Beh, forse conviene anche assieme a Muttley cercare di fare il punto e di cavarci da questo piccolo impiccio noh?
Già in due cervelli pensanti ce la si fa secondo me! Poi sono un campione a risolvere i problemi (degli altri, non i miei! Classical bis!
E modesto! ahahahah)
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Originariamente inviata da Pablo's way
fraatello mio !
mi sta andando in pappa il cervello per colpa di questo retropeniero, ti capisco
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Però...c'è una cosa da dire che ha dell'imperfetto nel mio discorso. Mi autocito:
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Forse mi aspettavo di essere una persona rispettabile come tutti gli altri e invece scopro con disappunto che il Prossimo mi da scarsa considerazione (mi fido poco dei complimenti degli altri, non ho una bella vita dal mio punto di vista).
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Errore gravissimo di fondo: facciamoci l'esame di coscienza e lo dico non per me
MA PER VOI! Avete mai stuprato? Avete mai rubato? Avete mai commesso volutamente atti denigratori contro il prossimo? E se sì, in che quantità e con che frequenza? Orbene, vanno considerati persone civili perfino i carcerati saldato il loro debito con la giustizia e la società: perché mai dovremmo considerarci PERSONE POCO RISPETTABILI? Perché mai non dovremmo farci rispettare? Perché mai NON CI RISPETTIAMO? Cosa abbiamo commesso di così grave da essere differenti dagli altri?
O forse siamo noi che siamo classisti, poco modesti e VOGLIAMO considerarci diversi dagli altri...speciali. Sì lo so, è uno speciale negativo: ma se fosse poca modestia? Noi siamo come gli altri, non siamo diversi ed è arrogante considerarci diversi dagli altri. Smentitemi, se ce la fate! E se non ce la fate: testa alta e poca paura!
Come applicare questo mio sermone al mio caso (perdonatemi, ma conosco l'autore del thread! eheheh). Se ho incontrato delle persone che - sempre o magari solo in quella giornata - si sono comportate prima superficialmente (capire fischi per fiaschi e dare la colpa a me, pure ridacchiando...non dico ridendo in faccia) poi pateticamente (prima faccio il saccente e poi chiedo scusa e mi dispiaccio per «non poter fare di più»), beh, non è un problema mio. Loro hanno fatto la figura come IO ne avrò fatte: chi prima chi dopo, siamo uguali. A vedere bene hanno pure il diritto di essere maleducati, villani o cafoni tuttavia ledendo la mia persona ho il DOVERE verso me stesso di farlo notare (e-d-u-c-a-t-a-m-e-n-t-e!), anche molto chiaramente («Non capisco perché sia così infantile da fare risatine di fronte ad una persona che chiede aiuto», direi).
Sì, come si dice in dialetto veneto "bruza on po' el cueo" (brucia un po' l'ano) il trattamento ma non è forse una reazione umana e un'emozione? Il problema, forse (forse?
), è che NON vogliamo accettare alcune emozioni. Bisogna forse impegnarsi ad accettarle e non pensare sempre di essere il difetto della situazione? E qui torniamo sull'autostima.
Inter nos: mio papà ha un'autostima talmente smisurata che anche se desse del "mona" al Papa e gli tirasse un manrovescio (facile) direbbe che aveva ragione lui. Ma come cassiopea fa? Pagherei ad essere così, ma ovviamente tutto con un animo buono e gentile (e fidatevi che ho fatto passi ottimi con il comportamento: arrossisco almeno il 60% di meno ed è tutto un altro vivere!!! Meno arrossisci meno arrossirai, dato di fatto, a parte per periodi di bassissima autostima).