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Vecchio 18-07-2012, 23:15   #1
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il termine "doverizzazioni" l'ho appreso da aree, devo ringraziarla. Volevo risponderle nel thread temp'addietro ma forse è una delle tante cose che faccio dopo faccio dopo.
sono stufo di far tutto dopo.

ho un botto di roba in arretrato che non riesco a fare. Se non pago la multa, se non firmo il contratto telecom, se non mi faccio rimborsare le spese di trasferta, SOSSSOLDI!


La psicologa suggerisce che ho un senso del dovere abnorme.

La mia storia è di genitori molto lassisti dal pdv disciplinare, che non sono stati in grado di trasmettermi il concetto di "senso del dovere". In più la mia capacità mnemonica e la mia curiosità alle elementari e medie (dicono pure l'intelligenza) erano piuttosto sviluppate, perciò sufficienti a farmi ottenere ragguardevoli risultati senza mai studiare.
Al liceo cominciai a sentire dei limiti a questo "non-metodo", ma comunque campavo sempre di rendita e a volte andavo ben oltre (ricordo il rosikamento dei compagni per i 10 presi in fisica senza neanche sapere della verifica). Tuttavia non poteva durare per sempre, anche perché in alcune cose peccavo e non potevo appellarmi a nessun talento naturale.
Cose come prepararsi per uscire con gli amici, cose come prendere degli impegni e portarli a termine, cose come sbrigare la burocrazia. Cose noiose che ho sempre rifiutato.
La noia è stata una grande costante nella mia infanzia e ho ipotizzato che molti dei miei blocchi derivino dal trauma di dover effettuare attività monotone, che mi riportano alla monotonia delle elementari, cose come dover ripetere gli stessi esercizi 40 volte anche se il concetto ormai mi era chiaro, ecc.

Comunque, uscito dalla depressione e casini relativi con cui mollai le superiori a metà, mi sono fatto forza e ho cercato di autoimpormi un senso di disciplina.
E' lì che è nato quello che la mia psicologa chiama "il giudice implacabile", un'entità che non mi perdona nessuno sbaglio.
io sono scettico relativamente a questa interpretazione.
Lei sostiene che io "doverizzi troppo" ogni attività, per questo poi le rimando, perché le carico troppo di significato. Per me non è "mandare un modulo compilato all'università", ma è "provare che sono in grado di mandare un modulo all'università".

Io comunque questa cosa la devo risolvere, se non la farò a breve sono fottuto. Per me la soluzione migliore è riuscire a star male quando non faccio le cose che devo fare, e smetterla di giustificarmi. Smetterla ad esempio di dire "vabbé navigo su internet 5 minuti e poi mi metto sotto". 5 minuti di internet diventano 2 ore e poi sono troppo stanco e s'è fatto tardi.


Come posso fare????
Vecchio 19-07-2012, 00:10   #2
Esperto
L'avatar di filosofo
 

Punire il comportamento negativo in sè e per sè non porta necessariamente all'adozione di condotte più funzionali. Può essere semplicamente "sangue versato" e basta.

Molto meglio "premiarci" quando facciamo un buon lavoro, quando rispettiamo le scadenze, quando operiamo con autodisciplina.

Stabilisci un piccolo premio, anche solo simbolico, ogni volta che riesci ad essere disciplinato. Così favorirai altre azioni disciplinate, ne sarai invogliato.

Per prima cosa metti nero su bianco tutte le cose che stai rimandando, a mò di elenco, e datti una scadenza ragionevole per ciascuna.
Un'ottima idea potrebbe essere quella di fissare un giorno specifico in cui "aggredirle" tutte, da mane a sera.
Vecchio 19-07-2012, 03:57   #3
Banned
 

la tua psicologa ha tremendamente ragione: hai una rigidità e un senso del dovere maniacale, direi. E' un DOC, ci scommetto.
Take it easty!
Si vive una sola volta e se tutti ci facessimo così tanti problemi non esisterebbe felicità, svago e passione. Solo lavoro e serietà, impegno e devozione, ma nessuna distrazione che possa allietare e colorare la nostra altrimenti grigia esistenza.
Devi essere più morbido e flessibile con te stesso, meno severo. Sembra quasi che tu voglia diventare l'ubermensch di Nietzsche
Se proprio non resisti dal porti dei limiti, allora per la forum-dipendenza potresti chiedere un ban temporaneo ai moderatori per disintossicarti un po' e guadagnare tempo. Poi abbandonare gli impegni più superflui ed impegnarti in quelli più seri
Vecchio 19-07-2012, 07:50   #4
Esperto
L'avatar di barclay
 

Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio
Come posso fare????
Posso solo consolarti dicendo che anch'io sono immerso nella procrestinazione fino al collo
Vecchio 19-07-2012, 08:11   #5
Esperto
L'avatar di Inosservato
 

Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio


Come posso fare????
potrei rispoderti ora ma.....

beh dai più avanti, tanto c'è tempo
Vecchio 19-07-2012, 09:48   #6
Banned
 

Ragazzi grazie delle risposte.
Molti dei vostri suggerimenti sono davvero utili.
Comunque questa mattina ho avuto una piccola illuminazione.
Il fatto è che sono scoglionato al lavoro, non ho grandi prospettive di vita sociale (o meglio, vita sociale ultimamente ne sto facendo ma mi soddisfa solo fino a un certo punto, avverto sempre una certa invisibilità, nonostante i miei sforzi di interagire e partecipare attivamente). In poche parole non ho sogni.

Oggi mi sono svegliato, avevo dormito bene e a lungo eppure non avevo alcuna voglia di alzarmi. Ho lasciato suonare la sveglia una seconda volta, prima di alzarmi. Prepararmi la colazione è stato difficilissimo. E all'improvviso ho capito.
Ho capito che non sto vivendo, ma sopravvivendo. Non ho motivo di svolgere le incombenze della vita, perché non ho gusto nella vita e non ho motivo di vivere.

Il problema è che la depressione, anche gli strascichi che a questo punto temo di avere addosso, è una brutta bestia, ti trascina nell'abulia e nell'anedonia, ti toglie la voglia di reagire e di tirarti fuori, quindi diventa un circolo vizioso.

La soluzione che ho in mente è di rompere il circolo vizioso, cercendo di utilizzare l'ampissima libertà e i vastissimi tempi di cui dispongo al lavoro per arricchirmi professionalmente. Mi chiesero di fare un sito (cosa che non è nelle mie competenze e capacità), potrei provare ad impegnarmi seriamente. Anche se non ci dovessi riuscire starei facendo qualcosa di costruttivo.

Grazie a tutti, vi tengo aggiornati sui progressi.
Vecchio 19-07-2012, 14:06   #7
Intermedio
L'avatar di avoidantDuck
 

Ciao Marco, devo dire che mi ritrovo in molto di quello che dici. Nel mio caso penso che la procrastinazione sia legata anche (ma non solo) alla paura di deludere gli altri. So che sembra strano ma finisco per darmi aspettative troppo alte e poi lo stress mi blocca.
Qualche settimana fa avevo aperto un topic sul fatto che dovevo fare un esame di chitarra elettrica e non risucivo a mettermi a studiare. In quel caso mi sono accorto che ero piu preoccupato di deludere il mio insegnante piuttosto che dell'esame in se. Vuoi sapere come è andata? Nonostante pensassi di essermi preparato poco, l'ho passato con dei buoni voti.

Pure io come te sto sopravvivendo. Ci sono tante cose che faccio senza voglia, che sono diventate dei doveri a cui non riesco a sottrarmi per non deludere altre persone, e che piano piano mi stanno prosciugando tutte le energie. Dobbiamo ritrovare il senso di ogni cosa che facciamo, capire se e perchè vogliamo farla. Penso che molte volte quando procrastiniamo è anche perchè abbiamo perso di vista le motivazioni e ci sentiamo "costretti" in quello che facciamo.
Vecchio 19-07-2012, 14:16   #8
Intermedio
L'avatar di lomboreb
 

Chi non fa niente è sempre stanco.
Chi è abituato a fare molto, avrà sempre voglia di fare di più.

Personalmente il momento peggiore per quanto riguarda le mie energie personali è quando ritorno a casa da lavoro alla sera.
Mi sono accorto che se mi rilasso sul letto quando rientro a casa, non ho più voglia di fare niente per tutto il resto della serata.
Se invece mi metto a fare le faccende di casa o vado a fare una corsa al parco, allora miracolosamente ritrovo le energie.

Provare per credere.
Vecchio 19-07-2012, 18:15   #9
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Quote:
Originariamente inviata da lomboreb Visualizza il messaggio
Chi non fa niente è sempre stanco.
Chi è abituato a fare molto, avrà sempre voglia di fare di più.

Personalmente il momento peggiore per quanto riguarda le mie energie personali è quando ritorno a casa da lavoro alla sera.
Mi sono accorto che se mi rilasso sul letto quando rientro a casa, non ho più voglia di fare niente per tutto il resto della serata.
Se invece mi metto a fare le faccende di casa o vado a fare una corsa al parco, allora miracolosamente ritrovo le energie.

Provare per credere.
E' vero, è un circolo vizioso. Il problema è romperlo! Non è così banale.
Di solito per romperlo devo stare male tanto che anche se non ho dormito più di 2 ore la notte, me ne sbatto altamente della stanchezza e comincio a far cose come un folle.
Vecchio 20-07-2012, 09:34   #10
Intermedio
L'avatar di lomboreb
 

Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio
E' vero, è un circolo vizioso. Il problema è romperlo! Non è così banale.
Di solito per romperlo devo stare male tanto che anche se non ho dormito più di 2 ore la notte, me ne sbatto altamente della stanchezza e comincio a far cose come un folle.
In questo modo però il tuo cervello lega il fatto che devi agire con il fatto che stai male.
Questo vuol dire che agirai solo quando starai male.

Prova invece ad usare uno stimolo positivo, invece che uno negativo.
Datti un premio ogni volta che sconfiggi la procrastinazione (basta poco, ma che sia di forte impatto emotivo per te).
In questo modo agirai molto più volentieri e non dovrai aspettare di stare male per farlo.
Vecchio 20-07-2012, 16:29   #11
Banned
 

Da sofferente di DOC: ho lo stesso esatto problema

IL dovere, o l'impegno a lungo termine, viene sentito come ossessione di cui liberarsi, e al tempo stesso rigidamente come imperativo categorico da assolvere nel miglior modo.

Per cui, se da un lato cerco di rimandare l'assoluzione del dovere fino all'ultimo, dall'altro questo dovere\impegno mi ossessiona come un tarlo nella testa, fino a che io non me ne sia ''liberato''(non lo abbia svolto nel migliore dei modi possibili)

Per esperienza, come è stato già detto, sicuramente questo meccanismo ossessivo copre una fortissima ansia inconscia e un desiderio come dire di fuga dall'impegno stesso che viene sentito come una camicia di forza.

A volte, nelle fasi ossessive più terribili, procrastino così tanto che praticamente lascio decidere al caso, immobilizzato completamente da dubbi ossessivi, altre volte mi sono ridotto a fare le cose all'ultimo momento e in modo arruffato, ma sempre con questo peso, questo senso del dovere patologico, ipertrofico.
Vecchio 24-07-2012, 11:42   #12
Esperto
L'avatar di barclay
 

Ripensando a questo thread, mi è sorta una domanda: come si distingue un dovere da una doverizzazione? Premesso che in ogni società umana esistono delle regole e tralasciando le norme giuridiche, sapreste farmi un esempio di comportamento obiettivamente scorretto non classificabile come doverizzazione?
Conosco la definizione di quel termine, ma continuo a scervellarmi per trovare una situazione in cui usare il verbo dovere non sia un pensiero disfunzionale

Ultima modifica di barclay; 24-07-2012 a 11:45.
Vecchio 24-07-2012, 12:04   #13
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

A mio avviso sentire dei doveri è naturale e sarebbe male non averne, ma questi doveri diventano doverizzazioni quando sono sentiti come qualcosa di irrinunciabile per avere di stima di sé e stare in pace con se stessi. Insomma "devo dare l'esame" è un dovere, "devo dare l'esame, altrimenti sono un fallimento, tanto vale che mi uccida, la vita non ha senso" è una doverizzazione. Questo almeno dice la Bibbia di Albert Ellis.
Vecchio 24-07-2012, 12:09   #14
Esperto
L'avatar di barclay
 

Quote:
Originariamente inviata da Moonwatcher Visualizza il messaggio
A mio avviso sentire dei doveri è naturale e sarebbe male non averne, ma questi doveri diventano doverizzazioni quando sono sentiti come qualcosa di irrinunciabile per avere di stima di sé e stare in pace con se stessi.
Questa parte mi è chiara, non lo è quella sulle doverizzazioni verso gli altri (o, come le chiama il mio analista, le aspettative)
Vecchio 24-07-2012, 12:22   #15
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

Quote:
Originariamente inviata da barclay Visualizza il messaggio
Questa parte mi è chiara, non lo è quella sulle doverizzazioni verso gli altri (o, come le chiama il mio analista, le aspettative)
Beh, verso gli altri più o meno è lo stesso, esempio: "avrei piacere che il mio amico si facesse sentire questo weekend dato che sa che sto poco bene ma se non lo fa è possibile anche che sia troppo occupato" è un'aspettativa realistica e flessibile, invece "se il mio amico non si fa sentire significa che non conto nulla per lui, che vada a morire ammazzato ", è ehm un tantino rigida come pretesa.
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