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Vecchio 29-09-2012, 11:59   #1
Esperto
L'avatar di Aree
 

Ultimamente mi accorgo di provare una forte angoscia quando mi trovo di fronte all'"immensità"...se mi soffermo a guardare l'orizzonte, o il cielo e i nuvoloni che si spostano, o anche solo immagini che ritraggono una persona e qualcosa di infinitamente più grande di esso... spesso mi capita anche di sognare onde gigantesche che si avvicinano per travolgermi.
La sensazione è la stessa sia nella realtà che nel sogno, ne sono affascinata ma nello stesso tempo l'immagine che mi ritrovo di fronte mi angoscia e sento di dover fuggire per timore di trovarmi in quel nuvolone immenso, travolta da quell'onda o persa nel nulla del cielo, dove tutto è uguale non c'è orintamento e la via d'uscita è lontanissima, ecco.
Riflettendo mi sono accorta di aver sempre avuto questa sensazione, ma ultimamente si sta accentuando e quindi ne sono diventata più cosciente

C'è qualcuno che prova sensazioni simili?
Da cosa può dipendere?

Ultima modifica di Aree; 29-09-2012 a 12:13.
Vecchio 29-09-2012, 12:25   #2
Banned
 

esiste la "paura degli oggetti ingigantiti", la megalophobia, e la paura dell'infinito, l'apeirophobia. Certo, da come lo descrivi forse è un po estremo parlare di fobie, però magari il sentimento di fondo è quello solo molto più lieve.

http://www.allaboutcounseling.com/library/megalophobia/
http://www.fearofstuff.com/humans/fear-of-infinity/

anche se da quel che dici, sembra più un generico sentimento di ansia e di ineluttabilità per la vita..
(ok. scusami se ho detto una cazzata u_u)

Ultima modifica di JohnDoe90; 29-09-2012 a 12:28.
Vecchio 29-09-2012, 12:32   #3
Esperto
L'avatar di Allocco
 

Sublime...
Vecchio 29-09-2012, 12:37   #4
Esperto
L'avatar di Rodney
 

Quote:
Originariamente inviata da Allocco Visualizza il messaggio
Stavo per dirlo anche io...


Vecchio 29-09-2012, 13:15   #5
Esperto
L'avatar di Aree
 

Quote:
Originariamente inviata da JohnDoe90 Visualizza il messaggio
esiste la "paura degli oggetti ingigantiti", la megalophobia, e la paura dell'infinito, l'apeirophobia. Certo, da come lo descrivi forse è un po estremo parlare di fobie, però magari il sentimento di fondo è quello solo molto più lieve.

http://www.allaboutcounseling.com/library/megalophobia/
http://www.fearofstuff.com/humans/fear-of-infinity/

anche se da quel che dici, sembra più un generico sentimento di ansia e di ineluttabilità per la vita..
(ok. scusami se ho detto una cazzata u_u)
Sisi è più un'ansia che una fobia...non è così forte il rifiuto-timore
comunque la sensazione di fondo effettivamente è quella...mi chiedevo se dipende da qualcosa in particolare, ma c'è scritto che non necessariamente c'è un trauma dietro e in effetti non credo ci sia...è la conseguenza del mio stato mentale

Quote:
Originariamente inviata da Allocco Visualizza il messaggio
"Di fronte alla magnificenza della natura l'uomo prova dapprima un senso di smarrimento e di frustrazione, ma riconosce poi grazie all'esperienza del sublime la propria superiorità"
mi manca il secondo passo...tra l'altro credo sia collegato con l'autostima di cui parla uno dei due link di JohnDoe90
Vecchio 29-09-2012, 14:28   #6
Esperto
L'avatar di berserk
 

Ho provato un deciso senso di angoscia quando ho sentito della "Teoria dell'elastico" su Science.In pratica fino a qualche anno fa si credeva che il fenomeno dell'espansione dell'universo dovesse rallentare e poi ci sarebbe stata una contrazione,oggi invece si stima che questo fenomeno dell'espansione continuerà(come un elastico che continua a tendersi sempre più),anzi accelererà fino al punto in cui la materia si strapperà e ci sarà solo vuoto(atomi disaggregati).

Sì,generalmente pensare alla vastità di ciò che mi circonda mi provoca un senso di magnificenza misto a sgomento.Che caxxo contiamo,dopotutto?
Vecchio 29-09-2012, 17:54   #7
Esperto
L'avatar di Aree
 

Quote:
Originariamente inviata da berserk Visualizza il messaggio
Ho provato un deciso senso di angoscia quando ho sentito della "Teoria dell'elastico" su Science.In pratica fino a qualche anno fa si credeva che il fenomeno dell'espansione dell'universo dovesse rallentare e poi ci sarebbe stata una contrazione,oggi invece si stima che questo fenomeno dell'espansione continuerà(come un elastico che continua a tendersi sempre più),anzi accelererà fino al punto in cui la materia si strapperà e ci sarà solo vuoto(atomi disaggregati).
Si l'idea turba abbastanza anche me, ma questo tipo di spiegazioni con l'immagine affianco, stile libro di astronomia, mi impressionerebbe molto di più



Quote:
Originariamente inviata da berserk Visualizza il messaggio
Sì,generalmente pensare alla vastità di ciò che mi circonda mi provoca un senso di magnificenza misto a sgomento.Che caxxo contiamo,dopotutto?
già
Vecchio 29-09-2012, 18:01   #8
Esperto
L'avatar di Kitsune
 

Sindrome di Stendhal, agorafobia, anablefobia credo che siano della stessa famiglia.
A livello psicologico ci si sente minuti, a disagio, perduti contro qualcosa d'indefinibile imponenza.
Vecchio 29-09-2012, 18:32   #9
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Aree Visualizza il messaggio
Ultimamente mi accorgo di provare una forte angoscia quando mi trovo di fronte all'"immensità"...se mi soffermo a guardare l'orizzonte, o il cielo e i nuvoloni che si spostano, o anche solo immagini che ritraggono una persona e qualcosa di infinitamente più grande di esso... spesso mi capita anche di sognare onde gigantesche che si avvicinano per travolgermi.
La sensazione è la stessa sia nella realtà che nel sogno, ne sono affascinata ma nello stesso tempo l'immagine che mi ritrovo di fronte mi angoscia e sento di dover fuggire per timore di trovarmi in quel nuvolone immenso, travolta da quell'onda o persa nel nulla del cielo, dove tutto è uguale non c'è orintamento e la via d'uscita è lontanissima, ecco.
Riflettendo mi sono accorta di aver sempre avuto questa sensazione, ma ultimamente si sta accentuando e quindi ne sono diventata più cosciente

C'è qualcuno che prova sensazioni simili?
Da cosa può dipendere?
una mia ex era così. Se guardava il cielo e le stelle riusciva a resistere pochissimo tempo e dopo cominciava ad avere crisi d'ansia
Non so da cosa dipenda. Questa ragazza soffriva molto d'ansia e si faceva paranoie su un sacco di cose, ma in effetti sta paura per i cieli sconfinati ogni volta mi lasciava perplessa, anche perchè effettivamente ne era attratta.
Vecchio 29-09-2012, 18:39   #10
Esperto
L'avatar di Rick Blaine
 

Il bolide



Tutto annerò. Brillava, in alto in alto,
il cielo azzurro. In via con me non c'eri,
in lontananza, se non tu, Rio Salto.
Io non t'udiva: udivo i cantonieri
tuoi, le rane, gridar rauche l'arrivo
d'acqua, sempre acqua, a maceri e poderi.
Ricordavo. A' miei venti anni, mal vivo,
pensai tramata anche per me la morte
nel sangue. E, solo, a notte alta, venivo
per questa via, dove tra l'ombre smorte
era il nemico, forse. Io lento lento
passava, e il cuore dentro battea forte.
Ma colui non vedrebbe il mio spavento,
sebben tremassi all'improvviso svolo
d'una lucciola, a un sibilo di vento:
lento lento passavo: e il cuore a volo
andava avanti. E che dunque? Uno schianto;
e su la strada rantolerei, solo...
no, non solo! Lì presso è il camposanto,
con la sua fioca lampada di vita.
Accorrerebbe la mia madre in pianto.
Mi sfiorerebbe appena con le dita:
le sue lagrime, come una rugiada
nell'ombra, sentirei su la ferita.
Verranno gli altri, e me di su la strada
porteranno con loro esili gridi
a medicare nella lor contrada,
così soave! dove tu sorridi
eternamente sopra il tuo giaciglio
fatto di muschi e d'erbe, come i nidi!
Mentre pensavo, e già sentìa, sul ciglio
del fosso, nella siepe, oltre un filare
di viti, dietro un grande olmo, un bisbiglio
truce, un lampo, uno scoppio... ecco scoppiare
e brillare, cadere, esser caduto,
dall'infinito tremolìo stellare,
un globo d'oro, che si tuffò muto
nelle campagne, come in nebbie vane,
vano; ed illuminò nel suo minuto
siepi, solchi, capanne, e le fiumane
erranti al buio, e gruppi di foreste,
e bianchi ammassi di città lontane.
Gridai, rapito sopra me: Vedeste?
Ma non v'era che il cielo alto e sereno.
Non ombra d'uomo, non rumor di péste.
Cielo, e non altro: il cupo cielo, pieno
di grandi stelle; il cielo, in cui sommerso
mi parve quanto mi parea terreno.

E la Terra sentii nell'Universo.
Sentii, fremendo, ch'è del cielo anch'ella.
E mi vidi quaggiù piccolo e sperso
errare, tra le stelle, in una stella.
Vecchio 29-09-2012, 19:27   #11
Esperto
L'avatar di berserk
 

Complimenti ,davvero, Rick per la scelta del testo
Vecchio 29-09-2012, 19:35   #12
Esperto
L'avatar di Rick Blaine
 

Quote:
Originariamente inviata da berserk Visualizza il messaggio
Complimenti ,davvero, Rick per la scelta del testo
Complimenti a chi l'ha scritta!
Grazie, bersek, hai sempre una parola gentile!
Vecchio 29-09-2012, 19:38   #13
Esperto
L'avatar di Labocania
 

Chiedi consiglio a Edumd Burke.
Vecchio 29-09-2012, 19:47   #14
Avanzato
L'avatar di cenerella
 

Quote:
Originariamente inviata da zoe666 Visualizza il messaggio
una mia ex era così. Se guardava il cielo e le stelle riusciva a resistere pochissimo tempo e dopo cominciava ad avere crisi d'ansia
Non so da cosa dipenda. Questa ragazza soffriva molto d'ansia e si faceva paranoie su un sacco di cose, ma in effetti sta paura per i cieli sconfinati ogni volta mi lasciava perplessa, anche perchè effettivamente ne era attratta.
Se sia tratta di cielo, stelle, corpi celesti e spazio in generale si chiama astrofobia, e ne sono affetta pure io. Esattamente non si tratta di paura ma di una sorta di panico nel vedere questo genere di cose, io ce l'ho fin da piccola e la cosa mi dava non pochi problemi quando studiavo astronomia a scuola. Paradossalmente l'astronomia mi ha sempre attratto ma purtroppo la fobia non mi permette di vedere queste cose nemmeno in foto. Ora farò ridere qualcuno...pensa che questo è lo stesso motivo per cui non ho visto 2001: Odissea nello spazio (sono una grande fan dei film di Stanley Kubrick)...come se non bastasse la fs!
Vecchio 29-09-2012, 22:15   #15
Banned
 

Io vorrei fondermi con il cosmo, esserne parte, come lo sono come tutti, ma vorrei sentire cosa si sente a essere parte del cosmo nella mia testa e nella mia anima. Spero che mi accada dopo che avrò terminato questa esistenza.

Certo che mi terrorizza se guardo a che infinitesimo punto sono rispetto a un'immensità spaziale, ma non mi spaventa se penso che sono un punto senziente e cosciente e autosciente rispetto a un'immensità di materia fredda, e sono un punto senziente e cosciente insieme a miliardi di punti senzienti e coscienti, e questo mi rende fiero di abitare una parte infinitesima dell'Universo ma infinitamente ricca e interessante dal punto di vista istintuale e vitale, non come quella materia arida che sta lì fuori.

Premesso che ritengo che non siamo soli, ma questo rimanderebbe ad altri discorsi.
Vecchio 29-09-2012, 22:16   #16
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Rick Blaine Visualizza il messaggio
Il bolide



Tutto annerò. Brillava, in alto in alto,
il cielo azzurro. In via con me non c'eri,
in lontananza, se non tu, Rio Salto.
Io non t'udiva: udivo i cantonieri
tuoi, le rane, gridar rauche l'arrivo
d'acqua, sempre acqua, a maceri e poderi.
Ricordavo. A' miei venti anni, mal vivo,
pensai tramata anche per me la morte
nel sangue. E, solo, a notte alta, venivo
per questa via, dove tra l'ombre smorte
era il nemico, forse. Io lento lento
passava, e il cuore dentro battea forte.
Ma colui non vedrebbe il mio spavento,
sebben tremassi all'improvviso svolo
d'una lucciola, a un sibilo di vento:
lento lento passavo: e il cuore a volo
andava avanti. E che dunque? Uno schianto;
e su la strada rantolerei, solo...
no, non solo! Lì presso è il camposanto,
con la sua fioca lampada di vita.
Accorrerebbe la mia madre in pianto.
Mi sfiorerebbe appena con le dita:
le sue lagrime, come una rugiada
nell'ombra, sentirei su la ferita.
Verranno gli altri, e me di su la strada
porteranno con loro esili gridi
a medicare nella lor contrada,
così soave! dove tu sorridi
eternamente sopra il tuo giaciglio
fatto di muschi e d'erbe, come i nidi!
Mentre pensavo, e già sentìa, sul ciglio
del fosso, nella siepe, oltre un filare
di viti, dietro un grande olmo, un bisbiglio
truce, un lampo, uno scoppio... ecco scoppiare
e brillare, cadere, esser caduto,
dall'infinito tremolìo stellare,
un globo d'oro, che si tuffò muto
nelle campagne, come in nebbie vane,
vano; ed illuminò nel suo minuto
siepi, solchi, capanne, e le fiumane
erranti al buio, e gruppi di foreste,
e bianchi ammassi di città lontane.
Gridai, rapito sopra me: Vedeste?
Ma non v'era che il cielo alto e sereno.
Non ombra d'uomo, non rumor di péste.
Cielo, e non altro: il cupo cielo, pieno
di grandi stelle; il cielo, in cui sommerso
mi parve quanto mi parea terreno.

E la Terra sentii nell'Universo.
Sentii, fremendo, ch'è del cielo anch'ella.
E mi vidi quaggiù piccolo e sperso
errare, tra le stelle, in una stella.
Un momento di lietezza in questo mare agitato.
Vecchio 29-09-2012, 22:48   #17
Esperto
L'avatar di chrissolo
 

Quote:
Originariamente inviata da cenerella Visualizza il messaggio
..pensa che questo è lo stesso motivo per cui non ho visto 2001: Odissea nello spazio (sono una grande fan dei film di Stanley Kubrick)...come se non bastasse la fs!
Malissimo: è un capolavoro pazzesco, ho avuto pure la fortuna di vederne la versione rimasterizzata al cinema nel 2000 (per quanto io sia vecchio.. quando uscì in prima visione non ero ancora nato!): cazzo che film meraviglioso e unico; guardalo, al diavolo l'astrofobia, merita assolutamente..
Vecchio 30-09-2012, 12:56   #18
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Aree Visualizza il messaggio
C'è qualcuno che prova sensazioni simili?
Da cosa può dipendere?
Quel senso di vertigini ce l'ho anche io.
Un mese fa avevo casa libera, i miei erano usciti con mia sorella per una cena. Faceva caldo e dunque uscii di fuori, sul balcone. Sopra la mia testa si estendeva una cielo stellato immenso e nel mentre che ne restavo affascinato mi tremavano le gambe. Avevo paura che mi crollasse addosso, in quell'istante.
Ripensai al mito greco del titano Atlante, costretto da Zeus a sorreggere l'intera volta celeste. Ecco, fu come se in quel momento stessi sostenendo il peso intero dell'universo sulle mie spalle. Avevo paura, stavo sudando freddo e mi mancava il respiro.
Recentemente sono stato in un osservatorio astronomico. La guida ha acceso il planetario e ha proiettato prima la Terra, poi il sistema solare, poi la Via Lattea ed infine l'universo intero sopra la mia testa. Mi sono sentito piccolissimo, io sono piccolissimo. Tutti siamo insignificanti, privi di senso. La nostra esistenza è al limite del ridicolo.
Ci soffermiamo sui nostri problemi, piangiamo per le nostre difficoltà, ci scanniamo l'un con l'altro, ci odiamo e ci tradiamo, seguiamo persone che non ci amano e soffriamo di un dolore che non si può esprimere a parole per cosa? Per cosa?
Il sistema solare è paragonabile al più piccolo granello di sabbia nel deserto del Sahara. All'universo cosa importa dei miei problemi? Cosa importa dei nostri problemi?
Perché abbiamo dei problemi? Perché ci facciamo dei problemi? Siamo esseri che nessuno ricorderà, che nessuno conosce già da ora. Perché dobbiamo perder tempo a soffrire? Perché non possiamo, più semplicemente, godere gli anni che abbiamo a disposizione prima di tornare nel nulla da cui siamo venuti?
Noi siamo il nulla che prende vita. Ci vantiamo di aver scoperto l'America, di aver inventato il telefono, di esser approdati sulla Luna, di avere televisori al plasma, di avere la connessione wi-fi... ma quanto facciamo pena? Là fuori c'è un intero universo formato da miliardi e miliardi di stelle che in confronto le nostre "tecnologie" sono pura bigiotteria.
Mi sento veramente impotente e stupido: impotente perché non raggiungerò mai la perfezione stellare dell'universo in cui vivo, perché non raggiungerò mai la piena conoscenza di ciò che mi circonda nell'universo in cui vivo; stupido perché mi affanno per frivolezze, perché i miei problemi (i nostri problemi) non sono altro che frivolezze prive di senso ed importanza difronte alla vastità dell'universo che ci accoglie
Vecchio 30-09-2012, 13:12   #19
Esperto
L'avatar di Daniele89
 

Quote:
Originariamente inviata da rainy Visualizza il messaggio
Quel senso di vertigini ce l'ho anche io.
Un mese fa avevo casa libera, i miei erano usciti con mia sorella per una cena. Faceva caldo e dunque uscii di fuori, sul balcone. Sopra la mia testa si estendeva una cielo stellato immenso e nel mentre che ne restavo affascinato mi tremavano le gambe. Avevo paura che mi crollasse addosso, in quell'istante.
Ripensai al mito greco del titano Atlante, costretto da Zeus a sorreggere l'intera volta celeste. Ecco, fu come se in quel momento stessi sostenendo il peso intero dell'universo sulle mie spalle. Avevo paura, stavo sudando freddo e mi mancava il respiro.
Recentemente sono stato in un osservatorio astronomico. La guida ha acceso il planetario e ha proiettato prima la Terra, poi il sistema solare, poi la Via Lattea ed infine l'universo intero sopra la mia testa. Mi sono sentito piccolissimo, io sono piccolissimo. Tutti siamo insignificanti, privi di senso. La nostra esistenza è al limite del ridicolo.
Ci soffermiamo sui nostri problemi, piangiamo per le nostre difficoltà, ci scanniamo l'un con l'altro, ci odiamo e ci tradiamo, seguiamo persone che non ci amano e soffriamo di un dolore che non si può esprimere a parole per cosa? Per cosa?
Il sistema solare è paragonabile al più piccolo granello di sabbia nel deserto del Sahara. All'universo cosa importa dei miei problemi? Cosa importa dei nostri problemi?
Perché abbiamo dei problemi? Perché ci facciamo dei problemi? Siamo esseri che nessuno ricorderà, che nessuno conosce già da ora. Perché dobbiamo perder tempo a soffrire? Perché non possiamo, più semplicemente, godere gli anni che abbiamo a disposizione prima di tornare nel nulla da cui siamo venuti?
Noi siamo il nulla che prende vita. Ci vantiamo di aver scoperto l'America, di aver inventato il telefono, di esser approdati sulla Luna, di avere televisori al plasma, di avere la connessione wi-fi... ma quanto facciamo pena? Là fuori c'è un intero universo formato da miliardi e miliardi di stelle che in confronto le nostre "tecnologie" sono pura bigiotteria.
Mi sento veramente impotente e stupido: impotente perché non raggiungerò mai la perfezione stellare dell'universo in cui vivo, perché non raggiungerò mai la piena conoscenza di ciò che mi circonda nell'universo in cui vivo; stupido perché mi affanno per frivolezze, perché i miei problemi (i nostri problemi) non sono altro che frivolezze prive di senso ed importanza difronte alla vastità dell'universo che ci accoglie
Tuttavia sei te stesso che conferisci unità all'immenso che vedi come qualcosa di limitante.
Cioè, la possibilità di qualcosa in più che te stesso, si palesa solo nel tuo pensarla.

Essere la coscienza dell'universo: ti pare poco?
Vecchio 30-09-2012, 13:29   #20
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Daniele89 Visualizza il messaggio
Tuttavia sei te stesso che conferisci unità all'immenso che vedi come qualcosa di limitante.

Cioè, la possibilità di qualcosa in più che te stesso, si palesa solo nel tuo pensarla.
Esatto, ciò è plausibile.
Un deserto non sarebbe tale senza la sabbia. Potremmo tranquillamente affermare che l'universo esiste perché l'uomo esiste, magari se non esistessimo nessuno avrebbe potuto dare una definizione di universo.
O forse sarebbe spettato ad altre forme di vita, non saprei.
Siamo complementari all'universo? Parzialmente.
Siamo parte del disegno astronomico in quanto forme di vita, in quanto esseri viventi in un pianeta vivente incastonato nel mosaico dell'universo.
Facciamo parte del tutto perché esistiamo, perché siamo concreti. Ma i nostri problemi non lo sono.
Essi sono forme astratte di pensiero.
Ecco: il pensiero umano ci permette di essere illimitati, perché le forme e l'espressione del nostro pensiero sono infinite; ma al tempo stesso ci limita, giacché i nostri blocchi, le nostre difficoltà, i nostri problemi nascono dal nostro pensare.
E' dunque il pensiero un limite oltre il quale non possiamo spingerci, se non con la fantasia, o forse per raggiungere l'infinito (o l'illimitatezza, che dir si voglia) occorre prima essere fortemente limitati e finiti? O meglio: per raggiungere l'infinito è necessario essere finiti?

Quote:
Originariamente inviata da Daniele89 Visualizza il messaggio
Essere la coscienza dell'universo: ti pare poco?
Coscienza dell'universo è troppo. Forse siamo parte integrante della catena che tiene unito l'universo. Ma non siamo la coscienza dell'universo.
Sarebbe azzardato soffermarsi sul contrario? E' l'universo la coscienza dell'uomo?
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