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Vecchio 29-01-2010, 00:59   #41
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Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Capisco. Lo facessero con me, otterrebbero l'effetto opposto.
a te sembra...

tutti abbiamo un "punto di rottura"

le persone che esternamente appaiono fragili e timide spesso dentro accumulano rabbia e frustrazione: emozioni così intense se restano represse possono col tempo degenerare, ma se tirate fuori ed incanalate nei giusti binari diventano stimoli importanti

comunque io finora ho solo detto cose valide in generale sulla tematica depressione, poi ogni caso è a sè stante e le modalità di azione devono essere calibrate sulla singola persona

in conclusione non posso che consigliare a caos di affidarsi ad un bravo professionista (di quelli che oltre alle medicine prediligono un approccio alla persona), perchè dalla depressione si esce
Vecchio 29-01-2010, 01:02   #42
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Originariamente inviata da ele81 Visualizza il messaggio
ma come ti permetti tu a venir qua a dire ste cose... incredibile
non mi va di discutere... ho espresso le mie convinzioni... puoi sempre comprarti un libro di medicina psichiatrica, leggerlo e farti le tue idee...

notte a tutti
Vecchio 29-01-2010, 01:03   #43
Esperto
 

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Originariamente inviata da stewie Visualizza il messaggio

in conclusione non posso che consigliare a caos di affidarsi ad un bravo professionista (di quelli che oltre alle medicine prediligono un approccio alla persona), perchè dalla depressione si esce
Sì, questo è quello che ti consiglio anch'io, caos. E chiedi magari a tuo padre di sostenerti in questa scelta.
Vecchio 29-01-2010, 01:04   #44
Esperto
L'avatar di brio70
 

se uno è depresso perchè gli è morto il gatto magari ne esce.
io da diversi decenni ne esco e ne entro.
forse il mio è un problema proprio di funzionamento del cervello.
Vecchio 29-01-2010, 01:15   #45
Intermedio
L'avatar di cAlien
 

un applauso a brio che cmq continua a lavorare (e se non lo fa nun dipende dalla sua forza di volont&#224
Vecchio 29-01-2010, 01:19   #46
Esperto
L'avatar di ele81
 

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Originariamente inviata da stewie Visualizza il messaggio
non mi va di discutere... ho espresso le mie convinzioni... puoi sempre comprarti un libro di medicina psichiatrica, leggerlo e farti le tue idee...

notte a tutti
Ah nn ti va ??? Mr chiacchierone
Vecchio 29-01-2010, 01:25   #47
Esperto
 

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Originariamente inviata da cAlien Visualizza il messaggio
un applauso a brio che cmq continua a lavorare (e se non lo fa nun dipende dalla sua forza di volontà)
Ma magari anche nel caso di caos non dipende SOLO dalla sua forza di volontà...
Io l'applauso lo faccio a brio e anche (d'incoraggiamento) a caos.
Vecchio 29-01-2010, 01:42   #48
Esperto
L'avatar di brio70
 

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Originariamente inviata da cAlien Visualizza il messaggio
un applauso a brio che cmq continua a lavorare (e se non lo fa nun dipende dalla sua forza di volontà)
dire che iniziare a lavorare (a 30 anni) è stato difficile è dire poco.
nessuno pensava che ce l'avrei fatta,nemmeno io.
i primi tempi sono stati difficili.quante lacrime ho cercato di trattenere,non sempre ci riuscivo,arrivavo alla sera convinto che quello fosse stato l'ultimo giorno di lavoro.poi il mattino dopo ricominciavo daccapo.
fortunatamente mi mancava il coraggio di dire in casa che il lavoro,stare a contatto con altre persone mi faceva stare male.
ora sono dieci anni che lavoro(sempre nello stesso posto) e sono il dipendente che lavora in quella fabbrica da più tempo.
se ce l'ho fatta io,ce la possono fare tutti.
Vecchio 29-01-2010, 10:06   #49
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Originariamente inviata da ele81 Visualizza il messaggio
Ah nn ti va ???
beh sai con la sveglia puntata alle 6 non è che posso far nottate a discutere sui forum...

comunque credo che l'esperienza postata da brio (che oggi non può che essere orgoglioso di se stesso) sia più significativa di mille parole

che sarebbe successo se ai tempi brio si fosse arreso ? secondo voi la sua qualità della sua vita sarebbe stata migliore o peggiore di quella attuale ? evidentemente son domande retoriche alle quali tutti già sappiamo le risposte...

caos a livello terapeutico prima si interviene e più alte sono le probabilità di successo ed a 28 anni non è assolutamente tardi...sicuramente la Paroxetina è un ottimo principio attivo per il caso in questione, ti può aiutare molto, ma te devi metterci la buona volontà...

Ultima modifica di stewie; 29-01-2010 a 10:12.
Vecchio 29-01-2010, 11:35   #50
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X INTRO-SPETTIVO:

hai ragione quando asserisci che :
"...Sappiano solo tutti quelli ke si trovano in difficoltà a fare del male o non trovano il senso del dover competere per vivere..... ke non solo li capisco, ma li esorto a continuare per la propria strada di non violenza...."
purtroppo non siamo nati tutti con il coltello in mezzo ai denti, alcuni siamo pacifici x natura e non possiamo cambiare! mettiamocelo bene in testa.

A chi parla di "terapia d'urto" come per i tossicodipendenti rispondo che va bene SOLO se riferita alle medicine! diversamente, prendere un depresso e sbatterlo fuori di casa è la cosa peggiore che si possa fare: sarebbe come prendere uno che ha la polmonite, tiraro fuori dal letto d'ospedale e metterlo al freddo e al gelo.

X BRIO 70:
hai avuto una gran forza dentro quando la sera tornavi a casa da lavoro e volevi licenziarti, ci sono passato anche io, alcune volte l'ho fatto e mi son licenziato , altre , proprio per non voler dare una delusione ai miei ho tirato avanti soffrendo (purtroppo).
Anche io sono convinto che l'ansia e la depressione siano solo uno squlibrio neuro-chimic celebrale, e chissà quando si scoprirà qualche cosa in più?!

A CAOS :
L' unica soluzione che ti rimane, visto che ormai non ci teni più alla vita, e ti capisco, è quella di farti prescrivere una cura medica, tanto ormai non hai più niente da perdere, "hai toccato il fondo" come dicevi....Buona Fortuna!
Vecchio 29-01-2010, 12:43   #51
Esperto
L'avatar di caostotale23
 

Mah...sinceramente credo che tutte le terapie e tutti gli psicofarmaci del mondo non risolvano un bel nulla se poi non c'è la volontà da parte di chi soffre di depressione, di uscirne. Il problema è questo secondo me. Da parte mia il desiderio di uscire da questa situazione c'è, ma la volontà purtroppo no. Quella richiede energie, impegno, costanza sacrificio. Tutte cose che non ho e che non ho mai avuto.
Vecchio 30-01-2010, 07:17   #52
Esperto
 

ci sono anche difficoltà sfibranti. se uno kiede troppo a sé stesso è ovvio ke scoppia. io ho il terrore ke mi risucceda xke non ho capito come ho fatto!

comunque per rispondere a stewie: è una visione un po' generalista. se ci sono problemi oggettivi e uno non regge alla cosa è normale ke si kiude in casa, per cercare protezione. voglio dire, è un fatto un po' + complesso, da vedere caso per caso. poi sicuramente si possono trovare delle linee guida simili per determinati casi, come in tutte le cose. xo dire "dischulati", datti da fare e basta...ripeto: ci possono anke essere situazioni ke proprio alla persona non vanno giù. un po' come dire a un gay di sposarsi con una donna: un etero lo fa, un gay no.
prova a dire a un attore di fare il manager. intend un Attore, quelli ke nel loro mestiere ci vedono un motivo e una crescita di vita. vuoi ke non vadano in depressione?

ecco spiegato xke non si può generalizzare. caos va preso e analizzato xke tanto puoi dare impegno tanto meriti calma e ricarica e, fondamentalmente, amore.

devi capire come sei finito qui, caos

io per esempio mi sto riabilitando piano piano. ovvio non parto da 0, sono solo depresso e sento ke mi sto piano piano riprendendo. oddio, la mia depress credo ke derivi da eccessive menate, penso, ma di varia natura, non solo per le tipe etc, ma anke per esempio sulla mascolinità, sull'essere duro, sul giusto sbagliato etc etc delle azioni nel mondo, dal perfezionismo... comunque sto tentando diverse vie come per esempio cercare di essere equilibrato (amici/lavoro, passioni/amici/lavoro, sogni/passioni/amici, tempo trascorso tete a tete con me etc etc, studiare), di avere sogni, di testare i miei limiti, conoscermi sotto stress etc etc. la vita è anke questo, non è fatta solo di voti sociali. poi uno va in fissa, allora si ke si merita di stare male, sei un babbo!
non è un fatto di sforzo, è un fatto di modificare le funzionalità mentali dalla menata a qualcosa ke ti crei piacere di vita proprio. ti sarai accorto ke durante la depressione perde tutto di senso. si, xke logicizzi. cerchi di capire. + vai in botta + cerchi di capire xke xke xke...quando invece magari di xke ne servono 100 e non 3000 e per il resto puoi fare dell'altro, sempre nel limite di gusti e compromessi.

penso ke questa sia un po' il "riassunto" di quello ke mi sta capitando ora e penso di averci azzeccato a grandi linee. se altri sono d'accordo mi fareste un favore a me e a caos
Vecchio 30-01-2010, 07:23   #53
Esperto
 

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Originariamente inviata da Johnny DEP Visualizza il messaggio
Io calcola che mi sono dimesso da un lavoro a causa dell ansia...è stata una botta emotiva terrificante, anzi devastante...è dura ma sto tentando di rimboccarmi le maniche...da questa esperienza ho capito quanto conta il dover stare bene con se stessi prima di affrontare qualsiasi cosa, compreso il lavoro...l importante non è tanto che tipo di lavoro fai, l importante è stare bene durante il lavoro che si fa, qualunque esso sia.

mi kiedo allora xke la gente studia un indirizzo ke gli piace, se poi ci si deve conciare a spostare l'importanza lavoro sull'importanza ambiente (ke come si sa, per TUTTI, anke estroversi, è un problema). delle due l'una: o fa cagare la società come tecnica o fa cagare la società come umanità. non si scappa, questa è la prova.

Se qualcuno mi rispondesse mi farebbe anke un favore
Vecchio 30-01-2010, 12:43   #54
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Originariamente inviata da Intro-spettivo Visualizza il messaggio
Se qualcuno mi rispondesse mi farebbe anke un favore
è il risultato di decenni di riforme scolastiche inneggianti al demagogico "studio per tutti": scuole superiori svilite da orde di "mancati manovali costretti sui banchi" ed indirizzi universitari buoni solo a disperdere i soldi statali

è stata propugnata per decenni l'idea del "siamo tutti uguali" mandando al rogo la maestra che col massimo scrupolo di coscienza si permetteva timidamente di sussurrare ad un genitore "suo figlio non è portato allo studio, è meglio che si cerchi un mestiere"

in nessun sistema naturale si "è tutti uguali"... ma smettiamola... ciascun componente di una determinata razza ha delle attitudini (pensiamo alle api)...

la politica (di una certa parte) ha sovvertito l'ordine naturale delle cose ed adesso noi giovani paghiamo il dazio di vivere in una società "contro natura", piena di esperti in scienze del cinema e povera di elettricisti o idraulici (non improvvisati)...

mentre negli anni '20 chi valeva poteva farsi avanti (anche partendo da umili origini), oggi si è ritornati alle caste, chi ha un genitore inserito in un ramo prosegue l'attività di famiglia... chi non ha questa fortuna lavora da McDonald...

se è questa l'uguaglianza... complimenti...

Ultima modifica di stewie; 30-01-2010 a 12:48.
Vecchio 30-01-2010, 13:10   #55
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Originariamente inviata da Intro-spettivo Visualizza il messaggio
mi kiedo allora xke la gente studia un indirizzo ke gli piace, se poi ci si deve conciare a spostare l'importanza lavoro sull'importanza ambiente (ke come si sa, per TUTTI, anke estroversi, è un problema). delle due l'una: o fa cagare la società come tecnica o fa cagare la società come umanità. non si scappa, questa è la prova.

Se qualcuno mi rispondesse mi farebbe anke un favore
secondo me fa cagare la società come umanità! ma posso anche sbagliarmi, è una mia opinione....

X STEWIE:

il fatto che dici tu è comprovato e accertato: il fatto che ormai si laureano "cani e porci" (scusate l'espressione) , è la riprova di come sono cambiati i tempi....milioni di medici e avvocati che non guadagnano un centesimo e quei pochissimi artigiani (si contano a centinaia ormai in Italia) che stanno diventando sempre + ricchi e stanno diventando la classe imprenditoriale del sistema Italia...un esempio x tutti: Mario Moretti Polegato, prima di diventare il "signor Geox", quello che "non fà puzzare i piedi", per intenderci, lavorava come ciabattino da giovane avendo abbandonato gli studi. Da lì, poi, ando a fare l' operaio in un industria calazaturiera, all' età di 25 anni, e tutto il resto che ne seguì è storia nota.... a tutt' oggi , esporta in tutto il mondo, ed è pure quotato alla Borsa di New York.....
Vecchio 30-01-2010, 13:20   #56
Principiante
L'avatar di tillyna
 

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Originariamente inviata da ansiosissimo Visualizza il messaggio
concordo in pieno con INTRO-SPETTIVO!
in circa 8-9(max.10) mesi di "spalle al muro" oltre a giocarti la sanità mentale, ti viene , o perlomeno a me è venuta, una specie di "fobia" al lavoro.... è difficile da spiegare, ma, nel mio caso, dopo alcune esperienze lavorative andate in fumo a causa di ansia fortissima combinata da un ambiente lavorativo che l' ha aggravata, appena sentivo di probabili impieghi di qualsiasi tipo mi ritornava l' ansia a 3000!
per meglio spiegare: avete presente quei reduci di guerra che al ritorno nella vita civile son talmente traumatizzati che al solo vedere una divisa sudano freddo??? ecco! l' esempio calza a pennello! si potrebbe parlare di Disturbo da Stress Post Traumatico(P.T.S.D.) ???
.... dopo anni di inattività pian pianino mi stò ri-avviando al lavoro, ma è come una "riabilitazione" , come se fossi un ex tossicodipendente che deve riabituarsi alla vita normale.
E come diceva nei post precedenti nn ricordo chi, "vallo a spiegare alla società" ! che giudica ed etichetta spietatamente!
Buona Fortuna a tutti (ne abbiamo bisogno)..........

Ciao Ansiosissimo,
io ho il tuo stesso problema ma la mia riabilitazione è ancora lontana..

Riporto in questo topic la mia tragedia lavorativa, per chi non l'avesse letta.



Il mio problema è l'ergofobia ossia un'anormale e persistente paura del lavoro, derivante dalla combinazione di due fobie: la paura di fallire i compiti assegnati e di socializzare con i colleghi.
Tutto ha avuto inizio quando mi sono laureata ed ho cominciato a cercare timidamente lavoro. Da subito le mie ricerche sono state accompagnate da una fortissima ansia. Era come se sapessi di avere dinanzi solo un piccolo intervallo di tempo per godermi ancora la vita, dovendo poi perdere necessariamente la serenità a causa di un ipotetico futuro lavoro, non corrispondente ai miei interessi, che forse non sarebbe mai arrivato.
Insomma un paradosso: cercavo lavoro ma l'idea di trovarlo mi terrorizzava tanto quanto quella di rimanere disoccupata.
Dopo una una dolorosa e disperata ricerca, il lavoro l'ho trovato ma dopo tre anni ho dovuto licenziarmi sia per l'ansia insopportabile (dovuta anche al disumano carico di lavoro) sia per il mobbing subito dai titolari. Sono stati anni terribili, di notti in bianco, profuse sudorazioni notturne, week-end passati nel terrore di dover mettere nuovamente piede in ufficio il lunedi' successivo. Dopo essermi licenziata, i ricordi delle umiliazioni subite hanno continuato a perseguitarmi per molto tempo,tanto da dover evitare determinati luoghi e da non poter nemmeno sentir pronunciare il nome del mio ex titolare: insomma sono rimasta sola con il mio disturbo post-traumatico da stress.
Successivamente sono stata assunta in prova da altre due società ma in entrambi i casi, dopo circa 7 giorni, ho deciso di stare a casa: piangevo sempre e non dormivo piu' la notte.
Ho capito di dover cercare un lavoro completamente diverso, piu' umile e di minor responsabilità, in modo da contenere l'ansia di commettere errori e fallire i compiti assegnati.
Rimangono pero' altri problemi: l'enorme senso di insicurezza, che mi coglie ancor piu' intensamente se lavoro con persone false e spregevoli (divento un specie di handicappata anche se una cosa la so fare); la difficoltà nel socializzare con i colleghi, acuita dal malessere interiore che mi assale sul posto di lavoro; il fatto che qualunque lavoro comporta un minimo di responsabilità e quindi la paura di commettere errori rimane.
Ho letto che spesso chi è affetto da fobia sociale si accontenta di lavori umili e mal pagati: nel mio caso è proprio cosi'. L'unica soluzione sarebbe un lavoro piu' umile e da svolgere in solitudine.
Non vedo via d'uscita. Nessuno mi puo' aiutare e la mia vita è come sospesa perchè senza denaro non ci sono nè progetti nè futuro.

Ultima modifica di tillyna; 30-01-2010 a 13:33.
Vecchio 30-01-2010, 13:33   #57
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Originariamente inviata da tillyna Visualizza il messaggio
Ciao Ansiosissimo,

io ho il tuo stesso problema ma la mia riabilitazione è ancora lontana..
Ciao Tyllina!
ho postato nel topic che hai aperto, hai fatto bene a scrivere qui, mi sembra il thread più adatto.
la mia riabilitazione, se così si può chiamare (non si guarisce mai, casomai si cambia, ma il disagio in fondo rimane), è arrivata dopo quasi 10 anni di fancazzismo e atteggiamento evitante rispetto a qualsiasi forma di lavoro!
Quando ho capito che la società, gli amici, ti "bollano" come un appestato e peggio di un criminale, quasi come se non lavorare fosse peggio che delinquere, allora lì ho capito che bisognava reagire e metterci su le mani, così facendo mi son affidato a uno psichiatra che mi ha dato una cura che seguo ancora ora e mi ha fatto fare , passo dopo passo, lentamente, il ritorno al lavoro, dapprima con quello più "umiliante" se così si può dire, sino a quello più decente.....
In ogni caso, sono sempre un "convalescente" e qualora ci sono degli attriti nei rapporti umani nell' ambiente lavorativo sono il primo a soffrirne, mentre gli altri magari se ne fregano altamente...come detto prima , si possono tamponare sti disagi ma non eliminare del tutto, anche se, da quel che ho sentito in questi anni, molti che eran peggio di me ci son riusciti.
Aspetto una tua risposta! Ciao!
Vecchio 30-01-2010, 13:55   #58
Principiante
L'avatar di tillyna
 

Si' ho letto: abbiamo scritto contemporaneamente su due topics diversi

Io soffro profondamente e mi vergogno molto della mia situazione tanto che alcune persone nemmeno sanno che sono disoccupata. Il fatto di avere una laurea mi fa sentire ancora piu' fallita e spesso sono tentata di non indicarla nemmeno nel curriculum. A volte se qualcuno mi chiede che studi ho fatto io rispondo: "il liceo".
Un lavoro piu' facile sembra essere per ora l'unica via d'uscita ma trovarlo non è affatto semplice.
Lo psicologo mi aveva suggerito di prendere degli ansiolitici ma in quel momento non mi sembravano risolutivi.
L'altro giorno parlando con mia mamma ho scoperto che ha avuto due esaurimenti nervosi a causa del lavoro (in 37 anni di lavoro pero').
Io avevo solo dei vaghi ricordi di cio' perchè ero molto piccola e la cosa mi ha lasciato di sasso!!
Vecchio 30-01-2010, 14:02   #59
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Quote:
Originariamente inviata da ansiosissimo Visualizza il messaggio
Quando ho capito che la società, gli amici, ti "bollano" come un appestato e peggio di un criminale, quasi come se non lavorare fosse peggio che delinquere, allora lì ho capito che bisognava reagire e metterci su le mani, così facendo mi son affidato a uno psichiatra che mi ha dato una cura che seguo ancora ora e mi ha fatto fare , passo dopo passo, lentamente, il ritorno al lavoro, dapprima con quello più "umiliante" se così si può dire, sino a quello più decente...
dovrebbe essere proprio questo un modello di "percorso" per caos...
Vecchio 30-01-2010, 14:03   #60
Intermedio
L'avatar di calineo
 

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Originariamente inviata da brio70 Visualizza il messaggio
dire che iniziare a lavorare (a 30 anni) è stato difficile è dire poco.
nessuno pensava che ce l'avrei fatta,nemmeno io.
i primi tempi sono stati difficili.quante lacrime ho cercato di trattenere,non sempre ci riuscivo,arrivavo alla sera convinto che quello fosse stato l'ultimo giorno di lavoro.poi il mattino dopo ricominciavo daccapo.
fortunatamente mi mancava il coraggio di dire in casa che il lavoro,stare a contatto con altre persone mi faceva stare male.
ora sono dieci anni che lavoro(sempre nello stesso posto) e sono il dipendente che lavora in quella fabbrica da più tempo.
se ce l'ho fatta io,ce la possono fare tutti.
grande post d'incoraggiamentos brio, anche se non hai ancora avuto quello che meriti sei d'esempio per molti

trillina, cmq non è che i lavori più facili siano per forza a meno contatto con la gente, anzi
e ricorda che scappare complica solo le cose, perchè anche ammesso che migliori, poi il lavoro serio farai molta fatica a ritrovarlo, anche con la laurea
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