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05-09-2011, 16:57
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#61
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
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Ok, ora ho capito perfettamente la sua opinione.
Stasera scrivo un altro esempio che ho letto e che trovo illuminante.
P.S.: però non mi faccia le diagnosi a distanza, suvvia!
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05-09-2011, 19:02
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#62
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 6,117
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Dottore: perché non dai del tu e non ti fai dare del tu come fanno tutti sul forum (anche le persone di età superiore alla tua)?
Lungi da me voler fare polemiche, ma ho sempre trovato la cosa un po' misplaced, visto che il contesto non è quello dell'interazione terapeutica professionale...
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05-09-2011, 21:12
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#63
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Intermedio
Qui dal: Nov 2010
Messaggi: 107
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Quote:
Originariamente inviata da Who_by_fire
Dottore: perché non dai del tu e non ti fai dare del tu come fanno tutti sul forum (anche le persone di età superiore alla tua)?
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Personalmente preferisco utilizzare la terza persona. Lei si può rivolgere a me come preferisce (purché sia rispettoso). Come vede le rispondo ugualmente.
Mi dispiace se, in qualche modo, la cosa la disturba, ma potrebbe vedere tutto ciò come l'occasione di esporsi a qualcosa che le potrebbe creare disagio/fastidio finché non vi si abitua.
Dott. Liverani
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05-09-2011, 23:30
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#64
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
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Beh, non esageriamo adesso... se il dottore si sente a disagio a darci del tu a me personalmente non crea alcun fastidio...
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05-09-2011, 23:56
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#65
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
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Ecco l'esempio: si immagini una persona che teme il giudizio altrui e prova molta ansia che si reca ad un colloquio di lavoro convinto che l'intervistatore smaschererà la sua incapacità... Si presenta così al colloquio pieno d'ansia, ma l'intervistatore ha un moto di apprezzamento, che il nostro soggetto coglie, senza dubbi. Si rilassa, la sua performance è buona e ottiene il posto. Si immagini ora una persona che si sente costantemente inadeguata e che prova vergogna, e che inoltre interpreta la maggior parte dei comportamenti e delle espressioni degli altri come scherno e disprezzo. Si presenta al colloquio di lavoro pieno di ansia (ma non è detto quest'ultima sia maggiore di quella del precedente soggetto), legge nell'intervistatore del disprezzo che magari non è presente, impacciato si chiude, termina il colloquio deluso e lascia nell'altro un'impressione negativa. Non ottiene il posto. Questa la differenza tra un disturbo d'ansia e un disturbo di personalità. Nel primo caso il soggetto benché provi imbarazzo riesce a creare delle relazioni interpersonali adattive, nel secondo caso invece fallisce nella relazione.
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Ultima modifica di Moonwatcher; 06-09-2011 a 00:00.
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06-09-2011, 02:07
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#66
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Banned
Qui dal: Aug 2008
Messaggi: 1,827
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Quote:
Originariamente inviata da faria
Sembra quasi una forma di distacco: io sono qua e me la tiro e voi invece siete quei poverelli malaticci là. E sta lì a pungolarci col bastoncino, come facevano i dottori del Seicento coi malati durante la peste. Per mantenere le distanze.
Fossi in lei mi farei vedere da uno psicologo. Non è normale questo atteggiamento...
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sono accuse pesanti, per una semplice terza persona
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06-09-2011, 02:45
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#67
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 6,117
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Quote:
Originariamente inviata da Dott. Liverani
Personalmente preferisco utilizzare la terza persona. Lei si può rivolgere a me come preferisce (purché sia rispettoso). Come vede le rispondo ugualmente.
Mi dispiace se, in qualche modo, la cosa la disturba, ma potrebbe vedere tutto ciò come l'occasione di esporsi a qualcosa che le potrebbe creare disagio/fastidio finché non vi si abitua.
Dott. Liverani
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Non sono d'accordo con chi ti ha risposto un po' esageratamente dicendo che non è normale eccetera.
Però... anche per te potrebbe essere una preziosa occasione di dimostrarti elastico quella di accettare le unwritten rules di una piccola comunità...
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06-09-2011, 02:46
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#68
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 6,117
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Quote:
Originariamente inviata da Moonwatcher
Ecco l'esempio: si immagini una persona che teme il giudizio altrui e prova molta ansia che si reca ad un colloquio di lavoro convinto che l'intervistatore smaschererà la sua incapacità... Si presenta così al colloquio pieno d'ansia, ma l'intervistatore ha un moto di apprezzamento, che il nostro soggetto coglie, senza dubbi. Si rilassa, la sua performance è buona e ottiene il posto. Si immagini ora una persona che si sente costantemente inadeguata e che prova vergogna, e che inoltre interpreta la maggior parte dei comportamenti e delle espressioni degli altri come scherno e disprezzo. Si presenta al colloquio di lavoro pieno di ansia (ma non è detto quest'ultima sia maggiore di quella del precedente soggetto), legge nell'intervistatore del disprezzo che magari non è presente, impacciato si chiude, termina il colloquio deluso e lascia nell'altro un'impressione negativa. Non ottiene il posto. Questa la differenza tra un disturbo d'ansia e un disturbo di personalità. Nel primo caso il soggetto benché provi imbarazzo riesce a creare delle relazioni interpersonali adattive, nel secondo caso invece fallisce nella relazione.
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E' vero.. molto interessante!
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06-09-2011, 07:33
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#69
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,780
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Quote:
Originariamente inviata da Dott. Liverani
potrebbe vedere tutto ciò come l'occasione di esporsi a qualcosa che le potrebbe creare disagio/fastidio finché non vi si abitua.
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Non posso resistere: devo replicare a quest'ultima battuta…
Visto che questo è un forum di sociofobici, è più probabile che il disagio l'abbiamo nel dare del "tu"
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06-09-2011, 07:36
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#70
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,780
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Quote:
Originariamente inviata da Moonwatcher
Nel primo caso il soggetto benché provi imbarazzo riesce a creare delle relazioni interpersonali adattive, nel secondo caso invece fallisce nella relazione.
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Ottimo esempio
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06-09-2011, 11:45
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#71
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Banned
Qui dal: Oct 2010
Messaggi: 8,236
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Quote:
Originariamente inviata da faria
Sembra quasi una forma di distacco: io sono qua e me la tiro e voi invece siete quei poverelli malaticci là. E sta lì a pungolarci col bastoncino, come facevano i dottori del Seicento coi malati durante la peste. Per mantenere le distanze.
Fossi in lei mi farei vedere da uno psicologo. Non è normale questo atteggiamento...
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secondo me non è normale attaccare il dottore così senza motivo
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06-09-2011, 15:09
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#72
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Intermedio
Qui dal: Nov 2010
Messaggi: 107
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Quote:
Originariamente inviata da Moonwatcher
Ecco l'esempio: si immagini una persona che teme il giudizio altrui e prova molta ansia che si reca ad un colloquio di lavoro convinto che l'intervistatore smaschererà la sua incapacità... Si presenta così al colloquio pieno d'ansia, ma l'intervistatore ha un moto di apprezzamento, che il nostro soggetto coglie, senza dubbi. Si rilassa, la sua performance è buona e ottiene il posto. Si immagini ora una persona che si sente costantemente inadeguata e che prova vergogna, e che inoltre interpreta la maggior parte dei comportamenti e delle espressioni degli altri come scherno e disprezzo. Si presenta al colloquio di lavoro pieno di ansia (ma non è detto quest'ultima sia maggiore di quella del precedente soggetto), legge nell'intervistatore del disprezzo che magari non è presente, impacciato si chiude, termina il colloquio deluso e lascia nell'altro un'impressione negativa. Non ottiene il posto. Questa la differenza tra un disturbo d'ansia e un disturbo di personalità. Nel primo caso il soggetto benché provi imbarazzo riesce a creare delle relazioni interpersonali adattive, nel secondo caso invece fallisce nella relazione.
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L'esempio rende molto bene l'idea di quanto un deficit nella comprensione degli stati (emotivi/cognitivi), attraverso l'interpretazioni degli aspetti non verbali della comunicazione altrui possa compromettere seriamente gli aspetti relazionali di un individuo. Inoltre, l'esito negativo dell'interazione rinforzerà i pensieri e i sentimenti di inadeguatezza della persona, rendendoli ancora più stabili..
A volte non si tratta solo dell'incapacità di leggere correttamente gli stati altrui, ma addirittura di innescarli con il proprio atteggiamento, frutto di convinzioni disfunzionali.
In quei casi, la risposta dell'altro sarebbe "indotta" dall'atteggiamento del soggetto. Si tratta di specifiche modalità relazionali che all'interno dell'approccio cognitivo comportamentale vengono definiti "cicli interpersonali".
In entrambi i casi è importante acquisire una certa consapevolezza di questi aspetti per poterli modificare.
Dott. Liverani
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06-09-2011, 19:41
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#73
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Banned
Qui dal: Aug 2008
Messaggi: 1,827
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ma tu considera che il dottore s'è presentato qua con qualifica e nome reale, non si chiama Polpettina84, secondo me come cosa ci può stare e non mi dà assolutamente fastidio, poi va beh a ognuno la sua opinione
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19-04-2012, 19:40
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#74
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Banned
Qui dal: Mar 2008
Messaggi: 14,153
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Quote:
Originariamente inviata da Who_by_fire
E' vero.. molto interessante!
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e importante quesot perche a volte mi e capitato ma anche spesso di leggere negli sguardi rifiuto o disprezzo e magari erano impressioni sbagliate mie....e quesot mi ha portato a chiudermi e a ricevere chiusura poi a sua voltta...e importante non giudicare negativamente gli sguardi delgi altri o robe varie,capire quali sono le paranoie...e cercare piano piano di parlare di piu'...
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08-07-2012, 11:55
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#75
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Esperto
Qui dal: Jun 2012
Messaggi: 1,418
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La differenza è difficile da riscontrare, anche per un terapeuta esperto, in quanto il disturbo evitante e la fobia sociale hanno moltissima comorbilità.
La fobia sociale, prima di tutto, è un disturbo d'ansia caratterizzato da una intensa difficoltà a mostrare parti di sé, mettersi in mostra o di presentare una personalità del tutto inadeguata. Di conseguenza anche qui può essere presente l'evitamento di alcune situazioni.
Il DEP (disturbo evitante di personalità) invece si caratterizza da una intriseca difficoltà di vivere partecipi di questo mondo, capire le intenzioni e gli sguardi altrui, provare una fitta sofferenza per il fatto di non avere amici o comunque un lavoro.
Di solito, l'evitante, è una forma più leggera della fobia sociale. In quanto mentre nel primo caso sono presenti più sintomi emotivi, nell'altro sono presenti in maggior numero sintomi ansiosi. Inoltre, l'evitante, è colui che ha difficoltà anche a percepire la propria ansia SOLO in alcune situazioni. Per finire, l'evitante ha dei tratti, quindi questi tratti possono essere migliorati, ma non modificati, perché fanno parte del tuo DNA, possono essere un po' deviati, mentre nella fobia sociale si parla più di pensieri irrazionali (che ci sono anche nel DEP comunque).
Un'ultima cosa: l'evitante viene distinto anche dal fatto che può sviluppare nell'arco della vita, più fasi di fobia sociale. ^-^
Spero di aver chiarito un po' le idee.
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