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11-08-2012, 13:54
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#1
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Avanzato
Qui dal: May 2012
Messaggi: 305
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Come da titolo,vi è mai capitato che,talmente dispiaciuti/umiliati/indignati o qualsiasi altro non abbiate sentito dolore in una cosa che ne avrebbe provocato molto??per esempio....a 9 anni ero per strada ero tantissimo dispiaciuto per una cosa....all'improvviso passa una macchina che mi schiaccia un piede e rimane per molto così poi riesce ad andare avanti...non sentii affatto dolore...ne sapete qualcosa??
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11-08-2012, 14:10
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#2
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Esperto
Qui dal: Oct 2011
Ubicazione: Roma
Messaggi: 670
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A me e'accaduto alcuni mesi fa a seguito di quella che ho considerata una grossa umiliazione e mancanza di rispetto, di trascorrere le ore successive all'evento fino a due giorni dopo con assenza di qualsiasi tipo di emozione. Compivo ogni azione in modo automatico senza rendermene conto. Non sentivo neanche stanchezza fisica. Non riuscivo a sentire ne'vedere nessuno, a parlare. Se ci penso ora provo ancora la stessa assenza di emozioni anche rispetto all'evento che ha generato quella mia reazione.
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11-08-2012, 15:53
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#3
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Esperto
Qui dal: Mar 2011
Ubicazione: bardo
Messaggi: 4,403
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A me è successo che un anno in campagna mi è scappato un falò, di quelli che si fanno per bruciare la potatura.
Invece di farlo sull'erba verde l'ho fatto sul campo e invece di farlo di sera l'ho fatto nelle ore più calde, ebbene era un campo di frumento trebbiato di quelli per cui rimane quella pagliuzza che l'imballatrice non riesce a raccogliere.
Era un anno di caldo e disidratazione del terreno record e col forcone spegnevo il fuoco che camminava ma tornava ad accendersi per il calore.
Dopo cinque minuti l'agitazione cresceva, la rabbia anche, il fiato sempre più corto, il calore sulla pelle e incominciavo a rimanere indietro mentre quei fuocherellini guadagnavano sempre più terreno.
Il falò era di appena un metro di diametro ma ora era arrivato a un metro e mezzo, corro a casa che distava circa mezzo chilometro e prendo una coperta, puff spat pam niente il fuoco non si arresta.
Era una situazione ridicola non potevo tornare a correre a casa ancora a prendere un secchio d'acqua tanto l'avrei rovesciato nel tragitto oppure non sarebbe stato sufficiente.
Corro a casa e decido di chiamare i vigli del fuoco.
Mi si appanna la vista, sono nero di fuliggine, peli delle braccia e delle gambe bruciati, ho un principio di avvelenamento del sangue, tossisco continuamente e decido di sedermi monitorando la situazione (tra l'altro ho letto che quest'anno un paio di anziani sono morti in questo modo).
Stringo il cellulare in mano e sono sempre più agitato in trepida attesa per l'arrivo dei vigili.
Avevo fatto innumerevoli falò in passato ma non avevo mai assistito a nulla del genere, tutto si era trasformato in un incubo.
Ad ogni minuto che passava quello stupidissimo fuoco raddoppiava l'estensione, quello che mi faceva innervosire è che era bassissimo e nel verde nemmeno attecchiva.
Dopo dieci minuti di attesa e impotenza l'ansia era ad un livello tale che ho incominciato a non provare più nulla e mi sono detto basta, può bruciare anche il mondo che non mi frega più nulla.
Quando finalmente sono arrivati i vigili dopo un quarto d'ora dalla chiamata il fuocherello dal diametro di due metri che era aveva bruciato circa due ettari, nonostante tutto l'estensione e la tipologia d'incendio era "ridicola" e i vigili ci hanno messo appena due minuti per spegnerlo muovendosi lungo le fasce d'estensione.
Dapprima i ragazzi si complimentavano con me per aver chiamato poi si sono accorti che l'incendio era dovuto proprio al mio falò (cosa che avevo ammesso chiamando ma evidentemente loro non ne erano al corrente) e quindi dopo mi guardavano con gli occhi bassi.
Il caposquadra mi ha chiamato in disparte e mi ha detto che da quell'anno di continue emergenze tra caldo e piromani anche solo per chi scappava un falò oltre alle multe precedenti era stato introdotto il reato e si rischiava fino a tre mesi di carcere(non è stata una balla per spaventarmi era vero per la mia regione).
Mi ha guardato e mi ha fatto intendere che per lui ero solo un coglioncello e siccome non si erano mai registrati altri precedenti in zona e per l'inesistenza dell'entità del danno ha detto che per quella volta lasciava cadere tutto multe comprese.
Quando sono andati via avevo gli occhi sbarrati, continuavo a ripetermi cosa diavolo fosse successo, in qualche modo era difficile da prendere atto di una giornata così particolare.
Non so forse non c'era più tanto ossigeno nel mio cervello, più tardi mi sono sdraiato ma mi sa che invece di addormentarmi sono svenuto.
Ho cominciato a cercare un colpevole: è colpa di mio padre che mi ha dato l'incarico? è colpa della mia negligenza? è colpa del caldo eccezionale? è colpa del ritardo dei vigili? è colpa dei piromani che han portato la legge ad inasprirsi?
E poi ancora pensavo cosa penseranno i vicini? avranno visto? cosa racconto a mio padre?
Mio padre si mise a ridere dicendo che una cosa simile capitò anche a lui da piccolo.
Ero quasi infastidito dalla leggerezza con cui mio padre aveva accolto l'evento, sembrava quasi contento vedendola come una cosa positiva perché nel meridione ad esempio si usa incendiare la paglia per favorire l'azoto nel terreno.
Quello che so è che alla fine di quella giornata non provavo più niente, ero rimasto vittima di una catena di eventi degeneranti più grandi di me fuori dal mio controllo e avevo osservato quanto fossero inutili i sentimenti.
Quanto fosse inutile l'ansia nella frazione d'attesa quando tutto dipendeva dalla tempestività dei vigili, quanto fosse inutile il sollievo che provavo allo spegnimento del fuoco quando poteva aspettarmi la galera, quanto fosse inutile la paura del giudizio di mio padre quando invece si è messo a ridere.
Non rimane niente da raccontare solo quel profondo ed eloquente "fanculo tutto".
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11-08-2012, 16:25
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#4
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 2,733
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Quote:
Originariamente inviata da Kitsune
A me è successo che un anno in campagna mi è scappato un falò, di quelli che si fanno per bruciare la potatura.
Invece di farlo sull'erba verde l'ho fatto sul campo e invece di farlo di sera l'ho fatto nelle ore più calde, ebbene era un campo di frumento trebbiato di quelli per cui rimane quella pagliuzza che l'imballatrice non riesce a raccogliere.
Era un anno di caldo e disidratazione del terreno record e col forcone spegnevo il fuoco che camminava ma tornava ad accendersi per il calore.
Dopo cinque minuti l'agitazione cresceva, la rabbia anche, il fiato sempre più corto, il calore sulla pelle e incominciavo a rimanere indietro mentre quei fuocherellini guadagnavano sempre più terreno.
Il falò era di appena un metro di diametro ma ora era arrivato a un metro e mezzo, corro a casa che distava circa mezzo chilometro e prendo una coperta, puff spat pam niente il fuoco non si arresta.
Era una situazione ridicola non potevo tornare a correre a casa ancora a prendere un secchio d'acqua tanto l'avrei rovesciato nel tragitto oppure non sarebbe stato sufficiente.
Corro a casa e decido di chiamare i vigli del fuoco.
Mi si appanna la vista, sono nero di fuliggine, peli delle braccia e delle gambe bruciati, ho un principio di avvelenamento del sangue, tossisco continuamente e decido di sedermi monitorando la situazione (tra l'altro ho letto che quest'anno un paio di anziani sono morti in questo modo).
Stringo il cellulare in mano e sono sempre più agitato in trepida attesa per l'arrivo dei vigili.
Avevo fatto innumerevoli falò in passato ma non avevo mai assistito a nulla del genere, tutto si era trasformato in un incubo.
Ad ogni minuto che passava quello stupidissimo fuoco raddoppiava l'estensione, quello che mi faceva innervosire è che era bassissimo e nel verde nemmeno attecchiva.
Dopo dieci minuti di attesa e impotenza l'ansia era ad un livello tale che ho incominciato a non provare più nulla e mi sono detto basta, può bruciare anche il mondo che non mi frega più nulla.
Quando finalmente sono arrivati i vigili dopo un quarto d'ora dalla chiamata il fuocherello dal diametro di due metri che era aveva bruciato circa due ettari, nonostante tutto l'estensione e la tipologia d'incendio era "ridicola" e i vigili ci hanno messo appena due minuti per spegnerlo muovendosi lungo le fasce d'estensione.
Dapprima i ragazzi si complimentavano con me per aver chiamato poi si sono accorti che l'incendio era dovuto proprio al mio falò (cosa che avevo ammesso chiamando ma evidentemente loro non ne erano al corrente) e quindi dopo mi guardavano con gli occhi bassi.
Il caposquadra mi ha chiamato in disparte e mi ha detto che da quell'anno di continue emergenze tra caldo e piromani anche solo per chi scappava un falò oltre alle multe precedenti era stato introdotto il reato e si rischiava fino a tre mesi di carcere(non è stata una balla per spaventarmi era vero per la mia regione).
Mi ha guardato e mi ha fatto intendere che per lui ero solo un coglioncello e siccome non si erano mai registrati altri precedenti in zona e per l'inesistenza dell'entità del danno ha detto che per quella volta lasciava cadere tutto multe comprese.
Quando sono andati via avevo gli occhi sbarrati, continuavo a ripetermi cosa diavolo fosse successo, in qualche modo era difficile da prendere atto di una giornata così particolare.
Non so forse non c'era più tanto ossigeno nel mio cervello, più tardi mi sono sdraiato ma mi sa che invece di addormentarmi sono svenuto.
Ho cominciato a cercare un colpevole: è colpa di mio padre che mi ha dato l'incarico? è colpa della mia negligenza? è colpa del caldo eccezionale? è colpa del ritardo dei vigili? è colpa dei piromani che han portato la legge ad inasprirsi?
E poi ancora pensavo cosa penseranno i vicini? avranno visto? cosa racconto a mio padre?
Mio padre si mise a ridere dicendo che una cosa simile capitò anche a lui da piccolo.
Ero quasi infastidito dalla leggerezza con cui mio padre aveva accolto l'evento, sembrava quasi contento vedendola come una cosa positiva perché nel meridione ad esempio si usa incendiare la paglia per favorire l'azoto nel terreno.
Quello che so è che alla fine di quella giornata non provavo più niente, ero rimasto vittima di una catena di eventi degeneranti più grandi di me fuori dal mio controllo e avevo osservato quanto fossero inutili i sentimenti.
Quanto fosse inutile l'ansia nella frazione d'attesa quando tutto dipendeva dalla tempestività dei vigili, quanto fosse inutile il sollievo che provavo allo spegnimento del fuoco quando poteva aspettarmi la galera, quanto fosse inutile la paura del giudizio di mio padre quando invece si è messo a ridere.
Non rimane niente da raccontare solo quel profondo ed eloquente "fanculo tutto".
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ti è andata non di lusso, di più: ne ho visti a decine di incendi del genere: sono quelli in cui l'erba secca e i rovi pigliano fuoco con una facilità che mette paura, le fiamme avvolgono tutto quanto e possono raggiungere anche i 7-8 metri d'altezza se si propagano anche alle fronde degli arbusti, e poi il fuoco continua a covare sotto i canneti o dove c'è la vegetazione intricata tanto che diventa impossibile spegnerlo perchè i tizzoni incandescenti del sottobosco e delle radici al primo accenno d'aria si riaccendono
in presenza di vento e di terreno rinsecchito con vegetazione folta è come trovarsi di fronte a una bomba pronta ad esplodere, io stesso mi son trovato a dover spegnere un principio d'incendio in un canneto sopra genova, con il fumo e la cenere che mi andavano negli occhi, fate vobis
tu non hai avuto colpa, ma la prossima volta stai attentissimo a dove accendi falò: preferisci sempre dove ci sia terreno nudo senza vegetazione o con la ghiaia sotto
postilla: gli alberi caducifoglie (lecci, frassini, faggi, ecc) in genere ci mettono di più a prendere fuoco per via del contenuto d'acqua delle foglie, mentre al contrario le chiome dei pini marittimi e domestici e degli eucalyptus sono estremamente infiammabili
ecco, vi ho fatto una lezione di prevenzione incendi
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Ultima modifica di cancellato11788; 11-08-2012 a 16:30.
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11-08-2012, 20:02
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#5
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,630
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Quote:
Originariamente inviata da Kitsune
A me è successo che un anno in campagna mi è scappato un falò, di quelli che si fanno per bruciare la potatura.
Invece di farlo sull'erba verde l'ho fatto sul campo e invece di farlo di sera l'ho fatto nelle ore più calde, ebbene era un campo di frumento trebbiato di quelli per cui rimane quella pagliuzza che l'imballatrice non riesce a raccogliere.
Era un anno di caldo e disidratazione del terreno record e col forcone spegnevo il fuoco che camminava ma tornava ad accendersi per il calore.
Dopo cinque minuti l'agitazione cresceva, la rabbia anche, il fiato sempre più corto, il calore sulla pelle e incominciavo a rimanere indietro mentre quei fuocherellini guadagnavano sempre più terreno.
Il falò era di appena un metro di diametro ma ora era arrivato a un metro e mezzo, corro a casa che distava circa mezzo chilometro e prendo una coperta, puff spat pam niente il fuoco non si arresta.
Era una situazione ridicola non potevo tornare a correre a casa ancora a prendere un secchio d'acqua tanto l'avrei rovesciato nel tragitto oppure non sarebbe stato sufficiente.
Corro a casa e decido di chiamare i vigli del fuoco.
Mi si appanna la vista, sono nero di fuliggine, peli delle braccia e delle gambe bruciati, ho un principio di avvelenamento del sangue, tossisco continuamente e decido di sedermi monitorando la situazione (tra l'altro ho letto che quest'anno un paio di anziani sono morti in questo modo).
Stringo il cellulare in mano e sono sempre più agitato in trepida attesa per l'arrivo dei vigili.
Avevo fatto innumerevoli falò in passato ma non avevo mai assistito a nulla del genere, tutto si era trasformato in un incubo.
Ad ogni minuto che passava quello stupidissimo fuoco raddoppiava l'estensione, quello che mi faceva innervosire è che era bassissimo e nel verde nemmeno attecchiva.
Dopo dieci minuti di attesa e impotenza l'ansia era ad un livello tale che ho incominciato a non provare più nulla e mi sono detto basta, può bruciare anche il mondo che non mi frega più nulla.
Quando finalmente sono arrivati i vigili dopo un quarto d'ora dalla chiamata il fuocherello dal diametro di due metri che era aveva bruciato circa due ettari, nonostante tutto l'estensione e la tipologia d'incendio era "ridicola" e i vigili ci hanno messo appena due minuti per spegnerlo muovendosi lungo le fasce d'estensione.
Dapprima i ragazzi si complimentavano con me per aver chiamato poi si sono accorti che l'incendio era dovuto proprio al mio falò (cosa che avevo ammesso chiamando ma evidentemente loro non ne erano al corrente) e quindi dopo mi guardavano con gli occhi bassi.
Il caposquadra mi ha chiamato in disparte e mi ha detto che da quell'anno di continue emergenze tra caldo e piromani anche solo per chi scappava un falò oltre alle multe precedenti era stato introdotto il reato e si rischiava fino a tre mesi di carcere(non è stata una balla per spaventarmi era vero per la mia regione).
Mi ha guardato e mi ha fatto intendere che per lui ero solo un coglioncello e siccome non si erano mai registrati altri precedenti in zona e per l'inesistenza dell'entità del danno ha detto che per quella volta lasciava cadere tutto multe comprese.
Quando sono andati via avevo gli occhi sbarrati, continuavo a ripetermi cosa diavolo fosse successo, in qualche modo era difficile da prendere atto di una giornata così particolare.
Non so forse non c'era più tanto ossigeno nel mio cervello, più tardi mi sono sdraiato ma mi sa che invece di addormentarmi sono svenuto.
Ho cominciato a cercare un colpevole: è colpa di mio padre che mi ha dato l'incarico? è colpa della mia negligenza? è colpa del caldo eccezionale? è colpa del ritardo dei vigili? è colpa dei piromani che han portato la legge ad inasprirsi?
E poi ancora pensavo cosa penseranno i vicini? avranno visto? cosa racconto a mio padre?
Mio padre si mise a ridere dicendo che una cosa simile capitò anche a lui da piccolo.
Ero quasi infastidito dalla leggerezza con cui mio padre aveva accolto l'evento, sembrava quasi contento vedendola come una cosa positiva perché nel meridione ad esempio si usa incendiare la paglia per favorire l'azoto nel terreno.
Quello che so è che alla fine di quella giornata non provavo più niente, ero rimasto vittima di una catena di eventi degeneranti più grandi di me fuori dal mio controllo e avevo osservato quanto fossero inutili i sentimenti.
Quanto fosse inutile l'ansia nella frazione d'attesa quando tutto dipendeva dalla tempestività dei vigili, quanto fosse inutile il sollievo che provavo allo spegnimento del fuoco quando poteva aspettarmi la galera, quanto fosse inutile la paura del giudizio di mio padre quando invece si è messo a ridere.
Non rimane niente da raccontare solo quel profondo ed eloquente "fanculo tutto".
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Vicino a casa mia anni anni fa' c'era molto piu' verde ,(abito in campagna) e i piromani si divertivano ad appiccare il fuoco ,da lontano avvistavi il fumo un paio di campi piu' in la' ,noi ragazzini con i cugini ci avvicinavamo quasi come un gioco e paura insieme e ricordo con quanta velocita' l'erba secca e i pioppi bruciavano ,Mio zio chiamava i vigili e noi coi bastoni e secchi d'acqua cercavamo di far qualcosa .Quell'estate e successo due volte .poi Anche altre estati .Ora non brucia piu' niente ,pieno di fabbriche
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12-08-2012, 11:26
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#6
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Esperto
Qui dal: Sep 2010
Ubicazione: Emilia Romagna
Messaggi: 2,847
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no mai capitato..è strana come cosa..
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