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18-05-2022, 18:50
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#1
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Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,300
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Qualche tempo fa avevo sentito una trasmissione radio sulla vita privata di Beethoven, scoprendo cose che ignoravo del tutto, e molto interessanti, che mi colpirono.
Riporto riassumendo quel che ricordo, a costo di imprecisioni e inesattezze.
In pratica Beethoven aveva un nipote (in quanto zio, non in quanto nonno) che ha cercato per tutta la vita di tenere attaccato a sé, anche contro la volontà del ragazzo. Quando i tribunali intervennero per decidere se questo nipote dovesse vivere con la madre o con lo zio, cioè Beethoven, quest'ultimo fece di tutto per screditare la madre, accusandola in particolare di essere "promiscua", accusa che all'epoca (siamo nell'800) per una donna era un'accusa di infamia. Anche per questo i tribunali diedero ragione a Beethoven, e questo nonostante il nipote lo odiasse. Lungo tutta la sua adolescenza il nipote cercò in tutto i modi di far capire allo zio che lo detestava, e che l'unico suo desiderio era vivere lontano da lui. Gli scriveva lunghe lettere in cui esponeva ciò che provava. A un certo punto, pur di sfuggire a questa situazione, tentò il suicidio. Beethoven da parte sua fu sempre irremovibile, come se volesse a tutti i costi tenere legato a sé il nipote che pure lo odiava.
A questo punto mi chiedo: come funziona la mente di chi vuole a tutti costi tenere legata a sé una persona che ti odia? Quale sorta di piacere si può ricavare da un rapporto-non-rapporto del genere? Perché lo si porta avanti nonostante sia palesemente svantaggioso per entrambe le parti? O forse è solo ostinazione cieca e forse inspiegabile, una volontà di "domare" l'altra persona, di assoggettarlo, una volontà che non riesce a prendere in considerazione il punto di vista dell'altro?
Non so se il rapporto che ho avuto coi miei genitori sia simile.
Ne ho parlato diverse volte nel forum.
Dopo essere uscito di casa avevo tagliato di netto i rapporti coi miei genitori, anche in seguito a delle cose abbastanza brutte che erano successe nella mia famiglia quando ancora vivevo con loro. Io non è che odii i miei genitori, ma semplicemente provavo già poco affetto per loro sin dalla prima adolescenza, e quel che a un certo punto è successo in famiglia, a cui ho accennato appena qui sopra, ha definitivamente spento quel che potevo provare. Sto meglio da solo e i tentativi dei miei genitori di "avvicinarmi" li ho via via percepiti sempre più come una forma di invadenza nella mia vita da parte di persone estranee.
Io ho cercato in diversi modi di far capire loro questa mia prospettiva, ma senza alcun successo. Sono convinto che loro pensino che "sotto sotto" io voglia loro bene, che devo solo superare una mia freddezza superficiale, che devo scoprire dentro di me il desiderio di voler vederli, e così via. Mentre non è così. Mi sembra che non concepiscano l'idea che per me (o per una persona in genere) i rapporti di sangue contano davvero poco, se non nulla.
Io voglio solo vivere da solo e scegliere per conto mio le persone con cui circondarmi, e queste non sono quelle con cui ho rapporti di sangue.
Eppure c'è chi questo non riesce a capirlo.
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18-05-2022, 19:22
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#2
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Esperto
Qui dal: Mar 2022
Messaggi: 1,713
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Wow, pensa se i tuoi leggessero queste parole. Per curiosità ,quanti anni hai ?
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18-05-2022, 19:23
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#3
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Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,300
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Quote:
Originariamente inviata da CongaBlicoti_96
Wow, pensa se i tuoi leggessero queste parole. Per curiosità ,quanti anni hai ?
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Non mi piace dire la mia età, comunque non sono giovane.
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18-05-2022, 19:39
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#4
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Esperto
Qui dal: Mar 2022
Messaggi: 1,713
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Ok,no pronlem.Io in parte ti capisco, anch'io ho avuto esperienze familiari poco piacevoli che mi hanno fatto dubitare su molti atteggiamenti.(a me rimane solo mia madre adottiva ed ora ,provo per lei un senso di responsabilità anche se lei non è sempre stata corretta.
Ora non conosco la tua situazione, ma non credi di essere un po' troppo duro con loro?.Magari hanno sbagliato ,ma si tratta anche di un discorso di gratitudine, non credi?
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18-05-2022, 19:51
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#5
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Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,300
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Quote:
Originariamente inviata da CongaBlicoti_96
Ora non conosco la tua situazione, ma non credi di essere un po' troppo duro con loro?.Magari hanno sbagliato ,ma si tratta anche di un discorso di gratitudine, non credi?
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A volte mi chiedo se sono troppo duro, ma a volte, ripensando a tutto quello che è successo, mi dico di no. Non capisco bene il discorso della gratitudine: dovrei essere grato solo perché mi hanno messo al Mondo? Non mi sembra qualcosa di sufficiente per provare gratitudine. Mi hanno sempre dato da mangiare, ok, ma questo credo sia il minimo indispensabile quando si fa un figlio, perché essere grati per qualcosa che è dovuto? Ci vorrebbe molto di più per essere grati, e dai miei genitori non ho mai avuto sostegno o aiuto almeno da metà delle scuole elementari in poi, quando ho cominciato ad avere grossi problemi e a manifestare in varî modi, nei modi in cui un bambino di otto anni poteva, che avevo seriamente bisogno di aiuto, e così anche alle medie e poi alle superiori, quando le mie condizioni mentali sono precipitate e ho tentato il suicidio. Mi hanno abbandonato a me stesso, e in seguito mio padre è andato a lavorare all'estero, praticamente abbandonando tutta la famiglia. E da lì in poi le cose in famiglia sono solo andate di male in peggio, ma non ho voglia di scendere nei dettagli su quello che è successo, anche perché sono cose personali.
E comunque il thread che ho aperto riguarda solo tangenzialmente la mia vicenda personale: voleva essere più essere un riflessione generale su un atteggiamento che si trova in alcune persone.
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18-05-2022, 19:59
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#6
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Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
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Quote:
Originariamente inviata da Hor
O forse è solo ostinazione cieca e forse inspiegabile, una volontà di "domare" l'altra persona, di assoggettarlo, una volontà che non riesce a prendere in considerazione il punto di vista dell'altro?
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Penso sia questa la spiegazione. Se non ti posso avere con la persuasione ti avrò con la forza. Credo che poi subentri un meccanismo a valanga per cui per non dire a sé stessi che si è dei prepotenti egoisti ci si inventa la favoletta che è la controparte a non capire e che prima o poi capirà; chiaro che una volta che questo autonconvincimento si è radicato non ci sono più barriere, perché diventa una specie di missione (speciale) educativa.
Mi pare uno schema abbastanza comune in parecchi modelli di relazioni, vuoi parentali, vuoi amicali vuoi sentimentali.
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18-05-2022, 20:13
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#7
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Esperto
Qui dal: Mar 2022
Messaggi: 1,713
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Quote:
Originariamente inviata da Hor
A volte mi chiedo se sono troppo duro, ma a volte, ripensando a tutto quello che è successo, mi dico di no. Non capisco bene il discorso della gratitudine: dovrei essere grato solo perché mi hanno messo al Mondo? Non mi sembra qualcosa di sufficiente per provare gratitudine. Mi hanno sempre dato da mangiare, ok, ma questo credo sia il minimo indispensabile quando si fa un figlio, perché essere grati per qualcosa che è dovuto? Ci vorrebbe molto di più per essere grati, e dai miei genitori non ho mai avuto sostegno o aiuto almeno da metà delle scuole elementari in poi, quando ho cominciato ad avere grossi problemi e a manifestare in varî modi, nei modi in cui un bambino di otto anni poteva, che avevo seriamente bisogno di aiuto, e così anche alle medie e poi alle superiori, quando le mie condizioni mentali sono precipitate e ho tentato il suicidio. Mi hanno abbandonato a me stesso, e in seguito mio padre è andato a lavorare all'estero, praticamente abbandonando tutta la famiglia. E da lì in poi le cose in famiglia sono solo andate di male in peggio, ma non ho voglia di scendere nei dettagli su quello che è successo, anche perché sono cose personali.
E comunque il thread che ho aperto riguarda solo tangenzialmente la mia vicenda personale: voleva essere più essere un riflessione generale su un atteggiamento che si trova in alcune persone.
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Sembra che tu ti voglia quasi vendicare. Si da per scontato che i genitori debbano essere amorevoli e sempre presenti per i figli, ma a volte non è così e purtroppo bisogna accettarlo. Però tu puoi essere diverso da loro, migliore.Non ho idea di cosa vuol dire essere genitori, ma se sapessi che un7a mio ipotetico figlio/a provasse un tale astio nei miei confronti ,probabilmente starei malissimo.
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18-05-2022, 20:15
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#8
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Esperto
Qui dal: Sep 2015
Ubicazione: Tír na nÓg
Messaggi: 13,300
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Quote:
Originariamente inviata da CongaBlicoti_96
Sembra che tu ti voglia quasi vendicare. Si da per scontato che i genitori debbano essere amorevoli e sempre presenti per i figli, ma a volte non è così e purtroppo bisogna accettarlo. Però tu puoi essere diverso da loro, migliore.Non ho idea di cosa vuol dire essere genitori, ma se sapessi che un7a mio ipotetico figlio/a provasse un tale astio nei miei confronti ,probabilmente starei malissimo.
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Non provo astio, ma indifferenza, è una cosa diversa, e non mi voglio "vendicare".
Comunque non risponderò più a ulteriori domande o considerazioni sulla mia vita privata in un thread che, ribadisco, vuole parlare d'altro.
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18-05-2022, 20:46
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#9
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Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
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Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo
E insomma...se ci si vuole allontanare bisogna smettere di odiare.
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Tutte le grandi tradizioni e religioni dicono grossomodo questo. E' un'altra delle cose che portiamo con noi sempre nella mente e sono schemi di rapporto tra le persone che è davvero difficile "risolvere" senza tentare di rimuoverli a forza.
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18-05-2022, 20:46
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#10
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Banned
Qui dal: Mar 2008
Messaggi: 14,153
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Ma lui è pure Asperger magari non si è sentito capito o aveva bisogno di un supporto diverso in adolescenza.mio padre pure lavorava fuori da ragazzo e so quanto pesa in un ragazzo non estroverso una figura paterna
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19-05-2022, 15:06
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#11
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Intermedio
Qui dal: Feb 2022
Messaggi: 144
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Beh io ti capisco e provo la stessa cosa verso i miei, il disprezzo via via è andato scemando e provo indifferenza assoluta. D'altronde io non ho colpe se loro mi hanno cresciuto senza affetto ma con odio e violenza, psicologica e fisica, cosa si aspettano?
Il fatto è che forse pensano che sei una cosa loro e in qualche modo tu "debba" volergli bene , come una legge assoluta e universale, invece ad ogni azione corrisponde una reazione.
Altre persone che non sono genitori che vogliono tenere attaccate a se una persona che li odia sono perversi che hanno bisogno di quella persona per soddisfare un loro bisogno.
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Ultima modifica di MakeMeBad; 19-05-2022 a 15:09.
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