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24-05-2015, 12:28
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#181
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Banned
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Isolationville (Limboland)
Messaggi: 5,181
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Quote:
Originariamente inviata da Suttree
Ma perché dovete sempre sminuire e denigrare la TCC
Non è meglio che ciascuno si trovi il tipo di terapia che più gli aggrada e non cerchi di demolire gli altri tipi di terapia io vado per tentativi, ho ottenuto dei miglioramenti con la TCC ma in futuro non escludo di provare anche altri tipi di terapia.
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Io sono favorevole a qualsiasi tentativo che si scelga di fare perché si soffre troppo e si vuole stare un pochino meglio, ho intrapreso percorsi psichiatrici e psicoterapici di orientamento diverso negli anni, ogni terapia mi ha lasciato qualcosa, spesso sono piccoli semi che germogliano solo dopo molto tempo, nel mio caso probabilmente perché non ero pronta a recepire.
Insomma alla fine siamo qui perché stiamo male non mi sembra il caso di metterci a denigrare anche le scelte altrui in merito a cure specialistiche. È già difficile avere fiducia nel percorso scelto, vederlo messo in dubbio da altri non mi sembra utile, c'è già tanta gente nelle vite di tutti noi pronta a demolire anche i tentativi che facciamo per curarci.
Solita guerra tra poveri.
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Ultima modifica di rosadiserra; 24-05-2015 a 12:33.
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24-05-2015, 12:34
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#182
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 11,690
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Rosa, ho finito i ringrazia
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24-05-2015, 13:06
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#183
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Quote:
Originariamente inviata da QuantumGravity
Solo due domande, se ti va di rispondere, se le cose stanno così messe male, (addirittura da "mondo nefasto") la maggior parte delle persone come riesce ad avere momenti di serena e appagante felicità? Cosa impedisce loro di sentire questo malfunzionamento generale, o comunque cosa fa loro pensare che se c'è un malfunzionamento, ciò che invece funziona è in grado di dare un senso positivo alle loro vite? Possibile che siano tutti cechi? Addormentati? Non mi convince più la cosa.
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Ma è sempre soggettiva la cosa, mica è una questione statistica. Se qualcuno dà un senso positivo all'esistenza perché è credente e pensa che finirà in paradiso o che è protetto da una divinità questo implica che dovremmo diventare tutti così perché in questo modo daremmo un senso positivo all'esistente anche in situazioni molto critiche?
Per questo l'argomento "gli altri come fanno" non conta molto visto che siamo individui con motivazioni, credenze e valori diversi, io sono io, gli altri sono gli altri.
Chi dà un senso negativo a qualcosa non si sbaglia rispetto anche alla maggioranza che dà un senso positivo alla stessa cosa, e nemmeno è detto che sia evidente che la soluzione soggettiva di chi si lamenta di certi malanni debba consistere nel "dover star bene" come certi altri.
Se fosse diffuso il cristianesimo qua da noi e quasi tutti riuscissero a dare un senso positivo a certe cose che un non credente reputa negative, cosa si dovrebbe concludere? Che il non credente che vede questo malfunzionamento e lo avverte come tale è malato e va convertito perché questo dice la logica divina democratica?
Bisogna per forza gioire di tutto quello di cui gioiscono certe altre persone anche se io personalmente reputo queste cose un brutto affare?
Cos'è un'imposizione democratica di che significa vivere e stare bene?
Io non dico ai credenti di arrivare a non credere perché questo risulta assolutamente giusto e corretto, vorrei essere però trattato allo stesso modo. Voi state bene così, siete felici? Buon per voi... Io però non lo sono e avverto come problematiche una serie di cose che per voi non lo sono affatto e la vostra soluzione mi è ben chiaro che non risolve i problemi di cui mi lamento. Voi avete risolto i vostri problemi con questa roba? Non lo metto più in dubbio, ma questa roba qua non risolve i miei problemi e delle persone più simili a me, questo ho il diritto di ribadirlo.
Dovrebbe esserci questo atteggiamento qua anche con le psicoterapie. Invece vengono fatte sempre affermazioni generali che fanno rientrare pure i singoli casi. Io che sono un singolo caso poi c'ho da ridire... E non posso nemmeno esistere contro, come caso che fuoriesce dalla corrente ottimistica che dice che la soluzione è stata già trovata ed è questa?!
Agli altri piace o si fanno piacere qualcosa dunque dovrei farmelo piacere anche io?
Io non sono gli altri.
Io non ho mai affermato che queste cose non funzionano in generale, ho detto sempre che con me (e probabilmente con quelli che hanno credenze, preferenze e modi di pensare simili) non funzionano.
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Ultima modifica di XL; 24-05-2015 a 13:38.
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24-05-2015, 13:48
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#184
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 1,074
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XL, non so cosa pensare, se lo fai apposta per infastidirmi (e ci riesci) o cosa; come ti ho detto l'altra volta io NON MI RITROVO NELLE TUE OBIEZIONI, MI SEMBRA CHE TU RISPONDA A QUALCUN ALTRO. Quindi o utilizzo concetti a sproposito (potrebbe essere, se pensi che sia così smetti di rispondermi) o tu non capisci quello che scrivo, e allora devo smettere di risponderti io.
Niente, ti ho riletto, non ho capito e non ho più voglia di farlo. Scusa.
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24-05-2015, 14:15
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#185
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,780
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Quote:
Originariamente inviata da Suttree
Ma perché dovete sempre sminuire e denigrare la TCC
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Perché i "guru" del forum (alias gli psicologi da tastiera) la dipingono come l'unica e sola Via che conduce verso l'Illuminazione
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24-05-2015, 14:17
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#186
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Esperto
Qui dal: Sep 2012
Messaggi: 10,892
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Quote:
Originariamente inviata da QuantumGravity
XL, non so cosa pensare, se lo fai apposta per infastidirmi (e ci riesci) o cosa; come ti ho detto l'altra volta io NON MI RITROVO NELLE TUE OBIEZIONI, MI SEMBRA CHE TU RISPONDA A QUALCUN ALTRO. Quindi o utilizzo concetti a sproposito (potrebbe essere, se pensi che sia così smetti di rispondermi) o tu non capisci quello che scrivo, e allora devo smettere di risponderti io.
Niente, ti ho riletto, non ho capito e non ho più voglia di farlo. Scusa.
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a me pare che lo fai apposta tu con sti genere di commenti
xl è stato il primo a dir che la cosa è soggettiva
e nessuno ti obbliga a rispondere.
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24-05-2015, 14:49
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#187
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Nel tempo
Messaggi: 1,191
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Quote:
Originariamente inviata da QuantumGravity
se le cose stanno così messe male, (addirittura da "mondo nefasto") la maggior parte delle persone come riesce ad avere momenti di serena e appagante felicità? Cosa impedisce loro di sentire questo malfunzionamento generale, o comunque cosa fa loro pensare che se c'è un malfunzionamento, ciò che invece funziona è in grado di dare un senso positivo alle loro vite? Possibile che siano tutti cechi? Addormentati?
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Beh, chi non sembra mai soffrire lo stato di cose esistete (male incluso) e lo accetta senza porsi davanti ad esso con un briciolo di spirito critico (e perché no anche rabbia) per quanto mi riguarda un po' addormentato lo è.
Senza contare che tutta sta felicità e serenità io non la vedo, piuttosto vedo dei pallidi tentativi di simularla (la risata da pagliaccio ormai è diventata una maschera comune usata per non dover prendere sul serio le cose ancora una volta) o di sostituirla con altro...
Quote:
Originariamente inviata da QuantumGravity
Ma a che "male" fai riferimento? Perché non lo dicono gli psicoterapeuti che il dolore, il male, esistono, lo dicono le religioni e le filosofie di tutto il mondo. Comunque, a prescindere da ciò, come hai detto bene, se c'è un sentimento di passiva accettazione da una parte, c'è però anche dall'altra, nell'autoisolamento (sicuri che sia "auto", che sia volontario poi?) stai semplicemente accettando le cose così come sono ora, rifiutandole ed escludendoti, sei tu (io) a darti per sconfitta; non piacciono, ma non le si affronta nel proprio piccolo, non si fa niente per cambiarle, le si subisce indirettamente nella patologia. Gli altri dicono "così vanno le cose", ma si lasciano trasportare, vivendo come riescono e nutrendosi dei risvolti positivi, tu dici "così vanno le cose e a me non piacciono", ma ugualmente ti lasci trasportare, anche se nella direzione opposta, nei risvolti negativi.
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C'è anche da dire che la psicoterapia, spesso, vuole condurre la guarigione sullo stesso terreno dove si è sviluppato il disagio: la normalità.
Ri-condurre e ritornare alla normalità equivarrebbe a guarire? Forse chi si ammala è perché da quella gabbia vuole uscire ma gli mancano gli strumenti per farcela...
Per quanto mi riguarda la miglior via percorribile è cercare un'integrazione il più possibile equilibrata tra bisogni e doveri sociali e bisogni e doveri individuali.
Coltivare la propria diversità (se così la vogliamo chiamare) è possibile, ed è possibile riuscire a farla convivere con ciò che ci circonda se una delle due cose non viene trascurata o peggio rifiutata.
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24-05-2015, 15:02
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#188
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Esperto
Qui dal: Apr 2009
Ubicazione: Provincia di Torino
Messaggi: 6,306
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Quote:
Originariamente inviata da Emil
C'è anche da dire che la psicoterapia, spesso, vuole condurre la guarigione sullo stesso terreno dove si è sviluppato il disagio: la normalità.
Ri-condurre e ritornare alla normalità equivarrebbe a guarire? Forse chi si ammala è perché da quella gabbia vuole uscire ma gli mancano gli strumenti per farcela...
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Una delle prime cose che mi ha detto la psicoterapeuta è stata quella di rimuovere dalla mia testa il concetto di "normalità" e smettere di confrontare me stesso con un'ipotetica persona "normale".
Ad es.io sono parecchio introverso..lei mi ha detto che non c'è nulla di male nell'essere introverso (anche se la maggioranza è estroversa o si comporta come tale) e che se ad es. a me sta bene uscire solo 1-2 volte a settimana non ci sono problemi.
L'importante è che io riesca a fare le cose che desidero senza evitarle o avere troppa ansia..ma tutto ciò lo devo fare per stare meglio e non per raggiungere una presunta "normalità".
La terapia stessa dovrebbe darti i mezzi per uscire dalla gabbia prima di farti buttare a capofitto nelle situazioni temute.
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24-05-2015, 15:11
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#189
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Nel tempo
Messaggi: 1,191
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Beh, sembra un consiglio banale da dare ma non lo è.
Per quella che è la mia esperienza, e non solo la mia, i consigli dati non sono stati altrettanto illuminanti.
Comunque mi pare la strada giusta (anche se non ti conosco personalmente) ma se ti senti meglio probabilmente significa che lo è.
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24-05-2015, 15:20
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#190
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 11,690
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Quote:
Originariamente inviata da Suttree
Una delle prime cose che mi ha detto la psicoterapeuta è stata quella di rimuovere dalla mia testa il concetto di "normalità" e smettere di confrontare me stesso con un'ipotetica persona "normale".
Ad es.io sono parecchio introverso..lei mi ha detto che non c'è nulla di male nell'essere introverso (anche se la maggioranza è estroversa o si comporta come tale) e che se ad es. a me sta bene uscire solo 1-2 volte a settimana non ci sono problemi.
L'importante è che io riesca a fare le cose che desidero senza evitarle o avere troppa ansia..ma tutto ciò lo devo fare per stare meglio e non per raggiungere una presunta "normalità".
La terapia stessa dovrebbe darti i mezzi per uscire dalla gabbia prima di farti buttare a capofitto nelle situazioni temute.
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Giusta riflessione, una parte del piccolo miglioramento che ho avuto in questi ultimi anni è passata per questo concetto.
Al contempo, per altri versi, in me c'è anche una tensione verso la normalità, ma è un discorso troppo lungo che mi porterebbe off topic e non sono nemmeno sicuro di riuscire a spiegare.
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24-05-2015, 15:21
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#191
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Esperto
Qui dal: Apr 2009
Ubicazione: Provincia di Torino
Messaggi: 6,306
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Quote:
Originariamente inviata da Emil
Beh, sembra un consiglio banale da dare ma non lo è.
Per quella che è la mia esperienza, e non solo la mia, i consigli dati non sono stati altrettanto illuminanti.
Comunque mi pare la strada giusta (anche se non ti conosco personalmente) ma se ti senti meglio probabilmente significa che lo è.
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Il consiglio è stato utile ma non sempre riesco a metterlo in atto.
Mi sento meglio soprattutto per quanto riguarda l'umore che si è stabilizzato..non ho più pensieri suicidi frequenti, non ho più i tremori che mi rendevano quasi impossibile tenere in mano una tazzina o un bicchiere pieno, non mi sento più analizzato e sotto osservazione quando esco di casa..resta ancora molto che posso migliorare.
Con un pizzico di fortuna in più (un lavoro o una relazione sentimentale) ora penso che potrei farcela a risolvere quasi del tutto i miei problemi derivanti dall'ansia sociale.
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24-05-2015, 15:26
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#192
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 11,690
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Quote:
Originariamente inviata da Suttree
Con un pizzico di fortuna in più (un lavoro o una relazione sentimentale) ora penso che potrei farcela a risolvere quasi del tutto i miei problemi derivanti dall'ansia sociale.
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Non sai quanto mi ritrovo in questa cosa.
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24-05-2015, 15:35
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#193
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Nel tempo
Messaggi: 1,191
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Quote:
Originariamente inviata da Suttree
Mi sento meglio soprattutto per quanto riguarda l'umore che si è stabilizzato..non ho più pensieri suicidi frequenti, non ho più i tremori che mi rendevano quasi impossibile tenere in mano una tazzina o un bicchiere pieno, non mi sento più analizzato e sotto osservazione quando esco di casa..resta ancora molto che posso migliorare.
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Mi sembra sia già molto. A questo punto ti auguro buona fortuna.
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24-05-2015, 15:36
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#194
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Esperto
Qui dal: Apr 2009
Ubicazione: Provincia di Torino
Messaggi: 6,306
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Quote:
Originariamente inviata da Emil
Mi sembra sia già molto. A questo punto ti auguro buona fortuna.
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Grazie
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24-05-2015, 15:38
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#195
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Principiante
Qui dal: Jun 2014
Messaggi: 76
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Quote:
Originariamente inviata da barclay
Come altri hanno detto, un conto è provare e fallire OGNI TANTO, un altro è fallire OGNI VOLTA. Le aspettative si possono anche adattare, ma, alla fine, ci si rende conto d'averle AZZERATE
Detto questo, io credo che anche l'ETÀ in cui si comincia la lotta contro il proprio disturbo sia rilevante...
E, comunque, devo aggiungere che un mio amico, ex utente di questo forum, nonostante sia giovane e pieno d'entusiasmo, si ritrova sempre a sbattere contro gli stessi muri
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Io ci ho messo dieci anni a "uscirne" ho cominciato presto, ma sono sempre dieci anni. Non so quanti anni tu abbia, ma fossero anche 10 anni per guarire non vorresti provarci?
Quote:
Originariamente inviata da barclay
Un altro mio fobimico è riuscito ad avere una vita sostanzialmente "normale", ciononostante le donne continuano ad evitarlo Non è superficiale anche pensare che non siamo tutti femmine 23enni?!
P.S.— Ho tentato d'evitare di postare in questo thread, ma veder etichettare come "superficiali" certe idee proprio non lo sopporto!
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Posso avere 20 anni esser 180, bionda strafiga ma sei ho la fobia sociale, ho la fobia sociale. Potrei anche avere più esperienza ma starò comunque male. Questo è l'aspetto decisiov secondo me.
Quote:
Originariamente inviata da barclay
NO: io penso che QUELLO sia un ostacolo più facile da superare per le donne, NON È CERTAMENTE L'UNICO, ma NON LO SI PUÒ SMINUIRE! Non mi piacciono i discorsi tipo: «Quando hai un lavoro, degli amici, esci regolarmente, ti diverti e non fai il musone, il resto viene da sé», perché NON È AFFATTO COSÌ!!!
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Ma statisticamente è il contrario. Tendenzialmente viene da sè. Poi che ci sia l'eccezione che conferma la regola. Ok.
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24-05-2015, 15:45
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#196
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Esperto
Qui dal: Apr 2013
Messaggi: 15,644
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Quote:
Originariamente inviata da QuantumGravity
se le cose stanno così messe male, (addirittura da "mondo nefasto") la maggior parte delle persone come riesce ad avere momenti di serena e appagante felicità? Cosa impedisce loro di sentire questo malfunzionamento generale, o comunque cosa fa loro pensare che se c'è un malfunzionamento, ciò che invece funziona è in grado di dare un senso positivo alle loro vite?
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"E ora? Anche ora ci si sente come in due. Da una parte l'uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana, e dall'altra il gabbiano senza più neanche l'intenzione del volo perché ormai il sogno si è rattrappito.
Due miserie in un corpo solo."
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24-05-2015, 15:52
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#197
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Esperto
Qui dal: Dec 2011
Messaggi: 3,043
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Quote:
Originariamente inviata da Blimunda
Posso avere 20 anni esser 180, bionda strafiga ma sei ho la fobia sociale, ho la fobia sociale. Potrei anche avere più esperienza ma starò comunque male. Questo è l'aspetto decisiov secondo me.
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Dove sta questa bionda strafiga con la fobia sociale
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24-05-2015, 15:54
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#198
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Principiante
Qui dal: Jun 2014
Messaggi: 76
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Qua si incista un altro problema, voglio trovare una donna alla quale piaccio, e allora viene a crearsi un vero e proprio conflitto tra quel che desidero io e quel che desiderano gli altri. Io non è che voglio curare la causa, io vorrei avere certe cose, la causa (o meglio una possibile causa, perché a causare qualcosa è il tutto, non singoli eventi) sono costretto a curarla in base al contesto e tutto il resto.
Un oggetto in volo colpisce una lastra di vetro e questa si rompe... Quale è stata la causa della rottura? Arriva qualcuno e dice "la causa sicuramente consiste nel fatto che la lastra era poco resistente", sì ma si potrebbe anche sostenere "la causa consiste nel fatto che l'oggetto non era di gommapiuma" e si può cambiare anche altro per trovare altre cause della rottura, ad esempio se l'accelerazione di gravità fosse stata maggiore l'oggetto avrebbe accelerato più velocemente verso il pavimento e non l'avrebbe colpita... o lasciando la gravità invariata si sarebbe potuta ridurre la sua velocità di partenza e lo stesso non l'avrebbe colpita.
Si possono trovare infinite cause specifiche così e cercare di convincere qualcuno che la "vera causa" di qualcosa che capita poi è un evento specifico per me è una specie di assurdo.
Perciò la questione dell'identificazione di cause in modo univoco e specifiche come se fosse qualcosa di oggettivo può essere accantonata.
Io ragiono per problemi e soluzioni, non per cause, si definisce un problema, ed in base alla definizione di questo problema restano definite anche le possibili soluzioni. Se il tuo problema (quel che tu senti come problematico) è modificare tratti del tuo carattere la soluzione è quella che descrivi, ma se il problema è definito diversamente non è detto che questa sia una soluzione.
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Ho capito quello che vuoi dire. Concordo sulla molteplicità delle cause, tra carattere, traumi, aspettative, ecc. Infatti quando facevo EMDR e lavoravano sulle "cause" il problema non si risolveva. Non credo che trovare le cause del problema sia risolutivo. Trovare la cause serve ad accettare, perdonare, tutte cose fondamentali per il processo di "guarigione". La cosa importante è trovare il senso del suo star male, ecco ad esempio ti sei posto questo problema?
Quote:
Dovrei trovare un sistema per negoziare in cui non vado troppo male, ma io questo sistema non l'ho ancora trovato.
La soluzione per me non può consistere nell'adattamento puro e semplice come hai fatto tu, perché io quando mi adatto, o meglio provo a farlo (perché anche 20 anni di scuola non mi hanno fatto adattare affatto ad ambienti del genere), porto dentro una rabbia enorme per lo sforzo che devo sopportare per adattarmi, per questo non funziono come te, dopo un po' non sparisce affatto questa cosa, e poi con questo senso di collera perenne ci devo convivere.
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Anch'io comunque ti dico, ho vissuto male quasi tutti gli anni di scuola, mentre per dirti all'università ho anche trovato (in parte) il mio mondo.
Quote:
Ad esempio tu hai parlato di lavoro, ma io non è che sono così convinto che voglio lavorare, così come non ero poi così convinto che volevo frequentare per tanto tempo l'ambiente scolastico, queste cose le faccio solo perché mi si dice che vanno fatte per stare bene ed essere ammirati e accettati socialmente, ma io questo bene com'è che non lo vedo, né lo avverto?
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Sarebbe fantastico se non si dovesse lavorare. Ma l'uomo saggio si adatta al contesto, oppure trova un altro modo sostenibile di vivere. qui sta anche la maturità di adulti, di prendersi delle responsabilità e fare dei "sacrifici". La cosa migliore sarebbe fare un lavoro che ci piaccia, e questo credo debba essere uno degli obbiettivi centrali della nostra vita, almeno per viverla bene. Io ad esempio sto lavorando anche, per così dire, sulla mia carriera. al di fuori dal mio lavoro ordinario stipendiato.
Come diceva Carmelo Bene "Ma qualora noi meritassimo una libertà, dovrebbe essere affrancamento dal lavoro e non occupazione sul lavoro. Anche se non si scappa mai – questo è il discorso di Deleuze sulla letteratura minore, su Kafka – dalla catena di montaggio; non si sfugge mai."
Quote:
Sento tutt'altro quando mi costringo a fare queste cose, e mi costringo, perché se potessi scegliere davvero ed avere tutto il resto senza farle non le farei. Viceversa se non le faccio non ottengo altre cose che mi mancano.Io per avere poche relazioni sociali devo sforzarmi, perché tutta una serie di consuetudini che servono per mantenere in piedi i rapporti le eviterei volentieri. Devo indossare l'abito che piace se no le altre persone si allontanano e siccome desidero talvolta intrattenere delle relazioni devo negoziare. Dire più spesso di sì agli altri di quanto ne hai voglia davvero e così via (ed è così per me), per mantenere un impiego costringersi a lavorare e sopportare colleghi e quant'altro fino alle lacrime (come hai raccontato), curare l'aspetto, la battuta, questo e quell'altro... E la palestra...
Io mi rompo le palle fino alla nausea di fare queste cose, questo provo, non è che non le faccio per paura di chissà cosa, è proprio un fastidio a monte che provo, non è che sento una volontà di farle prima e poi arriva la paura a frenarmi, sento tutt'altro.
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Sei sicuro che non lo fai perchè ti rompi, perchè effettivamente non vuoi, o è una forma di resistenza? Anche il fastidio è una forma di resistenza. Te lo dico per esperienza, ma finchè non impari a conoscerti potresti avere delle convinzioni su te stesso errate. Una cosa che mi ha aiutato in terapia è distinguere i tratti caratteriali, dalla quelli "patologici" acquisiti.
Quote:
Le faccio come un lavoro che detesto per ottenere altro ma non sono mie direttamente (per questo non so se sono un timido standard, non avverto certi tratti come egodistonici), pochissime cose le faccio per me e solo per me, ma queste non incontrano il consenso delle altre persone né suscitano chissà quale ammirazione. Leggendo le testimonianze di altre persone in questo forum mi sembra di non essere il solo a sentirmi così. Perciò il problema è ben più complesso per me, tu dici che è superficiale il mio mio modo di interpretarlo, a me sembra di no.
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Per me è superficiale il voler ottenere i sintomi senza cambiare le modalità che le causano. Un po' come la medicina occidentale. Cura il sintomo invece del problema, così per un po' va bene, poi il problema si ingrandisce finchè diventa troppo grande da curare.
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24-05-2015, 15:54
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#199
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Quote:
Originariamente inviata da eVito Corleone
Dove sta questa bionda strafiga con la fobia sociale
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24-05-2015, 16:05
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#200
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Principiante
Qui dal: Jun 2014
Messaggi: 76
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Quote:
Originariamente inviata da Suttree
Ma perché dovete sempre sminuire e denigrare la TCC
Non è meglio che ciascuno si trovi il tipo di terapia che più gli aggrada e non cerchi di demolire gli altri tipi di terapia io vado per tentativi, ho ottenuto dei miglioramenti con la TCC ma in futuro non escludo di provare anche altri tipi di terapia.
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Della TCC io ho evidenziato gli aspetti che secondo me sono limitanti. Limiti che trovi tranquillamente sulla pagina wikipedia della terapia. Poi se tu parti dall'interno con un terapia di stampo analistia-junghiana, e che parti da fuori, la Tcc, alla fine l'importante è sciogliere i nodi. Se la TCC non arriva a questi nodi non dico sia inutile (perchè non lo è) ma non risolve.
Quote:
Originariamente inviata da QuantumGravity
Solo due domande, se ti va di rispondere, se le cose stanno così messe male, (addirittura da "mondo nefasto") la maggior parte delle persone come riesce ad avere momenti di serena e appagante felicità? Cosa impedisce loro di sentire questo malfunzionamento generale, o comunque cosa fa loro pensare che se c'è un malfunzionamento, ciò che invece funziona è in grado di dare un senso positivo alle loro vite? Possibile che siano tutti cechi? Addormentati? Non mi convince più la cosa. Non che io abbia una risposta, solo che questa non mi convince più.
Ma a che "male" fai riferimento? Perché non lo dicono gli psicoterapeuti che il dolore, il male, esistono, lo dicono le religioni e le filosofie di tutto il mondo. Comunque, a prescindere da ciò, come hai detto bene, se c'è un sentimento di passiva accettazione da una parte, c'è però anche dall'altra, nell'autoisolamento (sicuri che sia "auto", che sia volontario poi?) stai semplicemente accettando le cose così come sono ora, rifiutandole ed escludendoti, sei tu (io) a darti per sconfitta; non piacciono, ma non le si affronta nel proprio piccolo, non si fa niente per cambiarle, le si subisce indirettamente nella patologia. Gli altri dicono "così vanno le cose", ma si lasciano trasportare, vivendo come riescono e nutrendosi dei risvolti positivi, tu dici "così vanno le cose e a me non piacciono", ma ugualmente ti lasci trasportare, anche se nella direzione opposta, nei risvolti negativi.
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Sono pensieri che ho fatto anch'io. Ma è diverso essere inconsapevoli del male e lasciarsi trasportare, che esser CONSAPEVOLI DEL MALE, accettarlo e SCEGLIERE di vivere nonostante tutto. Il mondo è quello che è brutto, bello, male, bene, ma è la tua percezione di esso che diventa l'esperienza che farai di questo mondo, chiamalo libero artitrio...
Poi preferisci vivere bene o vivere male. Io credo che tutti preferiscano vivere bene, e allora per vivere bene ci sono certi atteggiamenti, modalità, pensieri che sono funzionali, altri disfunzionali (=nichilismo)
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