Una volta fuori dalle scuole superiori e dal paesino infame in cui ero cresciuto, e una volta superate le prime enormi difficoltà della vita da studente universitario fuorisede, sono riuscito a crearmi una rete sociale via via sempre più ampia e più fitta.
Era una rete sociale composta da persone abbastanza particolari ed eccentriche, ma in cui proprio per questo riuscivo a sentirmi accettato anche nei miei lati più particolari, spigolosi, difficili. Ho intrecciato rapporti stretti, a volte anche strettissimi, con diverse persone e in tutti questi percorsi sono inevitabilmente saltate fuori le tante difficoltà pregresse che ho nel rapportarmi con gli altri, molte immagino genetiche, altre fermentate nella vita in famiglia e nell'ambiente scolastico (ambienti che ho vissuto entrambi molto male).
Alcuni dei rapporti che ho intrecciato all'università sono finiti dopo qualche anno, spesso in maniera traumatica, proprio a causa delle mie difficoltà nel gestirli. Altri, in cui le persone con cui mi rapportavo avevano evidentemente più pazienza nello starmi dietro, sono durati a lungo e anche se (o forse proprio perché) hanno avuto le loro difficoltà, mi hanno comunque concesso grandi opportunità di sperimentazione e introspezione per cercare di capire cosa di preciso non andasse in me nel riuscire a far funzionare un rapporto umano.
Mi sono guardato dentro a lungo, ci ho riflettuto, ne ho discusso in lunghe sessioni di dialogo con le persone che hanno avuto la disponibilità di ascoltarmi e un po' alla volta ho focalizzato quegli snodi interiori che fanno da innesco quando faccio andare alla rovina i rapporti con gli altre persone, vuoi per degli scontri vuoi perché sento la necessità di allontanarmi.
Eppure... eppure non è cambiato niente. Nel corso degli anni, come se fosse una maledizione, ho continuato a mandare in malora tutte le possibilità sociali che ho avuto con le persone che mi si sono via via avvicinate. E ogni volta sempre seguendo le stesse modalità. Riesco a vedere da fuori e a posteriori cosa non funziona nel modo che ho di approcciarmi agli altri, ma quando ci sono dentro continuo a recitare il solito stesso copione.
Ho capito molte delle cose che non vanno in me... ma alla fine ho continuato incessantemente a ripeterle. E temo che questa cosa non cambierà mai.