Io ho sempre avuto l'impressione che è tutto regolato a monte, gli esseri umani non sono differenti da particelle che vanno a sbattere tra loro spinte da forze alle quali non possono sfuggire in nessun modo.
Noi siamo determinati dalla materia come tutto il resto, non ho mai visto nessuno annullare l'azione della gravità sul proprio corpo con la forza di volontà, esclusi i fachiri farlocchi.
E comunque anche ammettendo che sia possibile una cosa del genere sarebbe sempre inquadrabile all'interno di certe leggi che sovrastano tutto.
A noi sembra di scegliere liberamente (indipendentemente da tutto il resto) qualcosa perché non abbiamo alcuna traccia di tutto il processo che ci ha portato a scegliere quel qualcosa, il campo ristretto della coscienza ci fa arrivare ad una conclusione distorta ed errata.
Prima o poi sono abbastanza sicuro che riusciranno a tirar fuori qualche marchingegno per controllare la volontà di una persona (ammesso che non esistano già cose del genere a nostra insaputa), visto che alla fine con la rieducazione e altri sistemi a questo si tende.
Secondo voi è lecito o no fare questa cosa?
E soprattutto chi deciderà definitivamente chi sono i buoni e chi i cattivi da manipolare?
Ammesso che la volontà sia manipolabile, la volontà di chi dovrebbe essere manipolata quando c'è un conflitto tra due persone con intenzioni contrastanti?
Io ho un rapporto ambivalente con le istituzioni collettive, da un lato vorrei usarle per tutelare egoisticamente i miei interessi, dall'altro ho sempre paura che abbiano troppo potere e inizino a remare contro questi interessi, diventando un altro nemico da cui dovermi difendere, quindi poi riesco anche ad identificarmi con le persone che vengono espulse o imprigionate per svariati motivi.
A volte mi esprimo a favore o contro qualcosa, però poi mi chiedo sempre: ma io alla fine chi sono per giudicare?
Quello che penso a monte escludendo l'ego e i miei interessi è che ci vorrebbe un sistema per far vivere tutti senza conflitti, ma c'è questo sistema? Esiste?
Il mio realismo pessimista mi porta a pensare che si può solo buttare via anche il bambino se ci si vuol liberare dell'acqua sporca e putrida generata da queste aporie di fondo.
Le organizzazioni collettive per quanto possano essere indebolite finiscono sempre con l'opprimere certe minoranze dissidenti, l'anarchia totale fa piombare tutto nel caos e porta l'organizzazione umana al solito sistema gerarchico dove c'è un'aristocrazia che opprime, io ho sempre l'impressione che non esiste un sistema che faccia felici tutti e li renda ugualmente liberi nel soddisfare i propri bisogni.
La giustizia per come l'immagino non può esistere concretamente, va contro la natura e l'essere a monte. La natura umana è irrimediabilmente iniqua, ingiusta, ecco va contro tutti i valori elencati nell'altra discussione.
I valori positivi confliggono irrimediabilmente con la vita stessa (la vita nel senso in cui la conosciamo).
In conclusione non possiedo una buona risposta, direi di provare a convincerli a comportarsi diversamente, ma se uno è matto o pensa in un modo completamente diverso dal "nostro" (nostro chi, poi, anche qua non si afferra bene) come lo si fa a convincere?
Al massimo si può cercare di capire come funziona il cervello e arrivare alla conclusione che non è così diverso da una macchina, immerso in una certa situazione con un certo assetto finirà con lo scegliere certe cose e non altre. Se non altro però una volta afferrata questa cosa si potrà valutare se lasciar libero un tizio o meno.
Quando si parla di questi argomenti qua ho più dubbi che certezze.
Bisognerebbe definire con precisione cosa sia la malattia mentale, le definizioni di cui disponiamo secondo me non sono chiare e coerenti.