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Originariamente inviata da hurry
Non sono d'accordo con le credenze che hai argomentato.
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Io non sono daccordo con la tua (il)logica, la tua spocchia, e le tue pretese. Che facciamo?
(Peccato comunque, argomentare le credenze mi piaceva. Proverò con i comò, o con le cassettiere..)
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Originariamente inviata da hurry
L'imparzialità è una sega mentale, prima ci educhiamo (e ci facciamo educare) a credere che l'imparzialità sia un atteggiamento formale e basta, prima maturiamo.
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Mi stai dando implicitamente dell'immaturo? Ah, già, dimenticavo che la settimana scorsa paragonavi te stesso al genitore e noi ai figli. Pure viziati oltretutto. Beh, certo, supponendo una imparzialità tra te e gli altri utenti qui ci si fa solo una sega mentale...
Comunque riguardo al farsi educare se sottintendi che io mi debba lasciar educare da te, stai fresco.
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Originariamente inviata da hurry
Quindi un bel giro di vite e via le ipocrisie, i medici hanno diritto a "incazzarsi" (ammonire i pazienti), purchè argomentino le loro critiche, e poi, eventualmente, aascoltino le contro-argomentazioni.
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E pure dell'ipocrita?
Incazzarsi non è ammonire che a sua volta non è criticare. Son 3 cose diverse. Non facciamo un minestrone.
Un medico che s'incazza, s'incazza. Un medico che ti fa notare dove hai sbagliato è una cosa diversa.
Mai sentito dire che c'è modo e modo di dire le cose?
Comunque il mio post non escludeva in alcun modo la possibilità che il medico spiegasse cosa c'è che non funziona in quel che fa il paziente. Però
spiegasse non è
incazzasse.
Argomentare le critiche comunque è il minimo, quindi dovrebbe pure essere implicito. (CI MANCHEREBBE PURE CHE SIA DATO AL MEDICO DI INCAZZARSI O CRITICARE SENZA SPIEGARSI!!)
Riguardo alle controargomentazioni accidentalmente ci si dimentica (ti sfugge?) che il paziente proprio perché è paziente non è al pieno della sua salute mentale, questo in molti casi può impedirgli di riuscire a ribattere propriamente dopo essere stato vittima di rimprovero.
Senza contare che il paziente messo a disagio può anche decidere di abbandonare la terapia (come ho fatto io, e se tu mi vieni a dire che è colpa mia io ti dico fanculo non ti ci provare nemmeno perché te ne dico talmente tante che ti sturo il cerume dalle orecchie porcaput-..).
Non solo, ma una critica non ben commisurata alla capacità di reazione del paziente può indurgli una reazione negativa.
Non ti bastano tutti i post che leggi delle persone che stanno male perché non riescono a reagire?
Se il medico s'incazza e il paziente va a casa e si suicida o mette in atto qualsiasi altro tipo di atteggiamento autolesionista, poi deve saltar fuori che è pure colpa sua? Perché la possibilità che il medico sia stato semplicemente maldestro o affrettato o abbia commesso un errore non viene neanche presa in considerazione. Oppure si sà ma è messo in conto. MA CHE SCHERZIAMO?
Ma tu non intendevi dire questo vero? Ah, forse era uno dei tuoi soliti test... per vedere se ci arrivavo..
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Originariamente inviata da hurry
L'etica individualista, falso collante sociale, crea l'illusione di aver diritto ad essere viziati, ecco che quindi il paziente crede di avere il diritto di non essere mai rimproverato dal medico.
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Ariecco il discorso del viziato. In pratica con quel che dico secondo te pretendo di voler essere viziato. Continui a sottintendere troppe cose offensive per i miei gusti ciccio. E nonostante non sia la prima volta che te lo faccio notare non hai neanche provato a chiarire o negare che quella fosse l'intenzione.
C'era una volta una signora che tutte le mattine attraversava la strada per andare a prendere il pane. Attraversava sulle strisce quindi non aveva bisogno di stare attenta più di tanto perché dava per scontato che sulle strisce aveva ragione e che le macchine si dovevano fermare. Un giorno una macchina non si è fermata e l'ha stesa. Tecnicamente lei aveva ragione e il pirata che l'ha stesa, e che non si è fatto un graffio, aveva torto (beh, certo, poi bisogna vedere perché non si è fermato: magari si è sentito male o gli si è rotto il freno..).
Peccato che l'aver (tecnicamente) ragione sia l'unica cosa che gli è rimasta a quella signora, e se l'è portata nella tomba senza che alla fine gli servisse a qualcosa. No ci si è neanche pulita il...
Vabé, comunque se per contro la tua etica sociale presuppone che il medico abbia sempre ragione sulla terapia
a prescindere, la tua soluzione fa proprio schifo.
Tutta la tua argomentazione si basa sul fatto che il medico ha ragione in quanto tale. Questo purtroppo non è provato.
I medici prima di essere medici sono persone, come lo sono i pazienti, e in quanto tali falliscono allo stesso modo. Ora la domanda è
chi decide se il medico fa bene il suo lavoro di medico?
Perché se la tua logica non te l'ha ancora detto, non è automatico.
(Ti dirò di più: non solo non è detto che il medico non sappia fare bene il suo lavoro in buonafede, ma può pure essere, anche se per fortuna non è così frequente, che il medico lo faccia apposta! Se non credi ne esistano sei ingenuo).
Vuoi forse dire che non mi è dato in alcuna maniera di decidere se il medico che mi cura stà facendo un buon lavoro o meno? Come il professore che con la scusa che deve educare gli alunni può usare qualsiasi metodo?
Possibile che non ti rendi conto delle pesanti implicazioni che questo comporta?
Oltretutto le terapie della parola disponibili mi sembra non siano efficaci al 100%. Anzi, c'è un margine di dubbio piuttosto ampio, altrimenti non staremmo qui a discutere tutto il tempo sul fatto che si debba o non si debba cambiare terapia, medico, provare altro..
Guarda che quando sollevi una questione la devi argomentare fino in fondo. Non le puoi dar per scontate 'ste cose, o aggiustare sempre in corsa le tue dimenticanze con la scusa che fai fare il lavoro agli altri per indurre in loro lo spirito analitico, a maggior ragione perché ti riempi la bocca continuamente con la parola logica.
A me sembra che tu rientri nella categoria dei maghi: come la fai la fai, hai sempre ragione, perché ti sei costruito una rete di scuse per pararti il culo.
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Originariamente inviata da hurry
Se si fa un patto sociale tra medico e paziente, in cui si chiarisce il metodo e la sua funzionalità, si chiarisce che c'è rispetto, e si accetta una dialettica che ammette anche le critiche (ovviamente anche il medico deve ammettere le critiche) il problema non si pone più.
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Intanto patto vuol dire che bisogna definirlo e accettarlo in due (traparentesi visto che parli di patto, ti ricordo che io non ho stretto alcun patto con te, per cui non devo buttare ne la mia etica ne altro.).
E se io non sono in grado di rispondere a tono al medico come facciamo? Lui mi può dire tutto quel che gli pare e io mi devo caricare il fegato perché tu e lui decidete che è per il mio bene?
Alla faccia dell'imparzialità. (che poi tanto è una sega mentale e un atteggiamento formale..)
Guarda, io sono sociofobico, depresso e ansioso, non sono idiota.
Se devo pagare 100 euro (o quel che è) per mezzora quei soldi il medico se li deve sudare e guadagnare con le unghie e con i denti e io alla fine voglio un risultato.
E poi non venirmi a parlare di rispetto che qui c'è gente che stà da cazzo, 10 volte peggio di come stò messo io che già non faccio i salti di gioia, e nell'unghia del loro dito mignolo c'è più rispetto per gli altri utenti, di cui condividono lo stato d'animo, di quanto ce ne sia in tutta la tua spocchiosa logica.
Un proverbio giapponese dice che la buona medicina è sempre amara (la possiamo prendere come una metafora: il medico che ti pone in una situazione spiacevole per il tuo bene).
Son daccordo.
Ma attenzione, la logica presuppone che si analizzino e si sviscerino tutte le implicazioni, o no?
quindi:
1_ non tutto quel che è amaro è una medicina.
2_ una cosa può anche essere una medicina ed essere amara ma può non essere buona lo stesso.
3_ e se anche alla fine è una medicina ed è provato che è buona può essere buona per un'altra malattia, ma deleteria per quella in questione.
4_ non tutti i pazienti reagiscono ugualmente alla stessa medicina. Accidentalmente a volte bisogna cercare la medicina adatta.
5_ ci sono anche le controindicazioni e le interazioni con altri farmaci!! Alcune sono gravi e possono portare alla morte.
6_ ...altro?
E allora mi va bene il medico che diventa spiacevole per il paziente quando questo è provato che serve, ma non a prescindere, perché allora tutto è concesso.
Non lo posso accettare.
Ma poi se ti piace tanto l'idea di farti curare dal medico dandogli carta bianca, perché non ci vai tu a farti rimproverare dal tuo? Poi voglio vedere se uno come te accetta le sue critiche...
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Originariamente inviata da hurry
Che c***, ci vogliamo decidere a buttare nel cesso l'etica individualista e costruire un collante sociale efficace?
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CHE CAZZO, CI VOGLIAMO DECIDERE A SMETTERLA CON QUESTO ATTEGGIAMENTO SPOCCHIOSO?
oh, senti, ficcati nel cervello una volta per tutte che io non devo fare niente perché l'hai deciso tu.
A me la mia etica individualista piace. Guarda un po'! E allora che facciamo?
Mi stò stufando. All'inizio ci scherzavo su, ma adesso mi scoccia.
Non riesco a capire per quale motivo ma riesci a darmi sui nervi...
Non so come mai, sarà il periodo, o forse riesci a toccare un qualche punto debole nascosto del mio inconscio, che cazzo ne so.
Tra me e te c'è una discussione sterile perché non mi concedi niente. E ti metti pure un gradino sopra.
O ci mettiamo allo stesso livello e mi riconosci la lista di ciò che c'è di giusto in quel che dico oltre a ciò che secondo te sbaglio, oppure la discussione finisce qui.
Sto prendendo in considerazione seriamente l'ipotesi di attivare un filtro suo mio computer (magari riadattando un estensione esistente per firefox) per rimuovere dalla visualizzazione tutti i tuoi post. Un ignore come quello della chat, ma fatto in casa perché il sito non ne è provvisto. Poi aggiungerò una nota sulla firma alla fine dei miei post, così che si sappia che se non reagisco alle strumentalizzazioni che fai di ciò che scrivo non è perché lo accetto, ma perché rifiuto di leggere oltre ciò che scrivi perché hai oltrepassato il mio limite di sopportazione.
Anche perché mi stà venendo il dubbio che tu ti ci diverta, e che venire a rompere sia tutta una scusa per sfogare le tue frustrazioni.
(nota aggiunta: una semplice maschera per AdBlock dovrebbe fare al caso, proverò domani. Devo solo individuare la parte di codice HTML e scrivere la giusta espressione regolare corrispondente.)
Vedrai ciccio che quando smetterò di leggere quel che scrivi, il tuo messaggio su di me non passerà ne a livello cosciente ne a livello passivamente indotto, perché decido io per me, non tu.
Poi al limite, se vedo che non funziona neanche così e che saltano fuori risvolti imprevisti, me ne vado via e lo lascio a voi.
Mi spiace di fare la figura dello stupido a prendermela così per una cosa del genere, mi mette ansia, soprattutto dopo che alcuni di voi li ho incontrati di persona, ma se c'è una cosa che mi fa saltare i nervi sono le persone che costruiscono una loro visione del mondo e me la vogliono far indossare come un vestito. Questo qui poi la sostiene strumentalizzando ciò che scrivo per darsi ragione...
"fai così, fai colà". No. Fallo tu se vuoi. Io faccio quel che mi pare e te lo devi ficcare in testa. Se stò così è anche perché un genitore per tutta la vita mi ha fatto fare quel che voleva.
"lo faccio per il tuo bene". pensa al tuo di bene e non mi rompere.
Ecco perché mi è rimasta impressa la citazione di Pontiggia:
"Trovi sempre qualcuno disposto a indicarti la strada che tu percorri ogni giorno. Ma lo fa, dice, ne tuo interesse. E devi persino ringraziarlo!"
Pontiggia faceva sarcasmo. Io quando dico che uno così io lo accompagno a calci in culo fino a casa sua, senza fargli mai toccare terra, non sono sarcastico, lo faccio davvero.
(Comunque, io quando attraverso la strada faccio attenzione. Io.)