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Vecchio 23-10-2012, 03:30   #1
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Che cosa mi ha attratto del racconto di Bogomolov Ivàn?
Prima di rispondere a questa domanda è il caso di dire che non ogni prosa può essere trasferita sullo schermo.
Esistono opere alle quali i loro autori hanno dato una tale unità degli elementi costitutivi, una tale precisione e originalità di immagine letteraria, una innarivabile profondità di caratteri, resa attraverso la parola, una mirabile capacità di incantesimo della composizione e di efficacia del libro nella sua interezza, attraverso le pagine del quale si delinea con nettezza il carattere straordinario e irripetibile del suo autore, che il desiderio di portare sullo schermo uno di questi capolavori può venire in mente soltanto a una persona che nutre un grande disprezzo sia per il cinema che per la letteratura.
Tanto più che è ormai giunto il momento di separare la letteratura dal cinema.
Esiste poi un tipo di prosa che è forte per la sua concezione ideale, per la concretezza e la solidità della sua struttura, oppure per l'originalità del tema. La letteratura di questo genere non si preoccupa, per così dire, di elaborare esteticamente le idee in essa contenute.
A me pare che l'Ivàn di Bogomolov appartenga a questo secondo genere di letteratura.
[...]
Tutte queste circostanze mi hanno aiutato a considerare quest'ultimo come una prosa perfettamente adatta ad essere portata sullo schermo.
Anzi, grazie alla traduzione cinematografica il racconto avrebbe potuto acquistare quella concreta intensità estetica che avrebbe trasformato l'idea di esso in verità confermata dalla vita.
[...]
Non ho mai considerato la sceneggiatura un genere letterario. Una sceneggiatura, evidentemente, è tanto più cinematografica quanto meno essa può aspirare a un destino letterario autonomo (come spesso accade, per esempio, a un testo teatrale). E infatti si può anche constatare nella pratica che neppure una sola sceneggiatura si è mai elevata al livello dell'autentica letteratura.
Non comprendo molto perché a una persona dotata di talento letterario possa venire in mente di punto in biano di mettersi a fare lo sceneggiatore cinematografico - se lasciamo da parte, si capisce, il problema puramente mercantile! Lo scrittore deve scrivere e la persona che pensa per immagini cinematografiche deve darsi alla regia. Infatti, sia l'idea iniziale del film che il soggetto e la sceneggiatura, in ultima analisi, sono un compito che spetta al regista, altrimenti questi non sarà in grado di controllare realmente le riprese del film.
Naturalmente il regista può ricorrere, e in effetti sovente ricorre, all'aiuto di un letterato a lui vicino spiritualmente. E allora questo letterato, ormai in qualità di coautore, cioè di sceneggiatore, prende parte all'elaborazione della base letteraria. Se condivide l'idea iniziale del regista, è pronto a sottomettersi ad essa fino in fondo ed è in grado di svilupparla in maniera creativa, arricchendola nella direzione prescelta.
Se la sceneggiatura è stesa in uno splendido linguaggio letterario, allora è meglio che essa rimanga un'opera di prosa.
Se invece vogliamo vedere in essa soltanto una base letteraria per il nostro futuro film dobbiamo tirar fuori da essa un'autentica sceneggiatura, ossia un reale pretesto per la realizzazione del film. Ma si tratterò ormai di una nuova sceneggiatura, completamente rielaborata, nella quale alle immagini letterarie sarà stato trovato l'adeguato equivalente cinematografico.
Se invece la sceneggiatura fin dal principio costituisce un esatto progetto del film, ossia se in essa è registrato soltanto ciò che sarà girato e come sarà girato, allora ci troviamo di fronte a una sorta di originale trascrizione preventiva del futuro film, che non ha ormai più nulla in comune con la letteratura.
[...]
Per cominciare voglio tornare al confronto, o meglio alla contrapposizione tra letteratura e cinema. L'unico elemento che, a mio parere, accomuna queste due specie assolutamente autonome di arte è la stupenda libertà di cui esse godono nell'uso del materiale.
Abbiamo già parlato della mutua dipendenza che lega l'immagine cinematografica e l'esperienza dell'autore e dello spettatore. Anche la prosa, naturalmente, come ogni altra arte, fa riferimento all'esperienza emotiva, spirituale e intellettuale del lettore. Ma la peculiarità della letteratura consiste nel fatto che, per quanto minuziosamente lo scrittore abbia elaborato talune pagine del suo libro, il lettore coglie e 'vede' in esse soltanto ciò che l'ha reso capace di scorgervi la sua, e solo la sua, esperienza e il suo carattere, ciò che hanno elaborato in lui certe consolidate tendenze e caratteristiche del gusto. Anche i brani di prosa più naturalistici e minuziosi sfuggono al controllo dello scrittore e vengono egualmente percepiti dal lettore in maniera soggettiva.
Il cinema, invece, è l'unica arte nella quale l'autore può sentirsi il creatore di un una realtà non convenzionale, di un proprio mondo, nel senso letterale della parola. La tendenza all'auto-affermazione, insita nell'uomo, proprio nel cinema si realizza nella maniera più piena e immediata. Il film è una realtà sensibile ed è appunto così che la percepisce lo spettatore, come una seconda realtà.
Perciò la concezione largamente diffusa del cinema come sistema di segni mi sembra profondamente e radicalmente sbagliata.
In che cosa consiste secondo me, l'errore di fondo degli strutturalisti?
Si tratta del modo di entrare in rapporto con la realtà sul quale si basa il sistema di convenzioni caratteristico di ciascuna arte. Sotto questo apetto io pongo il cinema tra le arti immediate, che non abbisognano di un linguaggio mediato. Questa caratteristica fondamentale, costitutiva, apparenta la musica e il cinema e, per la stessa ragione, distingue il cinema dalla letteratura, nella quale tutto viene espresso per mezzo della lingua, cioè di un sistema di segni, di geroglifici. La percezione di un'opera letteraria è possibile soltanto attraverso il simbolo, il concetto - questa, infatti, è la parola - mentre il cinema, come la musica, consente la possibilità della percezione più immediata, sensibile, dell'opera d'arte.

Estratti da Scolpire il tempo di Andreij Tarkovskij
Tiè, Winston, quando vuoi che riparliamo di quest'argomento possiamo accapigliarci in questo topic, sotto le autorevoli parole del Sommo Poeta Tarkovskij.
Vecchio 23-10-2012, 11:36   #2
Esperto
L'avatar di Rick Blaine
 

Che genio Tarkovskij!

A me sembra però, che queste parole siano più utili a distinguere la buona prosa, la buona letteratura da quella cattiva.

Esistono opere alle quali i loro autori hanno dato una tale unità degli elementi costitutivi, una tale precisione e originalità di immagine letteraria, una innarivabile profondità di caratteri, resa attraverso la parola, una mirabile capacità di incantesimo della composizione e di efficacia del libro nella sua interezza, attraverso le pagine del quale si delinea con nettezza il carattere straordinario e irripetibile del suo autore, che il desiderio di portare sullo schermo uno di questi capolavori può venire in mente soltanto a una persona che nutre un grande disprezzo sia per il cinema che per la letteratura.

Questo paragrafo dovrebbe essere scolpito nella mente di ogni aspirante scrittore: il difetto di ognuno di loro è infrangere questo precetto.

Sono poi d'accordo sulla parte della libertà artistica di queste due forme d'arte (credo sia proprio il motivo che me le ha fatte amare più di ogni altra cosa).

Parzialmente contrario, invece, al concetto espresso alla fine: la teoria strutturalista è (in parte) errata in ogni caso, non solo per quanto riguarda il cinema.
Vecchio 23-10-2012, 11:44   #3
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

Ma io voglio vedere come risponde Winston alle parole che hai citato anche tu e se non considera che la Divina Commedia abbia una tale unità degli elementi costitutivi, una tale precisione e originalità di immagine letteraria, una innarivabile profondità di caratteri, resa attraverso la parola, una mirabile capacità di incantesimo della composizione e di efficacia del libro nella sua interezza, attraverso le pagine del quale si delinea con nettezza il carattere straordinario e irripetibile del suo autore.


Vecchio 23-10-2012, 11:49   #4
Esperto
L'avatar di Rick Blaine
 

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Ma io voglio vedere come risponde Winston alle parole che hai citato anche tu e se non considera che la Divina Commedia abbia una tale unità degli elementi costitutivi, una tale precisione e originalità di immagine letteraria, una innarivabile profondità di caratteri, resa attraverso la parola, una mirabile capacità di incantesimo della composizione e di efficacia del libro nella sua interezza, attraverso le pagine del quale si delinea con nettezza il carattere straordinario e irripetibile del suo autore.


Lo aspettiamo al varco!


Io invece, ogni volta che si parla di una eventuale trasposizione della Divina, non posso non pensare a Kieślowski: mi è impossibile riuscire a concepire un'opera sbagliata da parte di quel cervello ultraterreno. Quindi mi assale ancora di più il dubbio: ma se Kieślowski l'ha concepita, allora è possibile realizzare una trasposizione che sia riuscita?
Vecchio 23-10-2012, 12:03   #5
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

Sicuramente l'idea di Kieślowski era di prenderne degli spunti tematici da rielaborare in libertà secondo la propria visione, come fece con i comandamenti: non ha mica girato un racconto biblico, allo stesso modo non avrebbe mai fatto uno sceneggiato della DC come vorrebbe Winston. Tra l'altro la prima sceneggiatura era anche stata completata da Kieślowski e Piesiewicz, quindi in cosa consistesse la sua idea di base lo possiamo dire con certezza (per quanto la trasposizione di Tykwer, che non ho visto, dubito possa essere all'altezza).

Comunque ne avevamo parlato qua: http://www.fobiasociale.com/ipotesi-...-9/#post678333

E questa per me è la dichiarazione di una persona che disprezza il cinema:

http://www.fobiasociale.com/ipotesi-...10/#post679138

Io invece disprezzo la DC, quindi voto l'idea di rainy:

http://www.fobiasociale.com/ipotesi-...11/#post719623


Ultima modifica di Moonwatcher; 23-10-2012 a 12:08.
Vecchio 23-10-2012, 12:11   #6
Esperto
L'avatar di Rick Blaine
 

Quote:
Originariamente inviata da Moonwatcher Visualizza il messaggio
Sicuramente l'idea di Kieślowski era di prenderne degli spunti tematici da rielaborare in libertà secondo la propria visione, come fece con i comandamenti: non ha mica girato un racconto biblico, allo stesso modo non avrebbe mai fatto uno sceneggiato della DC come vorrebbe Winston. Tra l'altro la prima sceneggiatura era anche stata completata da Kieślowski e Piesiewicz, quindi in cosa consistesse la sua idea di base possiamo dire con certezza (per quanto la trasposizione di Tykwer, che non ho visto, dubito possa essere all'altezza).

Comunque ne avevamo parlato qua: http://www.fobiasociale.com/ipotesi-...-9/#post678333

E questa per me è la dichiarazione di una persona che disprezza il cinema:

http://www.fobiasociale.com/ipotesi-...10/#post679138

Io invece disprezzo la DC, quindi voto l'idea di rainy:

http://www.fobiasociale.com/ipotesi-...11/#post719623


Ommiodio, ma la trasposizione proposta da rainy è abominevole!
(A meno che non si voglia fare una cosa in stile Tarantino... )

Per il resto, non credo che il Decalogo possa essere considerato una trasposizione, neanche alla larga.
Vecchio 23-10-2012, 12:17   #7
Banned
 

Decalogo 01...bellissimo

io trasporrei fedelmente(e non è difficile) qualcosa di D'Annunzio
Vecchio 23-10-2012, 12:20   #8
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

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Originariamente inviata da Rick Blaine Visualizza il messaggio
Per il resto, non credo che il Decalogo possa essere considerato una trasposizione, neanche alla larga.
Di cosa non pensi possa essere considerato una trasposizione? Io intendevo dei Dieci comandamenti... direi che lo è, solo che non ha trasposto parti dell'Antico Testamento alla De Mille per intenderci.
Vecchio 23-10-2012, 12:25   #9
Esperto
L'avatar di Rick Blaine
 

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Originariamente inviata da Moonwatcher Visualizza il messaggio
Di cosa non pensi possa essere considerato una trasposizione? Io intendevo dei Dieci comandamenti... direi che lo è, solo che non ha trasposto parti dell'Antico Testamento alla De Mille per intenderci.
Ma io non credo che i Dieci Comandamenti possano essere considerati un'opera letteraria. L'Antico Testamento, la Bibbia è un'opera letteraria.
Vecchio 23-10-2012, 12:52   #10
Esperto
L'avatar di berserk
 

Credo che queste pagina di Tarkovskij sia condivisibile,ma non mi sembra che porti in sé delle intuizioni così geniali:chiunque abbia dimistichezza con la storia del teatro potrà leggere pagine esemplari in tal senso ad esempio in Gordon Craig,L'arte del teatro,in alcune pagine esemplari di Appia o Brecht(questo riguardo la prima parte del testo).

Sul fatto che il cinema non si possa analizzare secondo criteri strutturalistici ci sarebbe molto da discutere:lo stesso regista inesorabilmente fa costantemente riferimento a criteri semiotici(il segno) per strutturare una contrapposizione che è nei fatti ma che essenzialmente si riconduce a quei criteri che apparentemente nega.

Personalmente,parlare di trasposizione è sempre e comunque un errore,se non un sacrilegio:nel momento in cui un testo letterario entra a far parte parte di un testo cinematografico perde il suo segno,diviene qualcosa di diverso:sarà questo il motivo per cui potrò dire che,provocatoriamente, La Divina Commedia è un'opera cinematografica di Berserk ,piuttosto che di Moon o Rick.
Vecchio 23-10-2012, 12:56   #11
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

Ma quanto sei pignolo.

Sì, è chiaro che i Dieci Comandamenti non sono un'opera letteraria, però i film del Decalogo contengono indubbiamente riferimenti biblici, allo stesso modo stavo appunto dicendo che non avrebbe mai fatto una trasposizione della Divina Commedia ma raccontato delle storie nuove con dei riferimenti ad essa.

Mi sono spiegato?
Vecchio 23-10-2012, 16:50   #12
Esperto
L'avatar di Rick Blaine
 

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Originariamente inviata da Moonwatcher Visualizza il messaggio
Ma quanto sei pignolo.

Sì, è chiaro che i Dieci Comandamenti non sono un'opera letteraria, però i film del Decalogo contengono indubbiamente riferimenti biblici, allo stesso modo stavo appunto dicendo che non avrebbe mai fatto una trasposizione della Divina Commedia ma raccontato delle storie nuove con dei riferimenti ad essa.

Mi sono spiegato?
Si, si: ora si.
Vecchio 23-10-2012, 16:51   #13
Esperto
L'avatar di Rick Blaine
 

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Originariamente inviata da berserk Visualizza il messaggio
Credo che queste pagina di Tarkovskij sia condivisibile,ma non mi sembra che porti in sé delle intuizioni così geniali:chiunque abbia dimistichezza con la storia del teatro potrà leggere pagine esemplari in tal senso ad esempio in Gordon Craig,L'arte del teatro,in alcune pagine esemplari di Appia o Brecht(questo riguardo la prima parte del testo).

Sul fatto che il cinema non si possa analizzare secondo criteri strutturalistici ci sarebbe molto da discutere:lo stesso regista inesorabilmente fa costantemente riferimento a criteri semiotici(il segno) per strutturare una contrapposizione che è nei fatti ma che essenzialmente si riconduce a quei criteri che apparentemente nega.

Personalmente,parlare di trasposizione è sempre e comunque un errore,se non un sacrilegio:nel momento in cui un testo letterario entra a far parte parte di un testo cinematografico perde il suo segno,diviene qualcosa di diverso:sarà questo il motivo per cui potrò dire che,provocatoriamente, La Divina Commedia è un'opera cinematografica di Berserk ,piuttosto che di Moon o Rick.
Ovviamente, come avrai capito leggendo il post, non sono d'accordo su niente (o quasi niente).
Vecchio 26-10-2012, 00:48   #14
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

Wiiiiiiiiiiiinston, hai letto???
Vecchio 26-10-2012, 01:03   #15
Esperto
 

Ho letto e non ho capito perché una cosa del genere:

Se invece vogliamo vedere in essa soltanto una base letteraria per il nostro futuro film dobbiamo tirar fuori da essa un'autentica sceneggiatura, ossia un reale pretesto per la realizzazione del film. Ma si tratterò ormai di una nuova sceneggiatura, completamente rielaborata, nella quale alle immagini letterarie sarà stato trovato l'adeguato equivalente cinematografico.

non possa valere per la DC.

Quote:
Originariamente inviata da Moonwatcher Visualizza il messaggio
E questa per me è la dichiarazione di una persona che disprezza il cinema:

http://www.fobiasociale.com/ipotesi-...10/#post679138
Non ho capito poi da cosa si evinca un mio disprezzo per il cinema in quel post.
E in quanto moderatore dovresti sapere che continuare una discussione in un'altra è OT
Vecchio 26-10-2012, 01:29   #16
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Ho letto e non ho capito perché una cosa del genere:

Se invece vogliamo vedere in essa soltanto una base letteraria per il nostro futuro film dobbiamo tirar fuori da essa un'autentica sceneggiatura, ossia un reale pretesto per la realizzazione del film. Ma si tratterò ormai di una nuova sceneggiatura, completamente rielaborata, nella quale alle immagini letterarie sarà stato trovato l'adeguato equivalente cinematografico.

non possa valere per la DC.
Perché:

Esistono opere alle quali i loro autori hanno dato una tale unità degli elementi costitutivi, una tale precisione e originalità di immagine letteraria, una innarivabile profondità di caratteri, resa attraverso la parola, una mirabile capacità di incantesimo della composizione e di efficacia del libro nella sua interezza, attraverso le pagine del quale si delinea con nettezza il carattere straordinario e irripetibile del suo autore, che il desiderio di portare sullo schermo uno di questi capolavori può venire in mente soltanto a una persona che nutre un grande disprezzo sia per il cinema che per la letteratura.

Modestamente la DC è tale.

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Non ho capito poi da cosa si evinca un mio disprezzo per il cinema in quel post.
Perché fai dipendere la compiutezza del cinema da un'opera letteraria.

Come riterrei un'affermazione ugualmente assurda e di disprezzo verso la letteratura quella di chi affermasse che ad essa mancherebbe sempre qualcosa se non traesse un capolavoro letterario da Quarto potere. Ma tu sai benissimo che ho ragione, perché non ci vuol tanto a capirlo, solo che non lo ammetteresti neanche sotto tortura.

Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
E in quanto moderatore dovresti sapere che continuare una discussione in un'altra è OT
No, è lecito far riferimento a un'altra discussione se è IT.
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