"Scegliete la vita; scegliete un lavoro; scegliete una carriera; scegliete la famiglia; scegliete un maxitelevisore del cazzo; scegliete lavatrici, macchine, lettori CD e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete un mutuo a interessi fissi; scegliete una prima casa; scegliete gli amici; scegliete una moda casual e le valigie in tinta; scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del cazzo; scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina; scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi; scegliete un futuro; scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita: ho scelto qualcos'altro. Le ragioni? Non ci sono ragioni. Chi ha bisogno di ragioni quando ha l'eroina?"
Questa citazione dal film Trainspotting, eroina a parte, ci sta tutta.
Voi vorreste una vita avventurosa o una vita stabile?
Mettendo da parte tutti i problemi, tutte le difficoltà... Cosa scegliereste?
Riuscite a stare fermi in una città?
Vorreste "costruire" qualcosa?
Oppure costruire, distruggere, e ricostruire altrove (e via dicendo)?
C'è stato un momento, una sorta di lampo, poco prima di aver comunicato le mie ultime dimissioni, in cui ho guardato le mie colleghe di 42, 38 e 37 anni (io 31), e mi son detto... "Ma dove cazzo sto andando? Ma riuscirò mai a dare una continuità, una sorta di strutturazione, alla mia vita? Sono un reietto del cazzo, sono fuori dal mondo"
Effettivamente sono un'anima vagante, profondamente inquieto, ho cambiato più città, più quartieri nella stessa città, addirittura più unità abitative nello stesso palazzo.
Ce l'ho avuta la possibilità di costruire, ma qualcosa dentro di me non lo voleva. Provavo disagio di fronte a quella lunga (o corta, chi lo sa) autostrada che mi si parava davanti.
Un senso di morte, un'angoscia strana...Ho bisogno di rilanciare, rilanciare, rilanciare.. Ora pure con gli Stati. E dubito che anche questa volta mi fermerò. Rilancerò ancora più forte, questa è la sensazione.
Non ho costruito nulla. Ho accumulato esperienze, ricordi, sensazioni, ma nulla di significativo. Anche il conto corrente lo testimonia.
Ho qualche aneddoto in più. Sono lontano da certe dimensioni della quotidianità che mi mettono angoscia.
Sento che non è sano.
E ho paura che un giorno la vita la stabilità me la imponga. Stabilità coatta, magari a seguito di un grave evento.
Oppure, di ritrovarmi vecchio con un mano un pugnetto insignificante di denaro, tante cose da raccontare, ma nulla di solido, nulla che abbia la mia firma stampigliata nel profondo.
Un vecchiaccio solo al mondo, col fegato spappolato e i polmoni asfaltati.