L'ho rivisto di recente. Ci ho pensato su.
Penso che sia un film che dovrebbero prescrivere ad ogni DEP. Ma... c'è sempre un ma.
L'escamotage comico che sembra ritagliato su misura come un abito sartoriale adosso all'eclettico Jim Carrey è il suo obbligo a dover dire di "sì" ad ogni richiesta, la più assurda.
E' questo che fa nascere situazioni comiche, ma che rende nella pratica la filosofia del film inapplicabile alla lettera.
Nello stesso tempo, ogni scusa o giustificazione per dire "no", per quanto verosimile e giustificata, apre una breccia, un piano inclinato rivolto ineluttabilmente verso il rifiuto, verso il quale chi soffre di questa importante patologia sa di provare un'irresistibile attrazione.
Stavo a sforzarmi di cercare la quadra a questo dilemma che ricorda un po' il problema della capra e dei cavoli, quando mi è venuto in mente quello che potrebbe in teoria essere l'uovo di colombo.
Vediamo voi che ne pensate.
Diciamo che debba dire "no" a qualcosa, per motivi contingenti non dipendenti dalla mia volontà (ad esempio motivi economici. A proposito ma quanto cazzo guadagnava il personaggio di jim carrey in quel film???).
Allora per contrappasso è necessario dire "sì" a un'altra cosa che riempia il lasso di tempo lasciato vuoto dall'attività testé rifiutata.
Esempio di stasera: dovrei andare a un festival latinoamericano nei pressi di como, ma m'è venuto un crampo al polpaccio e non so se me la sento di guidare.
Se deciderò di evitare, in cambio passerò la serata tra navigli e/o corso como.
Faccio quest'esperimento, parallelo al "thread del fare", e vediamo che succede.
oh io non ho smesso di volerne uscire da sta cacchio di malattia.... se provate e avete feedback da suggerire, dite la vostra.