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Dove ho sbagliato oggi? Credo troppo nell'onore ferito?
Sta volta chiedo io lumi. TIE'! ;) Vado veloce perché per narrare la vicenda servono un sacco di caratteri: mi aspetto poche risposte, pochi temerari amano leggere tanto. eheheh Scusate il titolo vago, se sapessi di cosa sto parlando l'avrei scritto eheheh
PROLOGO Giornata come tante altre. Mi preparo lo zaino e vado in palestra, solita ora e mezza di sala pesi e mezz'ora di allenamento al sacco con la thai boxe. Allegro, mi cambio e passo al vicino centro di fisioterapia per fissare un trattamento medico di dieci giorni che mi è stato rilasciato dalla visita col fisiatra ventisei giorni prima (visita per dolore ginocchia e alluce rigido, due quesiti nella stessa visita). A mezzodì passato non c'è quasi nessuno, son con la felpa e accaldato, zaino e guantoni appesi sulle spalle. Do la lettera del fisiatra dicendo che «dovrei fare questa cura» ma sapendo come lavorano la maggior parte dei medici pongo delle domande preliminari perché «nulla va lasciato al caso». Taci che l'ho fatto, ne nasce il mio turbamento. IL FATTO Chiedo se il trattamento è per uno o per entrambe le ginocchia visto che "se devono amputarti la gamba destra ti tagliano la sinistra" e altri casi di malasanità: vige il principio "chiedo prima - non piango dopo". La persona mi dice che il PC segna un trattamento per il solo alluce al che dico «ma come...non dovrebbe essere per le ginocchia?» e mi dice che è scritto per l'alluce e lei - sportellista - non può cambiare la cura scritta sulla lettera del loro fisiatra (ma dddaiii? non può cambiarla nemmeno il fisioterapista, OVVIO). Le dico che è ovvio, le chiedo solo se è possibile parlare con il dottore per chiarire questo problemino visto che il dolore all'alluce è passato cambiando scarpe come mi aveva detto e il trattamentino costa solo 110 euro (ironic mode on). Va detto che la lettera del fisiatra - che non riporto ora - segna i due sintomi distinti e una cura, che però non è associata nello specifico né alle ginocchia né all'alluce quindi largo alla fantasia interpretativa. :ridacchiare: Insomma, ad un certo punto la signora, senza agitarsi, si rivolge un po' divertita ad una collega della mia stessa età che riordinava lo schedario e dice con una faccia ironica come io non ci fossi «non so più come spiegarglielo che non posso cambiare la prescrizione della terapia» e vedo che la ragazza ridacchia. Se fosse stato qualche anno fa sarei diventato viola e andato in panico, ora accuso il colpo della situazione ma mi rialzo come da un gancio al fegato e riprendo le redini del discorso (non dovrei dirlo ma...in puro stile assertivo!!! :mrgreen: ). Riesco a farle capire che NON VOGLIO che un addetto dello sportello cambi la prescrizione (cribbio, lo dici a me che sono più burocrate di Ermes di Futurama?! eheheh) e allora mi dice «provo a ricontrollare se c'è un errore» e varie cose, frugando nello schedario e al PC: chiede perfino ad una collega che passava per avere più pareri. La situazione ritorna a "mio favore". Io le dico, amichevolmente, che non deve disturbarsi così tanto, che è gentile, che il medico è bravo e capace e lei dice «eh, ma anche i dottori si sbagliano» (prende le mie difese?!) e - tirando le somme sennò morite di sonno - finisce che mi da la lista degli appuntamenti del medico così posso parlargli al volo. Alla fine si scusa del disagio, io le dico «quale disagio? anzi, grazie e scusatemi del casino»...mi scappa la parolaccia casino pure. Piglio ed esco, un po' allegro ma anche discretamente turbato-agitatello. ERA ORA SI ARRIVASSE ALLE CONCLUSIONI (SIC!) Dove voglio andare a parare. La cosa che mi ha dato fastidio è che: 1) o ho la faccia da mona (ma raramente te la danno con i guantoni sulla groppa...e non lo dico per bullarmi, ma per motivi verificati) 2) o sono troppo sensibile ed esigente sulla mia persona (diagnosticato, soffro entro i limiti di DOCP, disturbo ossessivo compulsivo di personalità, ridimensionato egregiamente...ma non del tutto sembrerebbe). 3) spesso gli addetti allo sportello pensano che l'utente/cliente sia incompetente, non essendo il suo lavoro e "non se ne intenda" o non sappia quel che dice: quindi bado poco a cosa dice nello specifico e ho già capito a priori cosa vuole (che io gli cambi prenotazione del fisiatra! eheheh) Ora mi ritrovo nella situazione che dovrei studiare un po' di hiragana ma ho lasciato perdere perché torno sempre a pensare alla situazione di prima (DOCP?) e non ho la mente libera per concentrarmi. Sto analizzando che la cosa, se non l'unica cosa, che mi ha turbato è la risatella della ragazza. Diciamo che pur non avendo attrazione per questa ragazza - è carina e DAVVERO gentilissima e paziente - mi ha dato fastidio che abbia riso della mia situazione: va detto che chi non capiva era la donna alla reception e infatti alla fine era tutta un «scusa» e un «mi spiace non possa fare niente di più». Ma porca Eva! :pensando: Perché sto continuando a ripescare sto episodio? DAT QUESTION A parte che parlarne per duemila righe già mi ha riappacificato, secondo voi dove sta l'inghippo di questo "andarci a ripensare" e sentirsi vergognoso, un pirla, uno "sfigato"? Mi sento sporco, come quando ho ammaccato l'auto dei miei. COLPEVOLE è il titolo adatto che mi darei. Ma de che? Non capisco... Tutti i pensieri tornano alla tizia "coetanea" (ripeto: non ci faccio il filo, anche se comunque è gradevole): perché così gentile ha fatto la risatina di rimando? Ero così patetico e ridicolo? Ho visto scene di persone anziane che andavano in confusione su cose ovvie - e NON è reato, non importa - e niente risatine. Tra l'altro la donna s'è scusata alla fine, ammettendo qualche tipo di errore del quale non può essere partecipe in alcun modo (è una mera esecutrice di "scartoffie", lo so pure io). Forse mi aspettavo di essere una persona rispettabile come tutti gli altri e invece scopro con disappunto che il Prossimo mi da scarsa considerazione (mi fido poco dei complimenti degli altri, non ho una bella vita dal mio punto di vista). |
Re: Dove ho sbagliato oggi? Credo troppo nell'onore ferito?
Forse non ha riso DI TE, ma ha fatto solo una risatina di rimando alla collega dopo che, probabilmente, stava diventand scema ed annoiata a mettere in ordine lo schedario :)
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Re: Dove ho sbagliato oggi? Credo troppo nell'onore ferito?
Prima di tutto: grazie e complimentoni per aver letto la pappardella. ;)
E' la stessa cosa che ho pensato pure io, tendo sempre a mettermi tra i colpevoli o ad incolparmi (e non mi piace, non perché mi faccio del male ma perché è un atto di egoismo e di "sempre te al centro di tutto eh?"). Però ho guardato la persona con la quale parlavo al 90% del tempo e non ho ben capito se la risata fosse proseguita. Più che altro perché ero servito solo io quindi si sentiva bene di cosa si parlava, non c'erano altri argomenti APPARENTEMENTE. Boh, forse c'era qualche affaire con lo schedario, quando sono arrivato stavano istruendo una tizia "nuova", forse come dici te può essere che io fossi l'ennesimo che sollevava un problema simile e si rideva della coincidenza...ma attenzione perché la donna ha detto "non so più come fargli capire che non posso cambiare la prescrizione" (riflettendo mi fa incazzare di passare per "mona", so benissimo come funziona la burocrazia per diamine :ridacchiare:). |
Re: Dove ho sbagliato oggi? Credo troppo nell'onore ferito?
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Re: Dove ho sbagliato oggi? Credo troppo nell'onore ferito?
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Re: Dove ho sbagliato oggi? Credo troppo nell'onore ferito?
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http://www.fobiasociale.com/disturbo...onalita-22365/ |
Re: Dove ho sbagliato oggi? Credo troppo nell'onore ferito?
Grazie anche a te e stessi complimenti di cui sopra eheheheh
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Re: Dove ho sbagliato oggi? Credo troppo nell'onore ferito?
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Re: Dove ho sbagliato oggi? Credo troppo nell'onore ferito?
Caro Dottore: io e te potremmo essere fratelli a quel che leggo...
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Re: Dove ho sbagliato oggi? Credo troppo nell'onore ferito?
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Re: Dove ho sbagliato oggi? Credo troppo nell'onore ferito?
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Re: Dove ho sbagliato oggi? Credo troppo nell'onore ferito?
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Re: Dove ho sbagliato oggi? Credo troppo nell'onore ferito?
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Re: Dove ho sbagliato oggi? Credo troppo nell'onore ferito?
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Re: Dove ho sbagliato oggi? Credo troppo nell'onore ferito?
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Re: Dove ho sbagliato oggi? Credo troppo nell'onore ferito?
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Sù dai, non diagnosticatevi disturbi l'un l'altro (lol), c'è solo un Dottore (precisamente) in questo thread a cui prestare attenzione e diffidate da imitazioni. |
Re: Dove ho sbagliato oggi? Credo troppo nell'onore ferito?
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N.B. Ovvio che il mio nick è scherzoso, però lo specifico che son dottore in altre cose ma non in medicina perché m'è stato chiesto più volte in chat di dare "consigli mirati" visto che son...dottore. UH! eheheheh |
Re: Dove ho sbagliato oggi? Credo troppo nell'onore ferito?
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Ah, comunque ti lascio alle cure del dottor muttley. Fidati di lui, non ti farà spendere nemmeno un euro per le sedute: diagnosi e terapia tutte online, senza manco sapere chi sei :mrgreen: |
Re: Dove ho sbagliato oggi? Credo troppo nell'onore ferito?
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Quanto alla domanda del dottore direi che fino a qualche tempo fa mi capitava spessissimo...per fare un parallelo col tuo episodio ti potrei raccontare che poco fa sono andato in palestra e ho chiesto un favore ai tizi della reception (ovvero che mi tenessero in custodia un oggetto) poi, tornato al desk ho chiesto di avere indietro l'oggetto e nel salutarli mi è parso di intravedere delle risatine sui loro volti, del resto sono giorni che li faccio penare con richieste estenuanti (diminuire la temperatura dei caloriferi, accendere l'aria condizionata, abbassare il volume della musica tamarra che mettono in sottofondo, rifiutare categoricamente tutte le promozioni dopo aver fatto finta di accettarle e molto altro) per cui verrebbe facile pensare di essere diventato il loro zimbello personale, il cliente strano, instabile ma del resto che mi potrebbe fregare? La verità non la saprò mai, di sicuro non verrano a dirmela per timore di perdermi come cliente, di conseguenza meglio non pensarci oppure pensare il contrario, che non ridono affatto di me, che sono i soliti pensieri disfunzionali, che è meglio restare sereni tanto non giungerò mai a una risposta...il concetto è insomma dato dal fatto che solo noi siamo i depositari del nostro benessere psichico e siamo liberi di cedere alle tentazioni del pensiero negativo come a quelle del pensiero positivo. Tra le due quale scegliamo? Quelle che ci fanno stare meglio direi...ovviamente non è un processo di acquisizione rapido e immediato, bisogna confrontarsi coi residui dell'inconscio (tanto venerato dal tenente), con le abitudini emotive pregresse e dure a morire. Nulla si apprende dall'oggi al domani e con facilità, nemmeno la modifica della propria interiorità. |
Re: Dove ho sbagliato oggi? Credo troppo nell'onore ferito?
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Spendo anche due parole su Muttley: non so se la tua descrizione in palestra calcasse veramente la realtà, tuttavia le tue richieste sono legittime e vige sempre il fatto che una persona infastidita (per il principio di assertività) deve dirti «guarda, faresti troppe richieste e non riusciamo ad esaudirle tutte: per favore, potresti portare più pazienza vista che siamo in un luogo pubblico (e non possiamo esaudire contemporaneamente chi ci dice di alzare il volume e chi abbassarlo)?». E qui cito lo strizza che mi diceva che se uno sta zitto il problema è tutto suo, anche se il suo interlocutore è un maleducato. Esempio: il vicino ha sempre lo stereo a manetta e io protesto SENZA dirgli niente. Magari il vicino NON SA che sta disturbando e SE glielo avessi detto avrebbe riconosciuto l'errore (tanti sono "inconsapevoli maleducati", può essere che lo sia anch'io eh!). Quindi secondo me se non ti viene detto niente vuol dire che niente c'è. Anche perché mi sembri una persona intelligente che sa se veramente è un po' troppo esigente oppure ha richieste legittime: chiamasi esperienza che si costruisce crescendo negli anni (un bambino non sa che non deve urlare negli uffici pubblici, per esempio: non ha ancora esperienza). Comunque sottolineo che è la "sensazione dell'esser un molestatore-insoddisfatto" che CI uccide. E qui rientra come diceva Muttley tanto la sensibilità personale QUANTO il fatto di esserci sempre fatti passare per inadeguati da chi ci ha "allevati" (per alcuni genitori siamo quasi bestie: ci vogliono bene, ma andiamo coltivati più che cresciuti). Parlo per me: mi ricordo che pur avendo sempre voti buoni o ottimi a scuola quando i genitori di amici ci trovavano per strada e mi chiedevano «Come va a scuola?» o mia mamma ma spesso e volentieri mio papà diceva «Potrebbe fare di più!» (anche se avevo distinto o ottimo!!!). E lo dico per portare una tesi sulla mia teoria, non per farmi compatire: ci tengo a chiarirlo, non voglio ANCHE sembrare patetico! :mrgreen: Quote:
PER QUANTO RIGUARDA LA VICENDA DEL THREAD: AGGIORNAMENTO Stamattina mi sveglio di cattivo umore e con un peso sul petto (ideale, non reale!) per la vicenda della "risata" e mi dico: ma stiamo scherzando? Capisco avessi ammaccato la macchina (è una mia paura, visto lo schifo di guidatori - me compreso - che circolano a Padova) ma qua se ne fa una tragedia. Ok, ti da fastidio: basta adesso. E ho mutato la depressione e l'umiliazione (bah, manco mi avessero deriso in cento) con il fatto che CHI si è scusato alla fine è stato chi prima rideva. COme direbbe il mio ex strizza: secondo te, da persona intelligente, CHI doveva vergognarsi di QUALE comportamento? Il tuo o di chi mal interpreta cosa gli viene detto. Tradotto: quando andrò a parlare dal dottore, a parte che come dice Muttley farò la figura del casinaro e di chi è sempre insoddisfatto-pretenzioso (ma CHI ha il servizio troncato a metà? chiediamocelo) e probabilmente pur di salvare "la faccia" il dottore dirà che IO ho capito male (e ho prove TANGIBILI per dimostrare di essere nel giusto, scritte, firmate e timbrate) e che non ho appuntamento e gli faccio perdere tempo... Bon, dicevo: cosa farò? Io mi presenterò, con la faccia di chi non causa rogne ma vuole capire di più. Avrò interlocutori maleducati? Bon, nessuno li vorrebbe, che si arrabbino pure io sarò educato e non farò perdere più tempo del dovuto ma voglio comunque capire visto che è un mio diritto (sono COMUNQUE un paziente e VOGLIO essere seguito come tale, non come un CLIENTE!!!). Se non ci sarà punto di contatto io la mia diagnosi ce l'ho: prendo e vado a farmi la terapia da un fisioterapista privato. E là non mi vedono più, però, e non per ripicca ma perché mi trovo davvero malino (anche se è uno dei pochi centri "seri"). Cosa che mi scoccia: non andrò più per non ritrovare quelle persone che "me l'hanno fatta" e si sono trovati la ragione? Oppure perché realmente non sono soddisfatto. Io dico la seconda con il cuore in mano...ma mi starò ingannando? (e questo è un CLASSICO ragionamento da chi soffre di DOCP, fidatevi!!! Uno spasso eheheheh Classical, come dice Chino Moreno ahahah) |
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