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Vecchio 09-11-2016, 16:50   #1
Esperto
L'avatar di muttley
 

Forse non é la sezione più adatta per parlarne, ma quando entra in gioco il tema dell'affetto, dubito che esso possa risultare slegato da quello più ampio della sessualità in generale.
La mia sensazione é che certe (tante?) persone in questo forum abbiano sviluppato una così forte ossessione per la loro mancanza di una vita sessuale e sentimentale in seguito a "buchi" più o meno consistenti dell'affettività, che hanno avuto come conseguenza la genesi di una fissazione negativa per l'abbandono e il rifiuto. Avvenimenti tutto sommato ritenuti sopportabili per persone non in credito di affettività, diventano intollerabili per chi si é sentito trascurato (il fatto che si sia sentito tale non significa comunque che sia stato effettivamente trascurato).
Io non credo di aver avuto questo problema, infatti sto molto bene anche da solo, anzi forse da solo sto meglio...
Vecchio 09-11-2016, 17:09   #2
Esperto
L'avatar di Suttree
 

Io ho una famiglia molto affettuosa (anche altamente disfunzionale ma l'affetto non mi è mai mancato) e credo che almeno nel mio caso il motivo del mio bisogno di affetto sia l'opposto di ciò che hai detto tu

Avendo sempre ricevuto molto affetto (soprattutto da mamma e nonne) mi sembrava naturale che ne avrei ricevuto automaticamente anche dalle donne esterne alla mia famiglia..invece non è stato così ed io mi sono trovato spiazzato..ora che essendo cresciuto non posso continuamente cercare l'affetto di mia madre e dei miei familiari (e non sono capace di trovarne al di fuori del nucleo familiare) sento un forte vuoto affettivo.

Penso che sia "normale" e costituisca uno dei motivi per cui la maggior parte delle persone ad un certo punto dell'esistenza trova un partner e crea il proprio nucleo familiare.
Ciò che non è "normale" è non riuscire ad ottenere tutto ciò, secondo me.
Vecchio 09-11-2016, 17:19   #3
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

Insomma te le inventi tutte per trovare spiegazioni contorte ad istinti naturalissimi.
Ringraziamenti da
Suttree (09-11-2016), The_Sleeper (09-11-2016)
Vecchio 09-11-2016, 17:20   #4
Esperto
L'avatar di muttley
 

Un conto é l'aver ricevuto affetto materialmente parlando (cosa che é comunque molto importante), un conto é l'essersi sentiti accettati. Può darsi che nonostante ci sia stato il primo, il secondo sia venuto a mancare. Può darsi che qualcosa nella comunicazione genitori/caregivers-figli vi siano stati vizi di forma e malfunzionamenti che hanno lasciato impressa la sensazione di non essere mai stati realmente voluti.
Vecchio 09-11-2016, 17:22   #5
Esperto
L'avatar di muttley
 

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Originariamente inviata da Moonwatcher Visualizza il messaggio
Insomma te le inventi tutte per trovare spiegazioni contorte ad istinti naturalissimi.
In 9 anni di forum mi pare di aver visto più topic che lamentavano la mancanza di una relazione che la mancanza di amici, concordi?
Eppure anche l'amicizia é un istinto naturalissimo...forse perché, come sosteneva Anepeta, per l'introverso la realizzazione affettiva può avvenire solo all'interno di rapporti esclusivi e significativi? Per me non é così ad esempio, posso considerare amica una persona che vedo una sola volta all'anno, non sento necessità di conferme e rassicurazioni, ma qui mi pare che invece questa necessità abbondi...
Vecchio 09-11-2016, 17:26   #6
Esperto
L'avatar di Suttree
 

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per l'introverso la realizzazione affettiva può avvenire solo all'interno di rapporti esclusivi e significativi
Per me è così
Mi pare però che vadano sempre più "di moda" relazioni e amicizie superficiali o forse è sempre stato così dato che la società è basata su modelli estroversi
Ringraziamenti da
claire (09-11-2016)
Vecchio 09-11-2016, 17:32   #7
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Per me è così
Mi pare però che vadano sempre più "di moda" relazioni e amicizie superficiali o forse è sempre stato così dato che la società è basata su modelli estroversi
Ecco ad esempio io non vedo tutta questa superficialità e nelle relazioni umane preferisco tenere i miei spazi.
Vecchio 09-11-2016, 17:34   #8
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Un conto é l'aver ricevuto affetto materialmente parlando (cosa che é comunque molto importante), un conto é l'essersi sentiti accettati. Può darsi che nonostante ci sia stato il primo, il secondo sia venuto a mancare. Può darsi che qualcosa nella comunicazione genitori/caregivers-figli vi siano stati vizi di forma e malfunzionamenti che hanno lasciato impressa la sensazione di non essere mai stati realmente voluti.
Sono indeciso su quanto effettivamente incida il rapporto genitoriale sulla formazione della personalità e sul modo in cui si vivono le relazioni sociali, d'altra parte si dà il caso di fratelli cresciuti con gli stessi genitori e pur tuttavia con caratteri molto diversi, come lo spieghi? Ad ogni modo, si potrebbe anche spiegare la tua difficoltà a legarti in modo esclusivo con la freddezza che se non sbaglio hai sempre descritto nei rapporti con i tuoi.
Vecchio 09-11-2016, 17:51   #9
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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Io non credo di aver avuto questo problema, infatti sto molto bene anche da solo, anzi forse da solo sto meglio...
Sicuro di non avere questo problema? Che lo stare meglio da solo, non sia invece l'altra faccia della stessa medaglia?
Non so, chiedo, io sto decisamente meglio da sola, ma è proprio perchè le relazioni strette mi causano forte stress e/o sofferenza e quindi ho da sempre sviluppato una forte individualità, in cui non ho bisogno di nessuno.
Il che, non è comunque sano.
Vecchio 09-11-2016, 17:52   #10
Esperto
L'avatar di muttley
 

L'ho scritto tante volte: la plasticità cerebrale durante gli anni fondamentali della formazione del carattere é talmente elevata da generare variazioni considerevoli anche al manifestarsi delle differenze più lievi.
Il rapporto coi miei genitori non é stato fondato sulla freddezza, non all'inizio almeno, si é poi evoluto in questo senso a partire da una certa età. Ad ogni modo sono stato circondato da molte figure di contorno (specialmente nell'ambito del parentado) che hanno provveduto a colmare gli eventuali vuoti lasciati dalla famiglia.
Vecchio 09-11-2016, 17:55   #11
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
In 9 anni di forum mi pare di aver visto più topic che lamentavano la mancanza di una relazione che la mancanza di amici, concordi?
Eppure anche l'amicizia é un istinto naturalissimo...forse perché, come sosteneva Anepeta, per l'introverso la realizzazione affettiva può avvenire solo all'interno di rapporti esclusivi e significativi? Per me non é così ad esempio, posso considerare amica una persona che vedo una sola volta all'anno, non sento necessità di conferme e rassicurazioni, ma qui mi pare che invece questa necessità abbondi...
Hai ragione ma le motivazioni di questa prepondaranza io penso non si possano cercare di spiegare con una motivazione unica ed omnicomprensiva che affonda le sue radici nel rapporto genitoriale come cerchi di fare tu, sono tante e non necessariamente disfunzionali. In qualunque luogo e tempo del globo terracqueo si è sempre parlato più di amore che di amicizia, ricordo innumerevoli sonetti e composizioni sull'amore ma non me ne viene in mente neppure uno sull'amicizia, tutti i poeti hanno avuto un rapporto difficile coi genitori? Oltre a questo c'è il fatto noto che la timidezza è un ostacolo più nelle relazioni con l'altro sesso, a me questa preponderanza non stupisce affatto.
Vecchio 09-11-2016, 17:56   #12
Esperto
L'avatar di muttley
 

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Originariamente inviata da Stregatta13 Visualizza il messaggio
Sicuro di non avere questo problema? Che lo stare meglio da solo, non sia invece l'altra faccia della stessa medaglia?
Non so, chiedo, io sto decisamente meglio da sola, ma è proprio perchè le relazioni strette mi causano forte stress e/o sofferenza e quindi ho da sempre sviluppato una forte individualità, in cui non ho bisogno di nessuno.
Il che, non è comunque sano.
Diciamo che credo di aver ricevuto molte, troppe attenzioni...e le attenzioni non si manifestano esclusivamente con l'affetto fisico, ma con la dimostrazione (che talvolta diviene ossessione) dell'interesse, della presenza, dell'apprensione dei nostri caregivers.
Sarà che tendo a prendere me stesso come metro di paragone, ma mi sembra di notare che, rispetto a quello che ho vissuto io, la maggior parte della gente rimanga un po' abbandonata a se stessa, lasciata troppo in libertà dai genitori...la qual cosa potrebbe generare un senso di vuoto durante le età successive nonché il desiderio di colmare questo vuoto mediante l'apparente intervento salvifico di un fantomatico partner/compagno di vita.
Vecchio 09-11-2016, 17:59   #13
Esperto
L'avatar di Moonwatcher
 

Già il fatto che li chiami caregivers rivela che non dovesse esserci tutto questo calore.
Vecchio 09-11-2016, 18:00   #14
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L'avatar di muttley
 

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Originariamente inviata da Moonwatcher Visualizza il messaggio
Hai ragione ma le motivazioni di questa prepondaranza io penso non si possano cercare di spiegare con una motivazione unica ed omnicomprensiva che affonda le sue radici nel rapporto genitoriale come cerchi di fare tu, sono tante e non necessariamente disfunzionali. In qualunque luogo e tempo del globo terracqueo si è sempre parlato più di amore che di amicizia, ricordo innumerevoli sonetti e composizioni sull'amore ma non me ne viene in mente neppure uno sull'amicizia, tutti i poeti hanno avuto un rapporto difficile coi genitori? Oltre a questo c'è il fatto noto che la timidezza è un ostacolo più nelle relazioni con l'altro sesso, a me questa preponderanza non stupisce affatto.
Non é unica e omnicomprensiva, ma viene prima perché é con loro che ci interfacciamo per primi. Il classico effetto valanga.
Non sono convinto del fatto che si sia parlato più di amore, e comunque l'amicizia é una componente presente nella vita di quasi tutti, anche più del partner ormai. E poi diciamocelo: l'infausta e svenevole poetica dell'amore nasceva dall'insoddisfazione per gli istinti puramente fisici
Vecchio 09-11-2016, 18:06   #15
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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Diciamo che credo di aver ricevuto molte, troppe attenzioni...e le attenzioni non si manifestano esclusivamente con l'affetto fisico, ma con la dimostrazione (che talvolta diviene ossessione) dell'interesse, della presenza, dell'apprensione dei nostri caregivers.
Sarà che tendo a prendere me stesso come metro di paragone, ma mi sembra di notare che, rispetto a quello che ho vissuto io, la maggior parte della gente rimanga un po' abbandonata a se stessa, lasciata troppo in libertà dai genitori...la qual cosa potrebbe generare un senso di vuoto durante le età successive nonché il desiderio di colmare questo vuoto mediante l'apparente intervento salvifico di un fantomatico partner/compagno di vita.
Parli di dipendenza affettiva e non è un argomento nuovo.
Però varia anche da persona e persona, per alcuni è così, per altri è il contrario. E' più grave evitare le relazioni o cercarle disperatamente?

Io ho vissuto in una famiglia molto assente e proprio per questo, mi aspetto inconsciamente che si ripetano gli stessi schemi che ho interiorizzato da piccola, e invece di attaccarmi ad un ipotetico partner che possa salvarmi (?) mi fa paura e evito la cosa, o metto in atto meccanismi sballati per mantenere un certo controllo, di me, della situazione, dei miei sentimenti, non accettando di sentirmi in posizione down.

Ricorda che anche il poliamore potrebbe essere disfunzionale.
Ringraziamenti da
Moonwatcher (09-11-2016)
Vecchio 09-11-2016, 18:08   #16
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Già il fatto che li chiami caregivers rivela che non dovesse esserci tutto questo calore.
Vecchio 09-11-2016, 18:12   #17
Esperto
L'avatar di muttley
 

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Originariamente inviata da Moonwatcher Visualizza il messaggio
Già il fatto che li chiami caregivers rivela che non dovesse esserci tutto questo calore.
Perché fa figo e perché spero che queste figure soppiantino la famiglia mononucleare

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Originariamente inviata da Stregatta13 Visualizza il messaggio
Ricorda che anche il poliamore potrebbe essere disfunzionale.
Statistiche in mio possesso dimostrano un tasso di disfunzionalità inferiore
Vecchio 09-11-2016, 18:50   #18
Esperto
L'avatar di Noriko
 

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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
La mia sensazione é che certe (tante?) persone in questo forum abbiano sviluppato una così forte ossessione per la loro mancanza di una vita sessuale e sentimentale in seguito a "buchi" più o meno consistenti dell'affettività, che hanno avuto come conseguenza la genesi di una fissazione negativa per l'abbandono e il rifiuto. Avvenimenti tutto sommato ritenuti sopportabili per persone non in credito di affettività, diventano intollerabili per chi si é sentito trascurato (il fatto che si sia sentito tale non significa comunque che sia stato effettivamente trascurato).
Non ci vedo niente di strano nella persona che soffre maggiormente perché ha avuto rifiuti affettivi sin da bambino.
Se sviluppasse una patologia importante come l'ossessione o il deliro, la causa non sarebbe certo l'abbandono nell'infanzia da parte di figure di riferimento.
Vecchio 09-11-2016, 19:38   #19
Esperto
 

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Originariamente inviata da Suttree Visualizza il messaggio
Per me è così
Mi pare però che vadano sempre più "di moda" relazioni e amicizie superficiali o forse è sempre stato così dato che la società è basata su modelli estroversi
Esatto.
Pensare che i legami siano importanti non è sintomo di alcuna psicopatologia.
O se lo è,sono contenta di averla.
Ringraziamenti da
Mike Patton (09-11-2016), Moonwatcher (09-11-2016)
Vecchio 12-11-2016, 02:14   #20
Esperto
L'avatar di Jacksparrow
 

Il bisogno di amare e sentirsi amati è antico come la ruota e il fuoco. Sono essenziali per uno sviluppo armonioso della personalità di ognuno di noi, inizia dall'amore in famiglia e poi deve crescere fuori dalla famiglia con una relazione di coppia.
Non parlo dell'affetto che deriva dall'amicizia, comunque importante specie se mancano altri elementi.
Non possiamo dire di stare bene lo stesso anche da soli, se non dopo esperienze negative che hanno portato solo dolore. Poi c'è un fatto sociale, quando crescendo vediamo gli amici che si allontanano dal gruppo un po alla volta e con le fidanzate fare progetti di convivenza o matrimonio, i single restano al palo e solo se convinti e non costretti riescono a vivere bene la loro indipendenza e magari un vuoto affettivo che nessuno dovrebbe mai subire. Lo considero più una mancanza che uno stato mentale.
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