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Vecchio 05-02-2015, 21:55   #1
Banned
 

La domanda è quella del titolo del 3d.
Molti di noi..io ormai ho quasi rinunciato.. si sforzano, sperano di essere normali, ma siamo sicuri che è quello che vogliamo?

I "normali" hanno una vita frenetica, lavorano, poi nel week-end vanno al cinema con il gruppo di amici, la domenica per negozi, fanno cose che fanno tutti.. devono obbedire alle leggi sociali del branco.. io una vita così non la voglio, voglio fare quello che mi pare, quando mi pare.

Quando sento i colleghi descrivere le loro vite normali, stereotipate, non provo invidia, ma solo disagio.

Dai normali vorrei solo imparare il modo giusto di relazionarsi, di parlare, saper controllare l'emotività, ma per il resto non vorrei cambiare la mia vita con la loro.
Cosa ne pensate?

Ultima modifica di Keith; 05-02-2015 a 21:58.
Ringraziamenti da
alleny82 (06-02-2015), eVito Corleone (05-02-2015), Mr.Ripley (06-02-2015), Xchénnpossoreg? (06-02-2015)
Vecchio 05-02-2015, 21:58   #2
Esperto
L'avatar di pokorny
 

Quote:
Originariamente inviata da syd_77 Visualizza il messaggio
[...] Dai normali correi solo imparare il modo giusto di relazionarsi, di parlare, saper controllare l'emotività, ma per il resto non vorrei cambiare la mia vita con la loro. Cosa ne pensate?
Esattamente questo che hai detto eccetto la parte che ho messo in evidenza.

Ultima modifica di pokorny; 05-02-2015 a 22:00.
Vecchio 05-02-2015, 22:36   #3
Esperto
L'avatar di feaanor
 

Quoto tutto.
Anch'io sono soddisfatto di come è organizzata la mia giornata e di come passo il mio tempo libero, che poi questo sia dovuto ad abitudine o a mancanza di alternative nello scegliere tra vita sociale e vita asociale, non lo so. So però che se volessi cambiare, dovrei modificare così radicalmente ogni mio comportamento che ne ricaverei un esaurimento nervoso.
Vecchio 05-02-2015, 23:02   #4
Banned
 

Vi quoto tutti!
Non è orgoglio fobico/asociale, è un qualcosa che non so spiegare .. per quanto la mia vita sia problematica, ora come ora non potrei mai vivere "da normale", rischierei un esaurimento nervoso ancora peggiore dell'attuale
Vecchio 05-02-2015, 23:03   #5
Principiante
L'avatar di helirya
 

Quote:
Dai normali vorrei solo imparare il modo giusto di relazionarsi, di parlare, saper controllare l'emotività, ma per il resto non vorrei cambiare la mia vita con la loro.
Mi trovi d'accordo, nemmeno io lo vorrei,non riuscirei mai ad essere come loro. Anche se, sotto a un certo punto di vista, mi piacerebbe.
Passo tutte le mie giornate in casa, da sola, per me è impensabile pensare di uscire così spesso... ma so che è tutta questione di "abitudine". (Qualche anno fa uscivo sì e no tutti i giorni per potermi sentire uguale agli altri, accettata. Non mi pesava tanto l'uscire così frequentemente quanto il dovermi adattare per essere come loro,io non sono così, è inutile fingere.)
Ora come ora quindi non vorrei nemmeno diventare "normale" (magari giusto imparare a stare tra la gente senza avere attacchi d'ansia e imparare a fare amicizia, quello sì), ma se dovessi rinascere non ci penserei due volte, meglio che essere come sono ora.
Vecchio 05-02-2015, 23:07   #6
Esperto
L'avatar di Inosservato
 

vorrei condividere solo alcuni e selezionati aspetti della vita con la "massa"
per il resto eccellere o difettare in altre cose fa parte della vita e della propria individualità, e va bene così
Vecchio 05-02-2015, 23:15   #7
Intermedio
L'avatar di Labirinto
 

Essendo molto distante dalla norma, pur non essendo sociofobico, risulto abbastanza asociale. In realtà, non è che non voglio socializzare, è che mi sento cosí distante dai miei coetanei, dalle attività umane, dal sistema economico... In altre parole, non sono nel posto giusto... chissà che ci faccio qui

Ultima modifica di Labirinto; 16-03-2017 a 22:27.
Vecchio 05-02-2015, 23:30   #8
Principiante
L'avatar di camilla86
 

Io sì, vorrei essere 'normale' o quantomeno avvicinarmici il più possibile. Spesso mi sento così distante dalle vite piene e soddisfacenti delle persone diverse da me. Certo, a volte sono io stessa a ricercare un po' di solitudine, ma la vita è una e ci sono tante cose che non possiamo lasciarci sfuggire.
Vecchio 05-02-2015, 23:36   #9
Banned
 

Beh parlare con la gente può essere arricchente più che altro. Io da un paio d'anni sono molto più socievole però c'è anche il rovescio della medaglia: conosci tanta gente e apprezzi tante realtà, però poi ne esci abbastanza finito psicologicamente.
Vecchio 05-02-2015, 23:36   #10
Banned
 

Io non vorrei essere normale, ma conciliare la mia anormalità con la normalità altrui, superando i nodi di rabbia, intolleranza e complessi che mi costringono alla marginalità.
Insomma: essere in grado di dire "io non sono normale" senza provare ostilità e vergogna.
Ringraziamenti da
Emil (06-02-2015), Ramingo (06-02-2015)
Vecchio 05-02-2015, 23:43   #11
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Angus Visualizza il messaggio
Io non vorrei essere normale, ma conciliare la mia anormalità con la normalità altrui, superando i nodi di rabbia, intolleranza e complessi che mi costringono alla marginalità.
Insomma: essere in grado di dire "io non sono normale" senza provare ostilità e vergogna.
Il fatto è: cosa significa realmente non essere "normale"?
Vecchio 05-02-2015, 23:47   #12
Esperto
L'avatar di Blur
 

tra una vita da fobico represso e magari anche depresso e una vita da quello che voi definite normalone IO voto senz'altro per quest'ultima

Ma poi non capisco questo pensare che i "normaloni" siano costretti tutti a seguire il branco...ma non potete pensare che per loro è normale (appunto) vivere in quel modo e che a loro piace? devono essere per forza loro i caproni che vivono in maniera quasi obbligata e voi gli unici che invece siete liberi e puri?

secondo voi tutti i normaloni sono fatti tutti con lo stesso stampino e sono tutti uguali? io vedo tante persone ognuno con la loro vita, con i loro hobby, con le loro amicizie. Tra tutti quelli che voi definite normali e che magari frequentano i centri commerciali ci sono quelli che lavorano tutto il giorno e durante il weekend escono poco, ci sono quelli che escono spesso, ci sono quelli che hanno una grande compagnia, ci sono quelli che hanno solo un amico del cuore, ci sono quelli che escono con cugini, ci sono quelli che vanno a ballare, ci sono quelli che preferiscono il cinema, ci sono quelli piu timidi, ci sono quelli piu estroversi, ci sono quelli che escono soprattutto con il partner, ci sono operai, ci sono impiegati, ci sono commessi, ci sono camerieri. Insomma c'è vita con differenti sfaccettature. Leggere alcuni commenti mi da l'impressione che qualcuno abbia un parere distorto sulle entità umane differenti da lui

Ultima modifica di Blur; 05-02-2015 a 23:55.
Ringraziamenti da
Blue Sky (06-02-2015)
Vecchio 05-02-2015, 23:58   #13
Banned
 

io sono normale, sono gli altri che sono anormali
Vecchio 06-02-2015, 00:44   #14
Esperto
L'avatar di Blue Sky
 

Posso capire la domanda, ma la mia risposta è assolutamente sì: voglio essere normale.

Ma la verità a mio parere è quello che ha detto Blur, non esiste un club dei "normali", tutti coalizzati tra di loro e uguali nelle loro vite, come se fossero intercambiabili.
Nel fine settimana c'è quello che va al cinema, c'è quello che va al supermercato e c'è quello che va a guidare l'aereoplano. La sera c'è quello che legge, c'è quello che guarda il talk show politico e c'è quello che si ubriaca.
E se anche vogliamo dire che la società moderna ci "omologa", essa omologa noi fobici nè più nè meno degli altri. Il mio essere timido non mi rende certo immune dall'omologazione culturale, o superiore o più sensibile degli altri. Io sono cresciuto nella stessa identica società in cui sono cresciuti gli estroversoni, l'unica cosa che mi caratterizza rispetto a loro è che io ho un problema che loro non hanno.

Quindi per me la questione non è tanto che voglio essere "come i normali", è che voglio essere "non sociofobico". Sono io che ho un problema e sono io che devo fare un passo per risolverlo, ma non è un passo verso qualcosa di diverso da me (siano gli altri o la società), è un passo verso un me stesso migliore. E' eliminare un problema dalla mia vita, nient'altro.
Ringraziamenti da
Alessandra (07-02-2015), cancellato15306 (06-02-2015)
Vecchio 06-02-2015, 01:15   #15
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Il fatto è: cosa significa realmente non essere "normale"?
Non capisco cosa vuoi dirmi.
Essere anormale significa, per definizione, non rientrare, almeno per qualche aspetto, in alcuno dei modelli normativi proposti dalla propria cultura.

Quote:
Originariamente inviata da Blue Sky Visualizza il messaggio
Posso capire la domanda, ma la mia risposta è assolutamente sì: voglio essere normale.

Ma la verità a mio parere è quello che ha detto Blur, non esiste un club dei "normali", tutti coalizzati tra di loro e uguali nelle loro vite, come se fossero intercambiabili.
Nel fine settimana c'è quello che va al cinema, c'è quello che va al supermercato e c'è quello che va a guidare l'aereoplano. La sera c'è quello che legge, c'è quello che guarda il talk show politico e c'è quello che si ubriaca.
Scusa, ma il discorso non regge. Se i normali sono tutti diversi e "liberi", non sono normali. Essere normali comporta necessariamente avere caratteristiche comuni (corrispondenti, se non a tratti positivi, a tratti negativi: non essere anormali), il che a seconda del modello normativo del caso comporta in misura più o meno significativa la negazione di parte della propria individualità.
Affermare l'esistenza della "normalità" non significa ritenere che coloro che vi rientrano siano automi prodotti in serie. Non può però neanche significare che essi non rinuncino a qualcosa. Se così non fosse, sarebbe una categoria priva di contenuto: se ognuno può essere, da individuo autonomo rispetto al gruppo, ciò che vuole essere, la norma non c'è.

Quote:
Quindi per me la questione non è tanto che voglio essere "come i normali", è che voglio essere "non sociofobico". Sono io che ho un problema e sono io che devo fare un passo per risolverlo, ma non è un passo verso qualcosa di diverso da me (siano gli altri o la società), è un passo verso un me stesso migliore. E' eliminare un problema dalla mia vita, nient'altro.
Dunque vorresti essere libero (meglio: più libero), non normale.

Ultima modifica di Angus; 06-02-2015 a 01:19.
Vecchio 06-02-2015, 01:26   #16
Esperto
L'avatar di IO&EVELYN
 

nel mio profondo certo che vorrei essere Normale come gli altri, la fuori. metterei la firma ora per poter rinascere una e solo una volta da persona normale, e anche senza desiderare cose impossibili.

però, dentro di me quel impossibile che tanto voglio e che non avrò mai, mi ''piace''. anche se mi ha e mi rovina la vita. perche per me ci sono 2 blocchi: la vita reale, questa qui che tutti viviamo, e quello che vorrei, (la semprecitata AMY). e visto che di gente che nel mondo vuole quello che voglio io non c'è n'è (sono ''unico'') e di gente che come desiderio piu forte vuole una cosa che non ci sarà mai si contano sulle dita di UNA mano, beh questo mi fa sentire appunto unico e diverso da quelli che stanno la fuori.

ok ok, non provateci nemmeno a capire.
Vecchio 06-02-2015, 01:50   #17
Esperto
L'avatar di kasper-me
 

@Syd_77
....ci hai preso, nel senso che essere "normale" così, é suicidio dell'anima...almeno per me....

....nel tempo ho imparato una cosa, che si può sforzarsi di imparare ad interagire con gli altri in modo che a loro sia lineare e comprensibile, un pochino socialmente mimetizzati....

questo non vuol dire essere come loro.....xché semplicemente non passerò mai una domenica in un centro commerciale, xché quando mi chiedono che squadra tieni, gli risponderò sempre che non seguo il calcio......etc etc.

Intendo solo che voglio essere me, piú capace di interagire socialmente .....ma se questo vuol dire l'omologazione al pattume più pattume.....

.....mi riservo il diritto di circondarmi di persone simili a me e non morti viventi da stereotipo.
Vecchio 06-02-2015, 02:37   #18
Esperto
L'avatar di Kody
 

attenzione: coloro che fanno ciò che vogliono quando vogliono di solito sono persone felici della loro vita appunto perchè l'hanno scelta di propria spontanea volontà. Alcuni diventano imprenditori/artisti/persone che hanno fatto del loro hobby un lavoro, spesso arrivando ad un discreto successo.

Se si vuole fare ciò che si desidera bisogna essere leader di se stessi. Bisogna capire cosa si vuole dalla vita, cosa si vuole fare, bisogna essere slegati da ansie, paure, giudizi, ecc.

la maggior parte delle persone non riesce ad arrivare a questo livello di pensiero, si ferma prima, perché i rischi sono tanti, mentre lavorare 8 ore e avere lo stipendio garantito senza grosse responsabilità è un'ottima alternativa. ma sopratutto è la società che prepara le persone ad essere inserite nel meccanismo e ad essere ingranaggi invece che creatori di qualcosa.

Negli ultimi tempi si sta sviluppando in me l'idea che la persona fobica tenda a odiare gli stereotipi e certe regole, ma ne risulti incatenata. Vedi i classici 'per fare quello DEVO essere estro" "per andare nel posto X DEVO essere così e comportarmi cosà"....

Per quanto mi riguarda, col tempo ho sviluppato l'idea che le cose le faccio quando ho voglia, non quando qualcuno ha detto che si DEVE fare. voglio uscire di giovedì invece che di sabato? Lo faccio, certo con gli amici che non lavoravano di giovedì. Voglio andare in disco? Vado in disco, non importa se non sono estro o che altro. Voglio fare un regalo ad una ragazza anche se non è un giorno particolare? Lo faccio. Voglio cercarmi un lavoro che non mi tenga 8 ore per 5 giorni lontano da ciò che voglio fare io? mi muovo in quella direzione.

Non credo sia da persona matura questa sottile offesa sulla vita delle persone normali, che è fatta di lavoro e di svago nel finesettimana. È una loro scelta. se il resto della settimana lavorano, quando crediamo che si possano svagare? Che poi non c'è solo gente che va in disco o al cinema. Ci sono quelli che si fanno un viaggio di due giorni, chi va a cene particolari, ecc.

E attenzione, quando si sta a contatto con le persone non si possono evitare del tutto cose come cene con colleghi, cenette con amici, uscire con la ragazza, ecc. Ci sono tutta una serie di situazioni, matrimoni, comunioni, ecc che anche controvoglia, vanno fatte. Altrimenti si passa da perfetti parassiti.

Attualmente non conosco alcuna persona fobica che pur rimanendo fobica sia felice della sua vita e sia felice di non essere normale, per quanto ne parli male. Per me pero' era peggio da fobico che da normale. Quando sono arrivato ad avere una vita normale, ho pero' desiderato e voluto di più.

Ultima modifica di Kody; 06-02-2015 a 02:41.
Vecchio 06-02-2015, 02:48   #19
Esperto
L'avatar di Blue Sky
 

Quote:
Originariamente inviata da Angus Visualizza il messaggio
Scusa, ma il discorso non regge. Se i normali sono tutti diversi e "liberi", non sono normali. Essere normali comporta necessariamente avere caratteristiche comuni (corrispondenti, se non a tratti positivi, a tratti negativi: non essere anormali), il che a seconda del modello normativo del caso comporta in misura più o meno significativa la negazione di parte della propria individualità.
Affermare l'esistenza della "normalità" non significa ritenere che coloro che vi rientrano siano automi prodotti in serie. Non può però neanche significare che essi non rinuncino a qualcosa. Se così non fosse, sarebbe una categoria priva di contenuto: se ognuno può essere, da individuo autonomo rispetto al gruppo, ciò che vuole essere, la norma non c'è.
Sì, posso concordare che tutte le persone normali per definizione rispettano un modello normativo, e parzialmente negano la propria individualità.
Diciamo allora più semplicemente che sotto questo aspetto non vedo una contrapposizione tra me in quanto sociofobico e loro.
Non so come dire, anche io voglio un lavoro, anche io ambisco ad avere una relazione sentimentale e a sposarmi, anche io necessito di rapporti di amicizia, anche io ho bisogno dei parenti, anche io amo divertirmi, anche io amo chiacchierare e ridere con altri... solo che tutte queste cose non riesco a farle perchè sono affetto da una fobia.
Se i "normali" sono coloro che rispettano la "norma", allora il loro opposto non è il sociofobico: è il rivoluzionario, il martire, il contestatore, l'oppositore. Quelle sì che sono persone che possono dire a buon titolo "io sono diverso dalle persone normali perché non accetto la loro cultura e i loro modi di essere". Naturalmente le categorie possono coincidere: quella persona può essere anche sociofobica (e infatti vedo nel forum molti utenti che legittimamente non si riconoscono nei valori della società contemporanea), ma si tratta di una coincidenza non necessaria, la fobia sociale in sè è solo un disturbo psicologico, non un'opzione valoriale.

Insomma tutto il mio discorso (che tra l'altro non vuole porsi in contraddizione col tuo ) può ridursi a dire che non mi convince l'idea del sociofobico come culturalmente diverso dagli altri in quanto tale. Se lo è, lo è per le sue convinzioni, che gli rimarrebbero anche se non avesse la fobia.

Ultima modifica di Blue Sky; 06-02-2015 a 02:53.
Vecchio 06-02-2015, 03:04   #20
Esperto
L'avatar di DeadMan87
 

Ultimamente io ho dei forti dubbi sul concetto di normalità. Sarò io a capitare solo vicino a gente poco normale, ma non vedo nessuno di veramente "normale".

Sicuramente tante persone mi sembrano più a loro agio di altri in molti contesti sociali e quotidiani. Ma hanno tutti il loro carico di casini, illusioni, difetti, vizi, egoismi, blocchi mentali, pregiudizi e nessuno di loro si fa mancare pare mentali letteralmente A PALATE. E nessuno di loro mi sembra realmente felice di nulla, tant'è che devono continuamente caricare qualcun'altro per stare meglio, il capo carica i sottoposti, il marito ce l'ha sempre con la moglie, quell'altro che l'ha sempre con qualcuno di diverso ogni giorno, quello che deve sempre dimostrare qualcosa, quell'altro che se ne esce sempre fuori con progetti che non realizza mai, e via così.

Se per normalità si intende trovare un punto di equilibrio relativo, cioè arrivare a poter dire "sto un minimo sereno raggiunte queste condizioni" ok posso capirlo e in effetti è una cosa a cui aspiro anche io.

Ma per il resto il termine normale secondo me indica un qualcosa che semplicemente non trova un corrispettivo reale in nessuno.
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