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Vecchio 24-10-2012, 20:58   #1
Esperto
L'avatar di muttley
 

Vorrei spezzare un'arancia in favore della depersonalizzazione, ovvero la dissociazione dal senso di sé, erroneamente ritenuta un disturbo psicologico da questa nostra civiltà occidentale, malata e individualista.
Nessun sé, nessun problema, come ebbi modo di scrivere altrove...ebbene: perché dobbiamo avere un carattere, una personalità, identificarci in un'immagine costruita in sinergia da noi e dagli altri? A che serve la coscienza di sé, dell'io, dei propri meriti/demeriti, valori/disvalori, quando sono proprio queste le cose che ci fanno più soffrire?
Quanti di noi hanno avuto paura di cimentarsi nel fare qualcosa perché quest'atto avrebbe potuto ledere la loro già fragile autostima e dar loro conferma di un radicato senso di inferiorità?
E anche tutte quelle persone che, al contrario, possiedono un ego smisurato e imponente...sono forse esse felici nel dover sempre dimostrare (a chi poi?), con annesso sfoggio di vanagloria, di essere i migliori?
Lasciamo perdere il ritratto che ci siamo creati, smettiamola di identificarci con un ipotetico, inutile e pericoloso "io" e identifichiamoci con l'atto (più o meno come mi disse Marco Russo quella sera in cui gli rovesciai il vino sulla camicia), come se riuscissimo ad osservarci dall'esterno.
Che ne pensate?
Vecchio 26-10-2012, 03:58   #2
Banned
 

Peccato che questo thread non abbia ricevuto l'attenzione che meritava.

Sono sempre più convinto che la via per l'illuminazione risiede proprio nell'accettare l'idea che la scelta è un'illusione, e che noi non siamo attori ma strumenti.

E inoltre, ma qui mi sa che mi spingo in territori davvero inesplorati, che la vita non esiste. E' solo un'astrazione, un fenomeno accessorio e contingente, come la coscienza.
Vecchio 26-10-2012, 08:18   #3
Esperto
L'avatar di barclay
 

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Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio
la scelta è un'illusione
Chi sei tu e cosa hai fatto a Marco_Russo?! (cit.)
Vecchio 26-10-2012, 09:54   #4
Esperto
L'avatar di Fallitoperenne
 

Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio
Peccato che questo thread non abbia ricevuto l'attenzione che meritava.

Sono sempre più convinto che la via per l'illuminazione risiede proprio nell'accettare l'idea che la scelta è un'illusione, e che noi non siamo attori ma strumenti.

E inoltre, ma qui mi sa che mi spingo in territori davvero inesplorati, che la vita non esiste. E' solo un'astrazione, un fenomeno accessorio e contingente, come la coscienza.
hai ragione al 101%.Comunque,l'illusione aiuta ad ingannare il breve lasso di tempo che ci separa dalla morte.
I più fortunati muoiono prima.Sia chiaro:NON E' un elogio del suicidio,giusto per evitare qui pro quo.
Vecchio 26-10-2012, 19:24   #5
Esperto
L'avatar di muttley
 

La prossima volta mi ricorderò di aggiungere la parola "ragazze" al titolo
Vecchio 26-10-2012, 19:32   #6
Esperto
 

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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Nessun sé, nessun problema, come ebbi modo di scrivere altrove...ebbene: perché dobbiamo avere un carattere, una personalità, identificarci in un'immagine costruita in sinergia da noi e dagli altri? A che serve la coscienza di sé, dell'io, dei propri meriti/demeriti, valori/disvalori, quando sono proprio queste le cose che ci fanno più soffrire?
E perché essere noi stessi dovrebbe farci soffrire? Perché identificare i nostri problemi in noi stessi? Noi non siamo i nostri problemi (cit.)
Vecchio 26-10-2012, 19:37   #7
Esperto
L'avatar di muttley
 

Avere una coscienza individuale troppo marcata, un senso di sé troppo forte può portare alla sofferenza. E' il sé a soffrire...si parla di orgoglio ferito, io ferito...eliminare queste cose per eliminare la sofferenza...
Vecchio 26-10-2012, 19:40   #8
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Avere una coscienza individuale troppo marcata, un senso di sé troppo forte può portare alla sofferenza. E' il sé a soffrire...si parla di orgoglio ferito, io ferito...eliminare queste cose per eliminare la sofferenza...
Eliminare cosa? Sé stessi?
Come se la sofferenza venisse fuori sempre e soltanto dalla coscienza troppo marcata.
Vecchio 26-10-2012, 19:40   #9
Esperto
L'avatar di Who_by_fire
 

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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Che ne pensate?

Vaffanculo! (ma non rivolto a te: depersonalizzato )
Vecchio 26-10-2012, 19:42   #10
Esperto
L'avatar di muttley
 

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Eliminare cosa? Sé stessi?
Come se la sofferenza venisse fuori sempre e soltanto dalla coscienza troppo marcata.
E da cosa verrebbe fuori la sofferenza (spirituale)?

Quote:
Originariamente inviata da Who_by_fire Visualizza il messaggio
Vaffanculo! (ma non rivolto a te: depersonalizzato )
Sei troppo occidentale
Vecchio 26-10-2012, 19:44   #11
Esperto
 

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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
E da cosa verrebbe fuori la sofferenza (spirituale)?
Dal male (morale) che riceviamo o vediamo nel mondo, dalla mancata soddisfazione delle nostre aspirazioni (spirituali) ... hai voglia.
Vecchio 26-10-2012, 19:49   #12
Esperto
L'avatar di muttley
 

E' proprio una coscienza troppo marcata che ci rende così permeabili al male (morale o meno) e alle aspirazioni fallite...se tu ci provi con una ragazza partendo da un disegno di te che ti sei confezionato su misura (quello di non piacere alla maggioranza delle donne), un eventuale rifiuto ti peserà come un macigno. Ma se invece di costruirti un senso dell'io così forte, ti limitassi a cercare ciò che ti piace per il puro piacere che può regalarti, senza pensare al fatto che un eventuale successo o insuccesso possa confermare o smentire l'immagine di te che ti sei dato, il rifiuto potrà essere meno devastante.
Vecchio 26-10-2012, 19:54   #13
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
E' proprio una coscienza troppo marcata che ci rende così permeabili al male (morale o meno) e alle aspirazioni fallite...
Essere insensibili al male, di contro, porta all'indifferentismo morale e al nichislimo. O al nazismo.
E il male esiste, non è che se lo inventa la nostra coscienza per farci stare male.

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
tu ci provi con una ragazza partendo da un disegno di te che ti sei confezionato su misura (quello di non piacere alla maggioranza delle donne), un eventuale rifiuto ti peserà come un macigno. Ma se invece di costruirti un senso dell'io così forte, ti limitassi a cercare ciò che ti piace per il puro piacere che può regalarti, senza pensare al fatto che un eventuale successo o insuccesso possa confermare o smentire l'immagine di te che ti sei dato, il rifiuto potrà essere meno devastante.
In questo caso io parlerei di scelta del giusto target e del giusto obiettivo, piuttosto che di conferma o smentita dell'immagine di sé.
Vecchio 26-10-2012, 19:57   #14
Esperto
L'avatar di Who_by_fire
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Sei troppo occidentale

Vergognarsi di essere occidentali è un luogo comune postmoderno.
Vecchio 26-10-2012, 19:59   #15
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Quote:
Originariamente inviata da Who_by_fire Visualizza il messaggio
Vergognarsi di essere occidentali è un luogo comune postmoderno.
Sì, in effetti non capisco perché uno dovrebbe vergognarsi di essere occidentale più di quanto un altro dovrebbe vergognarsi di essere orientale. Non si era detto che non esistevano le culture superiori?
Vecchio 26-10-2012, 20:13   #16
Esperto
L'avatar di muttley
 

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Essere insensibili al male, di contro, porta all'indifferentismo morale e al nichislimo. O al nazismo.
E il male esiste, non è che se lo inventa la nostra coscienza per farci stare male.
Ho parlato di impermeabilità, del non lasciarsi ferire, non di insensibilità.

Quote:
Originariamente inviata da Who_by_fire Visualizza il messaggio
Vergognarsi di essere occidentali è un luogo comune postmoderno.
L'occidentalità ha i suoi aspetti deteriori (eccessivo individualismo selon moi) come del resto li avrà anche l'orientalità
Vecchio 26-10-2012, 20:15   #17
Esperto
L'avatar di muttley
 

Quote:
Originariamente inviata da Dedalus Visualizza il messaggio
Io minimo = incapacità di responsabilizzazione e capacità normativa = anarchia dei desideri = che possono essere soddisfatti dando ad ognuno di essi quel che vuole quando lo vuole* = integrazione perfetta al sistema capitalista**.

Che poi è quel che molti vogliono, dunque a me va bene così.[/SIZE]
Un'equazione alquanto fantasiosa, non c'è che dire
Vecchio 26-10-2012, 20:17   #18
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Ho parlato di impermeabilità, del non lasciarsi ferire, non di insensibilità.
Hai parlato di eccesso di coscienza verso determinate cose, io ho ricordato che l'assenza di coscienza genera mostri. Ergo, eliminare l'(auto)coscienza è poco raccomandabile.
Vecchio 26-10-2012, 20:19   #19
Esperto
L'avatar di muttley
 

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Hai parlato di eccesso di coscienza verso determinate cose, io ho ricordato che l'assenza di coscienza genera mostri. Ergo, eliminare l'(auto)coscienza è poco raccomandabile.
Un conto è la coscienza dello stato delle cose, un conto è la coscienza di sé. L'autocoscienza consiste nel comprendersi e nel conoscersi ma non per costruire un'immagine tetragona e indistruttibile del sé, bensì per capire dove si sbaglia e come riparare ai propri errori.
Vecchio 26-10-2012, 20:22   #20
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Un conto è la coscienza dello stato delle cose, un conto è la coscienza di sé.
La seconda si costruisce anche grazie alla prima, e viceversa.

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
L'autocoscienza consiste nel comprendersi e nel conoscersi ma non per costruire un'immagine tetragona e indistruttibile del sé, bensì per capire dove si sbaglia e come riparare ai propri errori.
Quindi non è del tutto negativa.
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