CongaBlicoti_96

Io sinceramente invidio un po' quelli che stanno a casa con i genitori. Pero' comprendo che su alcuni frangenti, come la privacy, può essere stressante non avere un proprio spazio. Ma ricordo che comunque che a casa con mia madre non stavo nemmeno malissimo, perchè ero sempre fuori a farmi i cavolacci miei. Per quanto riguarda le faccende di casa, ero abbastanza collaborativa. Nei limiti delle mie possibilità e della mia pazienza, dato che mia madre ha un leggerissimo problema con l'ordine e il pulito. Non dico che sia rupofobica, ma è una grande scassa coglioni.
Molte delle nostre discussioni erano scaturite proprio da questi odi di vivere completamente opposti. Lei è una che pulisce pure l'interno dei cassoni delle tapparelle ( non ho mai visto nessuno che lo facesse), misura il prato con il righellino è completamente fuori, ma la si ama anche per questo. Quando mi sono trasferita la prima volta, quando mi è venuta a trovare e a visto la mia camera mi ha rifilato Marie kondo, chiamandomi selvaggia. Io effettivamente non sono ordinata, ma non mi importa nemmeno più di tanto.

Omnia728

Ho visto mio padre l'ultima volta cinque anni fa quando sono stata operata, con mia madre ci manteniamo in rapporti formali ma il limite di sopportazione era ormai scaduto quindi appena mia sorella ha avuto un minimo di stabilità economica è andata via e mi ha portato con sé. Io e lei stiamo bene insieme però sento anche un gran senso di responsabilità, non voglio vivere sulle sue spalle quindi mi do da fare soprattutto nello studio, grazie alla mia media ho ottenuto anche agevolazioni sulle tasse universitarie, non so se con i genitori avrei avuto lo stesso stimolo, tanti miei coetanei non credo ce l'abbiano

Silent

Vivo con i miei genitori perché sebbene lavori nel negozio mio e di mia mamma, quel poco che guadagnamo non mi consente di vivere per conto mio. Questa situazione mi pesa perché non mi sento pienamente adulta, mi sembra come se fossi rimasta indietro rispetto ai miei coetanei. Vorrei avere i miei spazi e poter prendere le mie decisioni su come gestire la casa, le faccende domestiche e le varie commissioni

SMS94

Io vivo con la mia famiglia e mi trovo piuttosto bene, casa mia è abbastanza grande e ho comunque i miei spazi.
Pur lavorando preferisco non abitare da solo in modo da mettere da parte più soldi (ovviamente contribuisco alle spese domestiche), tra l'altro troverei triste l'idea di stare in una casa vuota, soprattutto al momento dei pasti...

zoe666

vivo da sola da 12 anni ( da 9 in città diversa da quella di origine ), quindi da quando avevo 31 anni circa.
Ho ricordi piacevoli della vita con i genitori. Avevo una casa grande quindi riuscivo a mantenere i miei spazi e potevo passare anche una giornata chiusa in camera uscendo solo per i pasti.
Ma in realtà mi piaceva prendermi il caffè con mia madre e chiacchierare il pomeriggio, la sera quando ero a casa ( ero abbastanza socialona a 30 anni, sicuramente più di ora ) vedevo l'inter con mio padre se capitava, oppure mi vedevo un film con i miei fratelli ( avevamo tutti la passione dell'horror ).
Non l'ho mai vissuto come un peso, per quando andar via di casa mi ha aiutato tantissimo a crescere ed a gestire la solitudine.
Ammetto mi manca a volte. Ma non per avere compagnia, proprio per la questione convivialità parentale.
Quando sento le colleghe dire "oggi sono a pranzo dai miei, ieri son stata li con mia madre, etc", capita mi salga un pò di nostalgia per quando potevo farlo ( ora mia madre non c'è più e mio padre mentalmente anche non c'è più )

Angus

Vivo da solo da quando ho 19 anni. Il tempo di stare con la famiglia purtroppo l'ho sperperato senza riuscire a sfruttarlo. Mi manca molto una convivialità decente con genitori e sorella. Questo randagismo è una delle mie maggiori tristezze.

Barracrudo

Angusto Anche io vivo solo da quando ho 19 anni finito le superiori tempo di farmi assumere da qualche parte poi in affitto e via ... Io la famiglia non li sopportavo più purtroppo e brava gente ma dobbiamo vederci poco x andare d'accordo, tanta solitudine in questi anni infatti ti ci vuole una donna come a me almeno pensiamo a qualcosa di positivo però una convivenza non me la sento ancora sinceramente

SixSamurai

Sto benissimo in casa, rapporto squisito ma me ne andrei il prima possibile se qualcuno decidesse ad assumermi a tempo indeterminato.
Ma anche a chiamarmi per un colloquio.

varykino

sto bene coi miei , anche se a volte vorrei scappare pure io , ma tutto sommato so le uniche persone sulla mia stessa lunghezza d'onda e che mi sopportano , anche avessi un lavoro ben pagato penso che rimarrei qui , perchè privarsi di persone che ti amano? con cui poi hai discussioni e discorsi interessanti , un posto dove puoi parlare senza formalità e in totale libertà , penso sia difficile trovarlo , poi amo mia madre siamo tipo uno la protesi dell altro perchè dovrei vivere da solo e parlare da solo? di sicuro sta cosa nn è servita molto a farmi diventare un ingranaggio attivo della società ma alla fine chissenefotte uno si circonda delle persone care , anche perchè il tempo passa e poi o resti solo o crepi prima

Maffo

Perché te ne andresti se ci stai bene in casa?

SixSamurai

La vita non può cominciare veramente se non lasci il nido. Lo farei a malincuore ma lo farei ugualmente.

Certe esperienze che sembrano non contare nulla come il solo organizzare le spese e la pulizia ti catapulta in un mondo diverso

Per non contare che a quel punto si può mettere su famiglia (donna permettendo)

TheCopacabana

Come hai detto?

sconfitto

anche io vivo tristemente con i miei. dopo la crisi che mi ha "piegato" sono rimasto parcheggiato in casa un po' come una macchina rotta abbandonata in uno sfasciacarrozze. ho avuto tre periodi di 6 mesi ciascuno in cui ho vissuto da solo in affitto e devo dire che non è che mi abbiano fatto diventare più uomo. anzi. al mercato, tra anziani signore e coppiette, ero l'unico trentenne single in fila ed era una cosa un po' imbarazzante, lavare per terra (capirai cosa ci vuole a mettere del detersivo nell'acqua e passare lo straccio) togliere la polvere (roba solo per adulti veri) e lavarmi i piatti non è che mi abbiano illuminato. gli unici due vantaggi erano non avere nessuno che mi guardava per poi fare commenti e non avere la vergogna di dire alla gente che vivevo con i miei. però se ti porti a casa un compagno o una compagna il primo punto positivo sparisce perchè tanto sei ti alzi tardi ti senti dire "ma sei ancora a letto?" se vai a dormire presto ti senti dire "ma vai già a dormire?" se non hai voglia di uscire ti senti dire "io ho voglia di andare da qualche parte" se vuoi fare tardi ti senti dire "torniamo a casa dai, sto morendo di sonno" per cui anche lì a volte la vita di coppia non è proprio una "liberazione". rimane solo un po' la tristezza di essere ancora bloccato lì a casa, anzichè in giro a godersi i propri giorni

Kitsune

Crisi economica: disoccupazione, non c'è lavoro e un affitto o un mutuo sono miraggi.
Titoli di studio ottenuti in età sempre più tarda: lauree, master, aggiornamenti e balle varie non si finisce più di studiare oggi quando in passato non serviva nemmeno un diploma e a 18 anni la maggior parte avevano finito definitamente si stare sui libri.
Eredità: il paese è sempre più povero molti han i genitori stessi in affitto o genitori che han bisogno di supporto economico e pensare che il papi ti compri la casa è un sogno per tantissimi.
Singletudine: una volta si comprava la casa a metà con il partner per i progetti di matrimonio e famiglia oggi invece non ci si vuole più sposare né tanto meno fare figli. Sostanzialmente la corsa all'indipendenza in passato era poi questo: fare famiglia.
Tanti si ritrovano a trent'anni single con genitori senza soldi e che han bisogno di assistenza perché comunque più si va avanti più si fan figli tardi e le nuove generazioni a 30 anni han i genitori anziani, senza lavoro e senza partner e senza risparmi si viene facilmente etichettati come falliti ma quando la povertà si diffonde nella popolazione poi la cultura si adegua e si diventa un po' come in quei paesi dove si vive tutti aggregati che sono appunto delle realtà sociali di povertà.

IO&EVELYN

Non potrei mai vivere da solo, sia dal punto di vista materiale e affettivo.

Poi io penso che andare da soli a vivere non abbia senso. Se è per le cose di casa, si possono fare benissimo anche quando si sta dai genitori.

Insomma almeno una compagna la si deve avere, e poi devi pagare tutto da solo, altra cosa da non ignorare.

Maffo

Dipende molto da come sono i genitori, se sono persone ragionevoli ed equilibrate in casa si sta bene ed ha senso rimanere a casa qualche anno in più.

Altrimenti no

Svalvolato

Vivo da solo ma sopra l'alloggio dei miei, la casa bene o male è la stessa ma con due alloggi separati. Francamente non vedo il senso di cercarmi una casa autonoma, anche se sono lontano dal lavoro, dove comunque vado solo 3 giorni a settimana, il resto è smart.

Alla mia età dovrei essere più indipendente, ma tanto senza nessuna prospettiva relazionale, e avendo comunque un'ottima privacy e autonomia, non vedo motivi per cambiare.

Diverse colleghe mi chiedono quando mi trasferisco o se mangio coi miei a pranzo (come dire "Si ufficialmente vivi da solo ma ti cucina ancora mammina"). Ai loro occhi rimango uno sfigato, ma cambierebbe qualcosa cambiando casa? Sarebbero solo soldi buttati per alla fine chiudermi in camera comunque solo e lontano da tutti. Tanto vale farlo con qualche soldo in più sul conto.

Poi in fondo penso credano che così mi potrò trovare finalmente una ragazza. Si certo, un quasi 40enne che si presenta senza alcuna esperienza passata farebbe scappare anche una santa. Anche loro, come i miei che pensano che posso ancora trovare una compagna, vivono fuori dal mondo.

Delta80

Il discorso è solo economico, se si hanno le possibilità serve uscire di casa

Elpocho123

Non c'è età per vivere coi genitori, conosco alcuni a 50 che ancora lo fanno. Se non ho un buon lavoro, specie statale che non mi permette di campare un mutuo/affitto e non ho nemmeno una moglie/figli/famiglia, che cazzo me lo fa fare di andarmene? Vengo etichettato come un fannullone, nonostante magari do anche una mano in casa e porto lo stipendio aiutando i miei, anche se guadagno poco? Se fai il parassita (tipo il caso del coglione 50 anni che mai ha lavorato e che, una volta trovato lavoro come magazziniere, ha depredato tutti i lavoratori dei loro soldi nelle cassette) è ovvio che devi essere cacciato a calci nel didietro, ma se dai una mano e sai di non poterti mantenere da solo... non vedo perchè farlo. Perfino mia madre mi ha detto che se dovesse andare male in Grecia (sto lavorando e facendo il training da 3 giorni, ma socialmente parlando è deceduto sto paese) ho lei che mi aspetta a casa e posso fare applicazione altrove.
Poi se mi stufo a sto punto me ne vado direttamente in dormitorio alla caritas che tanto la aiuto lo offrono sempre.

pokorny

Esatto. Restare a casa dopo i 25 anni è un suicidio, ne so bene qualcosa io. Sono rimasto perché non ho mai avuto un livello stabile di entrate sul medio-lungo periodo che mi permettesse una sussistenza autonoma, ma questo ha finito di distruggere la mia vita. Proprio il colpo di grazia o forse anche il contrario, non essendomene andato di corsa tutto il resto ha iniziato a crollare attorno e dentro di me.

Se non ci sono problemi economici che ostino, per la propria salvezza meglio uscire di casa prima possibile. Non è solo opportuno. E' necessario.