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Vecchio 04-09-2013, 23:45   #1
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L'avatar di Fryma
 

"Ogni volta che impariamo qualcosa di nuovo, noi stessi diventiamo qualcosa di nuovo." (Leo Buscaglia, Vivere, amare, capirsi, 1982)

Ciao a tutti,
è da qualche settimana che non entro nel forum, e l'ultima volta che ci sono entrata qualcuno chiedeva se fosse utile andare dallo psicologo.

Stasera invece la voglio fare io una domanda:

Quando veniamo al mondo nasciamo con il bellissimo dono di poter apprendere qualsiasi cosa; e nel corso del nostro sviluppo queste cose ci vengono insegnate da prima dai nostri primi modelli, genitori, fratelli e sorelle e parenti vari. In seguito dalla scuola, insegnanti, compagni, amici. E poi a lavoro.
C'è chi impara più velocemente e chi con più calma, ma non si finisce mai di imparare. Proprio per questo motivo accade però che un giorno, alla prima difficoltà, qualcuno si demoralizzi e a poco a poco smetta di provare, disimparando.

Qualcuno di voi invece di dire semplicemente che è sociofobico, ansioso, depresso etc o di farselo inculcare da altri (cosa ancora più grave), ha mai preso in considerazione l'idea di aver disimparato la capacità di fare un qualcosa? Che il suo problema non sia realmente una malattia ma l'aver perso semplicemente una capacità perché come un muscolo non l'ha più allenata?

Prima di rispondere a questa domanda, vi prego di guardare questo filmato su youtube, realizzato dal Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani, un ente non a scopo di lucro per la vigilanza sulla salute mentale, costituito da professionisti e gente comune, di cui non faccio parte ma appoggio ideologicamente la causa. Vi invito a guardarlo tutto fino alla fine, e di far particolare attenzione alle interviste fatte agli psichiatri, solo allora potrete rispondere alla mia domanda se vi interessa, o farne di nuove voi.
La mia non è un inquisizione verso chi fa questa professione o la professione dello psicologo. Sono certa che esistano rare mosche bianche in buona fede; ma un'esortazione ad aprire il vostro cervello a idee che ancora non avete considerato.


Per chi volesse approfondire l'argomento su youtube c'è un altro loro video, basta digitare la parola psichiatria, è il quarto risultato partendo dall'alto verso il basso. A differenza di quello che ho messo qui, ha delle immagini molto forti, quindi lo sconsiglio vivamente alle persone parecchio sensibili e suscettibili, in più tratta l'argomento sotto tanti altri vari aspetti storici di cui non mi sento sufficientemente informata.

Buona serata a tutti
Vecchio 05-09-2013, 00:15   #2
Esperto
L'avatar di Kody
 

Io ho comincaito ad imparare dai 21 anni in su.... Meglio tardi che mai
Vecchio 06-09-2013, 09:52   #3
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L'avatar di Fryma
 

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Originariamente inviata da Kody Visualizza il messaggio
Io ho comincaito ad imparare dai 21 anni in su.... Meglio tardi che mai
anch'io Kody più o meno a quell'età, è stato quasi come venire al mondo una seconda volta

Che ne pensi del mio quesito? Hai mai valutato questa possibilità?
Vecchio 06-09-2013, 10:46   #4
Esperto
L'avatar di Who_by_fire
 

Quote:
Originariamente inviata da Fryma Visualizza il messaggio
http://www.youtube.com/watch?v=FEKS8QuwG0A

Per chi volesse approfondire l'argomento su youtube c'è un altro loro video, basta digitare la parola psichiatria, è il quarto risultato partendo dall'alto verso il basso. A differenza di quello che ho messo qui, ha delle immagini molto forti, quindi lo sconsiglio vivamente alle persone parecchio sensibili e suscettibili, in più tratta l'argomento sotto tanti altri vari aspetti storici di cui non mi sento sufficientemente informata.

Buona serata a tutti

Entro nel merito soltanto dei primi sei minuti di quel video superficiale e "populista" (poi ho chiuso, avendo capito che aria tirava).

E' ovvio che la psicologia (attuale) non può avere lo standard di rigore scientifico di altre discipline mediche, e che quindi il DSM sia più una convenzione culturale che una sistematizzazione scientificamente rigorosa.
Ma se si riflette un attimo, anche il concetto stesso di "disturbo mentale" (quando non corrisponda ad una oggettiva disfunzione neurologica) è largamente definito da fattori storico-culturali e quindi relativi.
Per esempio -a quanto ho sentito- in Asia le sindromi depressive avrebbero un impatto diverso che qui in Occidente poiché per la cultura asiatica l'idea di essere inattivi e inutili alla società è più terribile di quella di non essere realizzati a livello personale quindi la psiche di un individuo "preferirebbe" avere, come reazione a situazioni di forte stress, disturbi di tipo diverso. Altro esempio: la cosiddetta "isteria", tipica delle donne sessualmente ed emotivamente represse della società maschilista e patriarcale di inizio 900, con tutta la sua corona di sintomi "comuni", oggi è una nozione che ha perso di senso.

Ma il fatto che il concetto di disturbo mentale sia (attualmente) un concetto di natura socio-culturale, e quindi non misurabile quantitativamente e dipendente dalla regione geografica e dal periodo storico, non vuol dire che i disturbi mentali non esistano come fonte di sofferenza vera per le persone che ne soffrono.

Forse in futuro i progressi della neuroscienze permetteranno di dare (come preconizzato da Freud stesso) una descrizione fisiologica oggettiva corrispondente a ciascun sintomo "nevrotico", facendo così entrare la psicologia e la psichiatria nell'empireo delle scienze mediche vere e proprie.
Ma questo specifico fatto in sé, cioè che la psicologia diventi una scienza "esatta" quanto la medicina, non implicherà automaticamente un cambiamento nello stato di sofferenza di chi soffre né un aumento d'efficacia delle tecniche terapeutiche.
Vecchio 06-09-2013, 11:30   #5
Banned
 

Concordo che una buona parte dei disturbi siano risolvibili senza l'intervento di uno specialista o dei farmaci e concordo che i problemi e la sofferenza siano parte inevitabile della vita pero negare la neccesita di una simile disciplina e delle professioni collegate ad essa mi sembra esagerato. Io a dir la verita sono contenta che ci sia tanta attivita su un settore simile perche aumenta la consapevolezza generale su questi problemi rendendo piu facile la comprensione ed empatia tra le persone e sopratutto invoglia le persone che soffrono a non sottovalutare i loro problemi e a cercare una maggiore qualita di vita.
Io sono del idea che la psicologia dovrebbe essere una materia scolastica gia da bambini o tarda adolescenza e li ci deve essere un po di materiale su come aumentare la consapevolezza , analizare i nostri pensieri ecc In questo modo le conoscenze ci sono e si sa dove iniziare .
Vecchio 06-09-2013, 11:56   #6
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Who_by_fire Visualizza il messaggio
Entro nel merito soltanto dei primi sei minuti di quel video superficiale e "populista" (poi ho chiuso, avendo capito che aria tirava).

E' ovvio che la psicologia (attuale) non può avere lo standard di rigore scientifico di altre discipline mediche, e che quindi il DSM sia più una convenzione culturale che una sistematizzazione scientificamente rigorosa.
Ma se si riflette un attimo, anche il concetto stesso di "disturbo mentale" (quando non corrisponda ad una oggettiva disfunzione neurologica) è largamente definito da fattori storico-culturali e quindi relativi.
Per esempio -a quanto ho sentito- in Asia le sindromi depressive avrebbero un impatto diverso che qui in Occidente poiché per la cultura asiatica l'idea di essere inattivi e inutili alla società è più terribile di quella di non essere realizzati a livello personale quindi la psiche di un individuo "preferirebbe" avere, come reazione a situazioni di forte stress, disturbi di tipo diverso. Altro esempio: la cosiddetta "isteria", tipica delle donne sessualmente ed emotivamente represse della società maschilista e patriarcale di inizio 900, con tutta la sua corona di sintomi "comuni", oggi è una nozione che ha perso di senso.

Ma il fatto che il concetto di disturbo mentale sia (attualmente) un concetto di natura socio-culturale, e quindi non misurabile quantitativamente e dipendente dalla regione geografica e dal periodo storico, non vuol dire che i disturbi mentali non esistano come fonte di sofferenza vera per le persone che ne soffrono.

Forse in futuro i progressi della neuroscienze permetteranno di dare (come preconizzato da Freud stesso) una descrizione fisiologica oggettiva corrispondente a ciascun sintomo "nevrotico", facendo così entrare la psicologia e la psichiatria nell'empireo delle scienze mediche vere e proprie.
Ma questo specifico fatto in sé, cioè che la psicologia diventi una scienza "esatta" quanto la medicina, non implicherà automaticamente un cambiamento nello stato di sofferenza di chi soffre né un aumento d'efficacia delle tecniche terapeutiche.
Quoto tutto.
Esistono ideologie sistematizzate che cercano di inculcare alla gente idee precise, per esempio questa del DSM=robaccia. Chissà poi, che dietro non ci siano altri tipi di interessi, per esempio quello di guadagnare appoggi alla causa in modo da favorire un movimento-business.

Non ci si può mettere in testa delle idee e farne una ragione di vita.
Sul video sono d'accordo sul fatto che bisogna essere sempre ricettivi, imparare da tutto. Ma quella voce che urla mi sa di allarmismo fanatico. :///
PRoviamo a ridimensionare le nostre certezze ogni tanto.
Vecchio 06-09-2013, 21:39   #7
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L'avatar di Fryma
 

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Originariamente inviata da Who_by_fire Visualizza il messaggio
Ma il fatto che il concetto di disturbo mentale sia (attualmente) un concetto di natura socio-culturale, e quindi non misurabile quantitativamente e dipendente dalla regione geografica e dal periodo storico, non vuol dire che i disturbi mentali non esistano come fonte di sofferenza vera per le persone che ne soffrono.
Ciao Who_by_fire.
Voglio dirti semplicemente che qui nessuno nega la possibilità che una persona possa provare un disagio che ovviamente si traduce in uno stato emotivo spiacevole e il fare o non fare tutta una serie di azioni.
Il dolore è un'esperienza universale, tutti (e non è una generalizzazione semplicistica) almeno una volta nella vita veniamo faccia a faccia con un esperienza dolorosa.

Se ho postato quel video che tu chiami populista, era solo per mettere in evidenza il sistema con cui nascono questi famigerati disturbi mentali e le liste infinite di sintomi. Come ho detto all'inizio, non sono legata a questo ente, e anche se hanno spettacolarizzato la cosa da buoni americani che sono stati cresciuti da mamma Hollywood, ciò non toglie che quello che affermano è vero, e cioè che la psichiatria sia solo una questione di business farmaceutico, lì la situazione è molto più grave e quindi è normale che il problema sia più sentito.

La questione qui non è il negare la certezza che possiamo provare dei disagi e sofferenza, cosa del tutto naturale e normale, ma di come ci approcciamo ad essi in questione di accezione e soluzione, sia da un punto di vista sociale e di conseguenza individuale, perché di scientifico come hai detto tu

Quote:
Originariamente inviata da Who_by_fire Visualizza il messaggio
E' ovvio che la psicologia (attuale) non può avere lo standard di rigore scientifico di altre discipline mediche, e che quindi il DSM sia più una convenzione culturale che una sistematizzazione scientificamente rigorosa.
non c'è niente dall'inizio alla fine.

Quote:
Originariamente inviata da Who_by_fire Visualizza il messaggio
Ma questo specifico fatto in sé, cioè che la psicologia diventi una scienza "esatta" quanto la medicina, non implicherà automaticamente un cambiamento nello stato di sofferenza di chi soffre né un aumento d'efficacia delle tecniche terapeutiche.
Queste sono parole tue, io non lo volevo dire per non creare la solita polemica, ma mi fa piacere che finalmente qualcuno lo dica.
Vecchio 06-09-2013, 21:44   #8
Esperto
L'avatar di Bluevelvet93
 

Fryma c' era già una discussione aperta su questo argomento, dove hai anche partecipato tu stessa (e anche io). Come ho già detto la psichiatria e la psicologia sono delle scienze, che poi possano essere usate in maniera sbagliata è un altro conto. Perchè per esempio non si parla mai di tutta la mafia che c' è anche dietro alla medicina? Ah, comunque la psicologia non è una scienza esatta, proprio come la medicina.

Ultima modifica di Bluevelvet93; 06-09-2013 a 21:49.
Vecchio 07-09-2013, 15:04   #9
Principiante
L'avatar di Fryma
 

Quote:
Originariamente inviata da Bluevelvet93 Visualizza il messaggio
Fryma c' era già una discussione aperta su questo argomento, dove hai anche partecipato tu stessa (e anche io).
Rileggi meglio il mio post Bluevelvet93.

Quote:
Originariamente inviata da Fryma Visualizza il messaggio
"Ogni volta che impariamo qualcosa di nuovo, noi stessi diventiamo qualcosa di nuovo." (Leo Buscaglia, Vivere, amare, capirsi, 1982)

Ciao a tutti,
è da qualche settimana che non entro nel forum, e l'ultima volta che ci sono entrata qualcuno chiedeva se fosse utile andare dallo psicologo.

Stasera invece la voglio fare io una domanda:

[...]

Qualcuno di voi invece di dire semplicemente che è sociofobico, ansioso, depresso etc o di farselo inculcare da altri (cosa ancora più grave), ha mai preso in considerazione l'idea di aver disimparato la capacità di fare un qualcosa? Che il suo problema non sia realmente una malattia ma l'aver perso semplicemente una capacità perché come un muscolo non l'ha più allenata?

[...]

La mia non è un inquisizione verso chi fa questa professione o la professione dello psicologo. Sono certa che esistano rare mosche bianche in buona fede; ma un'esortazione ad aprire il vostro cervello a idee che ancora non avete considerato.
Vecchio 07-09-2013, 15:13   #10
Esperto
L'avatar di Bluevelvet93
 

Quindi secondo te una persona che rischia di morire per anoressia o per depressione o che ha le allucinazioni ha semplicemente disimparato qualcosa?
Vecchio 07-09-2013, 15:18   #11
Esperto
 

A me pare che chiunque con un minimo di spirito critico qui, abbia la percezione che, se si affidasse al DSm per ogni cosa che sente di avere, non la finirebbe più di stare a snocciolare possibili disturbi da quel libro.

Farsi comunque portavoce di una causa del genere mettendo un video del genere, non può fare a meno di ispirare sfiducia o comunque diffidenza...con quella voce che urla e quei ragionamenti serrati da lavaggio del cervello...per favore su, lo sappiamo benissimo che la psicologia non è una scienza esatta e che c'è una pre-costruzione politica dietro, è utile sapere come c'è stata questa costruzione in modo più dettagliato (sempre che sia vero) ma i toni di allarmismo sono da evitare sempre....in USA è un conto, considerato che lì prescrivono medicine come fossero caramelle, ma lo stesso discorso in chiave italiana assume una valenza diversa.....considerato anche che siamo indietro, siamo sempre gli ultimi, su tutto (in Italia).
Vecchio 07-09-2013, 15:20   #12
Avanzato
L'avatar di Keaton
 

Secondo me si stanno confondendo 3000 concetti diversissimi, pur accettando quel che stai dicendo, questo non ha alcun collegamento col bisogno di andare da uno psicologo quando si sta male , io in un anno di psicoterapia mi sono sentito dire solo una volta che probabilmente tendo alla depressione. E mi ha aiutato molto, anche se per primo mi sono aiutato da solo.

Ammetto di non aver visto il video perché adesso non ho tempo, prometto di vederlo appena posso
Vecchio 07-09-2013, 15:24   #13
Esperto
L'avatar di Bluevelvet93
 

Quote:
Originariamente inviata da caratteriale Visualizza il messaggio
A me pare che chiunque con un minimo di spirito critico qui, abbia la percezione che, se si affidasse al DSm per ogni cosa che sente di avere, non la finirebbe più di stare a snocciolare possibili disturbi da quel libro.
Stessa cosa con le malattie fisiche. L' autodiagnosi è una cosa sbagliatissima, è tipico pensare di malattie leggendo i sintomi per poi scoprire di non avere niente. Stessa cosa con il DSM (che non è la Bibbia per carità), solo che in quel video dai primi 10 secondi sembra che basti essere tristi o vergognarsi di parlare di fronte a 100 persone per essere malati che è un po' come dire di avere un tumore perchè si ha un leggero mal di pancia.
Vecchio 07-09-2013, 18:15   #14
Esperto
L'avatar di Lino_57
 

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Originariamente inviata da Fryma Visualizza il messaggio
Voglio dirti semplicemente che qui nessuno nega la possibilità che una persona possa provare un disagio che ovviamente si traduce in uno stato emotivo spiacevole e il fare o non fare tutta una serie di azioni.
Il dolore è un'esperienza universale, tutti (e non è una generalizzazione semplicistica) almeno una volta nella vita veniamo faccia a faccia con un esperienza dolorosa.
Disagio??? Secondo te uno che soffre di allucinazioni, è convinto di parlare con gli spiriti o prende a picconate i passanti perché pensa di essere l'angelo vendicatore è solo un disagio? E chi le curerebbe queste persone, un gastro-enterologo? un ortopedico?
Ma veniamo al nostro piccolo mondo di sociofobici e timidi: ti pare normale che a qualcuno sudino le mani o venga l'ansia se si deve mettere piede fuori casa? Se qualcun altro non fa esperienze solo perché è timido? E chi si dovrebbe occupare di questi casi? Un dermatologo o uno psicologo? Vedi tu...
La psicologia si è sviluppata nel secolo scorso, è una scienza empirica (come tutte le discipline, ad eccezione forse della matematica), come lo sono tutte le scienze, dalla biologia all'astronomia, dalla medicina alla fisica...
Si studia, si trovano dei rimedi, si ristudia e si trovano altri rimedi... Nuove scoperte ribaltano tesi precedenti, la scienza è fatta così, non è una religione immutabile nel tempo...

Quote:
Originariamente inviata da Fryma Visualizza il messaggio
Se ho postato quel video che tu chiami populista, era solo per mettere in evidenza il sistema con cui nascono questi famigerati disturbi mentali e le liste infinite di sintomi. Come ho detto all'inizio, non sono legata a questo ente, e anche se hanno spettacolarizzato la cosa da buoni americani che sono stati cresciuti da mamma Hollywood, ciò non toglie che quello che affermano è vero, e cioè che la psichiatria sia solo una questione di business farmaceutico, lì la situazione è molto più grave e quindi è normale che il problema sia più sentito.
E io dovrei vedermi un film di 1 ora e un quarto con quei toni di voce per capire che la psichiatria è solo un business? Non ha nemmeno la presunzione di essere un documentario, lasciando stare la parola "obbiettivo" che con questo genere di disinformazione non c'entra un fico secco...
Guarda, la barzelletta del business farmaceutico viene usata spesso a sproposito, perché è vero e legittimo che le aziende farmaceutiche devono guadagnare per scoprire nuovi farmaci efficaci (vedi ad es. la lotta tra antibiotici sfornati di continuo e batteri resistenti ai princìpi attivi), ma se vuoi puoi anche fare a meno di prenderli, i farmaci, non ti obbliga nessuno. Personalmente, se ho mal di testa, prendo un'aspirina e me lo faccio passare senza soffrire inutilmente...

Secondo il mio modesto parere, rimettersi a sostenere oggi che la psichiatria è tutto un bluff, è semplicemente folle, a meno di voler tornare come nel medioevo, quando un comportamento "strano" veniva interpretato come l'essere posseduti dal demonio e portava ad essere bruciati vivi...

Edit: cavoli, dimenticavo la cosa più importante: lo psichiatra, prima di essere tale, è medico, non è che faccia un corso a parte per i ciarlatani, e Psichiatria è solo la specializzazione...

Ultima modifica di Lino_57; 07-09-2013 a 19:35.
Vecchio 07-09-2013, 19:16   #15
Esperto
L'avatar di recluso
 

Nelle mie esperienze di psicoterapia con psicologi, quindi non psichiatri, ho sempre incontrato professionisti con un approccio completamente diverso da quello che sembra essere l'andazzo descritto da queste critiche. Intendo dire che non mi sono mai sentito etichettare una serie di disturbi, ma ho trovato attenzione per i contenuti. Penso che se una persona non ha una psicosi, quindi è consapevole di quello che gli succede, errori compresi, l'unica strada sia quella di un percorso di crescita "ad hoc", perché siamo tutti diversi, e di questo gli psicologi in Italia sono consapevoli, secondo la mia esperienza.

Rimangono i casi in cui il paziente si trovi in una situazione fuori controllo, che può anche metterlo in pericolo, in cui mi sembra plausibile l'uso dei farmaci, così come è plausibile l'aspirina per il cardiopatico.

Tenere sempre conto di costi e benefici, non demonizzare niente e allo stesso tempo non credere ai venditori di pillole.
In un mondo così complesso diventa centrale il ruolo del cittadino-paziente- consumatore e delle sue scelte.
Vecchio 07-09-2013, 19:50   #16
Esperto
L'avatar di dentromeashita
 

ciao,me lo guardo e poi ti dico,sto frequentando gli amici del csm,spero di trovare degli spunti pratici,
Vecchio 07-09-2013, 20:27   #17
Esperto
L'avatar di dentromeashita
 

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Originariamente inviata da Bluevelvet93 Visualizza il messaggio
Quindi secondo te una persona che rischia di morire per anoressia o per depressione o che ha le allucinazioni ha semplicemente disimparato qualcosa?

semplicemente no,un passetto alla volta si,ma quando te ne rendi conto e agisci è sempre dopo tanto che avresti dovuto farlo...sai che una volta in Cina si andava dal medico quando si stava bene,ci si faceva le analisi e tutti i controlli approfonditi,in modo da continuare a stare bene,e dopo tutto questo,se il cinese si ammalava,il dottore non lo pagava perchè non aveva fatto bene il suo lavoro,cioè far si che le persone stiano bene e in salute e non si ammalino....questo tanto una volta...noi siamo nell'era in cui il buisness dei farmaci è talmente influente sulla reale cura che si regge sul male presunto o reale delle persone,es.VADO DALLA PSICHIATRA 1A VOLTA,NON MI CONOSCE NON SA CHI SONO,DOPO 30 MINUTI MI HA GIA PRESCRITTO 3 PSICOFARMACI...MA SI PUò???? ho provato a darle ascolto provo il neurolettico perchè mi vede agitato e ansioso e insonne,si funziona peccato che oltre a farti dormire la notte dormi pure tutto il giorno dopo fino a sera anche...la cura avrebbe funzionato,per lei,mi ha reso tranquillo,io dico di no,semplicemente trasformare persone irrequiete come me in vegetali è la SOLUZIONE,e che soluzione è?...
ho risposto a te,ma volevo intervenire un po con tutti,guardo questo video poi mi riconfronto con voi,ciao
Vecchio 07-09-2013, 21:34   #18
Esperto
L'avatar di Bluevelvet93
 

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Originariamente inviata da dentromeashita Visualizza il messaggio
semplicemente no,un passetto alla volta si,ma quando te ne rendi conto e agisci è sempre dopo tanto che avresti dovuto farlo...sai che una volta in Cina si andava dal medico quando si stava bene,ci si faceva le analisi e tutti i controlli approfonditi,in modo da continuare a stare bene,e dopo tutto questo,se il cinese si ammalava,il dottore non lo pagava perchè non aveva fatto bene il suo lavoro,cioè far si che le persone stiano bene e in salute e non si ammalino....questo tanto una volta...noi siamo nell'era in cui il buisness dei farmaci è talmente influente sulla reale cura che si regge sul male presunto o reale delle persone,es.VADO DALLA PSICHIATRA 1A VOLTA,NON MI CONOSCE NON SA CHI SONO,DOPO 30 MINUTI MI HA GIA PRESCRITTO 3 PSICOFARMACI...MA SI PUò???? ho provato a darle ascolto provo il neurolettico perchè mi vede agitato e ansioso e insonne,si funziona peccato che oltre a farti dormire la notte dormi pure tutto il giorno dopo fino a sera anche...la cura avrebbe funzionato,per lei,mi ha reso tranquillo,io dico di no,semplicemente trasformare persone irrequiete come me in vegetali è la SOLUZIONE,e che soluzione è?...
ho risposto a te,ma volevo intervenire un po con tutti,guardo questo video poi mi riconfronto con voi,ciao
Se uno ha una vita orrenda con conseguenti disagi il medico di base non può farci niente, ci sarà un motivo perchè adesso non viene più fatto no? Detto questo chiariamoci: stiamo parlando di psichiatria o di psicologia? Perchè qua sembra che psicoanalisi, psicologia e psichiatria siano la stessa cosa. E chiariamo anche che il DSM non presuppone necessariamente la somministrazione di farmaci, questa è una generalizzazione assurda.
Vecchio 09-09-2013, 17:03   #19
Principiante
L'avatar di Fryma
 

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Originariamente inviata da dentromeashita Visualizza il messaggio
ciao,me lo guardo e poi ti dico,sto frequentando gli amici del csm,spero di trovare degli spunti pratici,
Ciao dentromeashita, mi dispiace dirtelo ma se con spunti pratici intendi un qualche strumento specifico purtroppo come potrai constatare tu non troverai niente, è solo un film di denuncia.

Che genere di spunti pratici avresti bisogno, per quali situazioni? Se posso te li do io
Vecchio 09-09-2013, 17:19   #20
Principiante
L'avatar di Fryma
 

Allora, rispondo a Bluevelvet93 ma è come se rispondessi un po' a tutti.

Accade che nel 2003 una adolescente di 16 anni in piena crescita, con una vita regolare, famiglia, buoni voti a scuola, amici, una salute di ferro e una forma fisica regolare, una adolescente dotata di una forte capacità introspettiva, un giorno si ferma e inizia a porsi delle domande: perché io e i miei fratelli durante l'infanzia abbiamo dovuto subire maltrattamenti da parte di mio padre? (sia a mani nude che con qualsiasi oggetto, cintura, bastone di ferro, televisori lanciati addosso etc etc) Cosa abbiamo fatto di male per subire questo? Esistono altri modi più sani di educare i figli? E via discorrendo.
Sballottolata tra due sentimenti, l'amore (disperato tentativo di cercare una giustificazione di quei comportamenti) e la rabbia, rendendosi conto di appartenere a una famiglia dove non si esternano sentimenti ma dove l'affetto si compra con favori e beni materiali, una famiglia dove non esiste né la libertà di espressione né di pensiero, fa delle abbuffate notturne di cibo il suo modo di sfogarsi. Questo comportamento da inizialmente saltuario diventa poi un rito quotidiano, un' abitudine che si è protratta per anni, e seguita a periodi dall'esatto comportamento opposto, l'astinenza totale dal cibo, causerà in lei dei danni fisici che ci misero molto poco a diventare evidenti agli occhi di tutti. Uscita di testa, o forse è meglio dire Disperata per il fatto di aver avuto un'infanzia terribile e non augurabile a nessuno, che gli stava rovinando l'esistenza sotto ogni aspetto possibile, e disperata per la mancanza di affetto inteso come anche un semplice abbraccio o un ti voglio bene incondizionato, viene portata dalla madre dal medico di famiglia (specializzato in psichiatria) che, dopo un'attenta anamnesi emette la sua sentenza: Sua figlia soffre di disturbo depressivo maggiore.
Inizia così per lei una terapia di farmaci, più esattamente con compresse di Citalopram, in concomitanza di una dieta realizzata ad hoc per lei insieme a una nutrizionista che sarà la prima persona con cui si aprirà vomitandole tutti i suoi segreti scomodi.
Passa del tempo, man mano che tutti gli altarini vengono fuori e dopo essere stata visitata da dei medici che volevano ricoverarla per mesi senza che potesse venire in contatto con la sua famiglia presso una grossa struttura che si occupa di disturbi alimentari, la situazione si conclude con una lite apocalittica. Da un lato la squadra A: Mamma+Medico di famiglia che negano la storia dei maltrattamenti, dall'altra la squadra B: Nutrizionista+Psicologa che invece ritengono veritiere le sue parole e che c'è bisogno di una terapia familiare.
Vince la squadra A, e il medico per placare la cosa, a causa dei continui pensieri suicidi e tentativi non portati a termine della ragazza, intensificò i farmaci fino a farle prendere 8 compresse da 20 mg al giorno.
Abbandonata a se stessa e senza nessuno che la aiutasse, a 17 anni esausta abbandona la scuola in anticipo, sparendo dalla società. Allontana così tutti gli amici, giusto il tempo di disintossicarsi, circa 2 mesi, vissuti a letto senza vedere e sentire nessuno, tra nausea e vertigini, a malapena mangiando, senza lavarsi e completamente al buio. Da quella circostanza passeranno altri 5 anni prima di poter dire di condurre un'esistenza normale, fatta di alti e bassi come per chiunque.
Accade poi che si aggrappa ai libri che divora letteralmente, libri che la aiutino a venire fuori dai suoi problemi non potendo fare affidamento su nessuno. Lavora duramente e sull'aspetto nutrizionale nel giro di 3 anni riusce a sganciarsi da quell'insana abitudine di nutrirsi e a mangiare in modo corretto migliorando il suo rapporto col cibo.
Riprese la vita di petto, anche se non si poteva negare che non proprio tutto era ritornato a posto. Col tempo aveva perso la capacità di parlare e di relazionarsi con gli altri fino ad essere soprannominata la ragazza muta, e così era effettivamente. Oltre a non riuscire più a relazionarsi con nessuno, ad avere un volto perennemente senza espressione, non riusciva neanche a uscire fuori di casa e a stare in luoghi affollati senza che gli venisse qualche attacco di panico o d'ansia a tal punto da dover essere trascinata al pronto soccorso e farsi imbottire di Valium. Però grazie alla sua voglia di indipendenza e di riscatto e un semplice lavoro di porta a porta riuscirà a tirar fuori di nuovo la sua voce, a stare in contatto con il prossimo in modo sereno e piacevole, e a togliersi di dosso quel ruolo di vittima punita da una sorte cattiva e ingiusta. Questo accadrà anche perché con quel lavoro conoscerà una persona anch'essa venuta da background spiacevole, non quanto il suo, ma che invece di stare lì a darle parole di conforto e dirle che lei era la vittima e il mondo era ingiusto come avevano fatto terapeuti & Co., la metterà di fronte a quella che è sempre stata la realtà:


Era vittima di se stessa, non del suo passato. Il suo passato era finito da un pezzo, ma lei voleva continuare a viverci dentro perché così poteva essere considerata da qualcuno, invece di essere ignorata, in questo modo era molto più facile. Se non si può essere amati è meglio essere odiati che essere invisibili, in questo caso meglio essere compatiti.
Gli farà capire che lei non era il suo passato, né il risultato di ciò che le avevano fatto, era chi decideva di essere in quel momento, chi decide di essere tutti i giorni quando apre gli occhi al mattino. Le fece capire anche che invece di vivere una vita da vittima a cui avevano fatto ingiustamente tanto male (quell'anno scamperà anche a un tentativo di stupro che stava avvenendo dentro un appartamento da un cliente), poteva scegliere di essere colei che ce l'aveva fatta, ma rimaneva il fatto che doveva essere lei a fare quel passo.
La vita è uno scorrere di eventi che non hanno valenza né positiva né negativa, è l'uomo che gli attribuisce un significato in base ai propri valori e/o alla propria cultura e le esperienze dirette e indirette. La vita è un fiume dove nuotiamo dentro e siamo noi a decidere se farci trascinare dalla corrente o sfruttarla a nostro favore.
Grazie a quel lavoro e a quell'incontro, si accosterà a una materia per lei nuova, ma non nuova in realtà essendo vecchia di una cinquantina d'anni. Qualcosa che era molto ben più diverso dai soliti saggi di psicologia a cui avesse fatto riferimento pieni di paroloni e argomenti astratti, ma qualcosa che era di efficacia immediata e con strumenti pratici alla portata di tutti, non importa da quale estrazione sociale venissero, perché parte da due presupposti fondamentali:
Il 1° è che non sono fattori esterni a condizionarci ma siamo noi responsabili del fatto che ci lasciamo condizionare da essi.
Il 2° e ancora più importante del primo è che dentro di noi abbiamo già tutte le risorse necessarie per fare qualsiasi cosa, basta tirarle fuori.

Quindi:

Quote:
Originariamente inviata da Bluevelvet93 Visualizza il messaggio
Quindi secondo te una persona che rischia di morire per anoressia o per depressione o che ha le allucinazioni ha semplicemente disimparato qualcosa?

La mia risposta è .
Una persona non muore a causa dell'anoressia. E' ovvio che privandosi di cibo a lungo andare il suo cuore andrà in contro a un infarto. Una persona muore perché non è più responsabile di se stessa, per l'atteggiamento che avranno le persone intorno a lei, che la prima cosa che faranno non sarà nemmeno di dirle che ha l'anoressia, ma che E' anoressica facendola diventare lei stessa un tutt'uno con questa (pseudo)malattia (che in verità è solo un comportamento) e che va curata agendo con un'azione dall'esterno (possono essere farmaci come può essere fare una "terapia" psicologica) deresponsabilizzandola e legittimandola a non prendersi le sue responsabilità, invece di metterla davanti al fatto che è l'unica responsabile del suo comportamento e delle conseguenze che ne derivano, questo a patto che chi le sta intorno né sia consapevole a sua volta, idem per la depressione. Chi arriva a suicidarsi o a tentare di farlo non solo è egoista a dispetto di tutti quelli che gli vogliono bene e a cui lascerà o stava per lasciare un grosso dolore, ma è inconsapevole del fatto che non ha vagliato tutte le possibili soluzioni alle situazioni che non gli vanno a genio, non perché non è in grado di farlo, ma in quanto perché gli è stato insegnato che non è responsabilità sua se sta vivendo una vita di merd@, o orrenda, piena di tristezza e arrendevolismo, ma è sempre colpa di qualcun'altro o di qualche evento di cui è stato vittima, è colpa del "trauma", e se non ci sono queste due cose al limite si dirà che la colpa molto semplicemente è di un'entità invisibile, indefinita e oscura chiamata depressione, ansia o qualunque altro nome sofisticato che rende la persona incapace di intendere e agire deresponsabilizzandola nuovamente invece di metterla davanti al fatto che la sua vita è condizionata solo ed esclusivamente da lei ed è il risultato dell'atteggiamento con cui la vive.
Come i media condizionano i modelli fisici delle ragazzine, così con questa storia dei disturbi psichici & co., si sta legittimando le persone a non prendersi la responsabilità dei propri stati emotivi e di conseguenza delle azioni che compiono, creando così una società di persone sempre più deboli e incapaci di vivere. A differenza di quanto viene pubblicizzato dalla psicologia che una cosa del genere (e cioè che una persona può perfettamente determinare il suo stato emotivo) non è possibile e che sarebbe innaturale, è in realtà possibilissimo, basta sapere come farlo.
Se questo discorso ti sembra assurdo, fermati torna in cima alla storia, e rileggila da capo fin quando ti sarà tutto più chiaro.

Ps. La ragazza del racconto sono io.
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