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Originariamente inviata da XL
Anche una vita in cui si cerca di fare ciò che piace ma non fa guadagnare un soldo e nessuna notorietà può darsi che sia una schifezza.
Un Van Gogh (a differenza di un Agassi) magari ha seguito le sue inclinazioni (nessuno lo costringeva a dipingere o a farlo in certi modi per aver successo), ma ha vissuto comunque male.
Secondo me c'è sempre un conflitto di fondo.
Da un lato si vuol fare quel che piace, dall'altro si vorrebbe che quel che si fa venga riconosciuto per poterlo condividere.
Trovare un equilibrio (ammesso che esista) tra queste tendenze e bisogni non è facile.
C'è un'inclinazione naturale che va contro altre inclinazioni in certi contesti.
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Punti di vista diversi, per me la base di partenza deve essere sempre il seguire l'inclinazione (o le inclinazioni) naturali, una brutta vita per me sarebbe non farlo.
Preferirei non guadagnarci un soldo ma farlo, piuttosto che non farlo guadagnandoci molti soldi.
Van Gogh ha vissuto una brutta vita da un punto di vista materiale, ma non è detto che, se non fosse stato malato mentalmente, non avrebbe magari ottenuto qualcosa in più, a partire dal proprio benessere.
In ogni caso, capita spesso chi ottiene qualcosa dalla propria "inclinazione" è chi lo fa senza pretese in termini economici o di riconoscimenti, proprio perché in questo modo si dà spazio all'originalità, all'esprimere la vera essenza del proprio talento privo di logiche commerciali o di pubblico.