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03-07-2015, 12:59
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#1
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Esperto
Qui dal: Feb 2014
Messaggi: 1,530
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In terapia è saltato fuori il discorso del dono d'amore, quindi vagando in rete ho trovato questo:
http://fratoni-psicoterapeuta.blogsp...oi-perche.html
Quote:
Ricerca d’amore quindi e presenza di lealtà all'altro significativo anche “al costo” di fare scelte per se stessi sbagliate: è per questo motivo che ad es. una donna che ha avuto un padre violento sarà portata a scegliere compagni simili al padre. Oppure, si può soffrire di un disturbo da Attacco di Panico come conseguenza di un messaggio di dipendenza e di non fiducia difensiva derivante dalle figure di accudimento. Tale messaggio spingerà l’individuo a non diventare autonomo a causa di un mondo pericoloso. Ciò che farà, sarà inconsapevolmente credere a quel messaggio, ritenendosi inadeguato a muoversi nel mondo, sviluppando quindi un sintomo (ad esempio l’Attacco di Panico che si scatena nei mezzi pubblici) per confermare alle proprie persone di riferimento e a se stesso la bontà di quell'insegnamento. Il risultato è continuare a essere dipendente dall'altro, senza sentirsi autonomo e non credendo nelle proprie competenze e capacità sociali.
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Cosa ne pensate? Ne avete mai sentito parlare?
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03-07-2015, 13:38
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#2
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Esperto
Qui dal: Mar 2013
Messaggi: 3,825
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Non lo chiamerei dono d'amore ma per il resto torna tutto.
Non ne ho sentito parlare, basandomi sull'osservazione comunque immaginavo che fossero queste le reazioni.
Mi ricorda molto la coazione a ripetere.
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Ultima modifica di Weltschmerz; 03-07-2015 a 13:41.
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03-07-2015, 13:54
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#3
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 751
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è quello di cui parlavo nella mia "favola" (nel topic che avevo aperto per proporre l'esperimento di scrivere una favola con se stessi come protagonista per cercare di mettersi in contatto con il proprio inconscio). Interessante notare come io non avevo idea che esistesse realmente questo concetto (dono d'amore) concetto che mi ero inventata (o almeno credevo) io per scrivere la storia. Io ho sempre saputo che tutti i miei problemi derivano da questo, dalla mancanza di amore sperimentata in prima infanzia, il punto è che non so, come porre rimedio ora, a questo.
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Ultima modifica di cancellato16177; 03-07-2015 a 13:58.
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03-07-2015, 14:11
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#4
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Esperto
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 12,574
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Quote:
Originariamente inviata da _Diana_
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Mai sentito parlare, ma nella pratica spiega cose che sì vedono spesso
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03-07-2015, 14:14
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#5
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Esperto
Qui dal: Mar 2013
Messaggi: 3,825
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Lo chiamerei più "da bambino sei fottuto" ma non suona bene.
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03-07-2015, 16:36
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#6
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,181
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Quote:
Originariamente inviata da DarkRose90
Io ho sempre saputo che tutti i miei problemi derivano da questo, dalla mancanza di amore sperimentata in prima infanzia, il punto è che non so, come porre rimedio ora, a questo.
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Queste mancanze resteranno sempre, ma il vuoto si spera che possa essere riempito da una persona che ci "ami completamente" e per molto tempo.
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03-07-2015, 17:00
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#7
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Avanzato
Qui dal: Feb 2013
Ubicazione: Qui
Messaggi: 337
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Ritengo sia molto vero che ciò che vivi e provi da bambino ha ripercussioni su tutta la tua vita. Da piccolo vivi i genitori come un punto di riferimento e quel che fanno ti condiziona per forza, nel bene e nel male. Per questo non voglio figli.
Personalmente i miei genitori li giudico bravi genitori, senza particolari pecche, ma forse se hanno una responsabilità (inconsapevole e non volontaria) è proprio in questo, nell'essere stati troppo inquadrati nella mentalità del piccolo paese in cui vivo e di avermi forse trasmesso troppe paure e troppa insicurezza sociale.
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03-07-2015, 17:07
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#8
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,181
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Quote:
Originariamente inviata da _Diana_
Poi arriva il momento in cui quel bambino cresce e si accorge che vivere così non è quello che desidera, prova a ribellarsi e soffre, senza sapere che è in conflitto con quel bambino.
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I conflitti difficilmente arrivano a una completa soluzione, ma maturando e facendoci forza si cerca di agire per il nostro bene facendo anche scelte coraggiose che ovviamente non sono esenti da sofferenze.
I sentimenti di colpa e rabbia sono reazioni naturali nelle situazioni complesse.
Il nostro bisogno di bene di "accudimento" dovremmo riversarlo su persone esterne alla famiglia che ci aiutino possibilmente a essere in pace con noi stessi.
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03-07-2015, 17:31
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#9
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Esperto
Qui dal: Oct 2012
Ubicazione: Nel tempo
Messaggi: 1,186
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Condivido in parte l'analisi, per certi versi molto interessante. L'attacco di panico, però, più che altro lo vedo come un tentativo attraverso il quale, chi lo vive, è costretto a riconciliarsi con le figure di riferimento. Il panico ( i cui sintomi in realtà sono interpretati male da chi li vive ) serve a ridurre, appunto, l'indipendenza e a "ritornare" nei legami che, più o meno inconsciamente, si desiderano sciogliere.
Quote:
Originariamente inviata da _Diana_
Se, per esempio, c'è una situazione familiare particolare in cui un genitore è depresso, un bambino particolarmente sensibile già da piccolissimo può vedere la sofferenza e sacrificarsi per farlo stare meglio (fare qualcosa per sentirsi più amato, tipo crocerossino): senza che l'adulto se ne possa accorgere o gli abbia chiesto nulla, captando segnali ed episodi normali per una persona malata, assimilandoli in maniera sbagliata, dando per scontato che quella sia una situazione equilibrata. Poi arriva il momento in cui quel bambino cresce e si accorge che vivere così non è quello che desidera, prova a ribellarsi e soffre, senza sapere che è in conflitto con quel bambino.
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Condivido in parte anche questo. I traumi infantili e i risvolti familiari negativi sono una fissa per gli psicoterapeuti. Hanno ragione ma fino ad un certo punto perché ricondurre la matrice del disagio univocamente ai primi anni di vita è riduttivo e fuorviante. Non bisogna dimenticare mai che la famiglia è un garante a tutti gli effetti di un certo tipo di cultura riferita al contesto storico e sociale in cui questa cultura viene trasmessa ai figli. I bambini, soprattutto i più sensibili, di solito si ritengono in debito verso i genitori e verso i valori che hanno introiettato, indipendentemente se quei valori siano giusti o sbagliati rispetto ai propri bisogni. E ne pagano le conseguenze in termini di disagio sviluppando sensi di colpa dovuti al voler tagliare in qualche modo quei legami. Alle volte, oltre che culturali, anche familiari.
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03-07-2015, 21:02
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#10
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Esperto
Qui dal: Sep 2007
Ubicazione: Nord
Messaggi: 13,022
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In tutta onestà a me questa teoria convince poco,io penso che i miei problemi di ansia siano dovuti al fatto che non sono mai stato amato al di fuori della famiglia,nessuno crede in me perchè dovrei farlo io?penso che ci sia questo pensiero disfunzionale nel mio inconscio,tutto qua.
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