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Vecchio 24-04-2014, 16:58   #1
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L'avatar di Dottore Malato
 

Sta volta chiedo io lumi. TIE'! Vado veloce perché per narrare la vicenda servono un sacco di caratteri: mi aspetto poche risposte, pochi temerari amano leggere tanto. eheheh Scusate il titolo vago, se sapessi di cosa sto parlando l'avrei scritto eheheh

PROLOGO
Giornata come tante altre. Mi preparo lo zaino e vado in palestra, solita ora e mezza di sala pesi e mezz'ora di allenamento al sacco con la thai boxe. Allegro, mi cambio e passo al vicino centro di fisioterapia per fissare un trattamento medico di dieci giorni che mi è stato rilasciato dalla visita col fisiatra ventisei giorni prima (visita per dolore ginocchia e alluce rigido, due quesiti nella stessa visita).
A mezzodì passato non c'è quasi nessuno, son con la felpa e accaldato, zaino e guantoni appesi sulle spalle. Do la lettera del fisiatra dicendo che «dovrei fare questa cura» ma sapendo come lavorano la maggior parte dei medici pongo delle domande preliminari perché «nulla va lasciato al caso». Taci che l'ho fatto, ne nasce il mio turbamento.

IL FATTO
Chiedo se il trattamento è per uno o per entrambe le ginocchia visto che "se devono amputarti la gamba destra ti tagliano la sinistra" e altri casi di malasanità: vige il principio "chiedo prima - non piango dopo". La persona mi dice che il PC segna un trattamento per il solo alluce al che dico «ma come...non dovrebbe essere per le ginocchia?» e mi dice che è scritto per l'alluce e lei - sportellista - non può cambiare la cura scritta sulla lettera del loro fisiatra (ma dddaiii? non può cambiarla nemmeno il fisioterapista, OVVIO). Le dico che è ovvio, le chiedo solo se è possibile parlare con il dottore per chiarire questo problemino visto che il dolore all'alluce è passato cambiando scarpe come mi aveva detto e il trattamentino costa solo 110 euro (ironic mode on). Va detto che la lettera del fisiatra - che non riporto ora - segna i due sintomi distinti e una cura, che però non è associata nello specifico né alle ginocchia né all'alluce quindi largo alla fantasia interpretativa.
Insomma, ad un certo punto la signora, senza agitarsi, si rivolge un po' divertita ad una collega della mia stessa età che riordinava lo schedario e dice con una faccia ironica come io non ci fossi «non so più come spiegarglielo che non posso cambiare la prescrizione della terapia» e vedo che la ragazza ridacchia. Se fosse stato qualche anno fa sarei diventato viola e andato in panico, ora accuso il colpo della situazione ma mi rialzo come da un gancio al fegato e riprendo le redini del discorso (non dovrei dirlo ma...in puro stile assertivo!!! ).
Riesco a farle capire che NON VOGLIO che un addetto dello sportello cambi la prescrizione (cribbio, lo dici a me che sono più burocrate di Ermes di Futurama?! eheheh) e allora mi dice «provo a ricontrollare se c'è un errore» e varie cose, frugando nello schedario e al PC: chiede perfino ad una collega che passava per avere più pareri. La situazione ritorna a "mio favore". Io le dico, amichevolmente, che non deve disturbarsi così tanto, che è gentile, che il medico è bravo e capace e lei dice «eh, ma anche i dottori si sbagliano» (prende le mie difese?!) e - tirando le somme sennò morite di sonno - finisce che mi da la lista degli appuntamenti del medico così posso parlargli al volo. Alla fine si scusa del disagio, io le dico «quale disagio? anzi, grazie e scusatemi del casino»...mi scappa la parolaccia casino pure. Piglio ed esco, un po' allegro ma anche discretamente turbato-agitatello.

ERA ORA SI ARRIVASSE ALLE CONCLUSIONI (SIC!)
Dove voglio andare a parare. La cosa che mi ha dato fastidio è che:
1) o ho la faccia da mona (ma raramente te la danno con i guantoni sulla groppa...e non lo dico per bullarmi, ma per motivi verificati)
2) o sono troppo sensibile ed esigente sulla mia persona (diagnosticato, soffro entro i limiti di DOCP, disturbo ossessivo compulsivo di personalità, ridimensionato egregiamente...ma non del tutto sembrerebbe).
3) spesso gli addetti allo sportello pensano che l'utente/cliente sia incompetente, non essendo il suo lavoro e "non se ne intenda" o non sappia quel che dice: quindi bado poco a cosa dice nello specifico e ho già capito a priori cosa vuole (che io gli cambi prenotazione del fisiatra! eheheh)
Ora mi ritrovo nella situazione che dovrei studiare un po' di hiragana ma ho lasciato perdere perché torno sempre a pensare alla situazione di prima (DOCP?) e non ho la mente libera per concentrarmi. Sto analizzando che la cosa, se non l'unica cosa, che mi ha turbato è la risatella della ragazza. Diciamo che pur non avendo attrazione per questa ragazza - è carina e DAVVERO gentilissima e paziente - mi ha dato fastidio che abbia riso della mia situazione: va detto che chi non capiva era la donna alla reception e infatti alla fine era tutta un «scusa» e un «mi spiace non possa fare niente di più». Ma porca Eva! Perché sto continuando a ripescare sto episodio?

DAT QUESTION
A parte che parlarne per duemila righe già mi ha riappacificato, secondo voi dove sta l'inghippo di questo "andarci a ripensare" e sentirsi vergognoso, un pirla, uno "sfigato"? Mi sento sporco, come quando ho ammaccato l'auto dei miei. COLPEVOLE è il titolo adatto che mi darei. Ma de che? Non capisco...

Tutti i pensieri tornano alla tizia "coetanea" (ripeto: non ci faccio il filo, anche se comunque è gradevole): perché così gentile ha fatto la risatina di rimando? Ero così patetico e ridicolo? Ho visto scene di persone anziane che andavano in confusione su cose ovvie - e NON è reato, non importa - e niente risatine. Tra l'altro la donna s'è scusata alla fine, ammettendo qualche tipo di errore del quale non può essere partecipe in alcun modo (è una mera esecutrice di "scartoffie", lo so pure io). Forse mi aspettavo di essere una persona rispettabile come tutti gli altri e invece scopro con disappunto che il Prossimo mi da scarsa considerazione (mi fido poco dei complimenti degli altri, non ho una bella vita dal mio punto di vista).
Vecchio 24-04-2014, 17:09   #2
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Forse non ha riso DI TE, ma ha fatto solo una risatina di rimando alla collega dopo che, probabilmente, stava diventand scema ed annoiata a mettere in ordine lo schedario
Vecchio 24-04-2014, 17:16   #3
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Prima di tutto: grazie e complimentoni per aver letto la pappardella.
E' la stessa cosa che ho pensato pure io, tendo sempre a mettermi tra i colpevoli o ad incolparmi (e non mi piace, non perché mi faccio del male ma perché è un atto di egoismo e di "sempre te al centro di tutto eh?"). Però ho guardato la persona con la quale parlavo al 90% del tempo e non ho ben capito se la risata fosse proseguita. Più che altro perché ero servito solo io quindi si sentiva bene di cosa si parlava, non c'erano altri argomenti APPARENTEMENTE. Boh, forse c'era qualche affaire con lo schedario, quando sono arrivato stavano istruendo una tizia "nuova", forse come dici te può essere che io fossi l'ennesimo che sollevava un problema simile e si rideva della coincidenza...ma attenzione perché la donna ha detto "non so più come fargli capire che non posso cambiare la prescrizione" (riflettendo mi fa incazzare di passare per "mona", so benissimo come funziona la burocrazia per diamine ).
Vecchio 24-04-2014, 17:21   #4
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o sono troppo sensibile ed esigente sulla mia persona (diagnosticato, soffro entro i limiti di DOCP, disturbo ossessivo compulsivo di personalità, ridimensionato egregiamente...ma non del tutto sembrerebbe).
Probabilmente si...comunque avresti molti simili qui, a cominciare dal top poster


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secondo voi dove sta l'inghippo di questo "andarci a ripensare" e sentirsi vergognoso, un pirla, uno "sfigato"? Mi sento sporco, come quando ho ammaccato l'auto dei miei. COLPEVOLE è il titolo adatto che mi darei. Ma de che? Non capisco...
Di nulla a mio modesto avviso. Trattasi di uno schema emotivo interiorizzato probabilmente agli albori dello sviluppo della tua personalità, questo dipendere dal giudizio e dall'approvazione altrui...ora io non so come tu sia giunto ad elaborare il rapporto con gli altri in questa maniera, ma resta il fatto che è possibile ri-apprendere nuovi e ulteriori schemi emotivi, meno negativi, meno autosvalutanti e dipendenti dalle reazioni delle altre persone. Il modo di vivere le proprie emozioni e la propria interiorità in generale è qualcosa che si apprende e, così come l'abbiamo appreso in tenera età, possiamo apprenderne di nuovi, di più funzionali al nostro benessere psichico. Lo svantaggio è che, diversamente da quando eravamo bambini e in sostanza dei "fogli bianchi su cui scrivere", oggi siamo portatori di un complesso di acquisizioni interiori che ci rende difficile affrancarci dagli schemi passati però dalla nostra possediamo il vantaggio di essere più maturi e consapevoli, potenzialmente in grado di "riscrivere" la nostra interiorità.
Vecchio 24-04-2014, 17:34   #5
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Probabilmente si...comunque avresti molti simili qui, a cominciare dal top poster
Invece l'utente che ho quotato soffre di DODD (Disturbo Ossessivo da Diagnosi a Distanza)
Vecchio 24-04-2014, 17:36   #6
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Invece l'utente che ho quotato soffre di DODD (Disturbo Ossessivo da Diagnosi a Distanza)
Mi fido delle autodiagnosi

http://www.fobiasociale.com/disturbo...onalita-22365/
Vecchio 24-04-2014, 17:38   #7
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Grazie anche a te e stessi complimenti di cui sopra eheheheh
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Lo svantaggio è che, diversamente da quando eravamo bambini e in sostanza dei "fogli bianchi su cui scrivere", oggi siamo portatori di un complesso di acquisizioni interiori che ci rende difficile affrancarci dagli schemi passati però dalla nostra possediamo il vantaggio di essere più maturi e consapevoli, potenzialmente in grado di "riscrivere" la nostra interiorità.
Questo è un concetto che mi è chiarissimo fin da subito: sembra facile accudire i propri figli ma molti non si rendono conto che basta un niente (uno schiaffo dato troppo spesso e per nulla, aver paura dell'acqua e non fare andare il bimbo/a a nuotare, et c.) per disastrare una vita intera. Da cresciuti ci vuole un carro armato per riscrivere queste pagine.
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Trattasi di uno schema emotivo interiorizzato probabilmente agli albori dello sviluppo della tua personalità, questo dipendere dal giudizio e dall'approvazione altrui...ora io non so come tu sia giunto ad elaborare il rapporto con gli altri in questa maniera,
Lo so che sembro (o sono) cattivo, ma purtroppo più di una volta e lo stesso psicologo l'ha sottolineato che ahimè sono imputabili - almeno nel mio caso - due persone nella mia attuale personalità: e non lo dico per scaricare "la colpa" (il doc mi disse che non si può parlare di colpa) sui...miei, ahimè... Se uniamo anche il "fresco" caso della mia ex fidanzata...ammetto di aver poca fiducia nel prossimo. Essere stato ben battuto da bambino e ricevere 90% di rimproveri e 10% di complimenti non è stato un buon fondamento per la mia autostima (se ne accorgono TUTTI che non ho autostima, dev'essere MOLTO evidente mi chiedo! ). Mi vergogno a dir queste cose, perché sembra (o sto?) imputando di colpe mie altre persone.
Quote:
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resta il fatto che è possibile ri-apprendere nuovi e ulteriori schemi emotivi, meno negativi, meno autosvalutanti e dipendenti dalle reazioni delle altre persone.
Domanda da un milione di dollari o meglio da parcella di strizzacervelli: sai dirmi di più su questo argomento? Hai ribeccato comunque: vorrei evitare, non sai quanto VORREI evitarlo, ma dipendo ENORMEMENTE dal giudizio altrui. Esempio: se qualcuno mi dice in palestra (boh, mai successo) che faccio schifo sto a pensarci e mi verrebbe da mollare tutto; un tizio che è dannatamente simpatico mi dice sempre "varda qua Tyson" (per l'allenamento al sacco) e son sicuro (?!) che lo dice per scherzo e per il solo fatto di fare il pugile ma ho sempre l'impressione MALATA che mi stia prendendo per i fondelli perché faccio male. Se però uno mi dice "per me sei gay" (come offesa, stupidamente) NON mi offendo per nulla. Semrba insomma che su alcune cose son sicuro (sessualita, per esempio) ma sul 90% delle altre no. Che mi rimanda ai miei genitori e alla loro statistica 90%-10% che dicevo. UFFF, che scatole!

Ultima modifica di Dottore Malato; 24-04-2014 a 17:40.
Vecchio 24-04-2014, 17:41   #8
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Come si chiama il disturbo che rende difficile leggere le emoticon alla fine dei post e capire quando uno scherza?
Vecchio 24-04-2014, 17:42   #9
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Caro Dottore: io e te potremmo essere fratelli a quel che leggo...
Vecchio 24-04-2014, 17:43   #10
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Invece l'utente che ho quotato soffre di DODD (Disturbo Ossessivo da Diagnosi a Distanza)
Beh, se usato con intelligenza e senza ergersi a dottori senza laurea è un gran ottimo disturbo! ehehehehehehehe
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Caro Dottore: io e te potremmo essere fratelli a quel che leggo...
Spero per te di NO, vallà! ahahahahah Beh, da un punto di vista educativo-relazionale potrebbe essere una cosa ottima per...cambiare le nostre vite? Sarò anche ambizioso, ma puoi negare che potrei anche aver ragione? Volere è potere e se ragioniamo insieme... Io il DOCP non voglio assolutamente cancellarlo: la massima precisione, se tenuta sotto controllo. è una manna che rende bene (lavori ben fatti, gente che torna contenta per i lavori eseguiti, dannazione eterna della propria mente...oddio, sembra ne guadagnino più gli "altri" dal DOCP che noi stessi AHAHAHAHA)

Ultima modifica di Dottore Malato; 24-04-2014 a 17:45.
Vecchio 24-04-2014, 17:44   #11
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Come si chiama il disturbo che rende difficile leggere le emoticon alla fine dei post e capire quando uno scherza?
il problema è che già mi ero fatto un'idea del genere anche senza averlo letto
Vecchio 24-04-2014, 17:44   #12
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Beh, se usato con intelligenza e senza ergersi a dottori senza laurea è un gran ottimo disturbo! ehehehehehehehe
Capito, muttley?

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il problema è che già mi ero fatto un'idea del genere anche senza averlo letto
Andare a leggere ciò che già conferma le idee preconcette: come si chiama quest'altro disturbo?
Vecchio 24-04-2014, 17:49   #13
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Capito, muttley?
Intanto però c'ho preso, abbiamo pure un trascorso famigliare simile



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Andare a leggere ciò che già conferma le idee preconcette: come si chiama quest'altro disturbo?
Non saprei: ricerca e amore per la verità?
Vecchio 24-04-2014, 17:53   #14
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Intanto però c'ho preso, abbiamo pure un trascorso famigliare simile
Come si chiama il disturbo che porta il paziente a millantare informazioni che non può conoscere?
Vecchio 24-04-2014, 17:55   #15
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Come si chiama il disturbo che porta il paziente a millantare informazioni che non può conoscere?
Come si chiama il disturbo che porta a il paziente a dubitare di tutto quello con cui non è d'accordo?
Vecchio 24-04-2014, 18:01   #16
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L'avatar di Pluvia
 

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Come si chiama il disturbo che rende difficile leggere le emoticon alla fine dei post e capire quando uno scherza?
Sindrome di Asperger?


Sù dai, non diagnosticatevi disturbi l'un l'altro (lol), c'è solo un Dottore (precisamente) in questo thread a cui prestare attenzione e diffidate da imitazioni.
Vecchio 24-04-2014, 18:01   #17
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Intanto però c'ho preso, abbiamo pure un trascorso famigliare simile
Evvvvvvai! Evvvvviva! Vedo che te ne intendi! Ma dici che potrebbe essere capitata a te una cosa del genere?
Quote:
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Come si chiama il disturbo che porta il paziente a millantare informazioni che non può conoscere?
Come si chiama il disturbo che porta un utente con quasi 42 mila messaggi ad andare off topic? Spetta, rispondo io: spammer! (AHAHAHAHAH )

N.B. Ovvio che il mio nick è scherzoso, però lo specifico che son dottore in altre cose ma non in medicina perché m'è stato chiesto più volte in chat di dare "consigli mirati" visto che son...dottore. UH! eheheheh

Ultima modifica di Dottore Malato; 24-04-2014 a 18:04.
Vecchio 24-04-2014, 18:05   #18
Esperto
 

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Originariamente inviata da Dottore Malato Visualizza il messaggio
Come si chiama il disturbo che porta un utente con quasi 50 mila messaggi ad andare off topic? Spetta, rispondo io: spammer! (AHAHAHAHAH )
Se va OT uno con 9000 e passa post non è un disturbo, invece?

Ah, comunque ti lascio alle cure del dottor muttley. Fidati di lui, non ti farà spendere nemmeno un euro per le sedute: diagnosi e terapia tutte online, senza manco sapere chi sei
Vecchio 24-04-2014, 21:55   #19
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L'avatar di muttley
 

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Originariamente inviata da Dottore Malato Visualizza il messaggio
Evvvvvvai! Evvvvviva! Vedo che te ne intendi! Ma dici che potrebbe essere capitata a te una cosa del genere?
Vedi Winston, abbiamo anche la conferma da parte del paziente
Quanto alla domanda del dottore direi che fino a qualche tempo fa mi capitava spessissimo...per fare un parallelo col tuo episodio ti potrei raccontare che poco fa sono andato in palestra e ho chiesto un favore ai tizi della reception (ovvero che mi tenessero in custodia un oggetto) poi, tornato al desk ho chiesto di avere indietro l'oggetto e nel salutarli mi è parso di intravedere delle risatine sui loro volti, del resto sono giorni che li faccio penare con richieste estenuanti (diminuire la temperatura dei caloriferi, accendere l'aria condizionata, abbassare il volume della musica tamarra che mettono in sottofondo, rifiutare categoricamente tutte le promozioni dopo aver fatto finta di accettarle e molto altro) per cui verrebbe facile pensare di essere diventato il loro zimbello personale, il cliente strano, instabile ma del resto che mi potrebbe fregare? La verità non la saprò mai, di sicuro non verrano a dirmela per timore di perdermi come cliente, di conseguenza meglio non pensarci oppure pensare il contrario, che non ridono affatto di me, che sono i soliti pensieri disfunzionali, che è meglio restare sereni tanto non giungerò mai a una risposta...il concetto è insomma dato dal fatto che solo noi siamo i depositari del nostro benessere psichico e siamo liberi di cedere alle tentazioni del pensiero negativo come a quelle del pensiero positivo. Tra le due quale scegliamo? Quelle che ci fanno stare meglio direi...ovviamente non è un processo di acquisizione rapido e immediato, bisogna confrontarsi coi residui dell'inconscio (tanto venerato dal tenente), con le abitudini emotive pregresse e dure a morire. Nulla si apprende dall'oggi al domani e con facilità, nemmeno la modifica della propria interiorità.
Vecchio 25-04-2014, 12:22   #20
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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
per fare un parallelo col tuo episodio ti potrei raccontare che poco fa sono andato in palestra e ho chiesto un favore ai tizi della reception (ovvero che mi tenessero in custodia un oggetto) poi, tornato al desk ho chiesto di avere indietro l'oggetto e nel salutarli mi è parso di intravedere delle risatine sui loro volti, del resto sono giorni che li faccio penare con richieste estenuanti (diminuire la temperatura dei caloriferi, accendere l'aria condizionata et c.
Eh! Hai colpito a segno. Anch'io ho questa impressione di me, ovvero che in questo centro di fisioterapia sono quello che arriva e ha mille richieste e insoddisfazioni (voglio alle 10 di mattina ma solo i giorni dispari e con la tal tipa che porti magari un bel vestito scollatissimo ). Poi però mi fermo e dico: caspita, sono andato 4 volte (di cui una per un prelievo) in tre anni e con i fisiatri mi son trovato pure male perché - tanto per cambiare! - non mi hanno risolto il problema (manco si sono avvicinati a risolverlo). Porco cane mi dico, alla fine ne risulta che il danneggiato sono io, altro che...! E non lo dico "per darmi ragione" (che è una cosa umiliantissima da fare, credetemi, il darsi ragione!)
Spendo anche due parole su Muttley: non so se la tua descrizione in palestra calcasse veramente la realtà, tuttavia le tue richieste sono legittime e vige sempre il fatto che una persona infastidita (per il principio di assertività) deve dirti «guarda, faresti troppe richieste e non riusciamo ad esaudirle tutte: per favore, potresti portare più pazienza vista che siamo in un luogo pubblico (e non possiamo esaudire contemporaneamente chi ci dice di alzare il volume e chi abbassarlo)?». E qui cito lo strizza che mi diceva che se uno sta zitto il problema è tutto suo, anche se il suo interlocutore è un maleducato. Esempio: il vicino ha sempre lo stereo a manetta e io protesto SENZA dirgli niente. Magari il vicino NON SA che sta disturbando e SE glielo avessi detto avrebbe riconosciuto l'errore (tanti sono "inconsapevoli maleducati", può essere che lo sia anch'io eh!). Quindi secondo me se non ti viene detto niente vuol dire che niente c'è. Anche perché mi sembri una persona intelligente che sa se veramente è un po' troppo esigente oppure ha richieste legittime: chiamasi esperienza che si costruisce crescendo negli anni (un bambino non sa che non deve urlare negli uffici pubblici, per esempio: non ha ancora esperienza).

Comunque sottolineo che è la "sensazione dell'esser un molestatore-insoddisfatto" che CI uccide. E qui rientra come diceva Muttley tanto la sensibilità personale QUANTO il fatto di esserci sempre fatti passare per inadeguati da chi ci ha "allevati" (per alcuni genitori siamo quasi bestie: ci vogliono bene, ma andiamo coltivati più che cresciuti). Parlo per me: mi ricordo che pur avendo sempre voti buoni o ottimi a scuola quando i genitori di amici ci trovavano per strada e mi chiedevano «Come va a scuola?» o mia mamma ma spesso e volentieri mio papà diceva «Potrebbe fare di più!» (anche se avevo distinto o ottimo!!!). E lo dico per portare una tesi sulla mia teoria, non per farmi compatire: ci tengo a chiarirlo, non voglio ANCHE sembrare patetico!

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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
solo noi siamo i depositari del nostro benessere psichico e siamo liberi di cedere alle tentazioni del pensiero negativo come a quelle del pensiero positivo. Tra le due quale scegliamo? Quelle che ci fanno stare meglio direi...
Altra perla di saggezza che condivido in toto. E dirò di più: nella sua semplicità me l'aveva confermata lo psicologo. A questo punto, includendomi nel soggetto della domanda, chiedo: PERCHE' scelgo sempre di volermi male? Non voglio farmi male, ma lo faccio. Anzi, penso male: penso male di come mi comporto, penso che le persone non mi dicano la verità e mi adulino per scherzo, penso che la mia ex stesse con me per "sport", penso che non troverò mai un lavoro fisso perché sono vecchio (31 anni eheheh) e non valgo niente, ma ho già dimostrato di valere tanto nello studio che nel lavoro. NON CAPISCO. Immagino che nella sfiga di "assomigliarci" anche Muttley abbia sti pensieri? Rinnovo la domanda: come fare a cambiare pensiero? E se proprio non si riesce ad accettare che quando ci dicono "guarda qua Tyson" oppure "hai un bel culetto" lo dicano sul serio e addirittura (addirittura, oh! ) con ammirazione almeno fregarsene. Ma fregarsene di cosa? FREGARSENE DI NOI STESSI, NON DEGLI ALTRI!!! Come dice Muttley: siamo noi che riproduciamo nella nostra testa il pensiero altrui.

PER QUANTO RIGUARDA LA VICENDA DEL THREAD: AGGIORNAMENTO
Stamattina mi sveglio di cattivo umore e con un peso sul petto (ideale, non reale!) per la vicenda della "risata" e mi dico: ma stiamo scherzando? Capisco avessi ammaccato la macchina (è una mia paura, visto lo schifo di guidatori - me compreso - che circolano a Padova) ma qua se ne fa una tragedia. Ok, ti da fastidio: basta adesso. E ho mutato la depressione e l'umiliazione (bah, manco mi avessero deriso in cento) con il fatto che CHI si è scusato alla fine è stato chi prima rideva. COme direbbe il mio ex strizza: secondo te, da persona intelligente, CHI doveva vergognarsi di QUALE comportamento? Il tuo o di chi mal interpreta cosa gli viene detto.
Tradotto: quando andrò a parlare dal dottore, a parte che come dice Muttley farò la figura del casinaro e di chi è sempre insoddisfatto-pretenzioso (ma CHI ha il servizio troncato a metà? chiediamocelo) e probabilmente pur di salvare "la faccia" il dottore dirà che IO ho capito male (e ho prove TANGIBILI per dimostrare di essere nel giusto, scritte, firmate e timbrate) e che non ho appuntamento e gli faccio perdere tempo... Bon, dicevo: cosa farò? Io mi presenterò, con la faccia di chi non causa rogne ma vuole capire di più. Avrò interlocutori maleducati? Bon, nessuno li vorrebbe, che si arrabbino pure io sarò educato e non farò perdere più tempo del dovuto ma voglio comunque capire visto che è un mio diritto (sono COMUNQUE un paziente e VOGLIO essere seguito come tale, non come un CLIENTE!!!). Se non ci sarà punto di contatto io la mia diagnosi ce l'ho: prendo e vado a farmi la terapia da un fisioterapista privato. E là non mi vedono più, però, e non per ripicca ma perché mi trovo davvero malino (anche se è uno dei pochi centri "seri"). Cosa che mi scoccia: non andrò più per non ritrovare quelle persone che "me l'hanno fatta" e si sono trovati la ragione? Oppure perché realmente non sono soddisfatto. Io dico la seconda con il cuore in mano...ma mi starò ingannando? (e questo è un CLASSICO ragionamento da chi soffre di DOCP, fidatevi!!! Uno spasso eheheheh Classical, come dice Chino Moreno ahahah)
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