Voler tenere attaccato a sé chi ti odia
Qualche tempo fa avevo sentito una trasmissione radio sulla vita privata di Beethoven, scoprendo cose che ignoravo del tutto, e molto interessanti, che mi colpirono.
Riporto riassumendo quel che ricordo, a costo di imprecisioni e inesattezze. In pratica Beethoven aveva un nipote (in quanto zio, non in quanto nonno) che ha cercato per tutta la vita di tenere attaccato a sé, anche contro la volontà del ragazzo. Quando i tribunali intervennero per decidere se questo nipote dovesse vivere con la madre o con lo zio, cioè Beethoven, quest'ultimo fece di tutto per screditare la madre, accusandola in particolare di essere "promiscua", accusa che all'epoca (siamo nell'800) per una donna era un'accusa di infamia. Anche per questo i tribunali diedero ragione a Beethoven, e questo nonostante il nipote lo odiasse. Lungo tutta la sua adolescenza il nipote cercò in tutto i modi di far capire allo zio che lo detestava, e che l'unico suo desiderio era vivere lontano da lui. Gli scriveva lunghe lettere in cui esponeva ciò che provava. A un certo punto, pur di sfuggire a questa situazione, tentò il suicidio. Beethoven da parte sua fu sempre irremovibile, come se volesse a tutti i costi tenere legato a sé il nipote che pure lo odiava. A questo punto mi chiedo: come funziona la mente di chi vuole a tutti costi tenere legata a sé una persona che ti odia? Quale sorta di piacere si può ricavare da un rapporto-non-rapporto del genere? Perché lo si porta avanti nonostante sia palesemente svantaggioso per entrambe le parti? O forse è solo ostinazione cieca e forse inspiegabile, una volontà di "domare" l'altra persona, di assoggettarlo, una volontà che non riesce a prendere in considerazione il punto di vista dell'altro? Non so se il rapporto che ho avuto coi miei genitori sia simile. Ne ho parlato diverse volte nel forum. Dopo essere uscito di casa avevo tagliato di netto i rapporti coi miei genitori, anche in seguito a delle cose abbastanza brutte che erano successe nella mia famiglia quando ancora vivevo con loro. Io non è che odii i miei genitori, ma semplicemente provavo già poco affetto per loro sin dalla prima adolescenza, e quel che a un certo punto è successo in famiglia, a cui ho accennato appena qui sopra, ha definitivamente spento quel che potevo provare. Sto meglio da solo e i tentativi dei miei genitori di "avvicinarmi" li ho via via percepiti sempre più come una forma di invadenza nella mia vita da parte di persone estranee. Io ho cercato in diversi modi di far capire loro questa mia prospettiva, ma senza alcun successo. Sono convinto che loro pensino che "sotto sotto" io voglia loro bene, che devo solo superare una mia freddezza superficiale, che devo scoprire dentro di me il desiderio di voler vederli, e così via. Mentre non è così. Mi sembra che non concepiscano l'idea che per me (o per una persona in genere) i rapporti di sangue contano davvero poco, se non nulla. Io voglio solo vivere da solo e scegliere per conto mio le persone con cui circondarmi, e queste non sono quelle con cui ho rapporti di sangue. Eppure c'è chi questo non riesce a capirlo. |
Re: Voler tenere attaccato a sé chi ti odia
Wow, pensa se i tuoi leggessero queste parole. Per curiosità ,quanti anni hai ?
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Re: Voler tenere attaccato a sé chi ti odia
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Re: Voler tenere attaccato a sé chi ti odia
Ok,no pronlem.Io in parte ti capisco, anch'io ho avuto esperienze familiari poco piacevoli che mi hanno fatto dubitare su molti atteggiamenti.(a me rimane solo mia madre adottiva ed ora ,provo per lei un senso di responsabilità anche se lei non è sempre stata corretta.
Ora non conosco la tua situazione, ma non credi di essere un po' troppo duro con loro?.Magari hanno sbagliato ,ma si tratta anche di un discorso di gratitudine, non credi? |
Re: Voler tenere attaccato a sé chi ti odia
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E comunque il thread che ho aperto riguarda solo tangenzialmente la mia vicenda personale: voleva essere più essere un riflessione generale su un atteggiamento che si trova in alcune persone. |
Re: Voler tenere attaccato a sé chi ti odia
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Mi pare uno schema abbastanza comune in parecchi modelli di relazioni, vuoi parentali, vuoi amicali vuoi sentimentali. |
Re: Voler tenere attaccato a sé chi ti odia
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Re: Voler tenere attaccato a sé chi ti odia
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Comunque non risponderò più a ulteriori domande o considerazioni sulla mia vita privata in un thread che, ribadisco, vuole parlare d'altro. |
Re: Voler tenere attaccato a sé chi ti odia
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Ma lui è pure Asperger magari non si è sentito capito o aveva bisogno di un supporto diverso in adolescenza.mio padre pure lavorava fuori da ragazzo e so quanto pesa in un ragazzo non estroverso una figura paterna
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Re: Voler tenere attaccato a sé chi ti odia
Beh io ti capisco e provo la stessa cosa verso i miei, il disprezzo via via è andato scemando e provo indifferenza assoluta. D'altronde io non ho colpe se loro mi hanno cresciuto senza affetto ma con odio e violenza, psicologica e fisica, cosa si aspettano?
Il fatto è che forse pensano che sei una cosa loro e in qualche modo tu "debba" volergli bene , come una legge assoluta e universale, invece ad ogni azione corrisponde una reazione. Altre persone che non sono genitori che vogliono tenere attaccate a se una persona che li odia sono perversi che hanno bisogno di quella persona per soddisfare un loro bisogno. |
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