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Vecchio 09-01-2023, 14:12   #61
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Originariamente inviata da Stan Kezza Visualizza il messaggio
Il brutto - almeno per quanto riguarda me - è che alla fine non si ha più voglia di mettersi sul microscopio a farsi analizzare, ogni volta che cerchi di legare con qualcuno. È uno stress. Ed è un corto circuito: la soluzione è anche il problema e viceversa.
Stavo pensando la stessa cosa mettersi in gioco a conoscere gente nuova continuamente è stressante anche per me

Inviato dal mio SM-A137F utilizzando Tapatalk
Vecchio 09-01-2023, 15:21   #62
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Originariamente inviata da Stan Kezza Visualizza il messaggio
Il brutto - almeno per quanto riguarda me - è che alla fine non si ha più voglia di mettersi sul microscopio a farsi analizzare, ogni volta che cerchi di legare con qualcuno. È uno stress. Ed è un corto circuito: la soluzione è anche il problema e viceversa.
È quello il problema, perdi tutti gli stimoli
Vecchio 09-01-2023, 16:18   #63
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Gli introversi guarda caso gli amici se li fanno a scuola università o lavoro,contesti dove con calma puoi conoscere e legare con chi ti piace,idem io stesso,ma finita l'università,lavorando prima solo e poi non più dalla pandemia,la rete sociale si esaurisce,mai stato un modaiolo ma dopo l'adolescenza uscivo spesso il sabato fino al 2015,poi un lento declino legato anche a depressioni,probl di salute,ma è un problema di tutti i timidi nei contesti di socializzazione forzata non hanno i tempi giusti per emergere..per cui o esci con chi già conosci se li hai,se no ti attacchi al tram..
Vecchio 09-01-2023, 16:26   #64
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Originariamente inviata da vikingo Visualizza il messaggio
Gli introversi guarda caso gli amici se li fanno a scuola università o lavoro,contesti dove con calma puoi conoscere e legare con chi ti piace,idem io stesso,ma finita l'università,lavorando prima solo e poi non più dalla pandemia,la rete sociale si esaurisce,mai stato un modaiolo ma dopo l'adolescenza uscivo spesso il sabato fino al 2015,poi un lento declino legato anche a depressioni,probl di salute,ma è un problema di tutti i timidi nei contesti di socializzazione forzata non hanno i tempi giusti per emergere..per cui o esci con chi già conosci se li hai,se no ti attacchi al tram..
Esatto, stessa cosa io, dal 2015 ultima uscita con coetanei, poi c'è c'è da dire che la società negli ultimi 8-10 anni è peggiorata drasticamente
Vecchio 09-01-2023, 16:37   #65
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Qui dentro tanti non hanno niente che non va,ragazzi intelligenti che lavorano,semplici,ma fanno vite troppo normali,non sono prodotti spendibili,né appetibili,in questa società un onesto lavoratore che non beve non fuma,non tira,vogliono il trash il personaggio..sentivo una canzone di fedez l'altro ieri,senza regole con il crimine come le ragazze con il grilletto facile,entriamo senza pagare ci guarda tutto il locale,ora sono testi normali,ispirarsi a sti personaggi,io ne ho le palle piene,ho yolto social,ho preso le distanze da sto mondo,il problema è che in Italia gli estroversi dettano le mode e yi fan sentire sbagliato..ho un cugino alto e magro bel ragazzo dopo il diploma lavora col padre in officina,niente università,niente acuti,ho già capito quale fosse il problema perché lho visto ogni tanto,ragazzo troppo tranquillo educato per certi ambienti e certi mondi..non è abbastanza tamarro e al meridione un coatto yira di più di un principino col maglione..io dal 2017 andasse a finire così dopo l'università ste cose te le senti dentro,perché non trovi gente simile,avverti sempre una sconnessione fuori casa,vedi pochissima gente simile a te,con chi si dovrebbe socializzare..e meno male ci sono i chat e i forum,più selettivi e anche più facile
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grey80 (10-01-2023)
Vecchio 09-01-2023, 18:51   #66
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Ho letto tutti gli ultimi messaggi e sono tutti giusti.
Negli ultimi periodi stavo pensando che i rapporti umani non dovrebbero essere una chissà quale conquista ma dovrebbero essere la normalità. Se dovessi avere un nuovo amico e mi dovrei sentire come uno che ad esempio è andato sulla luna, a quel punto è meglio la solitudine. Tolte le cose da fare per il resto è meglio rimanere completamente da solo con i miei animali e nulla più.
Nessuno di noi è sbagliato e anche gli altri hanno difetti. Poi i ragazzi normali di oggi sono pervertiti, gentilmente voglio dire che per essere accettato non per forza devi rubare o fare chissà cosa, a volte nemmeno loro lo fanno. Secondo me loro disprezzano chi ha la faccia del bravo ragazzo e che si veste in modo normale.
Vecchio 09-01-2023, 18:56   #67
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Originariamente inviata da vikingo Visualizza il messaggio
Qui dentro tanti non hanno niente che non va,ragazzi intelligenti che lavorano,semplici,ma fanno vite troppo normali,non sono prodotti spendibili,né appetibili,in questa società un onesto lavoratore che non beve non fuma,non tira,vogliono il trash il personaggio..sentivo una canzone di fedez l'altro ieri,senza regole con il crimine come le ragazze con il grilletto facile,entriamo senza pagare ci guarda tutto il locale,ora sono testi normali,ispirarsi a sti personaggi,io ne ho le palle piene,ho yolto social,ho preso le distanze da sto mondo,il problema è che in Italia gli estroversi dettano le mode e yi fan sentire sbagliato..ho un cugino alto e magro bel ragazzo dopo il diploma lavora col padre in officina,niente università,niente acuti,ho già capito quale fosse il problema perché lho visto ogni tanto,ragazzo troppo tranquillo educato per certi ambienti e certi mondi..non è abbastanza tamarro e al meridione un coatto yira di più di un principino col maglione..io dal 2017 andasse a finire così dopo l'università ste cose te le senti dentro,perché non trovi gente simile,avverti sempre una sconnessione fuori casa,vedi pochissima gente simile a te,con chi si dovrebbe socializzare..e meno male ci sono i chat e i forum,più selettivi e anche più facile
Dei giorni vorrei impiccarmi.
Vecchio 09-01-2023, 19:35   #68
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Originariamente inviata da Rikott Visualizza il messaggio
tato non sono scuse, che a bologna e milano ci siano affitti altissimi è vero è fattuale lo dice chiunque anche chi fa lavori di alto livello, ci sono tantissime altre città in cui si può andare volendo, a milano i milanesi stessi dicono che è molto molto difficile trovare UNA STANZA per meno di 700 800 euro, tu sarai stato fortunato poi se sei il solito guru di mezza età che ha bisogno di sentirsi grande tra i nani su questo forum prego, ma non pensare che tutti abbiano l'anello al naso
Che a Milano gli affitti sono altissimi lo so bene. Il primo anno ho faticato tantissimo a trovare tanto che me ne sono andato in stanza doppia a Limbiate, lontano dagli amici che stavano a Milano. Sono stato sicuramente fortunato l'anno successivo a trovare questa occasione ma ho anche cercato tanto e pagato subito caparra per bloccare subito
.
Oltre a Milano, Bologna ci sono anche città più piccole e cmq ben frequentate Vicenza, Bergamo, Parma, Ferrara, non penso sia difficile trasferirsi dappertutto

Fino a 38 anni uscivo pochissimo, non avevo amici perché non andavo d accordo con la mentalità ristretta delle persone del mio paesino del sud. Spostandomi ho trovato sia un lavoro che mi piace che gli amici.

Sono qui non per fare il maestro di vita ma solo per dirvi che se ci sono riuscito io a 38 anni, forse troppo tardi, potete farcela anche voi che ne avete 25.

Vuole essere un messaggio di speranza e anche una piccola motivazione per non arrendersi ne provare a fare qualcosa per cambiare vita.
Vecchio 09-01-2023, 20:17   #69
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Quando non ci saranno più i miei questa casa diventerà una delle tante abbandonata, magari troverò lavoro sotto una grande ditta di giardinaggio o avrò una ditta mia all'estero, chissà, nella vita può succedere di tutto.
Vecchio 09-01-2023, 22:06   #70
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Magari domani non mi sveglio
Vecchio 09-01-2023, 22:10   #71
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In Inghilterra vivi tranquillo nei paesini ma ti viene la depressione, comunque pure gli inglesi vivono al di sopra delle loro possibilità e fanno tutto a rate ma c'è tanta povertà e delinquenza.
Vecchio 09-01-2023, 22:12   #72
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Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Ma tra il non riuscire a creare un legame profondo e non riscire a creare proprio alcun legame penso che sia condivisibile pensare che stia messo peggio chi non riesce a creare proprio legami anche se desidererebbe averli.

Se vedo uno senza una gamba in una pozza di sangue non è difficile immaginare che stia messo peggio di me in quel momento.

Se uno non sta bene in un rapporto non bilanciato può tranquillamente tornare a stare da solo se è vero che si sta meglio soli e che è equivalente questa situazione rispetto a chi non riesce nemmeno a creare rapporti simili.

E' cosa ben diversa stare realmente da soli e non parlare e interagire in modo rilevante con nessuno o avere rapporti superficiali dove dei contatti sociali, fisici, sessuali e di altro tipo ci sono.
Non sono un medico ma penso che la prima condizione sia molto più devastante a livello cognitivo e fisico rispetto alla seconda, insistere e dire che la solitudine consiste solo in una condizione mentale (non è rilevante essere soli o meno ma quanto uno si sente solo) per me è una scemenza.

Le persone davvero isolate muoiono prima rispetto a quelle che si sentono sole.
Stai facendo esempi difficilmente paragonabili o correlabili al discorso principale, secondo me.
E' ovvio che se un individuo viva un' esistenza completamente priva di contatti soffrirà di solitudine, ma questo non esclude che la medesima sofferenza non la possa provare anche una persona, che nonostante qualche contatto superficiale o per lo meno recepito come tale, non possa stare ugualmente male.
Chiaramente non sto a sminuire quello che provano gli altri o le persone che lamentano queste mancanze, ci mancherebbe. Ma rifletto sul fatto che a volte anche le persone che appaiono felici o per lo meno in compagnia, possano sentirsi ugualmente sole.
Che poi tu dica che queste siano scemenze, pazienza, magari hai anche ragione. Ma fatto sta che sono situazioni /disagi più comuni di quello che si crede e spesso si da per scontato molte cose.
Se vedo una persona che sta sorridendo, mi aspetto che sia felice in quel momento. Ma se la stessa persona mi dice che non era felice bensì infinitamente triste , ma costretta a quel atteggiamento per circostanza/sopravvivenza/quieto vivere non mi stupisco, ne sminuisco i suoi sentimenti.

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Originariamente inviata da FolleAnonimo Visualizza il messaggio
Comunque non si fanno in questo modo i "messaggi di speranza" o "motivazione".
La tua esperienza si basa chiaramente su due cose, fortuna e determinazione, due cose che io, e altri, non abbiamo.
Discorso affrontato più volte, la determinazione non cresce, fine.
Hai avuto la testa per abbandonare e ritrovare amici, bene.
Ti sei trovato il lavoro che ti piace e ben pagato e ti sei trasferito da sud a nord, come bere un bicchiere d'acqua.
Vorrei vedere se ti capiterebbe senza diploma, con dieci anni di depressione sul groppone, e con una famiglia di contadini alle spalle.
Io non trovo nessuna motivazione a leggere l'esperienza di una persona privilegiata.
Io credo che in sto modo, accadano veramente poche cose per fortuna. Io conosco persone che non avevano il diploma, ma sono riuscite comunque a realizzarsi. Come so di gente che nonostante problemi di salute è riuscita comunque a vivere e raggiungere traguardi importanti. Quindi credo che siano utili anche esperienze e interventi che possano stimolare e far capire che le possibilità per cambiare ci sono.
E guarda te lo dice una che oggi è in down completo. Disoccupata da quasi un anno. In un appartamento che non è il mio (ma di mia madre) dove sono praticamente in prestito perché in teoria non lo mette nemmeno in affitto. Oppure sarei dovuta tornare in casa con lei. In ogni caso, probabilmente se non mi muovo a riprendermi mi costringerà ad uscire e andare da lei.
In sintesi ; O mi scanto, trovo un lavoro anche di m o torno a vivere a casa dopo 7 anni che sono fuori. E sai la cosa che fa ridere. Che io avrei una casa mia di proprietà, ma dato che sono una stupida, ingenua e imbecille mi sono mezza incastrata e non posso manco viverci.
Questo per dire che molte delle situazioni che viviamo sono per il 30% casualità/fortuna e un buon 70% conseguenze dirette o indirette delle nostre azioni.
Non dico che sia facile, ma qualcosa dobbiamo pur fare. Ovviamente parlo per me, ma in generale credo che sia l'attitudine più costruttiva per uscire da un problema concreto.

Ultima modifica di CongaBlicoti_96; 09-01-2023 a 22:15.
Ringraziamenti da
grey80 (10-01-2023)
Vecchio 09-01-2023, 22:47   #73
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Spesso quando vado a dormire spero di non risvegliarmi, morire nel sonno sarebbe il top, indolore.
Vecchio 09-01-2023, 23:00   #74
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Originariamente inviata da CongaBlicoti_96 Visualizza il messaggio
Stai facendo esempi difficilmente paragonabili o correlabili al discorso principale, secondo me.
E' ovvio che se un individuo viva un' esistenza completamente priva di contatti soffrirà di solitudine, ma questo non esclude che la medesima sofferenza non la possa provare anche una persona, che nonostante qualche contatto superficiale o per lo meno recepito come tale, non possa stare ugualmente male.
Chiaramente non sto a sminuire quello che provano gli altri o le persone che lamentano queste mancanze, ci mancherebbe. Ma rifletto sul fatto che a volte anche le persone che appaiono felici o per lo meno in compagnia, possano sentirsi ugualmente sole.
Che poi tu dica che queste siano scemenze, pazienza, magari hai anche ragione. Ma fatto sta che sono situazioni /disagi più comuni di quello che si crede e spesso si da per scontato molte cose.
Se vedo una persona che sta sorridendo, mi aspetto che sia felice in quel momento. Ma se la stessa persona mi dice che non era felice bensì infinitamente triste , ma costretta a quel atteggiamento per circostanza/sopravvivenza/quieto vivere non mi stupisco, ne sminuisco i suoi sentimenti.



Io credo che in sto modo, accadano veramente poche cose per fortuna. Io conosco persone che non avevano il diploma, ma sono riuscite comunque a realizzarsi. Come so di gente che nonostante problemi di salute è riuscita comunque a vivere e raggiungere traguardi importanti. Quindi credo che siano utili anche esperienze e interventi che possano stimolare e far capire che le possibilità per cambiare ci sono.
E guarda te lo dice una che oggi è in down completo. Disoccupata da quasi un anno. In un appartamento che non è il mio (ma di mia madre) dove sono praticamente in prestito perché in teoria non lo mette nemmeno in affitto. Oppure sarei dovuta tornare in casa con lei. In ogni caso, probabilmente se non mi muovo a riprendermi mi costringerà ad uscire e andare da lei.
In sintesi ; O mi scanto, trovo un lavoro anche di m o torno a vivere a casa dopo 7 anni che sono fuori. E sai la cosa che fa ridere. Che io avrei una casa mia di proprietà, ma dato che sono una stupida, ingenua e imbecille mi sono mezza incastrata e non posso manco viverci.
Questo per dire che molte delle situazioni che viviamo sono per il 30% casualità/fortuna e un buon 70% conseguenze dirette o indirette delle nostre azioni.
Non dico che sia facile, ma qualcosa dobbiamo pur fare. Ovviamente parlo per me, ma in generale credo che sia l'attitudine più costruttiva per uscire da un problema concreto.
Noto che sei una buona persona e dici cose vere e interessanti. Secondo me, anche per rispondere all'altro amico, c'è chi è circondato solo da rapporti finti, non riesce a vivere in questo modo e si sente solo, ingabbiato e la sua vita è un incubo, vorrebbe morire. Poi c'è chi è circondato lo stesso da rapporti finti ma è forte a livello interiore e prova lo stesso gioia nella vita, si diverte lo stesso con gli altri e va avanti anche se in fondo in fondo lo stesso soffre e si sente solo. Perciò vorrei dire all'altro carissimo amico che non è facile dare un giudizio ben preciso, c'è il rischio che estremizza.
Poi sono io il primo a dire che la solitudine vera è di chi vive in solitudine totale, senza volerlo e quindi non lo fa per capriccio e nemmeno è uno che si inventa le cose quando poi in realtà non gli manca niente. Però se in certi casi accade veramente quello descritto in precedenza, ovvero chi si sente solo perché ha soltanto rapporti finti, gente così veramente soffre, non se lo inventa. Non tutti sono falsi e capricciosi.
Vecchio 10-01-2023, 09:14   #75
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Originariamente inviata da CongaBlicoti_96
Stai facendo esempi difficilmente paragonabili o correlabili al discorso principale, secondo me.
E' ovvio che se un individuo viva un' esistenza completamente priva di contatti soffrirà di solitudine, ma questo non esclude che la medesima sofferenza non la possa provare anche una persona, che nonostante qualche contatto superficiale o per lo meno recepito come tale, non possa stare ugualmente male.
Chiaramente non sto a sminuire quello che provano gli altri o le persone che lamentano queste mancanze, ci mancherebbe. Ma rifletto sul fatto che a volte anche le persone che appaiono felici o per lo meno in compagnia, possano sentirsi ugualmente sole.
Che poi tu dica che queste siano scemenze, pazienza, magari hai anche ragione. Ma fatto sta che sono situazioni /disagi più comuni di quello che si crede e spesso si da per scontato molte cose.
Se vedo una persona che sta sorridendo, mi aspetto che sia felice in quel momento. Ma se la stessa persona mi dice che non era felice bensì infinitamente triste , ma costretta a quel atteggiamento per circostanza/sopravvivenza/quieto vivere non mi stupisco, ne sminuisco i suoi sentimenti.
Se un tizio non apre bocca e non parla con nessuno per lunghi periodi, a lungo andare il suo sistema cognitivo che ha a che fare col linguaggio parlato va a farsi benedire, e questa cosa dubito che poi comporterà una sofferenza e disagi equivalenti al tizio che parla con qualcuno ma si sente solo.

L'emarginazione reale produce una serie di danni molto più pesanti, lo si osserva negli anziani abbandonati.

Se la sofferenza di questa persona non isolata fosse equivalente a quella della persona isolata, ma perché il tizio che ha contatti non diventa isolato visto che non ci guadagna nulla a stare con gli altri e le relazioni comportano una serie di spese?

Non può essere vero quello che sostieni se si esamina la cosa.

Io lo ammetto che anche avere qualche contatto è meglio che essere totalmente soli, ma perché dobbiamo per forza assumere che situazioni di gravità diversa siano equivalenti?

Questa per me è una scemenza e lo ripetrerò sempre.

E' come se al pronto soccorso si desse precedenza in modo equivalente a tutti perché chi si è rotto un dito sostiene che sente la stessa sofferenza di un tizio senza gli arti che sta morendo dissanguato perché sente che sta morendo dissanguato pure lui. Questo ovviamente non significa negare le cure a chi si è rotto il dito, ma osservare che la gravità di certi disturbi e situazioni è differente e che sono cose ben diverse il sentire o percepire qualcosa e l'esser soggetti realmente a questo qualcosa, per me queste valutazioni non sono cose campate in aria.

Secondo te non può infastidire una persona che ha un disturbo oggettivamente più lieve che vuol mettersi sullo stesso piano di chi ha guai più grossi?
Questo davvero non lo riesci a capire?

Poi tu parli di qualche contatto, ma qua io vedo che ci sono persone completamente sole e persone che l'altro ieri si sono lasciate con un partner e oggi ne hanno un altro che sostengono di trovarsi nella stessa situazione delle prime, che in fondo si prova tutti gli stessi disagi, perché la qualità di questi rapporti è infima e superficiale ma questo per me non regge, è questo il tema della discussione.

Saranno anche superficiali i rapporti con questi partner, ma qualcosa dovranno pur darla, e inoltre il fatto che si riesca a trovarli non è irrilevante, vuol dire che una serie di competenze sociali e risorse per trovarli rispetto ad altri le si hanno.

A parità di altri mezzi, una persona che afferma di esser sola e non lo è oggettivamente, si trova in una situazione meno devastante di chi è realmente emarginato, non riesco a condividere l'idea che si è tutti sulla stessa barca e che risulta impossibile valutare in ogni senso chi sta messo peggio.

Io di casa riesco ad uscire e non mi metto sullo stesso piano di un hikilomori che non riesce a fare nemmeno questo, anche se uscire comporta disagi di vario tipo in certi ambiti.

Ultima modifica di XL; 10-01-2023 a 10:20.
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Darby Crash (10-01-2023), David Brent (10-01-2023), EnjoyYourAce (10-01-2023), untipostrano (10-01-2023)
Vecchio 10-01-2023, 11:18   #76
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Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Se un tizio non apre bocca e non parla con nessuno per lunghi periodi, a lungo andare il suo sistema cognitivo che ha a che fare col linguaggio parlato va a farsi benedire, e questa cosa dubito che poi comporterà una sofferenza e disagi equivalenti al tizio che parla con qualcuno ma si sente solo.

L'emarginazione reale produce una serie di danni molto più pesanti, lo si osserva negli anziani abbandonati.

Se la sofferenza di questa persona non isolata fosse equivalente a quella della persona isolata, ma perché il tizio che ha contatti non diventa isolato visto che non ci guadagna nulla a stare con gli altri e le relazioni comportano una serie di spese?

Non può essere vero quello che sostieni se si esamina la cosa.

Io lo ammetto che anche avere qualche contatto è meglio che essere totalmente soli, ma perché dobbiamo per forza assumere che situazioni di gravità diversa siano equivalenti?

Questa per me è una scemenza e lo ripetrerò sempre.

E' come se al pronto soccorso si desse precedenza in modo equivalente a tutti perché chi si è rotto un dito sostiene che sente la stessa sofferenza di un tizio senza gli arti che sta morendo dissanguato perché sente che sta morendo dissanguato pure lui. Questo ovviamente non significa negare le cure a chi si è rotto il dito, ma osservare che la gravità di certi disturbi e situazioni è differente e che sono cose ben diverse il sentire o percepire qualcosa e l'esser soggetti realmente a questo qualcosa, per me queste valutazioni non sono cose campate in aria.

Secondo te non può infastidire una persona che ha un disturbo oggettivamente più lieve che vuol mettersi sullo stesso piano di chi ha guai più grossi?
Questo davvero non lo riesci a capire?

Poi tu parli di qualche contatto, ma qua io vedo che ci sono persone completamente sole e persone che l'altro ieri si sono lasciate con un partner e oggi ne hanno un altro che sostengono di trovarsi nella stessa situazione delle prime, che in fondo si prova tutti gli stessi disagi, perché la qualità di questi rapporti è infima e superficiale ma questo per me non regge, è questo il tema della discussione.

Saranno anche superficiali i rapporti con questi partner, ma qualcosa dovranno pur darla, e inoltre il fatto che si riesca a trovarli non è irrilevante, vuol dire che una serie di competenze sociali e risorse per trovarli rispetto ad altri le si hanno.

A parità di altri mezzi, una persona che afferma di esser sola e non lo è oggettivamente, si trova in una situazione meno devastante di chi è realmente emarginato, non riesco a condividere l'idea che si è tutti sulla stessa barca e che risulta impossibile valutare in ogni senso chi sta messo peggio.

Io di casa riesco ad uscire e non mi metto sullo stesso piano di un hikilomori che non riesce a fare nemmeno questo, anche se uscire comporta disagi di vario tipo in certi ambiti.
Chapeau. Sottoscrivo tutto ed era proprio qui che volevo arrivare. Sono binari completamente differenti, problematiche di tipo diverso. Chi la solitudine la soffre veramente e ci fa i conti ogni giorno si sente preso in giro quando viene compatito da una persona che afferma la stessa cosa, ma poi la realtà è ben diversa.

Si badi bene a non puntare il dito contro nessuno. Esibizionisti a parte, che per trovare un po' di decoro nella propria vita vengono qui a vantare quel poco che hanno... tutti abbiamo un buon motivo per essere qui e la fobia sociale spesso e volentieri va a nozze con la solitudine. Qui si parla di chi pensa che la solitudine sia una cosa "cool", che non vive la vera solitudine e probabilmente non sa nemmeno che cosa sia e affronta ogni giorno il vuoto che ne deriva, un vuoto che pure chi decanta la solitudine tende a colmare, consapevolmente o inconsapevolmente, poi con la compagnia di qualcuno, perché alla nostra natura non si sfugge.
Vecchio 10-01-2023, 16:35   #77
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Se la sofferenza di questa persona non isolata fosse equivalente a quella della persona isolata, ma perché il tizio che ha contatti non diventa isolato visto che non ci guadagna nulla a stare con gli altri e le relazioni comportano una serie di spese?
ESATTO!! ma infatti il banale ragionamento che sugge a molti è che una condizione di totale e prolungata solitudine non è quasi mai una scelta, stare in compagnia (seppur con i disagi che possa comportare) invece si...già questo basta per sancire chiaramente la grande differenza fra le due cose!!
Ringraziamenti da
David Brent (10-01-2023)
Vecchio 10-01-2023, 18:09   #78
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Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Se un tizio non apre bocca e non parla con nessuno per lunghi periodi, a lungo andare il suo sistema cognitivo che ha a che fare col linguaggio parlato va a farsi benedire, e questa cosa dubito che poi comporterà una sofferenza e disagi equivalenti al tizio che parla con qualcuno ma si sente solo.

L'emarginazione reale produce una serie di danni molto più pesanti, lo si osserva negli anziani abbandonati.

Se la sofferenza di questa persona non isolata fosse equivalente a quella della persona isolata, ma perché il tizio che ha contatti non diventa isolato visto che non ci guadagna nulla a stare con gli altri e le relazioni comportano una serie di spese?

Non può essere vero quello che sostieni se si esamina la cosa.

Io lo ammetto che anche avere qualche contatto è meglio che essere totalmente soli, ma perché dobbiamo per forza assumere che situazioni di gravità diversa siano equivalenti?

Questa per me è una scemenza e lo ripetrerò sempre.

E' come se al pronto soccorso si desse precedenza in modo equivalente a tutti perché chi si è rotto un dito sostiene che sente la stessa sofferenza di un tizio senza gli arti che sta morendo dissanguato perché sente che sta morendo dissanguato pure lui. Questo ovviamente non significa negare le cure a chi si è rotto il dito, ma osservare che la gravità di certi disturbi e situazioni è differente e che sono cose ben diverse il sentire o percepire qualcosa e l'esser soggetti realmente a questo qualcosa, per me queste valutazioni non sono cose campate in aria.

Secondo te non può infastidire una persona che ha un disturbo oggettivamente più lieve che vuol mettersi sullo stesso piano di chi ha guai più grossi?
Questo davvero non lo riesci a capire?
Beh ma infatti nessuno ha messo in dubbio questo, easy. Certamente la completa assenza di contatti/interazioni e conseguenti affetti, sarà sicuramente più doloroso rispetto ad averne anche se poco soddisfacenti.
E' abbastanza ovvio. Semplicemente però non bisognerebbe dare per scontato la sofferenza altrui e il livello di solitudine che provano gli altri.
So benissimo che l'isolamento prolungato nella maggior parte dei casi crea danni da molti punti di vista. Chiaramente diverso da chi decide di intraprendere un percorso di isolamento consapevole e normalmente controllato/tutelato.

Inoltre credo che in ogni caso ci siano ragionamenti primordiali, carenti di qualsivoglia forma d'introspezione, che usati in questa maniera dimostrano una difficoltà nella comprensione delle cose a 360° analizzandole e cogliendo le varie forme. (in questo caso il concetto di solitudine, ma potrei dire anche altro pensando ad alcuni utenti del forum).
Questo non vuol dire mettere situazioni diverse sullo stesso piano, ignorando magari gli aspetti oggettivi eh. Ma semplicemente guardarle da diverse prospettive. Non è necessario fare sempre delle classifiche, o meglio, se proprio è necessario si possono prendere in considerazione per trovare una soluzione comune. O per lo meno aiutarsi, invece di sminuirsi a vicenda.


Quote:

Poi tu parli di qualche contatto, ma qua io vedo che ci sono persone completamente sole e persone che l'altro ieri si sono lasciate con un partner e oggi ne hanno un altro che sostengono di trovarsi nella stessa situazione delle prime, che in fondo si prova tutti gli stessi disagi, perché la qualità di questi rapporti è infima e superficiale ma questo per me non regge, è questo il tema della discussione.

Saranno anche superficiali i rapporti con questi partner, ma qualcosa dovranno pur darla, e inoltre il fatto che si riesca a trovarli non è irrilevante, vuol dire che una serie di competenze sociali e risorse per trovarli rispetto ad altri le si hanno.

A parità di altri mezzi, una persona che afferma di esser sola e non lo è oggettivamente, si trova in una situazione meno devastante di chi è realmente emarginato, non riesco a condividere l'idea che si è tutti sulla stessa barca e che risulta impossibile valutare in ogni senso chi sta messo peggio.

Io di casa riesco ad uscire e non mi metto sullo stesso piano di un hikilomori che non riesce a fare nemmeno questo, anche se uscire comporta disagi di vario tipo in certi ambiti.
Ma perchè non parli chiaramente e la pianti con tutte queste tiritere.
Se ti stai per caso riferendo a me, ti dico subito che non è proprio come descrivi. Ma comunque non credo che la mia situation interessi all'utenza, in ogni caso sarebbe carino evitare di sparare minchiate.
Io non mi stavo riferendo a relazioni con partner, ma di conoscenze e relazioni amicali, che nella mia esperienza personale (specialmente nella fase adulta) si sono rivelate superficiali (almeno per me ).
Nessuno ha parlato di coppie o robe simili. Anche perchè sinceramente il mio ex e la nostra relazione aveva un sacco di difetti, ma di certo non mancava la profondità e su questo ci metto la mano sul fuoco ( con la sicurezza che lui farebbe lo stesso).

Io parlavo di conoscenza d'amicizia , che purtroppo rimangono sempre molto superficiali per x motivi. Le ragioni sono tante e alcune sono sicuramente incompatibilità e la mancata voglia magari di mettersi realmente in gioco. E i freni possono essere scaturiti da altri x motivi.
Esattamente come un hikikomori avrà le sue ragioni. E' giusto stare a fare una classifica ? Ok, sicuramente questo individuo starà male, ma non credo sia coretto sminuire l'altro. Perchè il fatto che sia una solitudine differente (cambio prosp) causa comunque disagi. Ci sono un sacco di persone sole in mezzo ad un mucchio di gente. Ed è assurdo, scadere nell'ovvio, per negare anche questo aspetto.
Ringraziamenti da
EnjoyYourAce (10-01-2023)
Vecchio 10-01-2023, 22:32   #79
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Una relazione con un partner è ovviamente più impegnativa di un contatto qualsiasi quindi qua
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Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Poi tu parli di qualche contatto, ma qua io vedo che ci sono persone completamente sole e persone che l'altro ieri si sono lasciate con un partner e oggi ne hanno un altro che sostengono di trovarsi nella stessa situazione delle prime, che in fondo si prova tutti gli stessi disagi, perché la qualità di questi rapporti è infima e superficiale ma questo per me non regge, è questo il tema della discussione.
XL ha ragione in pieno



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Vecchio 10-01-2023, 23:15   #80
Esperto
L'avatar di Aaren
 

Ragazzi scusate, se io lo prendo in quel posto mi brucia, io la solitudine la conosco e modestamente non la auguro a nessuno. Poi però c'è anche chi ha un partner, pochissimi amici ma si sente solo perché non amato veramente e ha un grandissimo vuoto interiore a tal punto che ha addirittura pensieri suicidi. La solitudine totale è veramente insopportabile ma non credete che gli altri stiano benissimo.
Poi è chiaro che c'è chi cambia partner ogni tre giorni e sono persone che si lamentano a vuoto ma guardate amici che gente del genere soffrono anche di instabilità mentale perché una persona normale non cambia affetti se non ha un valido motivo.
Purtroppo non abbiamo nessuno ma a volte i nostri problemi ci accecano e ci fa sembrare la vita degli altri molto più bella di quella che non è. Ciao caro ragazzi.
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