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Esitazione
Esitiamo sempre a fare le cose che ci farebbero stare
bene , quelle che rappresentano i nostri obiettivi. tuttavia c'e' qualcosa che non esitiamo mai a fare , e appena ci capita l'occasione la facciamo: e' aver paura. C'e' anche chi , per non perdere il vizio , ha paura continuamente per ogni istante della sua giornata e non esita mai a farlo. Certi descrivono la paura come irrazionale , incontrollabile , indescrivibile ; qualcosa che esiste a se e che viene quando gli pare senza un senso e senza un perche' Ma la paura non puo' venir cosi'dal nulla , esistere senza che nessuno l'abbia creata. c'e' bisogno di fare qualcosa per avere paura. c'e' bisogno di uno sforzo e di tanto esercizio acquisito negli anni , è una abilità. Esitando per quelle cose che vorremmo fare diamo spazio alla non esitazione della paura manifestandola fino al pieno della sua potenza e , tanto che sarà piu' forte l'impedimento di fare , tanto piu' forte sarà la paura. Esitare vuol dire rimandare al futuro qualcosa perche' ci si crede incapaci di farlo ora. Ci si crede inadeguati nel presente. Si sogna e si spera di fare quella cosa proiettando un filmato in cui ci vediamo capaci di compiere qualsiasi cosa. Ed e' tanto convincente questo filmato che ci appassiona ma aprendo gli occhi si capisce chiaramente quali sono gli scogli irraggiungibili per i quali ci e' dato impossibile di compiere la missione. E quindi procastiniamo. Pensa ad una persona che teme di parlare in pubblico e da li ad una settimana deve tenere un convegno davanti a 100 persone. Spiegare e discutere affari di lavoro a persone anche piu' esperte di esso. Esso sta' solo pensando al licenziamento spontaneo pero' ogni tanto deve affrontare la questione e si immagina li' davanti , sul palco , con il microfono in mano a parlare parlare parlare parlare. Non sarebbe facile per nessuno. Ma esso ha una fobia nel parlare in pubblico è cio' lo impedisce ancora di piu'. Tuttosommato mentre sogna e' felice perche' crede che ci stia riuscendo. O meglio lui effettivamente ci sta' riuscendo in quel sogno. Poi il sogno termina ed apre gli occhi. Inizia a pensare all'ansia che lo assalira' la sera prima del convegno , lo stato di dolore fisico che provera' la mattina prima del convegno. La nausea mentre si rechera' al convegno. I possibili intoppi , ritardi , disguidi , disimpegni di questo o di quello che lo potrebbero aiutare. Ma piu' di tutti gli occhi , le orecchie , la bocca e lo sguardo di 100 persone in attesa di sapere che ha da dire , ancora non pensa al peggio , alle domande che gli faranno e alle quali dovra' rispondere , a questo non ci pensa neppure. Poi pensa alla figura di merda davanti ai capi ed i colleghi , che lo credevano preparato e capace di tenere il convegno. Sara' considerato uno zimbello da tutti e si portera' dietro una croce per anni e anni. Dovra' lasciare l'azienda e trovarsi un posto nuovo e via altre preoccupazioni. E se non trovera' lavoro? ha mutui da pagare , una famiglia da mantenere come fara' a sopravvivere? i famigliari saranno cosi' comprensivi da tollerare un licenziamento con un motivo cosi? o anche senza motivo , perchè in fondo lui non se lo sa spiegare il perche' di quel terrore! E' la sua vita che sta' mettendo in gioco , potrebbe comprometterla , eppure quella paura e' troppo piu' schiacciante. Tuttavia non esita ad averla. ( liberamente ispirato da: pnl è libertà. di Owen Fitzpatrick e Richard Bandler) |
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