Non ho trovato un titolo adeguato. Secondo me c'è una differenza abissale tra i miei periodi in cui non lavoro e quindi c'è una sorta di isolamento, nascondersi dal vicinato, non farsi vedere e poi improvvisamente magari arriva un colloquio panico più totale. Si arriva al colloquio, magari ci si trasferisce anche all'estero e si passa dall'asocialità più totale ad un lavoro in cui devi interagire costantemente con le persone e poi devi fare tutto velocemente. Io sono uno che le cose le fa velocemente e se non c'è ansia, imparo molto velocemente. Se invece c'è l'ansia, la paura di sbagliare di fallire, che magari ti vanno dei soldi in cauzione per l'appartamento e poi torni a casa avendo fallito tutto questa cosa rischia di mandare in malora tutto. Io mi domando come facciano certe persone a prendere il lavoro con una leggerezza enorme, anche perchè così si rende di più. Se invece ogni giornata è come se andassi a tirare il rigore alla finale di Champions League a quel punto metà delle energie ti vanno in ansia e ne rimangono ben poche.
L'isolamento secondo me non fa che aumentare questo stato. Io esco per andare al supermercato, come penso molti, ma poi per il resto non mi piace che mi vedano conoscenti. Per cui se riuscissi a togliermi da qui sarebbe il massimo pur sapendo che ci sarà un'ansia stellare con paura di fallire e ritornare da capo.
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