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15-05-2018, 11:54
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#41
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 7,883
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Originariamente inviata da The Joker
Ho parlato con tantissime persone in questi mesi, non ha funzionato. Potrei affidarmi alla psicoterapia, è vero, ma i problemi a livello fisico che mi crea questa situazione sono seri (insonnia, attacchi di panico quotidiani, ansia, tachicardia, tremore, depressione) e non voglio che vengano alla luce, non voglio ammetterli alla luce del sole, sono troppo orgoglioso per espormi davanti agli altri anche se sono consapevole che razionalmente non dovrei provare alcuna vergogna nel farmi aiutare.
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Invece dovresti perché tutto il tuo modo di porti verso questa relazione, gia' durante e ora che e' finita, non e' normale.
I disturbi sono tuoi, se non fosse per lei li avresti per qualcos'altro, non c'entra con l'amore vero che e' reciproco e vuole il bene a prescindere, tu la desideri come oggetto (senza dire che la tratteresti male, normalmente la gente anche l'auto o il tablet li tratta bene), ormai la consideri fin alla stregua di farmaco che farebbe passare questo e quello, se poi (anche nell'ipotesi impossibile che tornasse con te) lei non fosse come vorresti ma come e', come la natura l'ha fatta, allora di nuovo la incolperesti di tutti i tuoi malesseri di ritorno (ipotizzando che effettivamente per un attimo te li faccia passare).
E' una dipendenza come un'altra e probabilmente anche falsa, che anche l'avessi, tornassi con lei non ti darebbe tutto quello che ora fantastichi. Quando le storie finiscono ci son dei buoni motivi e ben difficilmente dopo possono riprendere con buon esito, come un vaso che tendeva a spaccarsi e per di piu' che si e' gia' rotto ha ben scarse probabilita' di accostandone successivamente i pezzi rimanere in piedi (se poi meta' pezzi scappano e non ne vogliono sapere di ristar nel vaso originario le probabilita' diminuiscono ancora).
Comunque come dice onisco ti conviene parlarne con uno psicologo, psicoterapeuta e simili perché piu' coltivi in solitudine i tuoi pensieri piu' rischiano (loro e di conseguenza anche tu) di partire per la tangente, le cose ingigantirsi, deformarsi ecc.
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Ultima modifica di cancellato2824; 15-05-2018 a 12:12.
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15-05-2018, 12:19
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#42
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Milano
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D: Come mai non riesco ad arrendermi?
R: Forse ti fa comodo.
Severo ma giusto.
Tira fuori un po' di palle amico mio, non ci pensare più.
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15-05-2018, 13:04
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#43
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,746
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Originariamente inviata da Hallucigenia
Non ho capito cosa c'entri l'essere senza palle,se è innamorato e la pensa sempre non è che possa smettere così a comando,mah,non mi pare stia facendo lo zerbino.
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Quando successe a me, dopo l'ultimo commento caustico della mia ex di allora, decisi che non l'avrei più neanche pensata.
Ci ho messo un botto di tempo, due anni circa. Ma in quel periodo ogni volta mi tornava il pensiero di lei me lo cacciavo via.
Se uno non ha controllo della propria mente allora è una foglia nelle mani del vento.
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16-05-2018, 09:01
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#44
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Avanzato
Qui dal: Mar 2011
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Originariamente inviata da Marco.Russo
Quando successe a me, dopo l'ultimo commento caustico della mia ex di allora, decisi che non l'avrei più neanche pensata.
Ci ho messo un botto di tempo, due anni circa. Ma in quel periodo ogni volta mi tornava il pensiero di lei me lo cacciavo via.
Se uno non ha controllo della propria mente allora è una foglia nelle mani del vento.
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"decisi che non l'avrei più neanche pensata". E ci sei riuscito? Hai avuto il "controllo della tua mente"? No, perché hai continuato lo stesso a pensarla per ben due anni. Non scacciavi via un bel niente, semplicemente sostituivi il pensiero di lei con altri pensieri grazie (presumo) ad altre distrazioni. Forse ci hai messo ben due anni proprio perché, invece di pensarla in continuazione all'inizio, rielaborando il prima possibile il tutto, hai continuato a rimandare i pensieri di lei, i quali inevitabilmente si ripresentavano e che abilmente sostituivi con qualcos'altro. Ma questo non posso saperlo nello specifico perché non sono te e non conosco la tua storia, quello che hai passato lo sai solo te. Ti dico solo che non tutte le situazioni sono uguali e non tutti hanno lo stesso modo di rielaborare le cose, non si tratta di "tirare fuori le palle". Io preferisco essere invaso dai pensieri subito piuttosto che dilazionarli nel tempo impedendo a me stesso di provare il dolore necessario quanto meno per non provare una tortura prolungata per troppo tempo (che potrebbe esserci comunque, beninteso, ma se rimandassi l'elaborazione sono convinto che sarebbe peggio per me in futuro). Ma le mie personali preferenze sono irrilevanti perché, come hai involontariamente fatto notare anche tu ammettendo di averci messo due anni per toglierti la tua ex dalla testa, non si comandano i pensieri, non si decide di pensare o non pensare a qualcosa. Nessuno ha veramente il controllo della propria mente a mio parere, neanche tu anche se ti illudi di averlo, e il libero arbitrio in questi casi è molto limitato (anche se varia a seconda delle situazioni). Questo non vuol dire che non si possa fare qualcosa a riguardo. Mi complimento con te per essere riuscito a sostituire i pensieri della tua ex con altri pensieri anche se non è il mio personale modo di elaborare le cose, ma ricordo che all'inizio del posto ho scritto di aver provato di tutto per distrarmi: leggere libri, uscire e talvolta fare sesso con altre ragazze, acculturarmi, bere da solo o in compagnia, studiare, andare in palestra, e tante altre cose. Nulla di tutto questo è servito a niente, perché sono ancora innamorato perdutamente di lei e no, non c'entra niente il tirare fuori le palle o meno; sono completamente in balìa dei miei sentimenti per lei e tutto quello che ho potuto fare negli ultimi mesi per distarmi l'ho fatto, senza risultati (in questo senso avrei già "tirato fuori le palle"). Ognuno vive le situazioni a modo suo. C'è chi riesce a dimenticarsi di qualcuno trombando con altre persone, giocando a bowling con gli amici o facendo sport, io non sono quel tipo (purtroppo aggiungo, perché un po' invidio chi ci riesce con relativa facilità). In ogni caso non illudiamoci tronfiamente di avere il controllo della nostra mente perché non ce l'abbiamo: se ci si illude in una particolare situazione di avere il controllo della propria mente lo si fa solamente perché si ha la fortuna di avere una buona predisposizione mentale per quella situazione specifica e per quel momento specifico; allora la tua buona predisposizione mentale, assolutamente soggettiva, ti illude di poter avere il controllo sulla tua mente quando in realtà se riesci a superare una brutta situazione è proprio perché è la mente stessa a permettertelo, e non te stesso.
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16-05-2018, 09:39
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#45
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Avanzato
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 327
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Originariamente inviata da Marceline
(@TheJoker, tra parentesi: secondo te l'ultima frase non indica un po' la questione oggetto/soggetto di cui si parlava prima? Non valuti che lei possa prendersi cura di sé da sola? Le hai già fatto delle raccomandazioni su alcuni questioni, lei poi ha deciso comunque di interrompere le comunicazioni con te, forse per prendersi i suoi spazi e fare le proprie scelte. Considera che non è sola, ci saranno altre persone nella sua vita oltre a te e l'attuale ragazzo, e forse parlerà già con loro in caso di bisogno, no?)
Non pensi che in questo caso specifico, sia esagerato attribuire a una persona l'aver rovinato la tua intera vita? L'emotività è comprensibile, così come il far notare una certa mancanza di stile da parte di lei-stando al racconto-, ma personalmente una frase del genere, così forte, sembra un qualcosa di più applicabile ad altri contesti, non a questo.
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"Non valuti che lei possa prendersi cura di sé da sola?" Assolutamente sì, ne sono convinto. E' per dire che voglio essere io a renderla felice e a prendermi cura di lei, ma per "prendermi cura di lei" non intendevo dire di volerle fare da crocerossina, non ha mica la sclerosi multipla (ha solo qualche problema psicologico, ma nulla che lei stessa non possa gestire da sola).
"Non pensi che in questo caso specifico, sia esagerato attribuire a una persona l'aver rovinato la tua intera vita?" Purtroppo, e sottolineo purtroppo, no, magari fosse solo emotività. Ero in una situazione di merda per tanti altri motivi, avevo pochissimi amici e lui era uno di quei pochi. E' stato lui a fare il figlio di troia, certo, ma non ha fatto il figlio di troia da solo, lei è stata complice attiva nell'aiutarlo a fare il figlio di troia, e per una che diceva di provare dei sentimenti profondi per me è una delusione terribile (una sensazione di tradimento ulteriore, in aggiunta a quella di tradimento da parte del mio amico, che pensavo ci tenesse all'amicizia con me). Ho perso tantissimi amici negli ultimi anni e avevo già poca fiducia nell'amicizia. Per quanto riguarda la ragazza, ho perso la fiducia nel poter essere amato da qualcuno, che tutto sommato non ho mai avuto in vita mia, ma che con lei ho avuto l'illusione di avere, perché le parole dolci che mi diceva quando le cose tra di noi andavano bene sembravano sincere e ci ho creduto davvero. In più, ripeto, credevo davvero che mi volesse bene, ma l'essersi resa complice della distruzione di un'amicizia durata tanti anni facendosi pochi scrupoli a riguardo mi ha disilluso anche su questo. Ho perso completamente fiducia nei due pilastri affettivi su cui si basa la vita di ciascuno di noi: l'amicizia e l'amore. Senza di questi poco ha significato. Se anche trovassi amici più sinceri e donne che dicono di amarmi e di volermi bene, non gli crederei, proprio perché ho perso completamente fiducia nelle altre persone e anzi ne sono spaventato più di quanto lo ero prima. L'unica cosa che mi fa desistere dal farla finita è il dolore che provocherei ai miei genitori, a mio zio e a mia sorella, le uniche persone che mi amano veramente e che ne uscirebbero veramente devastate per tutta la loro vita dalla mia scomparsa (e loro non meritano una cosa simile). Sì, lo so, adesso starai pensando che sto esagerando, che è l'emotività, etc. Be', lascia che sia più specifico riguardo alla mia vita negli ultimi mesi: insonnia costante, tachicardia costante, attacchi di panico quotidiani (soprattutto alla sera), ansia quotidiana davvero forte, difficoltà nel concentrarsi alla quale si accompagna un calo (seppur leggero) di rendimento nello studio, sensazione di essere una nullità per tutti e che questo sia un mondo di persone vuote e superficiali nel quale non vale la pena vivere, sensazione di tradimento da parte di chi mi diceva di voler bene ma soprattutto di totale abbandono da parte di tutti (perché i pochissimi amici che mi sono rimasti li vedo molto raramente e nessuno si interessa della mia condizione, nessuno mi chiede come sto su WhatsApp o su Facebook, nessuno mi chiama ogni tanto per distrarmi, a nessuno quindi frega nulla di me, e questo non è un banale e patetico vittimismo, è la brutale constatazione dei fatti), sensazione di abulia e di apatia nei confronti di tutto (ormai un bel tramonto, un appassionante amplesso con una ragazza, un bel respiro di aria fresca, un buon libro e una bella canzone sono tutte cose che non significano nulla per me). Posso dunque, in base alle cose sopracitate, asserire razionalmente (e non emotivamente) che questa ragazza (di cui sono ancora perdutamente innamorato non per colpa sua, beninteso, quella è una cosa mia) si è resa complice, insieme al mio amico che ne è l'attore principale, della distruzione a livello sociale e psicologico della vita di una persona, nella fattispecie la mia? Posso non essere tacciato di vittimismo se lo affermo? Se un giorno dovessi tornare ad amare la vita, cosa di cui adesso (emotivamente) dubito, devo solo ringraziare la mia famiglia, perché è solo per non devastarli e non causare loro dolore che vado avanti. I miei problemi psicologici e fisici attuali non mi permettono di definire ciò che sto passando ora "vita", questa non è vita.
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Ultima modifica di The Joker; 16-05-2018 a 09:49.
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16-05-2018, 20:24
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#46
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Avanzato
Qui dal: Mar 2011
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Originariamente inviata da ila82
Invece dovresti perché tutto il tuo modo di porti verso questa relazione, gia' durante e ora che e' finita, non e' normale.
I disturbi sono tuoi, se non fosse per lei li avresti per qualcos'altro, non c'entra con l'amore vero che e' reciproco e vuole il bene a prescindere, tu la desideri come oggetto (senza dire che la tratteresti male, normalmente la gente anche l'auto o il tablet li tratta bene), ormai la consideri fin alla stregua di farmaco che farebbe passare questo e quello, se poi (anche nell'ipotesi impossibile che tornasse con te) lei non fosse come vorresti ma come e', come la natura l'ha fatta, allora di nuovo la incolperesti di tutti i tuoi malesseri di ritorno (ipotizzando che effettivamente per un attimo te li faccia passare).
E' una dipendenza come un'altra e probabilmente anche falsa, che anche l'avessi, tornassi con lei non ti darebbe tutto quello che ora fantastichi. Quando le storie finiscono ci son dei buoni motivi e ben difficilmente dopo possono riprendere con buon esito, come un vaso che tendeva a spaccarsi e per di piu' che si e' gia' rotto ha ben scarse probabilita' di accostandone successivamente i pezzi rimanere in piedi (se poi meta' pezzi scappano e non ne vogliono sapere di ristar nel vaso originario le probabilita' diminuiscono ancora).
Comunque come dice onisco ti conviene parlarne con uno psicologo, psicoterapeuta e simili perché piu' coltivi in solitudine i tuoi pensieri piu' rischiano (loro e di conseguenza anche tu) di partire per la tangente, le cose ingigantirsi, deformarsi ecc.
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Credo di essere abbastanza lucido da aver chiara la situazione, cioè che lei al momento non voglio più avere niente a che fare con me, che non è detto che voglia vedermi e/o parlarmi anche in un futuro remoto, che probabilmente è già innamorata del mio ex amico e che io con tutta probabilità sono ormai una “storia” vecchia e sepolta, servita col senno di poi al solo scopo di farle conoscere il suo futuro ragazzo. Il senso del mio messaggio iniziale era proprio questo: sono consapevole della tragicità e del’ineluttabilità della mia situazione, ma ciò nonostante non riesco a smettere di sperarci con tutto me stesso, ancorché sappi che la mia speranza è basata su probabilità bassissime prossime allo zero. Quando nel mio titolo ho scritto “disagio da eroe romantico” facevo proprio riferimento a quello. Quello che alcuni qui non hanno comprensibilmente inteso è che “eroe” in questo caso non ha un’accezione positiva. L’eroe romantico in ambito sentimentale non è un vero eroe, ma il peggior nemico di se stesso, un nemico irrimediabilmente ostinato direi.
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16-05-2018, 22:31
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#47
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
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Originariamente inviata da The Joker
"decisi che non l'avrei più neanche pensata". E ci sei riuscito? Hai avuto il "controllo della tua mente"? No, perché hai continuato lo stesso a pensarla per ben due anni. Non scacciavi via un bel niente, semplicemente sostituivi il pensiero di lei con altri pensieri grazie (presumo) ad altre distrazioni. Forse ci hai messo ben due anni proprio perché, invece di pensarla in continuazione all'inizio, rielaborando il prima possibile il tutto, hai continuato a rimandare i pensieri di lei, i quali inevitabilmente si ripresentavano e che abilmente sostituivi con qualcos'altro. Ma questo non posso saperlo nello specifico perché non sono te e non conosco la tua storia, quello che hai passato lo sai solo te. Ti dico solo che non tutte le situazioni sono uguali e non tutti hanno lo stesso modo di rielaborare le cose, non si tratta di "tirare fuori le palle". Io preferisco essere invaso dai pensieri subito piuttosto che dilazionarli nel tempo impedendo a me stesso di provare il dolore necessario quanto meno per non provare una tortura prolungata per troppo tempo (che potrebbe esserci comunque, beninteso, ma se rimandassi l'elaborazione sono convinto che sarebbe peggio per me in futuro). Ma le mie personali preferenze sono irrilevanti perché, come hai involontariamente fatto notare anche tu ammettendo di averci messo due anni per toglierti la tua ex dalla testa, non si comandano i pensieri, non si decide di pensare o non pensare a qualcosa. Nessuno ha veramente il controllo della propria mente a mio parere, neanche tu anche se ti illudi di averlo, e il libero arbitrio in questi casi è molto limitato (anche se varia a seconda delle situazioni). Questo non vuol dire che non si possa fare qualcosa a riguardo. Mi complimento con te per essere riuscito a sostituire i pensieri della tua ex con altri pensieri anche se non è il mio personale modo di elaborare le cose, ma ricordo che all'inizio del posto ho scritto di aver provato di tutto per distrarmi: leggere libri, uscire e talvolta fare sesso con altre ragazze, acculturarmi, bere da solo o in compagnia, studiare, andare in palestra, e tante altre cose. Nulla di tutto questo è servito a niente, perché sono ancora innamorato perdutamente di lei e no, non c'entra niente il tirare fuori le palle o meno; sono completamente in balìa dei miei sentimenti per lei e tutto quello che ho potuto fare negli ultimi mesi per distarmi l'ho fatto, senza risultati (in questo senso avrei già "tirato fuori le palle"). Ognuno vive le situazioni a modo suo. C'è chi riesce a dimenticarsi di qualcuno trombando con altre persone, giocando a bowling con gli amici o facendo sport, io non sono quel tipo (purtroppo aggiungo, perché un po' invidio chi ci riesce con relativa facilità). In ogni caso non illudiamoci tronfiamente di avere il controllo della nostra mente perché non ce l'abbiamo: se ci si illude in una particolare situazione di avere il controllo della propria mente lo si fa solamente perché si ha la fortuna di avere una buona predisposizione mentale per quella situazione specifica e per quel momento specifico; allora la tua buona predisposizione mentale, assolutamente soggettiva, ti illude di poter avere il controllo sulla tua mente quando in realtà se riesci a superare una brutta situazione è proprio perché è la mente stessa a permettertelo, e non te stesso.
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Joker la domanda che ti devi porre innanzitutto è: vuoi liberarti di sta cosa o no? Perché mi sembra che tutto sto panegirico serva a spiegarmi il semplice fatto che a te sta bene così.
E per carità, puoi farlo, la vita è tua.
Mi son permesso di "gurarti" in maniera un po' strong perché mi ricordavo di te, anni fa, come un utente estremamente propositivo, pieno di risorse e capacità; ed è un peccato che ora tu ti stia perdendo su sta minchiata, perché lasciatelo dire, quello è. Una ragazza, ce ne sarà più di un miliardo nel mondo. Ti sei fissato, ma lasciatelo dire da chi c'è passato prima di te, quando succede sta cosa si è come tossici disperati per aver un'ultima dose, e poi un'ultimissima, e un'ultimissimissima ancora. L'aspetto traumatico non aiuta: nel tuo caso è stato il fatto che lei sia finita assieme al tuo amico, nel mio ce ne era un altro. Non hai avuto occasione di elaborare il lutto.
Quindi innanzitutto, per risponderti alla tua domanda, devi capire prima se ne vuoi veramente uscire, altrimenti stai solo cercando un modo di compiacerti del tuo romantico malessere. Che per carità, per un po' ci sta, è come leccarsi le ferite. Poi però diventa masturbazione.
Un consiglio pratico: a me aiutò tantissimo il libro "Eros e pathos" di Aldo Carotenuto. Lo consiglio a ogni romantico.
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18-05-2018, 06:12
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#48
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Avanzato
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Originariamente inviata da Marco.Russo
Joker la domanda che ti devi porre innanzitutto è: vuoi liberarti di sta cosa o no? Perché mi sembra che tutto sto panegirico serva a spiegarmi il semplice fatto che a te sta bene così.
E per carità, puoi farlo, la vita è tua.
Mi son permesso di "gurarti" in maniera un po' strong perché mi ricordavo di te, anni fa, come un utente estremamente propositivo, pieno di risorse e capacità; ed è un peccato che ora tu ti stia perdendo su sta minchiata, perché lasciatelo dire, quello è. Una ragazza, ce ne sarà più di un miliardo nel mondo. Ti sei fissato, ma lasciatelo dire da chi c'è passato prima di te, quando succede sta cosa si è come tossici disperati per aver un'ultima dose, e poi un'ultimissima, e un'ultimissimissima ancora. L'aspetto traumatico non aiuta: nel tuo caso è stato il fatto che lei sia finita assieme al tuo amico, nel mio ce ne era un altro. Non hai avuto occasione di elaborare il lutto.
Quindi innanzitutto, per risponderti alla tua domanda, devi capire prima se ne vuoi veramente uscire, altrimenti stai solo cercando un modo di compiacerti del tuo romantico malessere. Che per carità, per un po' ci sta, è come leccarsi le ferite. Poi però diventa masturbazione.
Un consiglio pratico: a me aiutò tantissimo il libro "Eros e pathos" di Aldo Carotenuto. Lo consiglio a ogni romantico.
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Ti ringrazio per la tua buona fede e per i complimenti che mi hai fatto. Ti ringrazio anche per avermi consigliato quel libro, probabilmente lo leggerò se può anche solo parzialmente aiutarmi. Purtroppo però c’è una cosa su cui i nostri pensieri divergono agli antipodi: tu hai un’estrema fiducia negli atti deliberativi, nel libero arbitrio, nella capacità di farsi delle domande e di darsi in modo risoluto delle risposte; io questa fiducia non ce l’ho, o meglio, l’avevo anche io un tempo (ed era molto forte, esattamente come la tua), prima di ritrovarmi in certe situazioni. Adesso ho capito cosa significa essere totalmente impotenti davanti al proprio cervello, essere totalmente dominati dalle proprie emozioni. Mi sono già fatto quella domanda ma purtroppo non ho una risposta semplicemente perché in questo momento nella vita non voglio nulla a parte lei. Sono in grado di sopportare i miei problemi fisici e psicologici e laurearmi nel mentre, anche facendo attività fisica e uscendo con altre ragazze, ma l’unica cosa che realmente voglio è lei, non posso negarlo a me stesso. Non è qualcosa che dipende da me, magari lo fosse! Non sono un tipo che riesce a ingannare se stesso per poi alla fine credere davvero ai propri inganni (che con una buona dose di convinzione a un certo punto diventano verità se si è bravi a convincersi). Se dicessi che voglio andare avanti, dimenticarla, togliermela dalla testa, potrei anche ripetermelo con convinzione per giorni, ma so bene che sarebbe una bugia. Di certo non voglio compiacermi del mio romantico malessere né struggermi per il tradimento del mio amico, lo sto già facendo da mesi e ti assicuro che questa non è vita, è un inferno. Voglio uscire da questa situazione, questo è certo, ma il mio cervello non riesce a vedere quella ragazza come la malattia, ma continua a vederla come l’unica cura. Come posso farmi il lavaggio del cervello? Ripeto, non voglio fare la vittima o masturbarmi col mio malessere quotidiano; parlo solo da persona totalmente dominata dalle proprie emozioni e dai propri ormai irraggiungibili desideri, totalmente impotente davanti a se stesso, al proprio cervello, ai propri disagi psicologici e fisici. In questa situazione non so cosa fare, ormai quello che voglio o non voglio è irrilevante perché l’unica cosa che conta è che voglio lei. Non so cosa fare, aiutatemi se potete, fatemi il lavaggio del cervello, cancellate i miei ricordi come in quel film di Jim Carrey e Kate Winslet, uccidetemi se questa è l’unica soluzione per porre fine a questa vita ormai diventata una tortura; non ce la faccio più ad avere attacchi di ansia quotidiani, attacchi di panico quotidiani, tachicardia quotidiana, insonnia costante, sensanazione di essere una nullità corroborata brutalmente dai fatti, desiderio costante di morire (scacciato solo dal pensiero della mia famiglia, cioè le uniche persone che mi amano davvero, che non meritano di essere rovinate egoisticamente da me). Aiutatemi se potete...so di non volere nulla se non lei quindi chiedo a voi se potete fare qualcosa per me...io così non ce la faccio più... Sono completamente vittima di me stesso e non riesco a battermi, non riesco neanche a volerlo...
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18-05-2018, 06:39
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#49
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Avanzato
Qui dal: Mar 2011
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Purtroppo, Deepblue, quello che hai appena detto vale solo per le cottarelle quasi insignificanti col senno di poi. Quando ti innamori sul serio è tutta un’altra cosa purtroppo. Se anche un giorno io dovessi miracolosamente uscire dal mio inferno personale, non potrò mai rimproverare a me stesso di aver buttato del tempo prezioso nello struggermi, perché sarei perfettamente consapevole che in quel momento ero completamente impotente davanti a me stesso e non potevo di conseguenza avere il controllo su di me, sulle mie emozioni, e sui miei atti deliberativi. Ho provato questa sensazione solo tre volte in vita mia (e nella mia vita ho frequentato quasi una ventina di ragazze), ma questa è molto più devastante delle altre due, che già mi sembravano l’inferno sulla terra mentre le provavo ma non mi hanno mai portato a tali livelli di depressione e di impotenza davanti alle proprie emozioni. Se c’e una cosa che so dopo queste esperienze è che al peggio non c’è mai fine, quindi non escludo che io possa provare in futuro un'esperienza ancora più devastante di questa e la cosa mi fa rabbrividire (neanche la morte dei miei nonni e quella del mio cane mi hanno ridotto in questa condizione senza apparente via d’uscita, non scherzo). Per quanto riguarda le cottarelle insignificanti che hanno avuto più o meno tutti, su quelle posso riderci tranquillamente su, ne ho avute anche io. Ma purtroppo, e sottolineo purtroppo, non si tratta di una di quelle... Ormai so distinguere tra una banale delusione (con effetti temporanei) e una morte interiore (con effetti prolungati fino a un tempo incerto e indefinito). Se si tratta di una cottarella la lucidità la puoi mantenere, sei triste ma non depresso, le piccole cose (un bel tramonto, un buon libro, un buon panino, etc.) riesci ad apprezzarle e non ti sono indifferenti, mentre se sei innamorato (davvero, e non basta dirselo per esserlo) provi tutt’altre cose, o magari in una certa misura provi cose simili ma spaventosamente amplificate (a livelli patologici oserei dire). Per quelli che mi leggono: siete assolutamente liberi ora di pensare che io sia un po’ teatrale in quello che dico e che magari esageri sfociando nel parossismo, lo capirei, ma vi assicuro che sono serissimo in tutto.
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18-05-2018, 07:27
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#50
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Messaggi: 1,223
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Lo hai detto tu, stai arrivando a livelli patologici. Ma dalle patologie bisogna voler guarire, anche solo aspettando il tempo che passa.
Quello che vuoi tu è restare malato, che è una malattia molto diversa dall’innamoramento
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18-05-2018, 08:39
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#51
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Avanzato
Qui dal: Mar 2011
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Quote:
Originariamente inviata da Maca
Lo hai detto tu, stai arrivando a livelli patologici. Ma dalle patologie bisogna voler guarire, anche solo aspettando il tempo che passa.
Quello che vuoi tu è restare malato, che è una malattia molto diversa dall’innamoramento
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Ah sì? Perché l’innamoramento scientificamente ha effetti spaventosamente simili alle droghe (inclusa la crisi di astinenza, che è fisiologicamente chimica). Quando sei innamorato si attiva il meccanismo di ricompensa del cervello legato alla motivazione, lo stesso che si attiva in modo simile quando ci si fa di cocaina. Aumentano i livelli di dopamina legati al piacere e diminuiscono considerevolmente quelli di serotonina (il cui basso livello è associato a quello presente nelle persone che soffrono di disturbo ossessivo-compulsivo). Non credo sia un caso che gli antidepressivi (usati non solo per il mal d’amore ma anche per lutti e altri tipi di traumi) abbassino i livelli di dopamina e innalzino quelli di serotonina. L’amore scientificamente è come una droga, solo che, a differenza di una droga, finché ne hai le tue dosi quotidiane ti fa stare bene e in salute, e quando ne diventi assuefatto a volte puoi distaccartene senza eccessive crisi di astinenza. Consiglio di ascoltare/leggere l’antropologa Helen Fisher per saperne di più sull’amore in senso scientifico e sul cervello innamorato; scoprirete che quello che chiamiamo amore dà effetti molto simili a quelli delle droghe, sia quando le cose vanno bene che quando vanno male, ma probabilmente in misura maggiore quando vanno male.
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Ultima modifica di The Joker; 18-05-2018 a 08:41.
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18-05-2018, 08:50
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#52
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Avanzato
Qui dal: Mar 2011
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Un’altra cosa: mi si accusa in continuazione di voler restare malato e di non voler guarire, e in sé non è sbagliato ma ho anche specificato che in casi come il mio la volontà (cioè la capacità deliberativa) è fortemente limitata e, oserei dire, quasi irrilevante (inoltre il mio cervello vede irrimediabilmente lei come unica cura e non come malattia). Quello che vorrei fare è cercare di fare qualcosa ma senza mentire a me stesso, cercando di convincermi di volere qualcosa che in realtà non voglio, costringendomi così a subire un forzato (e molto probabilmente inutile) lavaggio del cervello. Quello che voglio è chiaro (lei), e mi sembra anche chiaro che non smetterò di volerlo neanche con una buona dose di autoinganno e autoconvinzione. Posto che non sono in grado né di autoingannarmi né di farmi il lavaggio del cervello da solo, che cosa posso fare? Questa è la domanda che mi faccio ma a cui non ho ancora trovato risposta.
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18-05-2018, 10:39
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#53
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Banned
Qui dal: Jul 2017
Messaggi: 1,223
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L’amore è una malattia seria, da cui si guarisce col passare del tempo. Tranquillo che ci siamo passati tutti, non sei l’unico
Quello che traspare da quello che scrivi è che vuoi restare malato. E questa è una malattia diversa
Poi io non faccio la psicologa, se stai davvero male dovresti prendere in considerazione un aiuto professionale
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18-05-2018, 11:41
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#54
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Banned
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Ci si ossessiona della mancanza di qualcuno quando si pretende che quella persona all'improvviso guarisca il costante senso di vuoto affettivo, e tutti i dolori correlati. Ci sono un'euforia e un'irrequietezza che vengono dalla promessa di guarigione improvvisa e miracolosa: ci si sente come sollevati dalla responsabilità di coltivare tutti gli altri aspetti del lento processo di guarigione. Come se non servisse più investire attenzione nelle altre interazioni umane solamente perché, nonastante tutte insieme siano parte della cura, nessuna da sola è una panacea.
Almeno questo è quello che mi sembra succeda nella mia testa. Mi ossessiono che mi manca la vicinanza di una persona perché voglio eliminare di colpo un dolore/vuoto, ma in realtà quel dolore riesco ad alleviarlo solo poco a poco, e usando tante piccoli sorgenti diverse.
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18-05-2018, 13:20
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#55
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Milano
Messaggi: 5,746
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Sicuramente se hai aperto questo thread è perché vuoi uscirne.
Il fatto è che per uscirne (così come per uscire da altre cose, come la depressione o altro) bisogna accettare di lasciar andare ciò che invece ci àncora nel malessere. E non è facile.
Mi sembra di capire che tu non hai ben chiaro cosa sia, e che la mente ti riporta a pensare a lei come unica soluzione. Quindi per come la stai presentando mi sa che l'unica è chiedere un aiuto terapeutico.
Io ti posso solo offrire la mia esperienza, purché tu non la interpreti come se fosse un modo per importi la mia soluzione universale. Ciò che ha funzionato su di me potrebbe non funzionare su di altri.
Io, per liberarmi dal pensiero ossessivo di lei, mi sono "staccato la coda come le lucertole". Ho individuato i tratti di me che si rispecchiavano in lei e che sentivo impossibili da apprezzare, senza di lei, e li ho messi a stecchetto, nutrendo invece quei lati di me che erano al suo opposto. Lei era elegantissima e ammirava la mia eleganza, il mio modo raffinato di esprimermi, la mia dolcezza. Ho iniziato a bestemmiare e ruttare manco fossi un camallo.
È stata una fase; poi per fortuna mi sono riequilibrato. Ma mi è servito a capire che Io sono Io, non ho bisogno di lei per essere "intero". Ci si sente mutilati senza la persona che si crede "giusta", ci si sente privati di una parte di sé. Accettando la mutilazione e riconquistando la mia individualità distinta dalla sua, ho potuto riscoprirmi integro.
Tra l'altro di questo si parla molto bene nel libro.
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23-05-2018, 06:33
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#56
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Avanzato
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 327
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Quote:
Originariamente inviata da M.me Adelaide
Ecco. Su di lui ma soprattutto su di lei.
Non è un rimprovero o un'accusa o che. Ma credo che inconsciamente ti sia tanto legato a lei perché non ne hai più il controllo. Prima che lei iniziasse a frequentare il tuo amico di fatto eri stato tu a fare il bello e il cattivo tempo. Poi lei si è staccata e te hai perso questo ascendente. E allora la rivuoi indietro.
Io ho l'impressione che ci sia questo meccanismo sotto. Per questo non riesci a staccartene. Non riesci ad accettare che non sei più tu a governare la situazione. Vuoi averla vinta su di lei.
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Sicuramente non è bello diventare di colpo insignificanti per qualcuno o, col senno di poi, esserlo sempre stati. Non ho mai creduto di poter piacere sul serio a quella ragazza. Col senno di poi credo si sia comportata da persona innamorata solo perché non riusciva ad avere il controllo su di me, perché apparentemente non sembravo preso (mentre dentro di me lo ero eccome, anche se cercavo di nasconderlo a me stesso e agli altri per paura), e questa cosa l’ha mandata fuori di testa. Si potrebbe intuitivamente pensare che la situazione si sia ribaltata dopo in base a tutto quello che ho scritto, invece io non credo proprio: quella che ha voluto avere il controllo su di me, quella che si è presa di me solamente per orgoglio e per il fastidio di sentirsi rifiutata era lei, non io. A me non è mai interessato avere il controllo su di lei, benché possa sembrare il contrario; di fatto non ho mai creduto di averlo, anche se mi sono spesso mostrato geloso nei suoi confronti (senza che questo cambiasse nulla di una virgola, né quando era presa né dopo, quando ha cominciato ad allontanarsi). Forse sto cominciando a pensare che abbia cominciato a uscire con me solo per l’eta (ho 7 anni in più di lei) e poi si sia presa per orgoglio (perché sembravo inafferrabile e non riusciva ad avere il controllo su di me). Forse, se le fossi piaciuto davvero, mi avrebbe dato incondizionatamente un’altra possibilità dopo che le ho chiesto scusa e ho ammesso i miei errori. Continuare a uscirci anche se il contatto fisico diminuiva (non mi ha baciato più salvo pochissime e rarissime volte) e farla entrare nella mia vita (presentandole in un momento di crisi i miei amici, tra cui quello che sarebbe diventato il suo attuale ragazzo) permettendole (consapevolmente o meno) di distruggerla sono stati tra i più grandi errori della mia vita. Forse prima soprassedeva al fatto che fossi stempiato e fossi alto 165 solo per la differenza di età (che le dava probabilmente prestigio per se stessa), perché una volta che ha incontrato uno alto 185 con la stessa differenza di età (anzi, di un anno più grande), con un lavoro (che ancora non ho) e con tanti amici (io ne ho quasi zero), non ci ha messo niente a prendersi una cotta per lui. Forse il problema era di fondo. Forse se avessi avuto tanti capelli e fossi stato alto 185 un’altra possibilità me l’avrebbe data. Forse sono uscito con una ragazza a cui non sono mai piaciuto davvero e, anzi, man mano che passano i giorni mi convinco sempre di più di questa teoria. Rimarrà comunque sempre e solo una teoria della quale rimarrò convinto (dato che se fosse inequivocabilmente vera lei non lo ammetterebbe mai). Pensare comunque che abbia cominciato a uscire con me solo per motivi di prestigio (la differenza di età) e che si sia presa tanto solo per questioni di orgoglio (l’essere inafferrabile e il non lasciarmi completamente andare) è orribile e umiliante, ma lo reputo ahimè molto probabile (quasi certo dal mio punto di vista). D’altronde perché una ragazza così piccola e avente (come tante ragazze della sua età) molte pretese riguardo al fisico avrebbe dovuto innamorarsi di me che ho una pancetta notevole, sono stempiato e sono alto 165? Mi sembrava troppo strano che le piacessi davvero, infatti sto cominciando a disilludermi a riguardo. Era troppo bello per essere vero che potessi piacere sul serio a una ragazza così giovane anche in condizioni fisiche simili. Col senno di poi, pensare che il suo pseudo-innamoramento fosse solamente una questione psicologica è decisamente più credibile. Ora che ho maturato questa consapevolezza (che difficilmente qualcuno potrà smentire dato che lei non vuole parlarmi e anche se volesse non credo che mi direbbe la verità a riguardo) non so se mi riprenderò da questa botta e avrò in futuro il coraggio di credere alle belle parole dette da altre ragazze. La mia fiducia sia nei confronti degli amici che delle ragazze sembra totalmente compromessa e non vedo futuro in ambito sociale per me: anche se le persone che incontrerò in futuro dovessero farmi dei complimenti e fossero sincere, non credo che riuscirei a credergli. Se un giorno tornerò ad amare la vita (come l’ho amata immensamente negli ultimi anni e fino a qualche mese fa) dovrò solo ringraziare i miei genitori, perché sono le uniche persone che ho la certezza che mi amino sinceramente e a cui pertanto non voglio rovinare la vita provocando loro dolori orribili e immeritati. Ma se non avessi una famiglia che mi ama, ora che non ho più fiducia né nell’amicizia né nell’amore, i due pilastri affettivi su cui si basa la vita di ognuno di noi, ora che reputo tutto privo di senso e significato, ora che mi sono immerso nel nichilismo più estremo, non so cos’avrei fatto senza il loro amore; probabilmente l’avrei già fatta finita senza tanti problemi di sorta.
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Ultima modifica di The Joker; 23-05-2018 a 16:19.
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23-05-2018, 16:47
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#57
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Avanzato
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 327
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Quote:
Originariamente inviata da Hallucigenia
Purtroppo quando si è bassi si sarà sempre delle terze-quarte scelte in mancanza di meglio,è già tanto se ti ha preso in considerazione per qualche tempo.
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Sinceramente avrei preferito che non mi contattasse (mi ha chiesto lei di uscire la prima volta) e che al mio tentativo di baciarla mi rifiutasse categoricamente. Avrei evitato la più grande umiliazione della mia vita. Nella vita sono stato corrisposto e rifiutato diverse volte a seconda dei casi. Non nutro nessun rancore per quelle che mi hanno rifiutato sin da subito (e perché dovrei?). Sarebbe stato umiliante se ci fossero state anche quelle a cui non piacevo. Sapere che si sarebbero prese solo per questioni psicologiche non mi avrebbe dato nessun piacere ma anzi mi avrebbe personalmente dato il voltastomaco (come in questo caso). Odio con tutto me stesso le prese per il culo. Piuttosto che frequentare una ragazza a cui non piaccio davvero, me ne sto volentieri da solo, è quello che sto facendo d’altronde. Dopo quest’esperienza, anche se alcune me la danno, non riesco più a credere che possa piacere sul serio a qualcuna, quasi non lo concepisco più.
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23-05-2018, 19:20
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#58
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Intermedio
Qui dal: May 2018
Messaggi: 162
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Mi rivedo un po' nella situazione.
Trattare con sufficienza, essere disinteressati per poi disperarsi quando la persona è persa per davvero.
Non credo tu sia innamorato, ti rode solo di aver perso il giocattolo e non avere più il coltello dalla parte del manico.
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23-05-2018, 19:42
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#59
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Avanzato
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 327
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Quote:
Originariamente inviata da Guess what?
Mi rivedo un po' nella situazione.
Trattare con sufficienza, essere disinteressati per poi disperarsi quando la persona è persa per davvero.
Non credo tu sia innamorato, ti rode solo di aver perso il giocattolo e non avere più il coltello dalla parte del manico.
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Non credo di averla trattata con sufficienza anche se molti hanno inteso questo. Non ho raccontato la storia nel dettaglio e non credo che lo farò, ma il motivo per cui sono stato duro con lei era perché credevo non gliene fregasse nulla di me, per il modo in cui si comportava, che ci tenesse a me solo a parole, e che volesse solo tenermi in pugno. Per questo ho reagito intransigentemente, ma con sufficienza non penso di averla mai trattata. Col senno di poi comunque, sebbene le mie reazioni fossero viscerali allora, avevo ragione. Lei a me piaceva davvero, io invece (come ho sempre temuto all’inizio) ero solo un gioco in cui alla fine ha vinto lei. Lei stessa ha negato vigorosamente la cosa quando l’ho accusata di non aver mai provato nulla di che e di essersi comportata come Mirandolina de “La Locandiera” di Goldoni, ma alla fine, benché le mie accuse al momento fossero al più provocatorie e nemmeno io ci credessi tantissimo, avevo assolutamente ragione. Tante volte quando ho minacciato di chiudere mi ha trattenuto con mille scuse (dandomi rassicurazioni col senno di poi finte, come ad esempio quella che non era vero che non le piacessi fisicamente), non perché ci tenesse davvero a me, ma perché non voleva perdere in questo gioco. Alla fine, con il suo modo di fare ambiguo, è riuscita con una buona dose di strategia ad averla vinta. Io ero il cavaliere, all’inizio costantemente sulla difensiva e restìo a lasciarsi andare del tutto; lei invece era Mirandolina, all’inizio apparentemente innamorata del cavaliere visto il fascino della sua irremovibilità e vista la portata della sua sfida (consistente nel farlo sciogliere e fargli rimuovere i paletti), poi, una volta che il cavaliere si è lasciato andare e si è finalmente esposto, rivelatasi indifferente e interessata solo a vincere la propria sfida personale.
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23-05-2018, 22:16
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#60
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Intermedio
Qui dal: May 2018
Messaggi: 162
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Sì ma dico che posso capire cosa sta succedendo. Ripeto che mi ci rivedo molto.
E posso dirti che qui il problema in primis non è che sei innamorato, è che qualcosa non va nella tua persona.
E ci rimetti dignità e rispetto per quella persona per un tuo malessere personale; vai a capire però come risolverlo e cosa sia.
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