso parlare dal mio punto di vista, certo. Ho avuto una pessima esperienza con una psicologa che in quanto ad etica professionale lasciava davvero a bocca aperta per quanto fosse sconvolgente. Da qui è iniziata la diffidenza, cercavo altri psicologi ma non avevo né soldi né voglia di ricominciare a parlare di cose che anche a me sembravano molto campate per aria. Ero molto diffidente anche nei confronti degli psichiatri, anzi, ne avevo proprio paura. Sono stata fortunata perché ho trovato questo servizio gratuito gestito da specializzandi in psichiatria, contrari ai farmaci quando non servono, sostenitori della psicoterapia e del farmaco quando e se necessario. Quindi ho rivalutato gli psichiatri ma mi resta un po' di diffidenza negli psicologi. Ma anche questa è frutto della MIA esperienza, perché ce ne sono di professionisti bravi nel loro lavoro, ci mancherebbe.
Purtroppo la psicoterapia prevede che si instauri un rapporto, una fiducia, tra le due persone, ci vuole anche collaborazione, tempo e denaro. Perché sì, il risultato non è assicurato, ma se uno parte dal presupposto che non servirà a nulla allora lascia stare, che ti devo dire. Ma esistono anche tariffe agevolate, servizi pubblici.
Insomma, questa non è molto una provocazione, ma è l'impressione che mi sono fatta spesso a leggere qui, ma soprattutto guardando ai miei atteggiamenti : lamentarsi della propria condizione e non fare nulla per cambiare, sembrerà folle, ma è molto più semplice che prendere in mano la situazione e iniziare ad apportare qualche cambiamento, anche minimo, perché costa fatica, paura, ansia, angoscia al punto da far sembrare la vita di tutti i giorni, quella di cui ci lamentiamo, più rassicurante.
Ma poi vorrei capire, perché da' così fastidio se qualcuno viene qui a dire che "ce la possiamo fare"? Bo
|
|
25-05-2015, 14:10
|
#242
|
Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
|
Quote:
Originariamente inviata da QuantumGravity
l'altra parte, invece, nel suo rifiuto, non accetta il malfunzionamento, non tollera l'intollerabile ma non tollera neanche il tollerabile e giudica in toto il mondo come “nefasto”
|
Altro problema: cos'è che dovrebbe essere considerato tollerabile?
Ne parli anche tu come qualcosa di oggettivo mentre la cosa è soggettiva.
Il "tollerabile" è qualcosa di relativo insieme all'"intollerabile".
Partite tutti dall'oggettivo supponendo che questa roba "è", ma questa roba la sente un soggetto specifico in prima persona non esiste in terza persona come gli oggetti che tocchiamo.
Io avverto un dolore alla gamba... Arriva qualcuno che mi vede lamentarmi della cosa e inizia a dire che questa cosa è tollerabile e che non dovrei lamentarmi...
A sopravvivere si può sopravvivere anche all'intollerabile, tollerabile e intollerabile rappresentano atteggiamenti soggettivi verso qualcosa. Perciò anche i cognitivo-comportamentali che sostengono che si può tollerare quel che non ti ammazza sostengono fregnacce.
Una persona può essere tenuta in vita nelle più atroci sofferenze, lo sanno bene quelli che torturano per estorcere informazioni, non è la sopravvivenza al dolore che lo rende tollerabile, e nemmeno si può dire che esista qualcosa di tollerabile oggettivamente e qualcosa che sia intollerabile oggettivamente, è sempre l'individuo che misura queste cose e qui, nel soggettivo e partendo da ciò che prova in prima persona, solo qui hanno senso.
|
Ultima modifica di XL; 25-05-2015 a 14:13.
|
25-05-2015, 14:43
|
#243
|
Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 1,074
|
Quote:
Originariamente inviata da XL
..
|
Strano che tu faccia questo discorso a me, visto che ho sempre parlato di prospettive, contesti, mondi interiori individuali. Ti attacchi alle singole frasi, mi sembra che non riesci a cogliere il messaggio generale (evidentemente ci rapportiamo al pensiero in modi diversi, come ti ho detto ieri e per questo siamo interlocutori che comunicano male). Il messaggio generale è che il mondo, per me, non è né nefasto e da negare, né è un prodigio, o anche solo bello così com'è e quindi da accettare nelle cose brutte cambiando le proprie percezioni, e che guardandomi attorno, vedo predominanti due atteggiamenti speculari, ma uguali, di rassegnazione: in positivo e in negativo. C'è chi ci convive bene e chi ci convive male, ma lo stato delle cose non lo si tocca, non ci si rapporta se non con la fuga o con la totale accettazione (e non parlo solo di sistemi macroeconomici, macrosociali, che il singolo può ben poco, parlo anche di cose di tutti i giorni, di cose piccole) quindi un medesimo conformismo, che come dicevo, trascina in modi diversi queste persone. Se ho detto che io non ho ancora trovato una soluzione diversa per me, ti blocco prima, è inutile che mi fai domande o mi chiedi chiarimenti visto che io stesso non ho chiara la situazione nella sua vastità; ho detto solo che quelli sono due atteggiamenti da cui voglio dissociarmi.
|
|
25-05-2015, 15:03
|
#244
|
Esperto
Qui dal: May 2014
Ubicazione: TV
Messaggi: 2,444
|
Quote:
Originariamente inviata da tersite
Effettivamente la psiconalisi non è riproducibile in laboratorio
|
Si ma esistono i parametri per valutarne o no l'efficacia. Nemmeno per i farmaci esistono esami di laboratorio, però studi di efficacia ce ne sono (direi nn efficacia in questo caso )
Quote:
Originariamente inviata da XL
Io non ho niente contro l'anarchia pura in cui svariate forze vengono sedate dal caos
|
Se credi questo allora è inutile anche continuare a discutere per cercare una risposta, tanto se secondo te nn esistono leggi fisse nella realtà ognuno può affermare quello che vuole senza la possibilità di essere "falsificato"
Quote:
Originariamente inviata da Karen_
Oh, stai calmo!
|
Nn so dove hai percepito che sono nervoso...xchè ho messo 2 punti di domanda di fila?
Quote:
Originariamente inviata da Karen_
Perché contesti il fatto che qualcuno venga qui a dire il contrario di quello che tutti gli altri dicono? Oltre alle cose negative, a volte, ne capitano anche di positive. Quindi perché non raccontare la propria esperienza positiva, se c'è?
|
Nn mi sembra che nel primo post ci sia scritto solo questo...nn era una semplice descrizione della sua esperienza e in più mi è sembrato un tono nn appropriato, come volesse dire: svegliatevi che se sono migliorata io grazie alla psicoterapia allora possono migliorare tutti. Come se qui e nel mondo intero nn ci fossero persone che, nonostante abbiano più esperienza di lei, nn hanno concluso niente nè con farmaci nè con terapie psicologiche. Immagina di essere malata di cancro da anni e che uno ti venisse a dire: "oh coraggio che io sono guarito grazie al metodo Di Bella!" (una bufala)
Quote:
Originariamente inviata da Karen_
Guarda, non so se solo la psicoterapia risolve i problemi alla radice, fatto sta che se hai un problema, e lo affoghi solo con le pillole, il problema resta lì, ma lo hai solo messo a risposare per un po', ma sta lì. Al contrario, con la terapia lavori sul motivo del tuo disagio, sempre che uno voglia. Perché un disagio è tale quando viene vissuto come limitante, se ci stai male (banalità) mi pare ovvio che non vorresti essere così (e questo era per riprendere un po' i discorsi successivi che non riesco a quotare).
|
Tu nn sai se la psicoterapia risolve i problemi alla radice, però poi dici esattamente questo ("lo affoghi solo con le pillole, il problema resta lì, ma lo hai solo messo a risposare per un po', ma sta lì"). Pensa che alcuni psichiatri credono che siano proprio i farmaci a guarire, in quanto considerano certe patologie nn come disturbi psicologici, ma come alterazioni del funzionamento cerebrale che provocano ANCHE disturbi psicologici. Come vedi certezze nn ce ne sono e venire qui a sventolarle non mi sembra corretto
Quote:
Originariamente inviata da Karen_
Purtroppo la psicoterapia prevede che si instauri un rapporto, una fiducia, tra le due persone, ci vuole anche collaborazione, tempo e denaro. Perché sì, il risultato non è assicurato, ma se uno parte dal presupposto che non servirà a nulla allora lascia stare, che ti devo dire. Ma esistono anche tariffe agevolate, servizi pubblici.
|
Più che purtroppo direi per fortuna, in quanto instaurare un buon rapporto con una persona a cui credi a quello che dice è fondamentale. Infatti credo che il funzionamento di queste terapie, se c'è, sia dato più dal sapere che hai una persona che ti capisce e ti consiglia in modo disinteressato piuttosto che dall'elaborare traumi passati, affrontare questioni di 30 anni fa, analizzare per mesi i rapporti con i familiari, decifrare il subconscio con i sogni e menate varie...La mia attuale psichiatra-psicoterapeuta me l'ha confermato: è più importante la relazione che si instaura che la teoria psicoterapeutica che ci sta dietro.
Quote:
Originariamente inviata da Karen_
lamentarsi della propria condizione e non fare nulla per cambiare, sembrerà folle, ma è molto più semplice che prendere in mano la situazione e iniziare ad apportare qualche cambiamento, anche minimo, perché costa fatica, paura, ansia, angoscia al punto da far sembrare la vita di tutti i giorni, quella di cui ci lamentiamo, più rassicurante.
|
Nn è mica tanto folle, e l'hai detto anche tu: già ha una vita di merda, perchè uno dove cambiare vita sapendo che peggiorerà l'ansia o dovrà sopportare fatiche che nn riesce nemmeno a sostenere? Il punto vero è che manca l'accettazione: è questo che ci fa lamentare della propria situazione. Bisogna andare avanti sapendo e ACCETTANDO il fatto che abbiamo dei limiti più grandi degli altri e utilizzare le armi che ci rimangono a disposizione. Avremo pochi alti e molti bassi, probabilmente è così, ma lo sappiamo e nn ce ne faremo una colpa quando per l'ennesima volta ci capiterà un altro episodio depressivo che sembra fermare tutto un'altra volta. Cosa avrebbe fatto per esempio Zanardi se si fosse limitato a piangere delle sue condizioni? Invece ha puntato su quello che gli restava ancora ed è riuscito a fare una valanga di cose.
Quindi accettare...che assomiglia un pò a rassegnarsi ma nn è esattamente la stessa cosa. Mi riferisco a quelli che vengono considerati o si considerano cronici
|
Ultima modifica di dotrue; 25-05-2015 a 15:05.
|
25-05-2015, 15:32
|
#245
|
Intermedio
Qui dal: Nov 2013
Messaggi: 196
|
Quote:
Originariamente inviata da dotrue
Nn so dove hai percepito che sono nervoso...xchè ho messo 2 punti di domanda di fila?
Nn mi sembra che nel primo post ci sia scritto solo questo...nn era una semplice descrizione della sua esperienza e in più mi è sembrato un tono nn appropriato, come volesse dire: svegliatevi che se sono migliorata io grazie alla psicoterapia allora possono migliorare tutti. Come se qui e nel mondo intero nn ci fossero persone che, nonostante abbiano più esperienza di lei, nn hanno concluso niente nè con farmaci nè con terapie psicologiche. Immagina di essere malata di cancro da anni e che uno ti venisse a dire: "oh coraggio che io sono guarito grazie al metodo Di Bella!" (una bufala)
|
Io non ci ho visto nulla di male, ma una voce fuori dal coro che, spesso, in questo forum, non viene presa per il verso giusto, ma, spesso, chi parla di possibilità viene attaccato. Non mi pare abbia detto che sia stato semplice o che sia guarita, ma ci sta lavorando. Mi pare che l'esperienza non si faccia solo per età, anche se ha 24 anni ha più volte detto che gira per specialisti da quando era molto più piccola. Io ne ho 28 e ho molta meno esperienza di lei, ad esempio. Se uno venisse a dirmi che è guarito ed io mi trovassi in una condizione disperata, mi informerei e ne sarei anche un tantino invidiosa credo, poi, a seconda di come andrebbero le cose gli direi che mi ha detto una cazzata oppure lo ringrazierei.
Quote:
Tu nn sai se la psicoterapia risolve i problemi alla radice, però poi dici esattamente questo ("lo affoghi solo con le pillole, il problema resta lì, ma lo hai solo messo a risposare per un po', ma sta lì"). Pensa che alcuni psichiatri credono che siano proprio i farmaci a guarire, in quanto considerano certe patologie nn come disturbi psicologici, ma come alterazioni del funzionamento cerebrale che provocano ANCHE disturbi psicologici. Come vedi certezze nn ce ne sono e venire qui a sventolarle non mi sembra corretto
|
I farmaci sono fondamentali nell'ambito di patologie psichiatriche importanti. In quei casi i farmaci servono e basta. In altri casi, fobie ecc ecc, si può decidere di accompagnare la psicoterapia con i farmaci se questo aiuta il paziente, ma non dovrebbero essere intesi come un "per sempre". Io non sto sventolando certezze, non farlo nemmeno tu. Non mi sembra corretto nemmeno questo. Siamo tutti diversi e gli specialisti hanno metodi altrettanto diversi.
Quote:
Più che purtroppo direi per fortuna, in quanto instaurare un buon rapporto con una persona a cui credi a quello che dice è fondamentale. Infatti credo che il funzionamento di queste terapie, se c'è, sia dato più dal sapere che hai una persona che ti capisce e ti consiglia in modo disinteressato piuttosto che dall'elaborare traumi passati, affrontare questioni di 30 anni fa, analizzare per mesi i rapporti con i familiari, decifrare il subconscio con i sogni e menate varie...La mia attuale psichiatra-psicoterapeuta me l'ha confermato: è più importante la relazione che si instaura che la teoria psicoterapeutica che ci sta dietro.
|
Stai sventolando certezze? Per alcuni elaborare traumi passati e affrontare vecchie questioni o parlare dei propri genitori può essere fondamentale. Così come portare i propri sogni durante la seduta. Perché le definisci menate? E' ovvio che il rapporto tra terapeuta e paziente sia fondamentale, ma c'è dell'altro, molto altro, non è così semplice.
Quote:
Nn è mica tanto folle, e l'hai detto anche tu: già ha una vita di merda, perchè uno dove cambiare vita sapendo che peggiorerà l'ansia o dovrà sopportare fatiche che nn riesce nemmeno a sostenere? Il punto vero è che manca l'accettazione: è questo che ci fa lamentare della propria situazione. Bisogna andare avanti sapendo e ACCETTANDO il fatto che abbiamo dei limiti più grandi degli altri e utilizzare le armi che ci rimangono a disposizione. Avremo pochi alti e molti bassi, probabilmente è così, ma lo sappiamo e nn ce ne faremo una colpa quando per l'ennesima volta ci capiterà un altro episodio depressivo che sembra fermare tutto un'altra volta. Cosa avrebbe fatto per esempio Zanardi se si fosse limitato a piangere delle sue condizioni? Invece ha puntato su quello che gli restava ancora ed è riuscito a fare una valanga di cose.
Quindi accettare...che assomiglia un pò a rassegnarsi ma nn è esattamente la stessa cosa. Mi riferisco a quelli che vengono considerati o si considerano cronici
|
Scusa ma cambiare è naturale che spaventi un po' tutti, ma non è che porti solo guai. Se una ha una vita di merda e non fa nulla per cambiare, resterà di merda, non è che dall'oggi al domani si sveglia e oh, tutto ok.
Guarda su questo discorso hai ragione, bisogna accettare i propri limiti, ma spesso quello che leggo qui non è accettazione ma, appunto, rassegnazione. Della serie guarda che io vado in terapia ma sono rassegnato che tanto non cambierà nulla, sto sprecando i miei soldi, tanto la vita è una merda, e non cambierò mai. Qualcuno invece viene a dire che guardate che io mi sento cambiata, sto facendo molta fatica ad oppormi al mio solito modo di vivere, ma guardate che è bello, faticoso, ma mi sento diversa. E niente, capisco perché capita anche a me di avere periodi bui in cui non vedo proprio nulla di buono, però siete super convinti che questo non vada bene, quello nemmeno, quelle sono menate, quelle stronzate, non serve a nulla, spreco di soldi, di tempo, di denaro, e allora niente?
|
|
25-05-2015, 15:46
|
#246
|
Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
|
Quote:
Originariamente inviata da QuantumGravity
C'è chi ci convive bene e chi ci convive male, ma lo stato delle cose non lo si tocca, non ci si rapporta se non con la fuga o con la totale accettazione (e non parlo solo di sistemi macroeconomici, macrosociali, che il singolo può ben poco, parlo anche di cose di tutti i giorni, di cose piccole) quindi un medesimo conformismo, che come dicevo, trascina in modi diversi queste persone.
|
A te forse non è chiaro però che per dissociarti effettivamente da una corrente che ti sta trascinando devi avere la forza o la potenza per farlo.
Supponiamo che sia vero che tu non le puoi proprio cambiare certe cose che non ti stanno bene (o meglio il cambiamento se ci sarà non dipende più da te), secondo il tuo punto di vista chi le accetta e le benedice le cose che non dipendono da lui ha lo stesso atteggiamento di chi le maledice?
Non si è capita la tua posizione quale sarebbe nei casi di impotenza effettiva del soggetto. Per me queste due posizioni non sono equivalenti e non sono affatto d'accordo con te proprio rispetto a questo.
Tieni presente che sto assumendo adesso che tu non puoi cambiarle proprio certe cose (nel senso che non dipende da te cambiarle, il cambiamento dipende da fattori che sfuggono ad ogni tua decisione, controllo o potenza).
Supponiamo che tu da solo questo potere non ce l'hai, in tal senso la tua potenza è limitata, verificata la tua impotenza adesso l'unica scelta possibile che ti resta da fare è se benedire quel che reputi maledetto e che magari ti verrà contro in modo indipendente dalla tua volontà (abbiamo assunto che adesso sei impotente, come chi deve morire a causa di una malattia contro cui non ci sono cure) o maledire quel che reputi maledetto adesso...
La tua posizione quale sarebbe nei contesti di impotenza?
La terza via della potenza qua non esiste proprio, sto assumendo che sei impotente rispetto a certe cose che detesti. Che fai? Ti dici "la morte non è poi così male" e la tolleri sportivamente o piuttosto la maledici come avresti fatto se avessi potuto evitarla?
Io la maledico comunque anche se non posso far nulla direttamente contro qualcosa che sovrasta la mia potenza (se mi sento opposto a questa) e posso al più sperare solo in un miracolo.
Tu ragioni come se avessi una potenza infinita. Ma là dove non le puoi cambiare certe cose non è che puoi scegliere, sei nella corrente e vieni trascinato e basta, quale intenzione reputi più coerente in questi contesti?
Quella che si adatta e dice sì lo voglio o quella che si mantiene opposta e dice non avevo intenzione di essere qua ma in fin dei conti non posso farci nulla la corrente è più forte dei miei muscoli.
Sto assumendo che questa corrente c'è e non puoi di certo farla sparire né opporti con qualche azione efficace. Qua è chiaro che non puoi fare più nulla, la corrente ti sta trascinando e non hai né muscoli né la forza per opporti. La terza via in contesti del genere quale sarebbe?
Se sei impotente non c'è nessuna terza via, c'è da scegliere tra quelle due vie là. Quella che accetta la destinazione verso cui la corrente ti trasporta o quella che non la accetta (là però ci arriverai in ogni caso se non intervengono altre potenze). La corrente in quanto tale sto supponendo che è più forte di te e della tua potenza effettiva.
|
Ultima modifica di XL; 25-05-2015 a 15:56.
|
25-05-2015, 15:53
|
#247
|
Principiante
Qui dal: Jun 2014
Messaggi: 76
|
Quote:
Originariamente inviata da XL
E quale sarebbe il sistema per distinguere i tratti patologici da quelli non patologici?
Come ti ha fatto ad aiutare la terapia a far questo dato che, se solo si ragiona un attimo, questa distinzione qua non si può delineare oggettivamente?
|
Non prendere per scontate le cose. Tipo sono fatto così, non posso farci niente, mi da fastidio, ecc...
Quote:
Che qualcosa sia stato acquisito non significa che sia patologico, altrimenti dovrei concludere che anche la lingua che ho imparato a parlare è qualcosa di patologico e va curato, visto che ho acquisito questa abilità dato che altrove parlano altre lingue.
|
Non fare esempi che non c'entrano niente, solo per dimostrare la tua infallibile capacità logica. Ho usato il termine patologico tra virgolette, leggi disfunzionale, dannoso, come vuoi.
Quote:
"Impari a conoscerti" è un'altra cosa che non si capisce cosa significa, indottrinano una persona a dire A quando le mostrano B e questa poi ripete che nel far questo "ha imparato a conoscersi".
Nessuno può insegnare a nessuno a conoscersi, nessuno può insegnare a nessuno a sapere cosa preferisce o cosa la infastidisce, capita che delle persone possono influenzare altre persone o non influenzarle, questo capita, ma dietro a questa roba persuasiva non c'è nient'altro. Come facciamo a verificare in linea di principio che una persona si conosce davvero?
A me sembrano tutti concetti che non atterrano in nulla. Ed io perciò questa roba la fondo tutta in me stesso, che lo stesso è un nulla, ma almeno non mi faccio fregare.
|
Ma chi è che ti vuole fregare? Uno può dire la sua opinione, poi sta a te valutarla, ecc. ma tu parti dal pressuposto mi sembra che tu hai ragione a prescindere e gli altir hanno torto, e che sai tutto di te e chiunque dica qualcosa di diverso sta cercando di fregarti.
Il termine "resistenza" l'hanno iniziato ad usare gli psicoanalisti, ma che differenza c'è tra questa resistenza di un cosiddetto malato di mente e quella di una persona normale che non si fa persuadere da certi argomenti?
Ma tu non prendi nemmeno in considerazione di non avere ragione.
Quote:
Ci sono dei discorsi politici per esempio che fanno breccia in certe persone, mentre per altri questi stessi discorsi non risultano persuasivi e non fanno presa. E così queste persone le si può chiamare resistenti a questi discorsi.
Ma se qualcuno è resistente rispetto a certi discorsi, che risultano persuasivi per altri, per caso bisogna concludere che ha qualcosa di patologico?
Già si attacca ad un termine, "resistenza" qualcosa di negativo... E perché?
|
Nell'ambito in cui lo stiamo usando, resistenza significa che con un'atteggiamento, un pensiero, tu stai nascondendo qualcosa sotto, che incosciamente hai paura che emerga e ti provochi dolore.
Quote:
[B]E di cosa o chi dovrei fidarmi? Di un qualsiasi discorso di qualcun altro che lotta per il mio bene, che lo conosce e sa dirmi anche quale sia? E se di questi discorsi ce ne sono tanti? Il mio bene quale sarebbe? Non devo sentirlo e sceglierlo io? Chi può saperlo meglio di me la psicoterapia X? Qualcun altro che non prova quel che provo io e non è me e inizia a raccontarmi che un mio rifiuto di far qualcosa (perché la giudico negativamente e la trovo molto fastidiosa) è un male o un tratto patologico? E io dovrei convincermene abbandonando le resistenze etichettandole poi come patologiche?
|
Fidati solo di te stesso allora, ma metti in conto che potresti sbagliarti completamente. Siamo i migliori persuasori di noi stessi.
Quote:
Per me una terapia o delle forme di aiuto possono darci solo strumenti adatti per soddisfare le nostre preferenze, non possono dirci quali siano quelle vere e quelle false perché non c'è alcun mondo oggettivo dietro a questa roba qua.
Può perciò essere solo strumentale e si può evitare di usare frasi sibilline come "conoscere se stessi". Se una persona volesse ingropparsi una mucca non ci sarebbe modo di dimostrare che questa preferenza non è di quella persona e che c'è chissà quale altra vera volontà a monte, certo la si può cercare di persuadere a non ingropparsela, ma nel far questo non si sa bene gli interessi di chi si stanno curando, della persona? Della mucca? Della società circostante che si sente disturbata se qualcuno cerca di ingropparsi una mucca?
|
Le tue argomentazioni mi lasciano perplessa a tal punto che non so più come ribattere.
Quote:
Per me è così, poi se voi siete d'accordo fate come vi pare, ma io a questo gioco non prenderò parte né lo riconoscerò come una forma di aiuto che mi farà star meglio. Una terapia quanto più riesce a dare alle persone quel che desiderano loro e non quel che desidera l'apparato che l'ha messa su, tanto più risulta efficace.
|
La tua terapia ideale allora sarebbe che qualcuno ti trovasse una donna che ti ami e che ti ama, e poi sei a posto no? Tutti i tuoi problemi si riducono a questo, no?
Poi ripeto, ribadisco. Tutti i miei discorsi partono da un presupposto semplice. "è preferibile stare bene che stare male"
"è preferibile il piacere al dolore"
in virtù di questa assunzione, che sfido chiunque a non condividere (puoi dirmi ad esempio XL che tu preferisci stare male che stare bene, va bè sarei un caso unico)
sostengo che ci sono modalità di pensiero, azioni, ecc che sono FUNZIONALI ALLO STARE BENE, e altre DISFUNZIONALI.
Se tu vuoi andare da Venezia a Genova, e parti andando verso Est e fai tutto il giro del mondo per arrivare a genova non è che stai sbagliando, ma la tua strada è DISFUNZIONALE al risultato finale, cioè arrivare a Genova.
allo stesso modo io ho trovato FUNZIANALE per me adottare una visione del mondo differente da quella precedente. ma il punto è che nessuno mi ha convinto a farlo, non sono stata indottrinata, ho SCELTO ciò che mi ha portato a STARE BENE CON ME STESSA. Questa è la più alta forma di intelligenza che ci possa essere, per me.
|
|
25-05-2015, 16:00
|
#248
|
Principiante
Qui dal: Jun 2014
Messaggi: 76
|
Quote:
Originariamente inviata da dotrue
Si dà il caso che la psicoterapia dovrebbe rientrare nell'ambito medico visto che tratta la salute dell'individuo, e come tale dovrebbe essere soggetta a prove di efficacia che ne validano la teoria che ci sta alla base. Ad oggi ti risulta che la terapia junghiana rientri in questa casistica? No...per cui si può dire che le teorie di jung (che nn conosco e nemmeno mi interessa) possono equivalere a qualsiasi altra teoria psicologica, perfino contrapposta. Il fatto che sia stato un grande pensatore, professore, megadirettoregalattico nn fa si che quello che dice sia la verità.
Poi oh...se uno ci vuole credere alla cieca è liberissimo di farlo, anzi lo invidio pure. C'è chi guarisce andando a Lourdes, ma nn si può certo dire che l'abbia guarito la Madonna in persona fino a prova contraria...Altri stanno meglio con i farmaci placebo (durante le sperimentazioni), qualcun altro si ammazza felice perchè pensa di andare in Paradiso con 70 vergini...potrei andare avanti ancora un pò
|
Sono totalmente in disaccordo con te.
1. la mente non è una macchina. la psicoterapia non è una scienza, è un metodo che ha dimostrato potenzialmente e concretamente la sua efficacia. Ma se tu vuoi la certezza non l'avrai mai, perchè in vita non esiste certezza che non sia la morte. GUAI se la psicoterapia diventasse univoca come la medicina tradizionale in cui si crede ci sia solo un modo di vedere le cose. Per farti un esempio il virus dell HIV all'inizio veniva curato con un farmaco (non ricordo il nome) che era come una bomba per l'organismo, il senso era c'è un virus, ok spazziamolo via, questo non faceva altro che indebolire l'organismo fino a non permettergli di affrontare il virus. Questa è la visione occidentale del mondo, che il male è un nemico da combattere.
2. Se non conosci la psicologia junghiana e nemmeno ti interessa conoscerla, come puoi dire "non funziona?" non lo conosci. Poi come puoi pretendere di conoscere la mente umana, le dinamiche dell'incoscio, ecc ecc, meglio di individui geniali che hanno dedicato la loro intera esistenza a questo scopo? e sminuirle solo perchè non sono scientificamente dimostrabili? La forza di gravità era reale, ed esisteva anche prima che ne provassero l'esistenza, se non l'avessero provata, significava che non c'era?
|
|
25-05-2015, 16:06
|
#249
|
Principiante
Qui dal: Jun 2014
Messaggi: 76
|
Quote:
Originariamente inviata da QuantumGravity
Non sono totalmente d'accordo, al di là della tua percezione e la tua buona disposizione nei confronti delle cose, lo schifo c'è eccome e non è da accettare con buoni atteggiamenti e pensieri funzionali. Per me sono entrambe posizioni di rassegnazione queste. Entrambe le parti in sostanza dicono “è così che vanno le cose”, sia chi le accetta, sia chi si rifiuta di farlo e si isola (e spesso si ammala). Il sofferente non fa altro che dire “a me non piace, io non lo accetto” ma subisce comunque le conseguenze psicologiche del suo isolamento, del suo allontanamento dal mondo, che così, continua ad agire su di lui, anche se indirettamente (Voleva scappare dal dolore del mondo ma ha trovato il dolore del non-mondo). Questa per me non è una forma di resistenza come si diceva, perchè appunto il mondo non se ne accorge minimamente della tua mancanza, del tuo disappunto, il conflitto si svolge solo nella tua testa. Sono due facce della stessa medaglia; l'una è quella che accetta il malfunzionamento, si contenta di quanto funziona, spesso in modo ceco e deplorevole tollerando l'intollerabile, mantenendo o un giudizio di rassegnazione positiva, o nel migliore dei casi di pieno entusiasmo e fiducia nella vita, malgrado il male (che è mi sembra la tua posizione) e si lascia trasportare da ciò; l'altra parte, invece, nel suo rifiuto, non accetta il malfunzionamento, non tollera l'intollerabile ma non tollera neanche il tollerabile e giudica in toto il mondo come “nefasto”, reagisce ugualmente in modo passivo allo stesso stato delle cose che continua perciò a dettare le regole del mondo, si rassegna negativamente senza mai affrontarle nei fatti, tutto si svolge nella propria testa, purtroppo degenerando spesso nella patologia; si lascia trasportare dalla stessa corrente, ma attribuendogli un significato opposto. E' conformismo in entrambi i casi, io sto cercando una terza via.
|
Esiste il pessimismo -> L'ottimismo, e la via di mezzo, il realismo ovvero vedere le cose per come sono, chiaramente, le cose non sono nè positive nè pessime di per sè, ma è la nostra visione delle cose che gli da un senso.
La mia posizione è che PREFERIScO VIVERE BENE CHE VIVERE MALE, e allora posso concentrare la mia attenzione alle cose belle della vita, senza ignorare il male della vita. Anzi il male della vita, l'ho conosciuto, l'ho vissuto, l'ho visto, ci sono stata dentro, e ho capito il senso del male. Ma se capisci il senso del male, il male non ti danneggia più, perchè riesci a discernere a comprenderlo, ad accettarlo e allore sei libero di sperimentare anche il bene della vita. Questo non nasce da cieco ottimismo ma da CONSAPEVOLEZZA. tu stai cercando la terza via...è questa è la terza via, la via del saggio.
|
|
25-05-2015, 18:19
|
#250
|
Banned
Qui dal: Dec 2013
Ubicazione: toscanaccio
Messaggi: 14,398
|
Quote:
Originariamente inviata da Blimunda
Sono totalmente in disaccordo con te.
1. la mente non è una macchina. la psicoterapia non è una scienza, è un metodo che ha dimostrato potenzialmente e concretamente la sua efficacia. Ma se tu vuoi la certezza non l'avrai mai, perchè in vita non esiste certezza che non sia la morte. GUAI se la psicoterapia diventasse univoca come la medicina tradizionale in cui si crede ci sia solo un modo di vedere le cose. Per farti un esempio il virus dell HIV all'inizio veniva curato con un farmaco (non ricordo il nome) che era come una bomba per l'organismo, il senso era c'è un virus, ok spazziamolo via, questo non faceva altro che indebolire l'organismo fino a non permettergli di affrontare il virus. Questa è la visione occidentale del mondo, che il male è un nemico da combattere.
2. Se non conosci la psicologia junghiana e nemmeno ti interessa conoscerla, come puoi dire "non funziona?" non lo conosci. Poi come puoi pretendere di conoscere la mente umana, le dinamiche dell'incoscio, ecc ecc, meglio di individui geniali che hanno dedicato la loro intera esistenza a questo scopo? e sminuirle solo perchè non sono scientificamente dimostrabili? La forza di gravità era reale, ed esisteva anche prima che ne provassero l'esistenza, se non l'avessero provata, significava che non c'era?
|
io la conosco la psicologia junghiana nel senso che ho fatto analisi del profondo per circa 2 anni , con cadenza prima 2 volte a settimana poi ridotte a 1 perché non ce la facevo economicamente e devo dire che non ho visti risultati o perlomeno sono moooolto modesti , gurdate ceh le obiezioni di dotrue non sono campate in aria eh?
Per me una terapia è buona se ha un effetto positivo in termini percentuali , per dire anche un farmaco per dimostrare la sua efficacia lo si confronta con un una analoga pillola di farina pressata (placebo ) s e i risultati divergono a favore del farmaco è ritenuto valido altrimenti NO! nono sono a conoscenza di questi risultati sulle nevrosi , perchè il dire tizio o caio ce l'ha fatto ed èp cambiato realmente non significa nulla alcuni 'guariscono' anche da sè e ribadisco la mia fiducia in un cambiamento radicale della propria vita aprendosi agli altri ed abbandonando la zona di comfort , genitori compresi , allora magari la psicoterapia è utile ...cosa che io non ho fatto o ho fatto solo a metà beneinteso
|
|
25-05-2015, 19:20
|
#251
|
Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,213
|
Quote:
Originariamente inviata da Equilibrium
Come farebbe ad avere una filosofia diversa
|
La filosofia diversa secondo il mio parere nasce con l'esperienza se questa è positiva arricchisce la persona dentro.
La psicoterapia è un incontro fra due persone come può esserlo tra amici o fidanzati, non è secondo me la terapia che fa migliorare la persona ma è essenzialmente il rapporto che s'instaura, l'esperienza che nasce.
Quando invece si tratta di patologie la situazione si complica allora il rapporto psicoterapeutico di un ora a settimana non è più sufficiente, la persona ha bisogno di più, cosa che difficilmente un qualsiasi metodo psicologico può dare se non è accompagnato da farmaci mirati.
Psicoterapeuti preparati sanno molto bene che certi disagi non si affrontano con la sola terapia psicologica, anzi stanno molto attenti ad accettare pazienti "gravi" se questi non assumono farmaci, perché probabilmente potrebbero peggiorare.
|
|
25-05-2015, 20:41
|
#252
|
Esperto
Qui dal: May 2014
Ubicazione: TV
Messaggi: 2,444
|
Quote:
Originariamente inviata da tersite
io la conosco la psicologia junghiana nel senso che ho fatto analisi del profondo per circa 2 anni , con cadenza prima 2 volte a settimana poi ridotte a 1 perché non ce la facevo economicamente e devo dire che non ho visti risultati o perlomeno sono moooolto modesti , gurdate ceh le obiezioni di dotrue non sono campate in aria eh?
Per me una terapia è buona se ha un effetto positivo in termini percentuali , per dire anche un farmaco per dimostrare la sua efficacia lo si confronta con un una analoga pillola di farina pressata (placebo ) s e i risultati divergono a favore del farmaco è ritenuto valido altrimenti NO! nono sono a conoscenza di questi risultati sulle nevrosi , perchè il dire tizio o caio ce l'ha fatto ed èp cambiato realmente non significa nulla alcuni 'guariscono' anche da sè e ribadisco la mia fiducia in un cambiamento radicale della propria vita aprendosi agli altri ed abbandonando la zona di comfort , genitori compresi , allora magari la psicoterapia è utile ...cosa che io non ho fatto o ho fatto solo a metà beneinteso
|
OOOOHHHH....ti basso baciare con la lingua?
|
|
25-05-2015, 21:08
|
#253
|
Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 753
|
Quote:
Originariamente inviata da Blimunda
Sono totalmente in disaccordo con te.
1. la mente non è una macchina. la psicoterapia non è una scienza, è un metodo che ha dimostrato potenzialmente e concretamente la sua efficacia. Ma se tu vuoi la certezza non l'avrai mai, perchè in vita non esiste certezza che non sia la morte. GUAI se la psicoterapia diventasse univoca come la medicina tradizionale in cui si crede ci sia solo un modo di vedere le cose. Per farti un esempio il virus dell HIV all'inizio veniva curato con un farmaco (non ricordo il nome) che era come una bomba per l'organismo, il senso era c'è un virus, ok spazziamolo via, questo non faceva altro che indebolire l'organismo fino a non permettergli di affrontare il virus. Questa è la visione occidentale del mondo, che il male è un nemico da combattere.
2. Se non conosci la psicologia junghiana e nemmeno ti interessa conoscerla, come puoi dire "non funziona?" non lo conosci. Poi come puoi pretendere di conoscere la mente umana, le dinamiche dell'incoscio, ecc ecc, meglio di individui geniali che hanno dedicato la loro intera esistenza a questo scopo? e sminuirle solo perchè non sono scientificamente dimostrabili? La forza di gravità era reale, ed esisteva anche prima che ne provassero l'esistenza, se non l'avessero provata, significava che non c'era?
|
Il problema è che la forza di gravità realmente non esiste, la forza di gravità è una conseguenza della curvatura spaziotemporale, noi la percepiamo ma è conseguenza di qualcosa di cui mai avremo ma percezione diretta, (lo spaziotempo che si curva) così come percepiamo i nostri disagi e problemi ma non sempre è possibile superarli perché sono solo "la punta", di un qualcosa che di cui noi non abbiamo percezione diretta e su cui non abbiamo controllo il più delle volte. Io non voglio essere pessimista (è vero che lo sono di natura ma quando si tratta di problemi di salute o psicologici cerco sempre di essere positiva) però devo anche essere realista e ammettere che almeno nel mio caso, uscire dalla situazione in cui mi trovo non è una cosa facile, ci provo e ci riprovo ma i risultati non li vedo purtroppo.
|
|
25-05-2015, 21:11
|
#254
|
Esperto
Qui dal: May 2014
Ubicazione: TV
Messaggi: 2,444
|
Quote:
Originariamente inviata da Karen_
Io non ci ho visto nulla di male, ma una voce fuori dal coro che, spesso, in questo forum, non viene presa per il verso giusto, ma, spesso, chi parla di possibilità viene attaccato. Non mi pare abbia detto che sia stato semplice o che sia guarita, ma ci sta lavorando. Mi pare che l'esperienza non si faccia solo per età, anche se ha 24 anni ha più volte detto che gira per specialisti da quando era molto più piccola. Io ne ho 28 e ho molta meno esperienza di lei, ad esempio. Se uno venisse a dirmi che è guarito ed io mi trovassi in una condizione disperata, mi informerei e ne sarei anche un tantino invidiosa credo, poi, a seconda di come andrebbero le cose gli direi che mi ha detto una cazzata oppure lo ringrazierei.
|
Innanzitutto io ho letto che "attualmente mi considero guarita o in via di guarigione"...nn ha detto che è stato facile, quello no, ma questo nn toglie il tono di "miracolosità" che ha lanciato nel suo messaggio senza tener conto che c'è gente che ha provato mooolto più di lei e senza uscirne...questo intendo per esperienza, nn l'età anagrafica. Adesso poi mi dici che ha 24 anni....eeeehhh si capiscono molte cose, ce ne sono una marea di persone che hanno piccoli o grandi problemi da piccoli/adolescenti e poi superata una certa età maturano e scompaiono fobie, ossessioni e cose varie...Vai a dirlo a chi ha 30-40 anni e lotta da quando aveva la sua età e ha provato a cambiare più e più volte
Quote:
Originariamente inviata da Karen_
I farmaci sono fondamentali nell'ambito di patologie psichiatriche importanti. In quei casi i farmaci servono e basta. In altri casi, fobie ecc ecc, si può decidere di accompagnare la psicoterapia con i farmaci se questo aiuta il paziente, ma non dovrebbero essere intesi come un "per sempre". Io non sto sventolando certezze, non farlo nemmeno tu. Non mi sembra corretto nemmeno questo. Siamo tutti diversi e gli specialisti hanno metodi altrettanto diversi.
|
L'unica certezza che esiste ora è che le PSICOTERAPIE NN HANNO PROVE DI EFFICACIA a parte la CC e lo scrivo in grande nn perchè sono nervoso come puoi pensare tu, ma per sottolineare quello che è il mio pensiero di base in questi discorsi. I farmaci a volte vengono presi per sempre se il problema dura per sempre...se è per questo esistono anche psicanalisi che durano decenni e finiscono solo perchè il paziente ha finito i soldi
Quote:
Originariamente inviata da Karen_
Stai sventolando certezze? Per alcuni elaborare traumi passati e affrontare vecchie questioni o parlare dei propri genitori può essere fondamentale. Così come portare i propri sogni durante la seduta. Perché le definisci menate? E' ovvio che il rapporto tra terapeuta e paziente sia fondamentale, ma c'è dell'altro, molto altro, non è così semplice.
|
Oltre ad aggiungere quello che ho detto appena sopra aggiungo il fatto che: sono menate finchè nn vengono provate. Così come è una cavolata l'acqua con il sale usata da Wanna Marchi per scacciare il malocchio. E c'erano persone che ci credevano e stavano meglio sapendo di aver allontanato la sfortuna, e allora cosa facciamo?o diamo il nobel alla medicina alla Marchi perchè qualcuno si è sentito meglio?
Quote:
Originariamente inviata da Karen_
E niente, capisco perché capita anche a me di avere periodi bui in cui non vedo proprio nulla di buono, però siete super convinti che questo non vada bene, quello nemmeno, quelle sono menate, quelle stronzate, non serve a nulla, spreco di soldi, di tempo, di denaro, e allora niente?
|
E allora bisogna provare, come ho detto, sicuramente per i neofiti (diciamo). Potrebbe funzionare, ma nn è detto che lo faccia per i motivi che credono gli psicologi. Anche i farmaci sono ottimi placebo, ma nn funzionano per il motivo che pensano i neurofisiologi...ma che vuoi dire ad uno che ha già provato quasi tutto, a uno che già sa che andrà sempre così, se nn inculcargli in testa che deve accettare la situazione e trovare, almeno inizialmente, un modo alla meno peggio per sopravvivere in attesa di momenti migliori? la vita può riservare un sacco di sorprese che cambia la vita delle persone, nn si cambia solo verificando che il mio super-io è troppo rigido e altre robe così...e poi quando lo so che ci faccio? più volte ho chiesto questo a psicologi: "e una volta che abbiamo trovato le famose radici che si fa?che succede?" e ovviamente solite risposte: "lo sai e ti adegui", "le elabori e le porti dal sub-conscio alla coscienza" ecc....si maaaa...a me continuano a sudare le mani, le tachicardie, i tremori...che mi è servito il tutto?
|
Ultima modifica di dotrue; 25-05-2015 a 21:14.
|
25-05-2015, 21:23
|
#255
|
Esperto
Qui dal: Aug 2012
Messaggi: 1,107
|
Quote:
Originariamente inviata da Blimunda
Nella mia, limitata, esperienza ho trovato che le abilità sociali non mi mancavano del tutto, ma che in un certo senso le avevo dimenticate- nascoste. Come se si inibissero per la paura, e l'ansia. E penso che pure le abilità sociale siano legate ai pensieri negativi che ci stanno dietro.
Ad esempio, mi presentano una persona che non conosco. Dentro di me sono a disagio, sono concentrata su di me, mi sento nuda, esposta, sgradevole, e continuo a pensare oddio che cosa sta pensando di me. Con tutte queste cose in atto, potresti perfino sbagliarti nel dire il tuo nome, o rimanere lì con la bocca aperta (come se non sapessi come si presenta...)
.
|
Ecco hai tirato fuori un aspetto importante..all'inizio l'ansia (e insisto la mancanza di esperienza che è connessa all'ansia perchè ti espone all'insuccesso ) ti espone a questo tipo di figuracce in cui se ti va bene sembri un deficiente, se ti va male uno psicopatico...
Di fatto credo che l'aspetto più importante sia insistere e sopportare eroicamente l'ansia la paura e le figuracce che ogni nuova esperienza comporta...per dire io per imparare a guidare ho affrontato un periodo di puro terrore..con le persone è peggio perchè non sono prevedibili come una macchina
penso anche che a volte cambiare ambiente (ad esempio andare in una città lontana dove non ti conoscono e soprattutto dove sei lontano dai condizionamenti di amici e parenti e sei costreto a darti da fare per ambientarti, trovare casa , lavoro ecc.) possa servire..perchè oltre ad imparare nuove abilità sociali spesso devi anche affrontare le controreazoni dei tuoi genitori, fratelli conoscenti e amici o presunti tali che ti dicono: ma dove vuoi andare..ma che vuoi fare...a me ad esempio nei rari casi in cui ho approcciato una ragazza spuntava sempre qualcuno (ex compagni di scuola o colleghi, ecc) che mi conosceva che diceva: Milton, non è il caso, non sei capace, oppure sfotteva (tanto per dire dei fattori innumerevoli che ci sono di mezzo).
E inoltre queste esperienze negative tendono a fissarsi ai luoghi che frequenti come una specie di stimolo condizionato che ti inibisce anche se magari certe persone non le vedi più da un pezzo
E poi diciamolo pure: ci si adatta a tutto. Alla fine stare da soli è pure più comodo. Perchè dovrei faticare per salutare uno, cercare di entisiasmarmi ai suoi discorsi, magari sentire le sue disgrazie se invece stando da soli ci si risparmia un sacco di scocciature? (ovviamente è un ragionamento sbagliato, ma credo che inconsciamente si faccia )
|
Ultima modifica di milton erickson; 25-05-2015 a 21:31.
|
25-05-2015, 21:32
|
#256
|
Esperto
Qui dal: May 2014
Ubicazione: TV
Messaggi: 2,444
|
Quote:
Originariamente inviata da Blimunda
Sono totalmente in disaccordo con te.
1. la mente non è una macchina. la psicoterapia non è una scienza, è un metodo che ha dimostrato potenzialmente e concretamente la sua efficacia. Ma se tu vuoi la certezza non l'avrai mai, perchè in vita non esiste certezza che non sia la morte. GUAI se la psicoterapia diventasse univoca come la medicina tradizionale in cui si crede ci sia solo un modo di vedere le cose. Per farti un esempio il virus dell HIV all'inizio veniva curato con un farmaco (non ricordo il nome) che era come una bomba per l'organismo, il senso era c'è un virus, ok spazziamolo via, questo non faceva altro che indebolire l'organismo fino a non permettergli di affrontare il virus. Questa è la visione occidentale del mondo, che il male è un nemico da combattere.
2. Se non conosci la psicologia junghiana e nemmeno ti interessa conoscerla, come puoi dire "non funziona?" non lo conosci. Poi come puoi pretendere di conoscere la mente umana, le dinamiche dell'incoscio, ecc ecc, meglio di individui geniali che hanno dedicato la loro intera esistenza a questo scopo? e sminuirle solo perchè non sono scientificamente dimostrabili? La forza di gravità era reale, ed esisteva anche prima che ne provassero l'esistenza, se non l'avessero provata, significava che non c'era?
|
Sono contenta per te che credi a cose totalmente opinabili, così ti puoi creare la realtà che più ti aggrada e nessuno ti può contraddire. Forse per questo sei guarita (autosuggestione)...da una parte ti invidio, dall'altra un pò meno, preferisco essere consapevole.Cmq:
1)il punto è che ci DOVREBBE essere solo un modo di vedere le cose, il problema è che siamo ancora indietro ed è difficilissimo trovarlo...in medicina come in altri campi a parte l'arte e la moda. Altrimenti come si risolvono i problemi?a caso? nn so come sia andata con l'hiv ma di sicuro avranno testato un farmaco che poi si è rivelato più nocivo...può succedere anche questo, se nn avessero provato nn esisterebbero ora persone che sopravvivono una vita intera con l'hiv. O vogliano curarlo secondo i meridiani cinesi? o la preghiera?
2)nn funziona nn perchè lo dico io, ma perchè lo dice, attualmente, la medicina! Nn ho messo in dubbio che fossero geniali per il loro tempo, anche altri personaggi di altri campi lo erano, ma poi con il miglioramento della conoscenza si è scoperto che si sbagliavano. Se Einstein ti dicesse che ha visto Babbo Natale tu gli crederesti acriticamente perchè è un genio? Poi se sono vere le teorie di Jung immagino che saranno altrettanto funzionanti per la soluzione di alcune nevrosi (termine, ricordo, nn più utilizzato dalla medicina perchè superato): aspetto solo che qualche studio statisticamente significativo me lo dimostri prima di spendere migliaia di euro. O forse sono teorie recenti e nn si è avuto il tempo di testarle
|
|
25-05-2015, 22:02
|
#257
|
Principiante
Qui dal: Jun 2014
Messaggi: 76
|
Quote:
Originariamente inviata da DarkRose90
Il problema è che la forza di gravità realmente non esiste, la forza di gravità è una conseguenza della curvatura spaziotemporale, noi la percepiamo ma è conseguenza di qualcosa di cui mai avremo ma percezione diretta, (lo spaziotempo che si curva) così come percepiamo i nostri disagi e problemi ma non sempre è possibile superarli perché sono solo "la punta", di un qualcosa che di cui noi non abbiamo percezione diretta e su cui non abbiamo controllo il più delle volte. Io non voglio essere pessimista (è vero che lo sono di natura ma quando si tratta di problemi di salute o psicologici cerco sempre di essere positiva) però devo anche essere realista e ammettere che almeno nel mio caso, uscire dalla situazione in cui mi trovo non è una cosa facile, ci provo e ci riprovo ma i risultati non li vedo purtroppo.
|
Allora diciamo che la fobia sociale e la punta dell'iceberg, eil qualcosa di cui non abbiamo percezione diretta è l'incoscio. Anch'io per dieci anni ho detto non ce la farà mai, ci provo e ci riprovo, ero disperata. Il punto è che finchè ci sei dentro avrai questa visione "disperata", e quanto ne uscirai (te lo auguro) ti guarderei indietro e vedrai le cose sotto un'altra prospettiva.
|
|
25-05-2015, 22:11
|
#258
|
Esperto
Qui dal: Aug 2012
Messaggi: 1,107
|
Quote:
Originariamente inviata da dotrue
Sono contenta per te che credi a cose totalmente opinabili, così ti puoi creare la realtà che più ti aggrada e nessuno ti può contraddire. Forse per questo sei guarita (autosuggestione)...da una parte ti invidio, dall'altra un pò meno, preferisco essere consapevole.
|
Facendo questo tipo di ragionamento potremo dire che anche l'insegnamento è le scuole sono inutili, perchè molte persone che le frequentano non imparano o imparano poco e male.
In pratica dal fatto che in Italia le scuole seguono una didattica superata, e i ragazzi vanno a scuola poco motivati, potremo dedurre che l'apprendimento non esiste?
Se mi dici che la psicologia è una scienza giovane e deve fare ancora molta strada posso essere d'accordo
Se mi dici che in Italia gli psicologi sono formati poco e male sono ancor più d'accordo
Ma se dici che la psicologia come disciplina dice solo fesserie non sono d'accordo, perchè la tua è un indebita generalizzazione
|
|
25-05-2015, 22:12
|
#259
|
Esperto
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: qui vicino
Messaggi: 31,353
|
Quote:
Originariamente inviata da Blimunda
Allora diciamo che la fobia sociale e la punta dell'iceberg, eil qualcosa di cui non abbiamo percezione diretta è l'incoscio. Anch'io per dieci anni ho detto non ce la farà mai, ci provo e ci riprovo, ero disperata. Il punto è che finchè ci sei dentro avrai questa visione "disperata", e quanto ne uscirai (te lo auguro) ti guarderei indietro e vedrai le cose sotto un'altra prospettiva.
|
ahh, ma la tua "malattia" era la fobia sociale?
ma dai, è una visione un pò troppo cupa della cosa, per carità, magari ti pesava molto ed ora ti senti più felice, oppure era una tipologia di fobia che ti causava forti disagi, per fortuna però ci sono diverse declinazioni di fobia e non tutte portano a viverla come un peso insopportabile
|
|
25-05-2015, 22:15
|
#260
|
Avanzato
Qui dal: Feb 2013
Ubicazione: Qui
Messaggi: 335
|
[QUOTE=Blimunda;1521414]Poi man mano ho imparato alcune cose sulle relazioni. Banali, tipo che alle persone piace che tu ti interessi a loro, anche solo salutare una persona invece che con ciao, con ciao + il suo nome, fa un effetto molto diverso su quella persona. Prova a pensare la differenza se uno ti saluta "ciao" magari anche svogliato, e uno invece ti fa un sorriso e ti saluta "ciao mario! come stai?" Le persone queste cose le notano.
Straquoto all'infinito, ho fatto la tua stessa riflessione, infatti lo scrissi pure qui in una discussione. Vi assicuro che è giustissimo... :ri verenza:
Devo dirti, però, che queste riflessioni sono nate in me quando ho iniziato con la comportamentale: i primi esercizietti mi sono serviti ad acquisire quel poco in più di sicurezza che mi ha permesso di osservare le situazioni con più distacco e comprendere queste cose. Io penso che si debba iniziare con la comportamentale e dopo un po' passare a lavorare sull'aspetto cognitivo.
|
Ultima modifica di Walla; 25-05-2015 a 22:19.
|
|
|
|