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08-12-2021, 20:29
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#1
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Esperto
Qui dal: Jun 2021
Messaggi: 7,385
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Un mio genitore, (non specificherò se madre o padre) ha questa malattia, diagnosticata da poco e in attuale cura farmacologica, come affrontare da figlio questo, considerando che sono in buono rapporti ma ovviamente non abitiamo più assieme?
Qualcuno di voi ha avuto esperienze simili? Avete qualche consiglio o c'è qualcosa che tornaste indietro non fareste/direste piú?
Il male è in uno stadio iniziale anche se abb grande, ma in una zona non letale (x ora ovviamente, so come funziona)
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08-12-2021, 20:39
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#2
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Esperto
Qui dal: May 2021
Messaggi: 2,091
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Avevo una zia a cui ero affezionato che dopo 10 anni di cure intensive non ce l'ha fatta, ero piccolo e non ho mai capito come rapportarmi nei riguardi della malattia, ho sempre preferito evitare l'argomento anche quando mia cugina stava male e piangeva, cercavo di sviare per non farle pensare alla situazione di sua madre.
Mi dispiace molto comunque, sono cose di cui ho molta paura e che hanno toccato la mia famiglia in maniera pesante. Non oso immaginare cosa voglia dire avere un genitore ammalato di cancro, solo dire che mi spiace molto
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08-12-2021, 21:00
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#3
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Messaggi: 2,743
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Avendo avuto tutti e due genitori malati di cancro in contemporanea, uno morto a settembre e l'altro incurabile dovrei essere espertissima e bravissima a riempirti di consigli e invece non saprei che dirti. Io non ho imparato niente da questa esperienza, solo che come si fa si sbaglia, qualunque cosa si faccia sarà sempre sbagliata e non sarà mai abbastanza.
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08-12-2021, 21:24
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#4
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Esperto
Qui dal: Oct 2010
Ubicazione: Sanremo (o meglio un paesino vicino)
Messaggi: 1,204
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se da quanto ho capito la situazione non è compromessa, stagli vicino il più possibile e aiutalo in tutte le cure e soprattutto cercate di non abbattervi e siate fiduciosi il più possibile.
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08-12-2021, 21:43
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#5
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Esperto
Qui dal: Jun 2021
Messaggi: 7,385
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Quote:
Originariamente inviata da JR_Reloaded
Comunque sto cavolo di cancro è diventata una epidemia, altro che covid (forse è perchè in questi anni di pandemia non si è fatta molta prevenzione, so solo che sta diventando un'emergenza sanitaria più del covid), è morta ieri notte la parente di una persona a me cara, una ragazza giovane che aveva un tumore all'utero. Anche se non la conoscevo di persona mi è dispiaciuto troppo. Sta me*** di malattia dovrebbe essere debellata dalla faccia della terra.
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È una merda, ma non credo ci sia molto interesse nel trovare la cura, ci sono stati in passato cure alternative a quelle proposte che sono state insabbiate purtroppo.
Al di là di questo, che con certezza non si può sapere a me dispiace pensare al dispiacere che prova lui/lei, a come la vive, diagnosticassero a me non mi urterebbe più di tanto ma so che a questo mio genitore dispiace molto, nel dirmelo si è messo a piangere, ora sembra più stabile emotivamente, sono passati gia un po' di mesi, ma essendo suo figlio capisco che la paura c'è.
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08-12-2021, 21:43
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#6
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Banned
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,977
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Quote:
Originariamente inviata da JR_Reloaded
Comunque sto cavolo di cancro è diventata una epidemia, altro che covid (forse è perchè in questi anni di pandemia non si è fatta molta prevenzione, so solo che sta diventando un'emergenza sanitaria più del covid), è morta ieri notte la parente di una persona a me cara, una ragazza giovane che aveva un tumore all'utero. Anche se non la conoscevo di persona mi è dispiaciuto troppo. Sta me*** di malattia dovrebbe essere debellata dalla faccia della terra.
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Anche grazie agli studi sull'mrna dei vaccini, però, ci sono prospettive per nuove cure del cancro.
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08-12-2021, 22:35
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#7
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Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,954
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Quote:
Originariamente inviata da Barracrudo
Qualcuno di voi ha avuto esperienze simili? Avete qualche consiglio o c'è qualcosa che tornaste indietro non fareste/direste piú?
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Non so rispondere perché l'unico caso in famiglia è stato mio nonno e non poteva esserci l'affetto che si ha per un genitore, per questo non ho esperienza di questo problema e quando non posso dire qualcosa di prima mano taccio. Ma se non avessi detto niente mi sarebbe dispiaciuto pensassi che non empatizzo col prossimo e per giunta conoscente di forum. Per quel poco che può contare ti sono vicino come credo lo sia tutto il forum. Seguo il topic ovviamente...
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Ultima modifica di pokorny; 08-12-2021 a 22:39.
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09-12-2021, 00:11
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#8
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Esperto
Qui dal: Oct 2010
Ubicazione: Sanremo (o meglio un paesino vicino)
Messaggi: 1,204
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sono convinto che però questo aumentare di tumori sia anche imputabile a tutti i veleni che quotidianamente produciamo...... (vedasi inquinamenti di tutti i tipi)
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09-12-2021, 09:33
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#9
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Esperto
Qui dal: Apr 2012
Ubicazione: Mulholland dr.(Roma)
Messaggi: 16,083
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Quote:
Originariamente inviata da Barracrudo
Un mio genitore, (non specificherò se madre o padre) ha questa malattia, diagnosticata da poco e in attuale cura farmacologica, come affrontare da figlio questo, considerando che sono in buono rapporti ma ovviamente non abitiamo più assieme?
Qualcuno di voi ha avuto esperienze simili? Avete qualche consiglio o c'è qualcosa che tornaste indietro non fareste/direste piú?
Il male è in uno stadio iniziale anche se abb grande, ma in una zona non letale (x ora ovviamente, so come funziona)
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mio padre ha avuto un cancro alla prostata, è stato operato e poi ha fatto dei controlli annuali, sempre negativi. Gli hanno più volte proposto la chemio a scopo preventivo ( ) ma si è sempre rifiutato. Ha curato molto la forma fisica e l'alimentazione.
A distanza di 20 anni, sta bene, per essere ormai un vecchietto.
Se presi in tempo, molti tumori sono curabili. Spero sia uno di questi ovviamente per te.
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09-12-2021, 10:04
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#10
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Messaggi: 2,743
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Tornassi indietro cercherei sicuramente di aggiustare il rapporto con mio padre. Quando si è ammalata mia mamma io la presi subito molto male, vedevo tutto inutile già alla diagnosi e sfogavo le mie frustrazioni sugli altri compreso mio padre, lo maledicevo perché la vita sregolata la faceva lui e doveva ammalarsi lui e non lei. Cosí successe che si è ammalato pure lui, cancro pure lui, stadio avanzato pure lui. I miei erano entrambi inoperabili, hanno fatto quasi solo cure palliative.
Altre cose che non farei... non mi farei prendere dall'ansia perché questa cosa ha causato un ritardo in tutto... avevo paura degli esiti degli esami che dovevano fare e tardavo a prenotarli o a ritirarli, esitavo a contattare i medici... Un figlio sveglio avrebbe smosso mare e monti, li avrebbe portati in centri specializzati dove avrebbero potuto avere cure migliori. Io non l'ho fatto perché bloccata dalla paura e dall'incapacità.
Come figlia mi sento molto in colpa per le mie mancanze, avrei potuto fare di più e più velocemente, probabilmente uno dei due l'avrei potuto avere ancora per qualche anno, invece questa fortuna io non l'ho avuta.
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09-12-2021, 12:39
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#11
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Esperto
Qui dal: Jan 2019
Ubicazione: Provincia di Bologna
Messaggi: 5,130
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Io non ho avuto esperienze concrete, solo mia zia dalla sicilia è morta di tumore... tutti gli altri parenti o hanno avuto problemi di cuore o malattie senili del cervello.
Già il fatto che sia in una zona non letale fa ben sperare, bisigna però sempre stare attenti che non si espanda in altre zone.
Lo schifo di adesso dipende pure dalla situazione covid: la gente è restia a farsi controllare, e la capisco pure.
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09-12-2021, 15:12
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#12
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Esperto
Qui dal: Jun 2021
Messaggi: 7,385
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Ma fa tanto male questa malattia? A livello di dolore, c'è bisogno sempre di antidolorifici?
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09-12-2021, 15:41
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#13
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Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,954
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Quote:
Originariamente inviata da Barracrudo
Ma fa tanto male questa malattia? A livello di dolore, c'è bisogno sempre di antidolorifici?
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Premessa: inevitabilmente essendo in Italia non si può non chiamare in causa la "visione cattolica" della malattia, quanto dico sono mie opinioni e i cattolici non si sentano offesi; se ci sono colpe sono delle alte sfere e non delle tante brave persone che vivono in accordo ai Vangeli.
Ciò detto...
Di solito sì, si può sperare che ceda il cuore o i reni prima che diventi veramente molto difficile. Però non hai detto niente in dettaglio quindi gli scenari possono variare. Se la diagnosi è precoce, la stadiazione favorevole e il tipo non è troppo aggressivo si può praticamente guarire, in altri casi no. Nel caso che no, così come con certe leucemie si muore praticamente di "stanchezza" senza grossi dolori, in altri casi come l'apparato scheletrico può diventare un problema molto importante.
In ogni caso io direi questo: nel caso che le prospettive non siano buone soprattutto sotto il profilo della qualità della vita negli ultimi giorni meglio cercare in anticipo una struttura adatta a seconda delle convinzioni personali del malato e dei suoi familiari, e ogni tanto avvisare dicendo quanto manca al presumibile trasferimento. Meglio anche fare lo stesso con una seconda struttura specializzata nelle cure palliative se nella prima non ci fosse posto al momento del trasferimento.
Detta in soldoni, solo in Italia abbiamo una presenza della Chiesa un po' troppo capillare con le conseguenze del caso, ovvero che la sofferenza tutto sommato è un bene perché anche Cristo ha sofferto eccetera. L'Italia è stata tra gli ultimi paesi ad accettare l'idea della terapia del dolore e negli ospedali di impronta cattolica la si fa il più tardi possibile e malvolentieri come fosse una concessione. Mentre è diritto, sia morale che deontologico. Ho episodi di prima mano raccapriccianti che mi fanno seriamente pensare che se mi dovesse capitare venderò il vendibile ma scappo da qui perché potrei scegliere un posto, peggiorare, non essere in grado di esprimere la mia volontà ed essere portato in uno di quegli ospedali in cui non si muore bene e magari tra forti dolori con preti e suore che mi invitano a pregare mentre sono profondamente e incrollabilmente ateo. E magari pure il televisore acceso sentendo un insulso TG nei miei ultimi (brutti) momenti. In uno di questi casi, accaduto a una mia amica il medico gliel'ha detto chiaro che il dolore si può e si deve sopportare e che lui non avrebbe somministrato antidolorifici. Ha fatto la cosa sbagliata alle persone sbagliate, famiglia di giuristi, e non credo che la passerà senza conseguenze. Ma ci sono concrete probabilità che uno senza santi in paradiso in un ospedale "cattolico" sia veramente capitato male dal punto di vista della terapia del dolore. Ci sono eccezioni in un senso o nell'altro in ospedali cattolici e non, ma la media e soprattutto la forma mentis è abbastanza evidente. I fanatici sono pochi ma in un caso come questo per quanto improbabile capitarci non si può escludere e non si può "sbagliare".
Chiaro, se il tuo familiare è un fervente cattolico ed "accetta la croce" c'è poco da fare, questo lo sai solo tu.
Se le prospettive non sono buone, non si è ferventi cattolici convinti che soffrire sia un "dono di dio" eccetera, ripeto: meglio cercare in anticipo un centro specializzato diretto e gestito da persone sgombre da pregiudizi fanatici. In questi casi, gli ultimi giorni si passano dormendo, con una infusione praticamente continua di antidolorifici che oggi sono molto efficaci.
Visto che l'argomento è uscito fuori, a mio parere la prospettiva più saggia è di chi ha suggerito la massima tempestività. Non dimentichiamo che ormai molte forme sono ben trattabili e possono pure esserci 15 anni prima di eventuale recidiva, in alcuni casi si muore prima di altre cose, in età avanzata. E infine, Leucina (se sei tu, ormai l'alcool mi ha compromesso la memoria) non hai colpe; so bene cosa voglia dire essere paralizzati dalla paura e non sono cose che dipendono da noi.
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09-12-2021, 15:43
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#14
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Messaggi: 2,743
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Quote:
Originariamente inviata da Barracrudo
Ma fa tanto male questa malattia? A livello di dolore, c'è bisogno sempre di antidolorifici?
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Dipende da dove è localizzata e dallo stadio.
Conosco persone che non ne hanno avuto bisogno perché non avevano dolore o se l'avevano non era tale da necessitare di antidolorifici. I miei invece hanno cominciato quasi subito dopo la diagnosi perché il tumore era già grande... è stato scoperto proprio perché causava dolore e non rispondeva ai comuni antidolorifici.
Quando cominci con quelli non smetti piú.
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Ultima modifica di Leucina; 09-12-2021 a 15:46.
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09-12-2021, 18:21
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#15
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Esperto
Qui dal: Jun 2021
Messaggi: 7,385
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Quote:
Originariamente inviata da Leucina
Comunque dipende anche molto da dove vivi e da dove ti fai curare. Qui i medici non ti cacano proprio, se vivi vivi se muori muori, a loro non frega niente, non si interessano semmeno se li paghi.
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Si la sanità italiana è disastrosa sono la maggioranza persi a fare i conti con i loro portafogli.
Cmq grazie x chi ha risposto x gli spunti di riflessione.
Andrà come deve andare come tutte le cose...
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09-12-2021, 18:30
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#16
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Messaggi: 2,743
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Ho cancellato per sbaglio il messaggio precedente...
Barracrudo a me è andata male due volte su due perciò sono sfiduciata ma non voglio sfiduciare anche te... conosco altri, anche parenti, che l'hanno superata o la stanno superando bene.
Io ne sono rimasta molto segnata, il cancro quando arriva non colpisce solo chi ce l'ha ma tutta la famiglia. Fa male ai forti figuriamoci ai deboli...
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09-12-2021, 19:18
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#17
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 724
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A me è successo, sia con un mio genitore che con mia sorella, oltre che con un carissimo amico (quest'ultimo, purtroppo, non ce l'ha fatta, e aveva 26 anni. Purtroppo tutto dipende da dove è localizzato e dal grado di aggressività/risposta alle terapie). Ti consiglio di regolarti in base a come ti senti e a come è lui/lei; in linea generale, penso possa aiutare capire se la persona in questione ha voglia di sfogarsi e parlarne affrontando l'argomento (anche se può sembrare dura), oppure no - può andare a momenti. A volte anche sdrammatizzare può aiutare. Credo che la cosa importante sia non far sentire quella persona sola, oppure un peso.
ps. Leucina non sentirti in colpa, te lo dico col cuore.
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10-12-2021, 12:22
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#18
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Messaggi: 2,743
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Mi devo sentire in colpa PER FORZA.
Per tutto il periodo della malattia di mamma sono stata lontana con la scusa di un lavoro del cazzo. Mi facevo vedere un paio di giorni al mese e poi sparivo. E ora me lo sento rinfacciare ogni santo giorno.
Ecco un consiglio Barracrudo, se stai per conto tuo torna a stare con il tuo genitore e lascia tutto quello che hai perché poi te ne pentirai come me.
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Ultima modifica di Leucina; 10-12-2021 a 12:24.
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