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Vecchio 29-11-2007, 00:46   #1
ero
Principiante
L'avatar di ero
 

Esitiamo sempre a fare le cose che ci farebbero stare
bene , quelle che rappresentano i nostri obiettivi.
tuttavia c'e' qualcosa che non esitiamo mai a
fare , e appena ci capita l'occasione la facciamo:
e' aver paura.
C'e' anche chi , per non perdere il
vizio , ha paura continuamente per ogni istante
della sua giornata e non esita mai a farlo.
Certi descrivono la paura come
irrazionale , incontrollabile , indescrivibile ;
qualcosa che esiste a se e che viene quando gli pare
senza un senso e senza un perche'
Ma la paura non puo' venir cosi'dal nulla , esistere
senza che nessuno l'abbia creata. c'e' bisogno di
fare qualcosa per avere paura. c'e' bisogno di
uno sforzo e di tanto esercizio acquisito negli
anni , è una abilità.
Esitando per quelle cose che vorremmo fare diamo
spazio alla non esitazione della paura manifestandola
fino al pieno della sua potenza e , tanto che sarà piu'
forte l'impedimento di fare , tanto piu' forte sarà
la paura.
Esitare vuol dire rimandare al futuro qualcosa
perche' ci si crede incapaci di farlo ora.
Ci si crede inadeguati nel presente.
Si sogna e si spera di fare quella
cosa proiettando un filmato in cui ci vediamo
capaci di compiere qualsiasi cosa. Ed e' tanto
convincente questo filmato che ci appassiona ma
aprendo gli occhi si capisce chiaramente quali
sono gli scogli irraggiungibili per i quali ci e'
dato impossibile di compiere la missione. E quindi
procastiniamo.

Pensa ad una persona che teme di parlare in
pubblico e da li ad una settimana deve tenere
un convegno davanti a 100 persone. Spiegare e
discutere affari di lavoro a persone anche piu'
esperte di esso. Esso sta' solo pensando al
licenziamento spontaneo pero' ogni tanto deve
affrontare la questione e si immagina li' davanti ,
sul palco , con il microfono in mano a parlare parlare
parlare parlare. Non sarebbe facile per nessuno.
Ma esso ha una fobia nel parlare in pubblico è cio'
lo impedisce ancora di piu'.
Tuttosommato mentre sogna e' felice perche' crede
che ci stia riuscendo. O meglio lui effettivamente
ci sta' riuscendo in quel sogno. Poi il sogno
termina ed apre gli occhi. Inizia a pensare all'ansia
che lo assalira' la sera prima del convegno , lo stato
di dolore fisico che provera' la mattina prima
del convegno. La nausea mentre si rechera' al convegno.
I possibili intoppi , ritardi , disguidi , disimpegni
di questo o di quello che lo potrebbero aiutare.
Ma piu' di tutti gli occhi , le orecchie , la bocca
e lo sguardo di 100 persone in attesa di sapere che
ha da dire , ancora non pensa al peggio , alle domande
che gli faranno e alle quali dovra' rispondere , a
questo non ci pensa neppure. Poi pensa alla figura
di merda davanti ai capi ed i colleghi , che lo credevano
preparato e capace di tenere il convegno. Sara'
considerato uno zimbello da tutti e si portera'
dietro una croce per anni e anni. Dovra' lasciare
l'azienda e trovarsi un posto nuovo e via altre
preoccupazioni. E se non trovera' lavoro? ha mutui
da pagare , una famiglia da mantenere come fara'
a sopravvivere? i famigliari saranno cosi' comprensivi
da tollerare un licenziamento con un motivo cosi?
o anche senza motivo , perchè in fondo lui non se lo
sa spiegare il perche' di quel terrore!
E' la sua vita che sta' mettendo in gioco , potrebbe
comprometterla , eppure quella paura e' troppo piu'
schiacciante. Tuttavia non esita ad averla.


( liberamente ispirato da: pnl è libertà. di Owen
Fitzpatrick e Richard Bandler)
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