Quote:
Originariamente inviata da rogues
Grazie (poi non disturbo più) per la risposta
Quello che osservavo è che una persona con DOC possa sentirsi persa in assenza di igiene comportamentale sugli orari
O almeno io nei periodi senza orari sviluppavo delle derive di depressione e senso di apatia che non capitavano diversamente
A livello cognitivo
E poi c'è il discorso del cortisolo che è parallelo
Il paradosso è che alcuni psichiatri somministrano farmaci ai pazienti spesso senza averne indagato la routine giornaliera - il funzionamento prima del farmaco -a livello di orari
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Tranquillo. Ogni contributo è utile.
Aggiungo anche questo.
Un aumento del cortisolo a causa della costante posticipazione dell'addormentamento andrebbe a influire sugli ormoni tiroidei che a sua volte inibirranno sia la sintesi che la recezione di serotonina.
Qui un estratto da Chatgpt
Un eccesso di cortisolo influisce sugli ormoni tiroidea dando ipotiroidismo? Se sì, questo influisce sulla sintesi di serotonina e peggiora la depressione e il doc?
Completamento riflessione in pochi secondi
Sì, un'eccessiva produzione di cortisolo può interferire con l'asse ipotalamo-ipofisi-tiroide. In condizioni di stress cronico, alti livelli di cortisolo possono inibire il rilascio di TRH e di TSH, riducendo così la produzione e la conversione degli ormoni tiroidei (T4 in T3). Questo meccanismo può condurre a una condizione funzionale simile all'ipotiroidismo.
La riduzione dei livelli di ormoni tiroidei, a sua volta, può compromettere la sintesi e la trasmissione della serotonina nel cervello. Poiché la serotonina è fondamentale per la regolazione dell'umore, una sua carenza è associata ad un peggioramento dei sintomi depressivi e può contribuire all'insorgenza o all'aggravamento di disturbi come il DOC (disturbo ossessivo-compulsivo).
Quindi, l'eccesso di cortisolo può avere un doppio effetto: influenzare negativamente la funzione tiroidea e, di conseguenza, ridurre la sintesi della serotonina, esacerbando così condizioni come la depressione e il DOC.
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Hai detto:
Qual è il meccanismo per cui la riduzione degli ormoni tiroidei compromettono la sintesi e la trasmissione di serotonina al cervello?
Completamento riflessione in un secondo
La riduzione degli ormoni tiroidei porta a una minore attività della triptofano idrossilasi, l'enzima chiave che converte il triptofano nel precursore della serotonina (5‑HTP). Questa diminuzione limita la sintesi di serotonina nel cervello. Inoltre, livelli insufficienti di T3 e T4 alterano l'espressione e la sensibilità dei recettori serotoninergici, compromettendo la trasmissione sinaptica della serotonina. Insieme, questi meccanismi riducono la disponibilità e la funzionalità della serotonina, contribuendo a squilibri dell'umore e a sintomi depressivi.
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Hai detto:
Intendi la tripfano idrossilasi 2 TPH2 ? E quale sarebbe il meccanismo che la inibirrebbe? E in che modo livelli insufficienti di T3 e T4 altererebbero l'espressione dei recettori serotoninergici?Intendi una downregulation o una desensibilizzazione? Quale sarebbe il livello critico di ormoni tiroidei per cui si incorrerebbe in questi effetti nefasti?
Completamento riflessione in un secondo
Sì, ci riferiamo proprio a TPH2, l'isoforma della triptofano idrossilasi espressa nel cervello e fondamentale per la sintesi della serotonina.
In condizioni normali, il T3 (la forma attiva degli ormoni tiroidei) si lega ai recettori nucleari nelle cellule neuronali e attiva la trascrizione di vari geni target, incluso quello della TPH2. Quando i livelli di T3 (e di conseguenza di T4, che viene convertito in T3) sono insufficienti – come accade nell'ipotiroidismo clinico – il segnale trascrizionale che normalmente stimola l'espressione di TPH2 si riduce. Ciò porta a una diminuzione della sintesi di 5‑HTP (il precursore diretto della serotonina) e, in ultima analisi, a una ridotta produzione di serotonina.
Parallelamente, livelli bassi di T3 e T4 influenzano anche l'espressione dei recettori serotoninergici. Gli ormoni tiroidei regolano la trascrizione di questi recettori; pertanto, una carenza può comportare una downregulation – cioè una riduzione nel numero dei recettori espressi – piuttosto che una desensibilizzazione (che implicherebbe recettori presenti in numero normale ma meno reattivi). Questa diminuzione nella densità dei recettori aggrava ulteriormente la compromissione della trasmissione serotoninergica.
Per quanto riguarda il “livello critico” di ormoni tiroidei, non esiste una soglia universale precisa, poiché varia in base a fattori individuali e metodologici. In ambito clinico, questi effetti si osservano in ipotiroidismo conclamato, dove i livelli di FT4 risultano significativamente inferiori al range di riferimento (spesso sotto circa 0.7 ng/dL, a seconda dei laboratori) e il TSH è elevato (comunemente > 10 mU/L). Tali condizioni rappresentano lo stato in cui il deficit di ormoni tiroidei è sufficiente a compromettere i processi trascrizionali e, di conseguenza, la sintesi e la trasmissione della serotonina.
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Hai detto:
Posticipare il tempo dell'addormentamento induce ad un aumento malsano di cortisolo?
Ho ragionato per 33 secondi
Posticipare regolarmente l'addormentamento può alterare il ritmo circadiano, mantenendo attivo l'asse ipotalamo‐ipofisi‐surrene per un periodo più lungo durante la notte e portando a livelli serali di cortisolo più elevati del normale. Normalmente, il cortisolo raggiunge il picco al mattino e diminuisce durante la notte; un ritardo nell'orario di sonno può, dunque, impedire questa discesa, risultando in una secrezione cronica e prolungata di cortisolo. Questo disallineamento cronico del ritmo circadiano è stato associato a effetti negativi sul metabolismo, sul sistema immunitario e sull'umore, contribuendo a una condizione definita "malsana" dal punto di vista endocrino.
Per quanto riguarda la letteratura, studi sul jet lag, sul lavoro a turni e su altre forme di disallineamento circadiano hanno evidenziato che ritardi cronici nell'addormentamento possono portare a livelli di cortisolo elevati in fasce orarie in cui normalmente il suo livello sarebbe basso.
Questi effetti dipendono anche dalla durata e dalla frequenza del posticipo del sonno: un cambiamento occasionale potrebbe avere un impatto limitato, mentre una modifica costante dell'orario di addormentamento può compromettere la sincronizzazione dell'asse HPA.
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Hai detto:
Quindi questa desincronizzazione dell'asse HPA porterebbe maggior cortisolo e quindi le complicanze tipiche di questo eccesso, come squilibri tiroidei e inibizione della TPH2 e una downregulation dei recettori della serotonina? Nonchè l'attivazione dell'enzima indoleamina 2,3-diossigenasi (IDO), che devia il triptofano (il precursore della serotonina) verso il percorso della chinurenina, inibendo quindi sia la sintesi che la recezione della serotonina nonchè aumentando il glutammato a causa della maggior chinurenina?
Ho ragionato per 14 secondi
Sì, esattamente. Una desincronizzazione cronica dell’asse HPA, che porta ad un’eccessiva secrezione di cortisolo, può avere molteplici effetti negativi a cascata:
1.*Effetti diretti sul sistema tiroideo e sul sistema serotoninergico:
L’eccesso di cortisolo può alterare il normale feedback sull’asse ipotalamo‐ipofisi‐tiroideo, contribuendo a squilibri tiroidei (ad esempio, un ipotiroidismo funzionale) che, a sua volta, riduce la conversione del T4 in T3.
Un livello insufficiente di T3 riduce la stimolazione trascrizionale sui geni target, tra cui quello che codifica per la TPH2 – l’enzima neuronale responsabile della conversione del triptofano in 5‑HTP, precursore della serotonina.
Inoltre, una carenza di ormoni tiroidei porta a una downregulation dei recettori della serotonina (cioè una riduzione del numero dei recettori espressi), diminuendo la sensibilità delle cellule al segnale serotoninergico.
2.*Attivazione dell’enzima IDO e deviazione del metabolismo del triptofano:
Elevati livelli di cortisolo, insieme ad uno stato infiammatorio cronico che spesso accompagna la disincronizzazione circadiana, possono attivare l’enzima indoleamina 2,3-diossigenasi (IDO).
L’IDO devia il triptofano dalla via della sintesi della serotonina, indirizzandolo verso il percorso della chinurenina.
Ciò porta a una riduzione della disponibilità di triptofano per la sintesi di serotonina e alla produzione di metaboliti chinureninici – alcuni dei quali, come il quinolinico, sono noti per essere neurotossici e possono aumentare il rilascio di glutammato, contribuendo a effetti eccitatori e potenzialmente tossici.
In sintesi, la desincronizzazione dell’asse HPA può portare ad un aumento cronico di cortisolo che, attraverso diversi meccanismi, può:
Indurre squilibri tiroidei, riducendo i livelli di T3 disponibili per stimolare TPH2 e la trascrizione dei recettori serotoninergici (favorendo una downregulation);
Attivare l’enzima IDO, dirottando il triptofano dalla sintesi della serotonina verso la produzione di chinurenina, con la conseguente riduzione della sintesi serotoninergica e l’aumento di metaboliti che possono incrementare il glutammato.
Questi meccanismi interconnessi contribuiscono ai cambiamenti neurochimici e metabolici che possono esacerbare o addirittura innescare disturbi dell’umore e altre complicanze neurologiche ed endocrine.