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24-06-2016, 08:19
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#1
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Cos'è rimasto di voi stessi, della vostra vera personalità che la fobia,depressione, evitamento non hanno ancora annientato?
A me ben poco, forse un po' di voglia di ridere, ma sempre meno.
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24-06-2016, 08:22
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#2
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Roma
Messaggi: 28,044
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Non è rimasto quasi niente, sarà rimasto l'1%, in pochi anni sono cambiato come il giorno e la notte..
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24-06-2016, 08:26
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#3
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Esperto
Qui dal: Apr 2012
Messaggi: 5,277
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Lo scippo maggiore è stato il comprimersi delle emozioni,degli affetti,una gigantesca voragine d'impassibilità anzi l'annullamento(credo in parte inconscio)di ogni possibilità di esito diverso nella vita:la mancanza di coraggio.
Credo anche l'incapacità di parlare dei miei problemi perché-voce interiore-:"tanto nessuno ci può far nulla".
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24-06-2016, 08:32
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#4
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Quote:
Originariamente inviata da berserk
Lo scippo maggiore è stato il comprimersi delle emozioni,degli affetti,una gigantesca voragine d'impassibilità anzi l'annullamento(credo in parte inconscio)di ogni possibilità di esito diverso nella vita:la mancanza di coraggio.
Credo anche l'incapacità di parlare dei miei problemi perché-voce interiore-:"tanto nessuno ci può far nulla".
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Già,senza coraggio viene meno tutto il resto e si sta lì.
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24-06-2016, 08:41
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#5
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 2,992
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Per ora poco, ma sto recuperando qualcosina.
Nel mio caso l'azzeramento è stato causato prima dalla fobia e dall'evitamento in se e dopo da un violento tentativo di andarci contro. In sostanza mi sono suicidato interiormente nel tentativo di eliminare le disfunzioni. Come una cura per il cancro che per ammazzare le cellule cattive ti toglie 10 anni di vita a tutto l'organismo...
Inutile dire che comunque non funziona e quei pochi risultati non sono duraturi ed hanno un prezzo altissimo.
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24-06-2016, 08:43
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#6
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Avanzato
Qui dal: May 2016
Messaggi: 443
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Sono rimasti solo i kg che ho messo....
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24-06-2016, 08:46
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#7
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Quote:
Originariamente inviata da Marceline
Credo che buona parte sia ancora lì, e a volte mi sembra di poter accantonare la depre. È la paura, a fregare. Same old story
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A me sembra che le paure si siano portate via quella che potenzialmente potevo essere.Ma faccio fatica ad immaginarmi senza paure,è un tutt'uno ormai da troppo tempo.E comunque non va via.Anzi,si peggiora
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24-06-2016, 09:03
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#8
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo
Il problema è che non c'è mai stato niente prima di questo, mi ritrovo a leggere voi utente che siete molto più adulti di me, dieci o venti anni di più, mi sento ancora più perduto e confuso, non capisco se dovrei sentirmi fortunato o sfortunato, conosco solo questa follia di isolamento e non ho esperienze vere e sincere che abbiamo mai tirato fuori qualcosa di me, sedicianni quando ho abbandonato la scuola e poi dieci anni di perdizione dove ogni esperienza è sempre sembrata fasulla ed è passata senza lasciare traccia.
Cosa dovrei fare rivangare i ricordi di quando avevo otto anni e giocavo nella piscina gonfiabile di casa? Paragonare quella mentalità a questa? Non c'è niente e mi chiedono di creare una base per me stesso dove partire mentre vado come una particella impazzita nel vuoto cosmico e non sento nessun stimolo e niente di niente, il futuro una parola, il presente come se non esistesse, penso sempre solo al inizio di qualcosa che non conosco e non so come muovermi e mi domando e mi chiedo e continuo e continuo come un folle impazzito che cerca di spiegare qualcosa che non conosce.
Riuscite a capire la differenza e potete spiegarmi qualcosa?
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Non so se ho ben capito la domanda,ma:
Anche per me c'è stata sempre la fobia e non ho mai vissuto al netto della fs,ma da più giovane pensavo che sarebbe passato,che fossero sintomi dell'adolescenza e della crescita,che anche se mi sentivo così diversa un giorno avrei smesso di provare quelle cose e sarei stata come gli altri, che si sarebbero aggiustate naturalmente.Pensavo che avrei avuto figli,che sarei stata in grado di svolgere un lavoro,di stare con gli altri.C'era ancora la speranza,e mi violentavo a fare cose nel mondo, negando a me stessa e agli altri il mio stato.Non era un bel vivere infatti ero piena di somatizzazioni,ma almeno vedevo un futuro,non chiaro ma lo vedevo,mi davo delle chance.Ho studiato,lavorato,uscivo.Poi vedi che le paure hanno invece preso il sopravvento,sono troppo forti per essere ignorate,e allora non sai più che fare.Ed è una fortuna non aver mai avuto obiettivi specifici di realizzazione personale, perchè sarebbe brutto vederli sgretolarsi sotto il peso della paura di vivere.
Voglio dire,c'è un momento in cui pensi che potrebbe passare e potresti avere una vita,poi arriva quello in cui vedi che obiettivamente no, andiamo, non c'è niente di normale qui,il futuro è perso, non smetterai mai di vivere con la paura,e allora non sai che fare, trovi tutti vicoli ciechi.
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24-06-2016, 09:20
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#9
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Quote:
Originariamente inviata da Architeuthis
Dico solo che quando ero pischello e adolescente non avevo paura di lanciarmi in qualsiasi contesto e ora ho più fobie e ansia che mai,regressione totale.
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Già.
Secondo me se il blocco è radicato non serve a niente "buttarsi" e fare esperienze,cioè non è questo che fa guarire.
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24-06-2016, 09:25
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#10
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo
No non ci siamo, riesco a capire le tue parole e posso farmi un idea della vita che mi stai raccontando ma lo faccio come se fosse un film, un racconto, non riesco a credere, sentirlo, non percepisco la realtà di quello che mi stai dicendo; Vedevi un futuro e pensavi ad avere figli, un lavoro e tutto quello che comporta lo stereotipo di una vita equilibrata, ecco io non possiedo questo paragone, cos'è la vita normale? Come si esiste nella realtà e come si fa? Devo fare un balletto davanti a qualcuno? Usare delle determinate parole, chiedere udienza a determinate persone? Cos'è questo mondo, come si deve esistere e quando, perché?!
Hai studiato, lavorato e uscivi cercando di essere superiore alle tue paure, perché? Come si fa a nascondere la propria paura, dove la si nasconde e si può nascondere? Quando esco di casa io sono la paura, non parlo, non guardo, non penso, non respiro, muoio in silenzio, rido quando uno ride e piango quando uno piange, cosa si deve provare, quando e come?
Tu mi stai dicendo che hai somatizzato la tua paura per ottenere qualcosa nella vita, infatti hai un lavoro, una casa e la vita; Ma poi questa paura è ritornata non permettendoti di ottenere di più, queste cose non le capisco proprio, la paura io la vedo come il mio motore portante, l'unica cosa che mi fa viaggiare e mi da qualcosa, tremendo, pauroso, malato, ma sempre qualcosa! Obbiettivi,realizzazione,cura, niente ha un senso, c'è solo il prossimo pensiero, la prossima ombra, l'insonnia, la dipendenza da qualcosa che possa divertire la mia paura e me, se io fossi senza di essa sarei morto, solo, perduto, umiliato, non capisco, non capisco!
Cosa c'è prima della paura o oltre di essa e questa paura è davvero paura?
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Faccio fatica a risponderti,non sono una gran pensatrice.
Forse hai ragione, non esiste altro se non la paura, il resto è fuffa
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24-06-2016, 09:29
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#11
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Esperto
Qui dal: Apr 2012
Messaggi: 5,277
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Credo che la domanda corretta sia cos'è rimasto di quello che hanno protetto. E la risposta sia tutto, anche se non necessariamente è tutto fruibile.
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Se ho ben capito avrei da chiederti:cosa c'è di vero di noi stessi se non si prova nella vita?secondo me l'evitamento,la depressione,il ritiro sociale ci privano di ogni verità necessaria,tutto è precario,un'idea tutt'al più:ecco,hanno preservato un sogno nella nostra testa.
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24-06-2016, 09:29
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#12
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Quote:
Originariamente inviata da Architeuthis
Secondo me no,riprovassi a guidare sarebbe solo un ottima idea per fare un incidente,se la testa non è pronta c'è poco da fare.
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Bravo.
Vallo a spiegare a quelli che mi vogliono veder guidare,infastiditi dalla stupidità del non farlo.Vorrei guidare solo per prendere sotto qualcuno e dire"ecco,avete visto".
Alle persone danno fastidio le paure che non capiscono, per loro non esistono, e sulla guida rompono le palle perchè è il segno di devianza più evidente, fosse solo quella.
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24-06-2016, 09:32
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#13
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo
Sto cercando di avere torto, voglio che mi dici che sbaglio!
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Non soccome.
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24-06-2016, 09:40
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#14
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Banned
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: care a lot
Messaggi: 9,237
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Non saprei definire quale sarebbe stata la mia vera personalità al netto dei miei problemi.
Io alla fine penso di essere sempre stata così, paurosa e con la mente vagante sin da piccolissima. Quel che è venuto meno è un esibizionismo, una voglia di stare al centro dell'attenzione che (mi raccontano) mi apparteneva da bambina. Penso sarei insopportabile
Credo quel che di meglio avevo un tempo era un generale disinteresse delle opinioni altrui. Poi sfottimi e ancora sfottimi e mi son rimpicciolita sempre di più.
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24-06-2016, 09:49
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#15
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo
Questo non mi solleva molto..
Magari questa paura che ci possiede è l'eccitamento represso, c'è un burrone davanti a noi e si ha paura di saltare per andare dall'altra parte, deve esserci sempre un altra parte! Ma tu hai già fatto una precedente scalata e hai a maggior ragione più paura nel saltare; Se dopo dovessi scalare ancora? L'ignoto che c'è dalla parte opposta; Mentre io e chi più giovane non ha mai fatto le prime scalate nella vita è in una condizione diversa ma simile, entrambi i casi sul salto o non salto ma con convinzioni diverse asseconda dell'individuo.
La domanda “cos'è rimasto” non mi torna perché non è mai avvenuto e nemmeno “cosa c'è” perché non c'è niente, ma “cosa ci sarà” è naturale, se mi spoglio della paura mi spoglio anche di questo ma allora è davvero paura? Forse è positivo o forse no ma come si può vivere senza pensare che si salterà, non si può! Siamo a due pensieri lontani, quel “cos'è rimasto” è una domanda cosi impensabile e questo rende tutto confuso.
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Qualcosa deve esserci in fondo alle paure,altrimenti non avremmo paura perchè non avremmo nulla da preservare
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24-06-2016, 09:55
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#16
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,943
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Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo
Meglio, grazie!
Deve essere proprio cosi, non può essere tutto cosi insensato e se c'è qualcosa che la paura preserva allora deve essere cosi importante quanto lo è la paura e deve essere qualcosa di cosi luminoso, grazie!
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Non ringraziare me,l'intuizione è di Joseph qualche post più su
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24-06-2016, 10:01
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#17
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Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
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Quote:
Originariamente inviata da claire
Cos'è rimasto di voi stessi, della vostra vera personalità che la fobia,depressione, evitamento non hanno ancora annientato?
A me ben poco, forse un po' di voglia di ridere, ma sempre meno.
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Dipende... sono sempre stato un beta sfigato ma mi salvavo con un bel senso dell'umorismo e la memoria; quando si sanno a memoria quasi un centinaio di barzellette e si ha l'intuito per sapere quali possono piacere alle persone con cui si sta, un modo per farsi due risate si trovava. Se anche sono stati i miei tempi migliori, sono sempre stati velati dalla tristezza di fondo e da una certa dose di emarginazione. Della mia capacità di ridere e apprezzare la compagnia è rimasto molto poco, vedo tutto in termini di competizione e "quello sì e a me niente".
La sola cosa che è rimasta è quell'atteggiamento di non fare del male ai deboli, che ho sempre avuto molto vivo. Ma anche qui, è rimasta per inerzia, vergogna di me stesso se approfittassi, cose del genere; nulla insomma che abbia a che vedere con una scelta di poter approfittare ma di non compierla. Ed è molto, molto diverso.
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24-06-2016, 11:00
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#18
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Esperto
Qui dal: Apr 2014
Messaggi: 1,176
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Nel mio caso oltre ai miei problemi d'ansia,sono stata messa nella condizione di peggiorare psicologicamente costretta ad una condizione di isolamento forzato tramite meccanismi psicologici perversi di chi mi è "stato vicino".La violenza psicologica è infida e distruttiva e difficilmente la si riesce a raccontare,a spiegare a terzi.Quella della gente è più facile da spiegare con il pregiudizio e l'esclusione .Ma quella che avviene in famiglia no.Non serve neanche cambiare casa per allontanarsi da un gioco al massacro,perchè a 34 anni te lo porti dentro ovunque.I miei,le mie sorelle a parole dicono che mi vogliono bene,poi adottano dei comportamenti disturbanti che mi distruggono ogni possibilità di contatto sereno con gli altri e le situazioni della vita,perchè distruggono la fiducia e la sicurezza in me stessa con le quali affronto queste situazioni,mettono in dubbio sempre il mio modo (sano) d'essere e agire.Nel caso dell'ultimo lavoro ad esempio,i miei,concordi con me sull'improponibilità dell'ambiente lavorativo,mi dicevano di abbandonare,che mi sfruttavano ed erano dei delinquenti,forse mi sarebbe servito davvero un periodo di pausa e che dopo tanto penare mi avrebbero dato una mano per riuscire a staccare da tutta questa routine devastante che incessantemente faccio da anni,poi quando me ne sono andata,mi hanno detto" e ora?Sei sicura di aver fatto la cosa giusta?E dove lo trovi un altro lavoro?Alziamo le mani".Ho provato a ricordargli che non mi pagavano."ma magari rimanendo lo avrebbero fatto,non si molla così".Ti danno la spalla,ti danno ragione e poi dicono e fanno il contrario,sempre così,come per distruggermi e torturarmi psicologicamente,mi fanno impazzire.Se avessi avuto solo l'ansia,ma dei rapporti sani,sarebbe rimasto quasi tutto di me.Mi sarebbe rimasta l'energia,la fiducia in me stessa(non altissima,ma buona) e tutto il resto.Essendo psicologicamente posta in una situazione di blocco,il messaggio ambivalente finalizzato poi a dire che qualsiasi cosa faccio la faccio male e non valgo niente,l'ho interiorizzato e fuori sono instabile e incerta con il risultato che la gente finisce subito col mettermi sotto schiaffo,o a dirmi che ho problemi aprendo una trafila di interventi in tal senso(la psicologa con gli assistenti sociali) e delineandomi un quadro che non mi appartiene,è un'altra cosa,più complessa questa che mi porta al blocco totale.Soffro le pene dell'inferno stretta tra più fuochi e pur cercando di fare le cose per il bene,beccando botte sempre mi ritiro e mi ritrovo a cercare riparo in una famiglia che più vedo che prendo botte,meno mi accoglie,di fatto assecondando situazioni e personaggi assurdi,pure delinquenti(in passato) pur di darmi torto o mettere in dubbio le mie capacità di pensiero e di scelta.Finisce tutto questo gioco al massacro,dentro e fuori,quando rimango inerte e non faccio più niente,allora si torna ad una strana tranquillità,se no prendo botte.Tutto questo trattamento dentro e fuori,messa sotto schiaffo sempre da ambo i lati,non trovando riparo e conferme da nessuna parte anche quando le meriterei,mi hanno portato ad impazzire e a perdere molte qualità ed emozioni.Ero una che amava la vita e se la gustava anche nelle piccole cose,ore questo amore per la vita l'ho perso.Quello che mi è rimasto è ben poco di ciò che ero prima.A sprazzi sembra ritornare una certa ironia,ma gran parte del tempo sono spenta e dolorante con pensieri neri e disperati.Basta che vedo una persona in giro e soffro perchè a livelli come il mio non ci sta,non sta morendo psicologicamente,la si vede una persona che sta messa male,giovane e così persa e spenta che arriva anche a piangere fuori per niente o ha la voglia di chiedere aiuto anche al passante(giuro che ho la tentazione di farlo).Mi è rimasta un pò di misera volontà,ma è sabotata dalla confusione mentale sempre più crescente.Persa totalmente la fiducia negli altri,persa la speranza,perso lo spirito d'iniziativa e la grinta che avevo.Dovrei scrivere solo le cose che ho perso,perchè di cose che mi sono rimaste ne vedo pochissime e sempre più a sprazzi.
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Ultima modifica di Stella89; 24-06-2016 a 11:16.
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24-06-2016, 11:32
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#19
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Esperto
Qui dal: Nov 2014
Ubicazione: sotto il letto
Messaggi: 4,384
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Credo che la domanda corretta sia cos'è rimasto di quello che hanno protetto. E la risposta sia tutto, anche se non necessariamente è tutto fruibile.
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Anch'io la penso così. Fino a qualche mese fa invece vivevo con la sensazione costante di esser stato defraudato della mia personalità....togliere le croste è doloroso ma è necessario arrivare alla carne viva per sapere cosa c'è sotto!
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24-06-2016, 11:39
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#20
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Principiante
Qui dal: Jun 2016
Ubicazione: Salerno
Messaggi: 18
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Ciò che resta di me? Un soldato fantasma tra le mura di Gerico.
Ho sempre avuto una grande determinazione. Una volta eravamo complici, lei mi spingeva avanti nonostante tutto e io la assecondavo. Nei percorsi che mi portavano al raggiungimento degli obiettivi (di studio, di relazioni interpersonali, di miglioramenti personali..) sbagliavo, ridevo, piangevo, facevo bene, facevo male. Era ok.
Poi tutto si è fatto più insopportabile, tutto è andato a puttane. Essere costretta ad andare via di casa, non aver mai saputo cos'è una famiglia, perdere una sorella, non avere più nemmeno il minimo appiglio....Eppure sono stata salvata, letteralmente presa per i capelli. Eppure io la salvezza non la vedo. Io sono sempre in guerra, nessun alleato, nemico principale: me stessa. La determinazione, complice di un tempo, ora la sento come la fune che mi trascina avanti giorno dopo giorno, anche quando non vorrei. Ho perso l'emotività, non mi stupisco più di nulla, non mi lego profondamente a nessuno. Vago, vivo, studio, interagisco, ma sempre con un fitto reticolo di filo spinato intorno a me.
Sarei stata potente se non mi avessero rotto tutte le ossa. O, come direbbero le persone a me vicine: potrei essere potente se mi rendessi conto che di rotto non c'è più nulla. Io non so a chi credere. Mi brucio e rinasco tra le mie mura.
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