Allora, per rispondere al commento di Bourée inizio con una precisazione: è vero che la voce fuori campo è spesso identificabile con il protagonista/autore/narratore (ad esempio nella sequenza iniziale con la madre in attesa sulla staccionata), ma credo questa identificazione non ci sia quando la voce off legge le poesie, poesie scritte e lette dalla voce del padre del regista, Arsenij Tarkovskij (nella traduzione italiana è la voce di Romolo Valli, che per chi non lo sapesse doppia anche la voce off di Barry Lyndon *_*).
Poi proseguo con ordine: non avevo notato, a dire la verità, quanto hai osservato relativamente il rumore dei passi, così sono andato a rivedermi la scena. E' senz'altro vero che il rumore dei passi nella parte finale della sequenza è stato enfatizzato, o quanto meno essendo priva di altri suoni e rumori e svolgendosi nel silenzio, senz'altro si avvertono molto distintamente! Ciò crea innanzitutto un raccordo uditivo con le immagini successive (di repertorio) dei soldati in guerra, con il rumore della marcia, dei passi nel fango e nell'acqua. Quindi, la marcia, e la guerra. Non saprei poi dire se l'ipotesi che hai avanzato sul significato di questo rumore dei passi possa essere veritiera o se sia invece un overload interpretativo. Analogamente, nel'ombra del microfono (che invece avevo notato), non saprei se abbia senso ricercare un simbolo. Personalmente l'ho sempre visto come un elemento naturale della sequenza... mi spiego: si presuppone essa sia girata come una (finta) ripresa di una terapia ipnotica, quindi è naturale che il microfono non sia nascosto, o quanto meno non si presti troppa attenzione che l'ombra del microfono si veda o meno.
Personalmente credo che non si debba caricare eccessivamente l'interpretazione del film, ricercando simbolismi in ogni dove (eccessi di interpretazione di cui lo stesso Tarkovskij si lamentò a proposito del film Stalker: "mi hanno sovente domandato che cos'è la Zona, che cosa simboleggia, ed hanno avanzato le interpretazioni più impensabili. Io cado in uno stato di rabbia e di disperazione quando sento domande del genere. La Zona, come ogni altra cosa nei miei film, non simboleggia nulla, la Zona è la Zona, la Zona è la vita: attraversandola l'uomo o si spezza o resiste. Se l'uomo resisterà dipende dal suo sentimento della propria dignità, dalla sua capacità di distinguere il fondamentale dal passeggero"). Come solo pochi altri grandi Maestri possono permettersi (tra cui il già citato Bresson), Tarkovskij fa un cinema semplice e al tempo stesso visionario. Personalmente non ho trovato "Lo specchio" inestricabile e ermetico neppure alla prima visione e non trovo che sia indispensabile conoscere la biografia dell'autore per comprenderlo. I vari episodi della vita di quest'uomo si incastrano l'uno nell'altro come un puzzle, tra salti temporali e momenti onirici, ma ciononostante trovo tutto molto scorrevole, mi dà quasi l'impressione di un unico continuo pianosequenza.
Per quanto riguarda la casa in Tarkovskij: in Solaris, Kris Kelvin alla fine del film torna nella casa del padre (in realtà inglobata nell'oceano di Solaris) e in essa piove (l'acqua inizia a cadere proprio su una spalla del padre), subito prima la madre ha lavato in un catino le mani di Kelvin che erano sporche di fango; in "Lo specchio" il padre lava i capelli della madre, poi inizia a piovere nella stanza e a crollare parti di soffitto; anche in Stalker piove nella Stanza, anzi la Stanza non la vediamo affatto, i protagonisti al termine del loro viaggio si fermano sulla soglia e vediamo solo la pioggia cadere dentro la Stanza; infine in Sacrificio, Alexander dà fuoco alla propria casa. Ci sono quindi diversi elementi ricorrenti in queste sequenze: innanzitutto l'acqua e il rituale purificatorio. La casa presumo rappresenti la protezione del nido familiare e quindi della vita. L'acqua purifica la casa, ma nel cinema di Tarkovskij rappresenta anche lo scorrere del tempo, la fertilità, la vita che continua, introduce perciò un elemento dinamico. Quindi la pioggia dentro la casa rappresenta secondo me più che il disfacimento della famiglia, lo scorrere del tempo, della vita (e poi sì, anche il disfacimento, da cui deriva il rigenerarsi e il perpetuarsi della vita: ma mi sembra errato vederci solo il decadimento). In Sacrificio l'acqua è sostituita dal fuoco, perché in questo caso è necessario appunto un sacrificio del protagonista affinché la vita possa perpetuarsi e sopravvivere alla catastrofe, purificarsi nel fuoco (un po' come anche avviene in Nostalghia con il rogo di Domenico e la prova purificatrice/sacrificale di Gorchakov nella vasca piena d'acqua con la candela). Ma il fuoco e il sacrificio non sono sufficienti: affinché la vita possa continuare è indispensabile anche l'amore, quindi l'unione di Alexander con la serva, seguito dalla levitazione, che rappresenta probabilmente l'aspetto più sacro e ultraterreno dell'amore, per cui i corpi si librano in aria, cosa che avviene anche in Solaris e in "Lo specchio".
Basta così, spero di non aver scritto troppe cretinate e sovrinterpretazioni e che Tarkovskij non si rivolti nella tomba di Sainte Genevieve des Bois.
@Flow: intanto benvenuta! Allora, al momento il Cineforum sta cercando di risorgere, ovvero è un momento in cui a dire il vero non c'è molta partecipazione xD. Teoricamente si dovrebbero vedere i film presenti in
questa lista e il prossimo sarebbe Apocalypse Now. Che cosa intendi con "approfondire l'autore"? Le sue tematiche, il suo uso del linguaggio cinematografico, ecc.? Oppure intendi di fare una retrospettiva completa di un certo autore? Infine, anche se qua ogni tanto qualcuno parla di esperti, in realtà non ce ne sono, siamo solo appassionati di cinema (forse qualcuno studia o ha studiato cinema, ma non farò nomi per privacy, posso solo dire che non sono tra questi e non ho proprio alcun titolo per essere definito "esperto"
).