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Vecchio 11-03-2017, 16:51   #1
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" sono gusti personali, non sono messi in discussione "
" i gusti sessuali sono un'altra cosa rispetto al resto "
" se è attratto/a da quella cosa non c'è molto di cui discutere "

e frasi su questa falsariga.
Se ne leggono a iosa, specialmente in materia di gusti sessuali.*
Specialmente quando si chiede di motivarli, provarci almeno, o di ricostruire cosa potrebbe originarli.

Ora, vorrei capire perchè accade questo. Per che motivo si è spesso così restii a discutere di cosa (chi) ci attrae, delle nostre preferenze in tema di partner e pratiche sessuali.
Sovente si assiste ad un rifuto netto, alla logica del " è così e basta, non devi giudicare", pure quando i toni sono neutri.
Come se si operasse una netta scissione tra il resto delle idee e pensieri rispetto a quelli inerenti il sesso e l'attrazione sessuale.
Sesso che assume quasi una dimensione sacrale, dogmatica, a volte.
Diviene impossibile parlarne e decostruire ciò che vi si collega perchè partono meccanismi di difesa immediati volti ad accusarti di essere un bacchettone, moralista o, au contraire, porco, eccessivamente libertino. Dipende dal contesto e argomento.

Io noto che spesso questo rifiuto - nella mia ottica - è più che altro il rifiuto a confrontarsi con quella parte inconscia, un po' animale e/o " marcia" di sè.
Quella avulsa alla morale, alla ragione e che in parte poggia pure le sue radici nei propri dolori, mancanze e disfunzionalità.
Dunque, pur di non ammettere che queste esistano e possano guidarci nelle nostre scelte, si preferisce troncare il discorso trincerandosi nei soliti " non bisogna giudicare", " i gusti non si discutono".
Con buona pace della possibilità di andare al nocciolo di qualsiasi questione.

Mal si sopporta che altri possano farci notare come certi gusti siano incoerenti con le nostre affermazioni più " razionali",oppure che ci venga suggerito che possano essere determinati da nostre problematiche.
A volte, ho l'idea che sia anche un modo per sottrarsi ad un confronto con sè stessi, al proprio stesso giudizio negativo ( conscio) sulla questione. Per non sentirsi " brutte persone".

Perchè, in fondo, non si riesce a dire che molto probabilmente un uomo alto è più ricercato perchè soddisfa un bisogno di protezione, e che questo bisogno protezione deriva spesso dal sentirsi deboli, in necessità di sostegno.
O che una donna è preferita più bassa di un uomo perchè permette a quest'ultimo di avvertire una maggiore, propria, virilità, di sentirsi anche lui più forte e dominante.
O che si preferisce nettamente un'altra parte dominante perchè fortemente insicuri e quindi è più facile lasciare all'altro/a la scelta; e quella subordinata perchè si ha necessità di controllo.
O che questa ricerca della virilità sia essa stessa un sintomo di insicurezza volta alla necessità di inscriversi in un " ruolo" per sentirsi socialmente approvati, validare la propria persona.
O che la violenza possa in effetti risultare attraente, in modo animale anche, perchè rimanda a tale virilità, alla possibilità di esser protette e quindi, in ultima istanza, ad uno schermo per le proprie insicurezze.
O che la donna matura può ispirare più interesse perchè non ci si sente in grado di competere per le relazioni con le coetanee, o viceversa, che quella più " virginale" faccia sentire più in controllo, dia l'illusione di poter rimanere in un'ottica adolescenziale.
(... ad oltranza)

Ovviamente, sono ipotesi. Non è che debba essere necessariamente verificata nessuna di queste associazioni.
Spesso però non si riesce nemmeno a provare a parlarne, c'è un rifiuto nel riconoscersi come possibilmente "fallati", mancanti, mossi da insicurezze e difficoltà.
Sembra che le relazioni, l'attrazione e l'interesse nascano dal nulla ( non si può spiegare, è così e basta & Co.) oppure solo da contesti tutti ok, sotto controllo pieno e cosciente - quando ci si rivolge alla propria persona.

Perchè questo continuo nascondere e rifiutare il fatto di poter essere vulnerabili ?
Questa continua fuga dalla propria parte amorale, marcia, " sbagliata" che comunque tutti abbiamo ed è altrettanto fondamentale di quella civile e morale.
Non ci sarebbe nulla, nessuna possibilitò di contatto, se non fossimo vulnerabili, non avessimo lacune e bisogni da colmare attraverso gli altri.
Invece si cerca tutti quanti ( e ci ricado pure io, probabilmente) di dare l'immagine della persona forte, indipendente, che è attratta solo per alti motivi ma si basta anche da sola.
Stronzate, quasi sempre.


Così come trovo una stronzata, al limite della idiozia completa, separare il fuori e dentro la camera da letto nel fare analisi.
Come se il sesso fosse una parte a sè stante della vita ed emotività di un individuo, come se le persone in camera da letto cambiassero in modo scollegato dal resto di ciò che sono.
Mentre credo sia proprio elementare pensare che ciò che succede sotto le coperte ed il come ci si arriva è diretta conseguenza del resto della propria vita, e viceversa.
Anzi, è facile nel sesso si manifestino le pulsioni individuali che normalmente i tendono a nascondere e controllare.
Operare una separazione netta e dare al sesso una dimensione separata, quasi religiosa, in cui non si può discutere dei gusti e degli elementi di attrazion,e pare essere solo il modo più efficace per sfuggire al confronto con sè stessi, col verificare che forse quell'immagine di persone sane, stabili e attratte dalle cose " giuste", che ci siamo costruiti con cura, è fittizia.

* il discorso potrebbe applicarsi ai gusti per esteso, riguardanti qualsiasi cosa.
Ma è palese che del resto delle cose, in genere, si può parlare con molta più calma e trovare motivazioni condivise del perchè una cosa piace o meno.
Col sesso e l'attrazione c'è sempre questa rincorsa alla paura di esser giudicati, al dover stabilire che i gusti vanno bene così in ogni caso.

Ultima modifica di The_Sleeper; 11-03-2017 a 16:56.
Ringraziamenti da
Bluevelvet93 (11-03-2017)
Vecchio 11-03-2017, 18:09   #2
Esperto
L'avatar di Pablo's way
 

Quote:
Originariamente inviata da The_Sleeper Visualizza il messaggio
Col sesso e l'attrazione c'è sempre questa rincorsa alla paura di esser giudicati, al dover stabilire che i gusti vanno bene così in ogni caso.
Hai sviscerato bene l'argomento, alla fine tutto si riassume in questa frase conclusiva, la paura del giudizio è la chiave di tutto, paura che è presente in varie gradazioni in tutti gli ambiti della vita di una persona, ma quando si parla di sesso la paura diventa terrore, ed è per la maggior parte delle persone così.

Quando si pensa alla paura del giudizio, automaticamente il nostro pensiero si rivolge al giudizio degli altri, ma qui si parla anche e soprattutto di quello verso noi stessi.

Sulle motivazioni si potrebbe discutere a lungo, partendo per esempio dall'educazione che riceviamo, che in alcuni casi vede adddirittura il sesso come argomento tabù, di cui provare vergogna e sul quale mantenere lo stretto riserbo.
L'aspetto educativo\culturale è sicuramente una delle motivazioni centrali alla base di questo tabù e spesso è all'origine del forte contrasto tra l'immagine pubblica e l'immagine più intima di una persona, con tutte le conseguenze che ciò può generare.

Il sesso poi rappresenta un momento di intimo contatto con sé stessi, quindi come hai accennato anche con sentimenti, pulsioni, istinti che non sempre accettiamo e sui quali non abbiamo il pieno controllo, perciò per certi versi è anche comprensibile il timore di affrontare apertamente un argomento del genere, significa esporsi molto, prima di tutto con sé stessi, con l'immagine che abbiamo di noi, che tende ad escludere e rifiutare certi aspetti.
Ringraziamenti da
The_Sleeper (11-03-2017)
Vecchio 11-03-2017, 20:30   #3
Esperto
L'avatar di muttley
 

Il senso è che è altrettanto sbagliato creare un'equivalenza tra sensibilità e giudizi morali assoluti: se io sono basso e vengo scartato in quanto tale, posso e ho il diritto di rimanerci male ma non dovrei permettermi di giudicare le scelte altrui soltanto perché vanno in direzione di una mia sostanziale esclusione.
Per il resto resiste in noi una parte animale, conseguenza di un'evoluzione dell'emotività connessa ai centri subcorticali più antichi, che non si evolve alla stessa velocità delle dinamiche relazionali controllate invece dalla parte più "emersa" del nostro cervello, sede del pensiero razionale o presunto tale.
A molti risulta difficile ancora oggi ammetterlo, ma mi pare sempre più evidente e innegabile...e chi siamo noi per dire che tutto ciò è moralmente sbagliato? Al massimo possiamo evidenziarne la relativa incongruenza con le conquiste del pensiero razionale e con la strutturazione profonda del vivere sociale, ma non possiamo emettere sentenze di condanna verso l'essere umano perché non ancora abbastanza evoluto. Possiamo al massimo muoverci con l'idea di costruire un consesso civile sempre più fondato su un umanesimo razionalista, ma non possiamo pretendere risultati immediati.
Ringraziamenti da
The_Sleeper (11-03-2017)
Vecchio 11-03-2017, 21:20   #4
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Il senso è che è altrettanto sbagliato creare un'equivalenza tra sensibilità e giudizi morali assoluti: se io sono basso e vengo scartato in quanto tale, posso e ho il diritto di rimanerci male ma non dovrei permettermi di giudicare le scelte altrui soltanto perché vanno in direzione di una mia sostanziale esclusione.
Quote:
A molti risulta difficile ancora oggi ammetterlo, ma mi pare sempre più evidente e innegabile...e chi siamo noi per dire che tutto ciò è moralmente sbagliato?
Concordo col tuo discorso anche se non lo trovo molto IT (e forse non è chiarissima la mia apertura).
Isolo quelle due citazioni perchè pare però che tu mi stia dicendo che questo è il fine del mio discorso, mentre in nessun punto io ho fatto tali equivalenze o ho parlato di sensibilità e morale.
Difatti, tra le varie ipotesi a muzzo ho messo pure alcune che mi riguardano direttamente. Personalmente io sono tranquillamente disposto ad ammettere, e spiegare come mi è possibile, in che modo alcune mie insicurezze e vulnerabilità influiscano sui miei gusti sessuali o li determinino. Ne uscirebbe sicuramente qualcosa che non mi farebbe piacere scrivere ma che c'è e che negare sarebbe ipocrita
Non è che mi senta moralmente mostruoso per questo comunque, è parte del mio essere umano.


Nemmeno il fulcro del discorso vuol essere su quali persone e perchè sono più o meno scelte rispetto ad altre, per quello c'è tutto il resto del forum
Il termine sbagliato e giusto infatti è messo tra virgolette apposta, perchè non ha nemmeno senso impostare la questione su di un piano morale.

Il punto era sul perchè si tende a rifiutare un confronto su queste tematiche nascondendosi dietro al dito del non dover giudicare e dire che i gusti sono sempre validi, sani, così come sono.
Quindi più che di parlare di gusti sessuali e di presunta validità o meno delli stessi, si parla delle difficoltà nel mostrarsi vulnerabili, bisognosi, ed accettare di poterlo essere.
Che determinati gusti possono essere frutto di qualcosa che non necessariamente riconosceremmo come positivo in noi.
E che di questo in fondo non si dovrebbe avere così paura al punto di rifutare il confronto sul tema, poichè se non fossimo (anche) vulnerabili non ci sarebbe (forse) la possibilità di creare contatti emotivi di un certo tipo con altre persone.
L'importante sarebbe integrare ed accettare questa parte di sè, per potere appunto evitare agisca nell'ombra e divenga dannosa.
Il cercare invece di mostrarsi forzatamente forti, indipendendenti e non ammettere le proprie insicurezze, reprimerle, ho idea porti ad acuire maggiormente l'influenza che le stesse hanno nelle scelte - dando un po' quella sensazione di non sapersi spiegare perchè le cose accadano, alcune persone ci "prendono" emotivamente seppure razionalmente le troviamo riprorevoli etc etc.

Vorrebbe essere più un invito a confrontarsi con questa parte di sè, accettare che in fondo siamo imperfetti, bisognosi dell'altro e guidati anche dalle nostre insicurezze, ecco.
E che può andare bene così, l'importante è imparare a capirsi ed accettarsi, se si vuole ridurne l'impatto e costruire qualcosa che vada nella direzione di superarle.

Non mi mettere in bocca (tastiera ?) questioni morali di un qualche tipo quando non le faccio, 'tacci tua

A parte, io trovo molto razionale invece quella parte "primitiva" del cervello.
Solo che è una razionalità molto fredda, spietata e volta alla sopravvivenza ed autoconservazione. Tipicamente animale appunto.
Dubito sia la razionalità in sè la chiave di volta per dei cambiamenti positivi, se non è guidata da dei criteri umani che un po' si muovano in direzione opposta alla pura logica evoluzionista/competitiva.
In effetti sarebbe anche da evitare il riconoscere la ragione come appartenente alla sola civiltà e non a questa parte animale
A differire è più che altro lo scopo che con l'applicazione della ragione si vuole raggiungere.

Ultima modifica di The_Sleeper; 11-03-2017 a 21:55.
Vecchio 11-03-2017, 23:52   #5
~~~
Esperto
L'avatar di ~~~
 

Se ne leggono intendi qui nel forum o in generale nel internes?


Secondo me sono aspetti molto intimi della persona quindi ci sta che non si mostri proprio tutto, specialmente se si teme il giudizio, o lo stigma
Vecchio 11-03-2017, 23:58   #6
Esperto
L'avatar di An.dream
 

Ma questa ritrosia scaturisce dalla domanda "Cosa ti piace?" o da "Perché ti piace?"?
A parte il fatto che io personalmente non saprei dare una risposta alla seconda domanda, io la sento come una cosa molto invadente da chiedere.
Vecchio 12-03-2017, 00:18   #7
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 



De gustibus non disputandum est: io l'ho sempre interpretata in modo diverso, come a voler dire che non abbia senso stare a discutere dei gusti individuali, che sono frutto di motivazioni personali, in parte anche irrazionali. Insomma quel che piace a Tizio può non piacere a Caio, ed è del tutto tempo perso che Tizio cerchi di convincere Caio a fargli piacere ciò che piace a lui o viceversa. Nessuna implicazione di giudizio insomma.

Per il resto, probabilmente questa ritrosia può essere dovuta in parte alla paura del giudizio, ed in parte anche al fatto che non tutti i gusti a mio avviso hanno una profonda e completa spiegazione come quelle che hai elencato: che ci piaccia o meno siamo esseri in parte anche irrazionali, io credo.

E infine: che utilità potrebbe avere risalire alla motivazione inconscia (magari risalente all'infanzia) per cui preferiamo il gelato al pistacchio o quello alla fragola? O le bionde o le more? O gli uomini o le donne?

Ultima modifica di Moonwatcher; 12-03-2017 a 00:20.
Vecchio 12-03-2017, 01:34   #8
~~~
Esperto
L'avatar di ~~~
 

Comunque penso che per certe cose sia sicuramente importante conoscersi e mettersi in dubbio, ma delle volte si prendono per oro colato i propri pensieri e i propri desideri, li si considera sempre legittimi senza titubanza.

C'è anche un rifiuto o un'incapacità (perché non s'è mai fatto) di indagarsi, di provare a capirsi e provare a capire il perché ci sentiamo in un certo modo rispetto a qualcosa.

Per il resto non tutto è così semplice da capire e da spiegare, a volte servono aiuti esterni o letture, ma se penso ai miei gusti non sono sicurissima di potermi spiegare proprio tutto tutto, specialmente perché certe cose sono sorte con una certa precocità e non riesco a ricollegarle ad eventi particolari che possano averle scatenate
Vecchio 15-03-2017, 22:25   #9
Esperto
L'avatar di Inosservato
 

Quote:
Originariamente inviata da ~~~ Visualizza il messaggio
Comunque penso che per certe cose sia sicuramente importante conoscersi e mettersi in dubbio, ma delle volte si prendono per oro colato i propri pensieri e i propri desideri, li si considera sempre legittimi senza titubanza.

C'è anche un rifiuto o un'incapacità (perché non s'è mai fatto) di indagarsi, di provare a capirsi e provare a capire il perché ci sentiamo in un certo modo rispetto a qualcosa.

Per il resto non tutto è così semplice da capire e da spiegare, a volte servono aiuti esterni o letture, ma se penso ai miei gusti non sono sicurissima di potermi spiegare proprio tutto tutto, specialmente perché certe cose sono sorte con una certa precocità e non riesco a ricollegarle ad eventi particolari che possano averle scatenate
sì, concordo, applicando queste considerazioni però un pò a tutto lo scibile umano, non solo alla sfera della sessualità, ad esempio basti pensare anche solo alle tendenze politiche di ciascuno, e del perchè le abbiamo

mettersi in dubbio è sempre un utile esercizio, se fatto con cognizione di causa


Quote:
Originariamente inviata da M.me Adelaide Visualizza il messaggio
Secondo me la ritrosia è dovuta al fatto che spiegare razionalmente questo genere di gusti andrebbe a togliere quella "magia" che le persone amano vedere nell'attrazione. Come se lo spiegare i gusti li rendesse più banali, tristi, quasi volgari.
questa invece trovo che sia una spiegazione efficace in particolare della questione gusti sul sesso

le nostre preferenze possono essere sempre spiegate, e spesso sono figlie di situazioni non risolte, psicologiche, anche imbarazzanti (che ne so, a uno piacciono le tette grandi perchè magari sua madre ha le tette grandi e c'è il subconscio eccetera, invento eh, son tutte robe freudiane)

il sesso intrinsecamente non è una cosa bella o edificante, e questo dentro lo sappiamo, indipendentemente dalla cultura da cui proveniamo, anche se fossimo figli di una coppia di hippie nudisti

collegata c'è tutta la questione sesso senza amore eccetera
l'amore "pulisce" il sesso, proprio perchè ci fa superare in parte queste nostre istintive tendenze
magari io son fissato con le ragazze dalle caviglie fini e però mi innamoro di una dalle caviglie grosse
ci andrò a letto lo stesso e la cosa sarà molto più bella perchè il sentimento mi eleverà a uomo più che ad animale
e se mi capita quella con le caviglie fini tanto meglio...
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