|
|
31-10-2008, 20:29
|
#1
|
Principiante
Qui dal: Oct 2008
Messaggi: 63
|
Mi chiedevo quali comportamenti ( di vostra iniziativa o prescritti dallo psicoterapeuta) cercate di mettere in atto quotidianamente per fronteggiare la vostra fobia sociale.
E soprattutto, avete trovato giovamento da questi?
Che ne so.
Ad es.
Andare a mangiare da soli al ristorante
Andare in luoghi aperti al pubblico esclusivamente nelle ore di punta
ecc..
Un saluto ciao
|
|
31-10-2008, 20:54
|
#2
|
Intermedio
Qui dal: May 2008
Messaggi: 139
|
topic molto interessante.
Ecco cosa cerco di mettere in pratica (di mia iniziativa):
-non evitare
-essere gentile
-non essere di impiccio, inteso come non contrastare gli altri
-essere serio, sobrio e assertivo durante un discorso
-essere simpatico e ironico (questo penso che sia un lato del mio carattere)
-non offendere nessuno e non rispondere male (avere qualcuno contro puo creare molti problemi)
-subire l'ansia, e in silenzio
-non evitare
-cercare di avere portamento e determinazione in qualsiasi circostanza
-dare l'impressione di essere sveglio
-non evitare
-non evitare
|
|
31-10-2008, 22:41
|
#3
|
Principiante
Qui dal: Oct 2008
Messaggi: 63
|
Quote:
Originariamente inviata da Leggero
topic molto interessante.
Ecco cosa cerco di mettere in pratica (di mia iniziativa):
-non evitare
..............
.............
|
Ok.
Più precisamente cosa cerchi di “non evitare” nella tua giornata tipo?
Altra cosa:
Sai, nel mio caso, quando decido di andare in palestra scelgo gli orari più impensabili per trovare la sala pesi il più possibile libera.
In questo caso io non sto evitando, ma sto scegliendo.
Non è qualcosa che si è presentata. E’ qualcosa che decido a priori.
Ritengo che anche questi comportamenti debbano essere corretti.
Ti chiedo quindi: per “non evitare” intendi anche lo scegliere a priori e forzatamente le alternative più scomode per il tuo status mentale? (vedi caso palestra)
grazie
ps.
sarei curioso di leggere di situazioni di vita sociale ben precisi da parte di altri utenti del forum. Un elenco generico del cosa fare e cosa non fare non rende molto l'idea come la descrizione del singolo episodio.
ciaus
|
|
31-10-2008, 22:45
|
#4
|
Principiante
Qui dal: Oct 2008
Messaggi: 63
|
Altra cosa per chi è o è stato in terapia:
ma lo specialista che vi dice di fare in concreto?
grazie.
|
|
31-10-2008, 23:03
|
#5
|
Principiante
Qui dal: Oct 2008
Messaggi: 63
|
Ragazzi quello che vi chiedo sono cose del tipo:
"Quando salivo su un mezzo pubblico cercavo sempre di entrare dalla porta in fondo e di occupare silenziosamente uno degli ultimi posti.
Adesso, poco alla volta, salgo dalla porta in avanti (quella vicino all’autista) e mi faccio tutto il corridoio del pullman incrociando gli sguardi curiosi dei passeggeri seduti."
E poi….
"A forza di farlo non ho fatto più caso ai passeggeri"
oppure per altri
"E’ 1 anno che ci provo ma non ce la faccio proprio."
Altro esempio.
"Quando andavo a buttare l’immondizia cercavo di stare attento affinchè dal sacco non si intravedesse il contenuto ed inoltre andavo di sera per non farmi vedere.
Dopo diverso allenamento, adesso, uso sacchetti trasparenti, non mi interessa se si intravede la scatola vuota degli assorbenti e vado a buttarla nel bidone più vicino ma posto nel corso principale quello più trafficato."
Ecco, la vita del sociofobico si compone di tutte queste menate qua che bisogna cercare di correggere.
Vi chiedo solo degli esempi concreti per cercare di capire se si possono definire determinati comportamenti terapeutici validi un po’ per tutti.
La cosa può essere utile.
Grazie.
|
|
01-11-2008, 00:13
|
#6
|
Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 1,953
|
Quando cammino ormai se per qualche motivo incrocio gli sguardi di chi si avvicina non sono piu' il primo a distoglierli.
|
|
01-11-2008, 02:05
|
#7
|
Principiante
Qui dal: Oct 2008
Messaggi: 63
|
Bè posso fare un altro esempio che, questa volta, mi riguarda.
Il condominio in cui abito ha due ingressi.
Uno dà sul corso principale. L'altro nel cortile sul retro, ma ti permette (passando per i garage) comunque di accedere su di una traversa secondaria.
Bè, inutile dirvi che prediligo entrare ed uscire silenziosamente dal retro.
Evito l'ingresso principale perchè mi infastidisce anche solo l'idea che la gente conosca le mie abitudini e i miei movimenti.
Questo è un comportamento che andrebbe corretto.
Ci proverò.
Le poche volte che uso l'ingresso principale è perchè, nella giornata, mi sento trionfante per un successo (personale o lavorativo). Continuo a ribadire che, almeno nel mio caso, il trionfalismo "mi cura" almeno temporaneamente.
Altro esempio.
Oramai è passato del tempo, però ricordo che all'uscita da scuola (superiori) attendevo sempre il mezzo pubblico delle ore 14 perchè risultava meno affollato.
Anche questo è un comportamento che andava corretto.
Oramai però è tardi.
|
|
01-11-2008, 13:31
|
#8
|
Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,306
|
Quote:
Originariamente inviata da tino70
Mi chiedevo quali comportamenti ( di vostra iniziativa o prescritti dallo psicoterapeuta) cercate di mettere in atto quotidianamente per fronteggiare la vostra fobia sociale.
E soprattutto, avete trovato giovamento da questi?
Che ne so.
Ad es.
Andare a mangiare da soli al ristorante
Andare in luoghi aperti al pubblico esclusivamente nelle ore di punta
ecc..
Un saluto ciao
|
beh come detto per un paio di anni mi sono introversato di mia spontanea iniziativa e quindi mi trovavo più che bene...però da quanto ho sentito l'introversione= un disagio ho cercato giorno per giorno di forzare i miei vari aspetti.
Vabbeh loquace al momento non lo sono, ma ad esempio se capita l'occasione di dire una battuta la faccio...
per un certo periodo ho preferito la casa alle uscite, ora quando non so che fare esco (non importa se solo...va bene comunque...in compagnia ovviamente è meglio)--> devo studiare? è qualche settimana che vado in biblioteca (non sapete quante facce che non vedevo da una vita ho reincontrato e mi sono fermato a parlare una 20ina di minuti senza alcuna tensione e anzi con quello spirito da giocherellone che mi apparteneva).
Mi sto annoiando? c'è una bolletta da pagare? uguale esco e cerco di fare sempre la strada che taglia per la piazza e il centro...più mi sento gli occhi puntati addosso e più devo sentirmi bene...
se capita di scorgere qualcuno che conosco saluto e se non sono di fretta mi sforzo a fermarmi ed esser eil primo io a rivolgere la parola.
Più di qualche volta vado al centro commerciale anche se devo comprare solo qualche sciocchezza che si potrebbe comprare al mercatino dietro l'angolo.
Quando mi accorgo di stare facendo 10 passi indietro provo a farne 11 avanti: fissando le altre persone più negli occhi, o semplicemente chiedendo la prima banalità che capita.
Sono anni luce dall'essere quello che ero, ma aiuta molto e sento che le cose pian piano si smuovono
|
|
01-11-2008, 14:59
|
#9
|
Principiante
Qui dal: Oct 2008
Messaggi: 63
|
Bravo Giova88!!
Il cervello è un organo estremamente duttile, questo vale per tutti.
A lungo andare, determinate condotte, peseranno sempre meno.
Allenamento, allenamento, allenamento……..
Io, qualche anno fa, per motivi lavorativi, mi ritrovavo spesso (ero obbligato dai capi ad andarci) a cene e buffet di fine settimana con assessori, consiglieri, rappresentanti di categorie ecc... Ringraziando al cielo, come ho già detto nel post in cui mi sono presentato, la mia è una fobia sociale “gestibile”.
In buona sostanza, quando mi presentavo a questi incontri, fuori facevo un bel sorriso Durbans e dentro friggevo da matti. Non vi dico la tensione muscolare addosso e il bagno di sudore sotto giacca e cravatta. Chiedevo continuamente dov’erano i servizi igienici per andare a chiudermi 5 minuti e riprendere respiro.
Cari ragazzi, è stata l’esperienza più nefasta della mia vita, ma a qualcosa è servita.
Sapete a cosa mi è servita?
In realtà, comportamenti e situazioni sociali come queste, non modificano completamente ciò che sei.
Modificare la propria natura, per un fobico sociale (indipendentemente dal livello di gravità da cui si è affetti), è impresa ardua se non impossibile.
L’utilità di tutto questo sta invece nell’aver esercitato la mente a gestire situazioni di questo tipo.
Aver perfezionato (perché purtroppo andiamo avanti con quelle) le maschere sociali.
Cioè, almeno per me, si è trattato di un vero e proprio “actor studio fai da te”.
Assorto, giustamente, si chiede perché torturarsi sottoponendosi a comportamenti che sai che ti fanno stare male?
Assorto, non ti do torto assolutamente. Il problema è che, quanto meno, bisogna avere un minimo di bagaglio, un repertorio pronto per ogni situazione sociale che ti si presenta.
Supponiamo che tu debba affrontare un colloquio di lavoro importante.
Ti posso garantire che, seppur sociofobico, al 15° colloquio sarai (o meglio APPARIRAI ) sicuramente più sciolto rispetto al 1°. Ma se uno non si tiene allenato in questo genere di situazioni che pretende? Tutto, sempre e comunque, sarà un fallimento.
Quindi, in buona sostanza, è necessario tenere la mente allenata a gestire “la conversazione con il vicino” come “entrare nel negozio e parlare con la commessa” come “sostenere un colloquio” come “camminare per luoghi affollati” ecc….dopodichè se uno non se la sente sempre di mettersi alla prova, amen, non bisogna farlo sempre, ma quanto basta per tenere la mente in esercizio.
|
|
01-11-2008, 15:05
|
#10
|
Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 1,953
|
Quote:
In buona sostanza, quando mi presentavo a questi incontri, fuori facevo un bel sorriso Durbans e dentro friggevo da matti.
|
Sei riuscito a capire perche' ti sentivi cosi'?La tua mente cosa eleborava in quei momenti?Quali erano i tuoi pensieri?
|
|
01-11-2008, 15:27
|
#11
|
Principiante
Qui dal: Oct 2008
Messaggi: 63
|
Quote:
Originariamente inviata da vetro
Sei riuscito a capire perche' ti sentivi cosi'?La tua mente cosa eleborava in quei momenti?Quali erano i tuoi pensieri?
|
Ciao Vetro.
Dunque,
- forse mi sentivo così……. perché volevo a tutti i costi fare un’ottima impressione;
- in quei momenti la mia mente….pensava a qualcosa di necessariamente brillante da dire considerata la circostanza.
Vetro, aimè, come ben sai, si tratta di meccanismi automatici della mente.
Una cosa però mi è servita spesso:
- mi ripetevo, mentre mi preparavo, già 30 min. prima di questi incontri cose del tipo : “ Ma che kazzo te ne frega?!” oppure “ Fottitene” oppure “ Come va, va” e ancora “E’ tutto ok. Stai tranquillo” e ancora “ E chi sono quelli?”
Ecco, posso dirti che, la tecnica dell’autosuggestione indotta un po’ mi ha aiutato e mi aiuta tuttora.
|
|
01-11-2008, 15:36
|
#12
|
Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 1,953
|
Quote:
forse mi sentivo così……. perché volevo a tutti i costi fare un’ottima impressione;
|
Perche' la tua esistenza è imprescindibilmente connessa all'approvazione degli altri.Non vuoi mai deludere nessuno ma è un meccanismo destinato ad incepparsi.
I successi nella vita sono importanti.Probabilmente ti danno la forza di andare avanti o di vedere le cose diversamente.Gli alti e bassi sono sempre in agguato,per tutti.
|
|
01-11-2008, 16:58
|
#13
|
Principiante
Qui dal: Oct 2008
Messaggi: 63
|
@Vetro
Sì, penso che anche l’educazione acquisita inconsciamente da piccolo abbia il suo peso.
Sentir parlare sempre mio padre di se stesso come di una persona che:
- è il migliore;
- è tutto lui;
- sa tutto lui;
- non si sottomette;
- il suo costante intercalare di “Il sottoscritto qua, il sottoscritto la,….”
(Quando poi, in età adulta, scopri che queste manifestazioni verbali di superiorità ed arroganza vengono ricercate solo per darsi quella forza ed autostima che gli manca. Ma, aimè, quando sei piccolo ancora non puoi capirlo).
A questo si aggiunga la sua diffidenza per tutto e tutti.
Ecco, ritengo che anche questo aspetto abbia influito parecchio nella formazione della mia personalità sociocentrica. Una personalità esageratamente attenta a ricercare, sempre e comunque, una posizione di apparente superiorità.
|
|
01-11-2008, 17:07
|
#14
|
Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 1,953
|
Quote:
Sentir parlare sempre mio padre di se stesso come di una persona che:
- è il migliore;
- è tutto lui;
- sa tutto lui;
- non si sottomette;
- il suo costante intercalare di “Il sottoscritto qua, il sottoscritto la,….”
|
Pero' aver avuto un padre determinato e in qualche modo "vincente" in parte dovrebbe averti stimolato.
|
|
01-11-2008, 19:43
|
#15
|
Principiante
Qui dal: Oct 2008
Messaggi: 63
|
Quote:
Originariamente inviata da vetro
Pero' aver avuto un padre determinato e in qualche modo "vincente" in parte dovrebbe averti stimolato.
|
Ma quale “vincente?”
Parliamo di un uomo di classe operaia con zero cultura. Una specie di Homer Simpsons.
Sai quale è stato lo sprono per aver avuto un padre così?
Mi sono detto: “ Guarda tuo padre e diventa esattamente l’opposto”.
E così è stato. Anche nelle piccole cose. Ad es.lui è un grande bevitore ed io sono astemio, lui è pigro ed io iperattivo, zero cultura lui e tuttologo io. Ecc…..
La negazione di un modello.
Anziché darsi tante arie per “quello che non è”, avrebbe potuto insegnare a me e a i miei fratelli ad affrontare la vita con spensieratezza, disinvoltura ed ironia piuttosto che esasperare ogni momento della nostra vita con le sue fisime e la sua filosofia.
|
|
01-11-2008, 20:55
|
#16
|
Intermedio
Qui dal: May 2008
Messaggi: 139
|
Quote:
Originariamente inviata da tino70
Ok.
Più precisamente cosa cerchi di “non evitare” nella tua giornata tipo?
Sai, nel mio caso, quando decido di andare in palestra scelgo gli orari più impensabili per trovare la sala pesi il più possibile libera.
In questo caso io non sto evitando, ma sto scegliendo.
Non è qualcosa che si è presentata. E’ qualcosa che decido a priori.
Ritengo che anche questi comportamenti debbano essere corretti.
Ti chiedo quindi: per “non evitare” intendi anche lo scegliere a priori e forzatamente le alternative più scomode per il tuo status mentale? (vedi caso palestra)
|
Non evitare in questo senso: partecipare a tutte le situazioni oggettivamente normali che presentano (oggettivamente xkè per me possono anke essere difficilissime).
Insomma cercare di sforzarmi a cogliere occasioni che mi vengono proposte anche se ansiogene o comunque fobiche.
Questo è molto duro anche perchè cosi sfidi la fobia e lei si può scatenare, il disagio e l'ansia...sguazzano! , e non mollano.
Ma almeno cosi aumento le probabilità di trovare amici e di vivere
tuttavia non è sufficiente......ogni volta che esco da una situazione fobica sono punto a capo
|
|
01-11-2008, 23:59
|
#17
|
Principiante
Qui dal: Oct 2008
Messaggi: 63
|
Quote:
Originariamente inviata da Leggero
tuttavia non è sufficiente......ogni volta che esco da una situazione fobica sono punto a capo
|
cioè non hai trovato proprio nessun miglioramento in niente? :roll:
L'allenamento e la costanza non ti hanno mai aiutato? :roll:
(Chiedo perchè è proprio quello che vorrei capire con questo topic: cioè se e dove può essere utile battere il ferro)
|
|
02-11-2008, 00:52
|
#18
|
Esperto
Qui dal: Dec 2005
Messaggi: 5,048
|
Ecco i miei esempi
Palestra:
prima ci andavo solo la mattina o il primo pomeriggio.
ora ci vado alle 7 la sera, l'orario piu affollato.
Piscina:idem
Passare nel centro è una cosa che nn faccio da anni...c'è gente e ragazzi conosciuti quindi evito, nn c metto piedi da qualche anno....sembra strano ma è cosi
Ora ho iniziato a passare di li velocmente prima di andare a lezione (dalle 8 poi 8.30 e cosi via....ora sono arrivato alle 10 d mattina nn so se riusciro ad andare oltre) Sembra una stronzata ma mi crea problemi, praticamente evito la zona pedonale, è una strada lunga circa 200 metri e una piu stretta altrettanto lunga, nella piazza cnetrale c'è il locale piu giovine e in del paese.
Avevo pensato di inizare a prenere il treno per andare in città....nell'ora d punta si incontrano tante facce conosciute che nn vedo da anni, nn ho avuto il coraggio di farlo sempre.
Poi c sono le situazioni kamikaze come quella d partecipare ad una vacanza con gente che nn vedo da anni, o fare uscite con ragazzi con i quali ho tagliato improvvisamente i ponti anni fà
|
|
02-11-2008, 18:55
|
#19
|
Principiante
Qui dal: Nov 2008
Messaggi: 1
|
Per me la cosa più importante è mettere " sotto inchiesta " il reale motivo dell'insorgenza della fobia ovvero creare un tribunale virtuale, nel 99,99 % dei casi vi accorgerete che le paure sono completamente immotivate. In particolare, la domanda che personalmente pongo a me stesso nel momento che sento avvertire un certo disagio è : che tipo di conseguenze possono esserci se faccio o non faccio una determinata azione ? Risposta = nessuna conseguenza !
:wink:
|
|
02-11-2008, 18:55
|
#20
|
Intermedio
Qui dal: May 2008
Messaggi: 139
|
Quote:
Originariamente inviata da tino70
cioè non hai trovato proprio nessun miglioramento in niente? :roll:
L'allenamento e la costanza non ti hanno mai aiutato? :roll:
(Chiedo perchè è proprio quello che vorrei capire con questo topic: cioè se e dove può essere utile battere il ferro)
|
Sono migliorato, senza dubbio. Però non è sufficiente, la mia mentalità perlomeno non è cambiata; posso fare mille cose, buttarmi nelle peggio sfide ma alla fine sono sempre punto a capo, il mio modo di vedere le cose non cambia. Infatti tra un po vado dalla psichiatra.
|
|
|
|
|