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25-03-2016, 02:06
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#21
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: Ibiza
Messaggi: 1,080
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No, non è una cosa della quale mi vergogno perché ritengo siano ben altre le cose di cui vergognarsi. Tuttavia la vedo come un peso, per via di tutti i limiti che mi impone.
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25-03-2016, 13:13
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#22
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Principiante
Qui dal: Mar 2016
Messaggi: 18
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Quote:
Originariamente inviata da claire
Io mi vergogno della timidezza e ho sempre cercato di dissimularla,non riuscendoci.
È assurdo che ci sia gente che stupra,ruba,imbroglia,ammazza senza scrupoli e noi dobbiamo vergognarci anche di vergognarci.
Non so voi ma io sono veramente stufa, non faccio niente di male,sono solo fobica checcazzo.
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Secondo me,è qui che sorge il problema: c'è gente che stupra,ruba,imbroglia,ammazza...ma sei TU (non è una cosa personale; tu come anche io e molti altri,ovviamente) che ti vergogni. Perchè,per quanto qualcuno o l'intera società si possa sentire in diritto di farti star male per una tua caratteristica/problema...non è per nulla vero che DOBBIAMO vergognarci di vergognarci! Che senso ha? Nel senso...cosa è tanto deprecabile nell'essere timidi,alla fine?
Quote:
Originariamente inviata da alien boy
Non lo so, personalmente cerco di nascondere ma probabilmente non ci riesco. Diciamo che si prova a restare in una zona di comfort (apparente), si cerca di capire quali sono le cose che più mettono in difficoltà e ci si frena. Però poi si risulta un po' innaturali e comunque va a finire che le persone sospettino che o non si è a proprio agio o che non si ha piacere a stare con loro e quindi è probabile che aumenti la difficoltà relazionale.
Però in certe condizioni (conoscenze di 'passaggio') può funzionare, anche se poi dipende da persona a persona e dal tipo di timidezza.
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Anche qui...si,nessuno ci obbliga ad aprire noi stessi alle persone che magari sono solo di passaggio...ma...nel'esempio della pizza,che appunto può essere un'occasione molto di passaggio...che pro ti porta far finta di non essere timido?
Perchè se il fine è quello di nascondere il disagio per non passare come quello "a disagio"...alla fine il risultato che si ottiene è sempre quello di sentirsi a disagio!
Che poi...vergognarsi di qualcuno non è molto carino. E lo stesso è vergognarsi di sè stessi.
E' come un'offesa alla propria persona. E un'offesa è spesso una ferita nell'anima.
Percui...forse dovremmo fermarci a pensare cosa comporta il non accettare anche le parti di noi che ci piacciono meno...e il rinnegarle facendo finta di non conoscerle!
E questo è un promemoria anche per me stesa,ovviamente...
Quote:
Originariamente inviata da alien boy
sono stato lì molto meno di mezz'ora, 10 minuti forse. Ero concentrato più su me stesso perchè ero da solo mentre gli altri si conoscevano.
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Eri concentrato su te stesso,quindi. Hai sottoposto te stesso a un esame di maturità-sociale,alien boy!
Ed è quello che ripetiamo ogni volta che in queste situazioni ci concentriamo troppo su di noi per apparire diversi da quel che siamo. Chi alla fine non si sentirebbe male se per oooogni pizza si dovesse affrontare un'aaaltro esame di maturità?!?
Che poi...non è detto che l'essere timido significhi che tu sia chissà che brutta persona!
Percui...bisognerebbe forse dirsi "ok,sono così! Fanpiffero ciò che pensano gli altri!". Ma so che non è semplice a fatti quanto a parole. Ci vuole pratica anche per questo,suppongo...e forse sarebbe più salutare far pratica per questo che per nascondere ciò che ci verrebbe spontaneo.
Quote:
Originariamente inviata da Blue Sky
Bisognerebbe riuscire ad entrare nell'ottica che essere timidi non è un crimine.
Io posso apparire come una persona timida e non per questo essere giudicato male dagli altri. Bisogna capire che ci sono tanti altri difetti, non possiamo ragionare sempre come se l'unico difetto di cui una persona dovrebbe vergognarsi fosse la timidezza.
Io appaio come una persona timida, quando incrocio uno sguardo abbasso gli occhi, ok è un punto a mio sfavore. Ma non appaio come un aggressivo, non appaio come un maniaco, non appaio come un arrogante, un litigioso, un violento, un disonesto ecc. ecc. La gente ha una buona opinione di me anche se mi riconosce come timido.
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Ecco,sono d'accordissimo! Ed è proprio a questo fatto che forse tutti noi ansiofobicievitanti non pensiamo abbastanza.
E ancora (scusate se sono confusionaria e mi dilungo spesso).
Le conferme del fatto che gli altri possano considerarti una bella persona nonostante la timidezza arriveranno nel momento in cui permetterai agli altri di vedere ciò.
Se si continua a "fingere" o a mascherare la nostra timidezza,come faranno gli altri a poterla vedere -e quindi in maniera positiva?
La mia esperienza...che è tuttora in corso (XD)..è che sino a qualche tempo fa in pizzeria neppure ci entravo. Non ci passavo neppure davanti,se potevo.
Pian piano ho fatto pratica con altre persone (purtroppo a volte entra in ballo anche il fattore c,si).
Poi ho trovato una pizzeria tranquilla,non tanto affollata,e quando più mi sentivo in modalità "ci voglio provare",mi facevo una passeggiata e...se non c'erano troppe persone all'interno...entravo e chiedevo la mia pizza.
Spesso chi stava al bancone mi chiedeva di ripetere,altre volte magari si saranno fatti delle domande su di me. Il più delle volte,pensandoci lucidamente,probabilmente non gliene importava una cippa e pensavano alle loro bollette da pagare.
Pian piano ho imparato anche io a pensare alle mie bollette da pagare mentre aspettavo ed ero lì.
Come ho detto,ancora non ci ho preso la mano. In questo periodo soprattutto.
Ma ad oggi posso dire di aver fatto un enorme progresso in tal senso.
Certo,mi limito alla mia pizzeria di fiducia.
Percui,alien boy,forse tu sei pure più avanti di me,nonostante il disagio!
Ma non avere fretta e non scoraggiarti.
Non è un crimine essere timidi.
E anche se il giudizio (più di noi stessi che esterno,in realtà) pesa...ricordati che comunque la tua pizza te la sei portata a casa! E questo significa che nonostante la timidezza sei una persona capace di agire e di raggiungere un obiettivo,no?
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25-03-2016, 16:52
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#23
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Banned
Qui dal: Jul 2014
Messaggi: 7,147
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Originariamente inviata da NevermorA
Anche qui...si,nessuno ci obbliga ad aprire noi stessi alle persone che magari sono solo di passaggio...ma...nel'esempio della pizza,che appunto può essere un'occasione molto di passaggio...che pro ti porta far finta di non essere timido?
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in alcuni casi conviene non mostrarsi molto ansiosi, quello probabilmente non era uno di quei casi, però poteva servire per 'esercitarsi'
Quote:
Originariamente inviata da NevermorA
Perchè se il fine è quello di nascondere il disagio per non passare come quello "a disagio"...alla fine il risultato che si ottiene è sempre quello di sentirsi a disagio!
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questo è vero, anzi forse si prova anche più disagio. Però vale anche quello che ho scritto appena qui sopra
Quote:
Originariamente inviata da NevermorA
Percui...bisognerebbe forse dirsi "ok,sono così! Fanpiffero ciò che pensano gli altri!". Ma so che non è semplice a fatti quanto a parole. Ci vuole pratica anche per questo,suppongo...e forse sarebbe più salutare far pratica per questo che per nascondere ciò che ci verrebbe spontaneo.
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Quell'atteggiamento (auspicabile) di non preoccuparsi più di tanto di quello che pensano gli altri è poco coerente proprio con la timidezza. Se si può far pratica per il non (tentare di) nascondere e non vergognarsi della timidezza si potrebbe far pratica anche per diminuirla.
Comunque alla fine la penso come te che è meglio accettare la timidezza e non vederla come qualcosa da evitare a tutti costi di far trasparire (ammesso che sia possibile ciò), avevo iniziato questa discussione proprio con questo pensiero. Solo che credo che qualche capacità di arginare certe manifestazioni emotive un po' impulsive non ci farebbe male, almeno in alcune situazioni.
Quote:
Originariamente inviata da NevermorA
Ma non avere fretta e non scoraggiarti.
Non è un crimine essere timidi.
E anche se il giudizio (più di noi stessi che esterno,in realtà) pesa...ricordati che comunque la tua pizza te la sei portata a casa! E questo significa che nonostante la timidezza sei una persona capace di agire e di raggiungere un obiettivo,no?
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assolutamente non è una colpa la timidezza, se si riesce a superarla è un bene per chi l'aveva, altrimenti la si accetta e ci si convive.
Sulla domanda finale: dipende dall'obiettivo, finchè si tratta di andare a prendere una pizza ok
Comunque ti ringrazio e ricambio l'incoraggiamento. Anche a non cambiar pizzeria se la pizza è buona
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25-03-2016, 18:12
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#24
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Near Milan
Messaggi: 3,986
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Quote:
Originariamente inviata da alien boy
ma questo potrebbe corrispondere alla modalità passiva di cui parlavi prima nel post e che ti lasciava comunque un senso di tristezza
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Si è vero, dipende sempre dal lavoro che ci fai dietro e quindi come la interpreti tu. Molto probabilmente non mi comporto in modo molto diverso da prima, con la sola diversità che la scioltezza e l'ansia molto bassa mi permettono di fare cose che prima nemmeno mi venivano in mente. Dico non ne sono sicuro perchè non sono cambiato io, è cambiato il modo in cui mi vedo.
Gira e rigira spesso dipendiamo troppo dal nostro giudizio o da quello ipotetico degli altri più che da quello effettivo.
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25-03-2016, 19:04
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#25
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Banned
Qui dal: Mar 2016
Messaggi: 270
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Quote:
Originariamente inviata da FitterHappier
Più che vergogna la mia è consapevolezza dei miei limiti dettati dalla timidezza e conseguente disprezzo verso me stesso, perché mai riuscirò a vivere normalmente, tirerò fino alla morte questa zavorra.
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Condivido anche se a periodi mi sembra tutto svanito e sto bene. (quando non si presentano situazioni di disagio)
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29-03-2016, 14:00
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#26
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Avanzato
Qui dal: Sep 2008
Ubicazione: Modena
Messaggi: 310
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La vergogna devasta la nostra autostima, quindi ci rende ancora più timidi.
Il fatto è che ci identifichiamo con il problema, quindi pensiamo di essere difettosi o sbagliati. Ma non è colpa nostra. Se mia madre da piccolo mi chiamava "mezza cartuccia" difficilmente avrei potuto sviluppare fiducia e senso di dignità...
Si dovrebbe pensare di essere persone degne di rispetto e stima come tutti, invece si pensa di valere meno solo perché si ha un problema. I problemi li hanno anche i non timidi; magari uno ha la fobia dell'aereo, un altro è un maniaco dell'igiene, uno è aggressivo perché è stato menato da piccolo...nessuno ha il diritto di considerarsi superiore a noi.
Certo che una volta che l'imbarazzo e il senso di inferiorità si sono radicati in una persona diventa difficile estirparli...
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01-04-2016, 19:04
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#27
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Avanzato
Qui dal: Feb 2010
Ubicazione: Castellammare di Stabia
Messaggi: 306
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L’attività di controllo, di monitoraggio di se e/o dell’ambiente, è una delle pratiche più disfunzionali cui ricorrono, in automatico, le persone timide e anche coloro afflitti da altre forme d’ansia sociale.
Questo mudus operandi della mente, alimenta l’ansia, l’auto percezione negativa, e condiziona i flussi dei pensieri negativi che passano per la testa. In pratica alimenta il circolo vizioso della timidezza [ http://www.homomentis.it/tabelle_e_s...e-sociali.jpg].
Ma poi cos’è la timidezza? È un disagio di natura cognitiva che nasce dalla percezione negativa di sé, e caratterizzata dalla tendenza a interpretare comportamenti ed eventi in chiave negativa o preoccupata.
Io credo che non sia tanto che ti vergogni, ma forse temi che la visibilità della tua timidezza, induca gli altri a giudizi negativi su di te. In un certo senso, il tuo pensiero emotivo e il tuo percepirti emotivamente, ti fanno sentire “sbagliato”. Probabilmente temi che questo percepirti emotivamente sbagliato, ti faccia anche sentire trasparente. Non ti vergogni della timidezza, ma dell’apparire “sbagliato”, impacciato, goffo.
Forse tutto ciò ti fa sentire ancora di più non socialmente appartenente alla comunità o di appartenervi in modo sempre più precario. Forse ti preoccupa o spaventa la tua diversità per le conseguenza che ciò comporta. Dato che, però, sei una persona senziente, cogli anche la non funzionalità di questi meccanismi.
Il problema è che quando sei preso da queste preoccupazioni, che sono emotive, quindi non il frutto della tua razionalità, finisci che non ti riesce di averne il controllo reale: controlli senza avere il controllo dell’attività di controllo.
Ma essere timidi, non significa affatto essere sbagliati. Né il percepirsi inadeguati o sbagliati implica la sua corrispondenza con la realtà oggettiva. Una cosa è percepirsi o pensare di essere in un certo modo, altra è esserlo per davvero!
Non bisogna dimenticare che il pensiero (e ciò che da esso scaturisce) non è la realtà: il pensiero è attinente al dominio della descrizione, non essendo la realtà, oltre non può andare. La realtà è ciò che oggettivamente è, non ciò che si pensa che sia.
Dunque che tu sia timido, non c’è da vergognarsi, o da preoccuparsi, di essere ciò che si è.
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01-04-2016, 23:09
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#28
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Banned
Qui dal: Jul 2014
Messaggi: 7,147
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Quote:
Originariamente inviata da maralgiu
Ma essere timidi, non significa affatto essere sbagliati. Né il percepirsi inadeguati o sbagliati implica la sua corrispondenza con la realtà oggettiva. Una cosa è percepirsi o pensare di essere in un certo modo, altra è esserlo per davvero!
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e ma come faccio a sapere che il percepirsi in un certo modo non corrisponde alla realtà? A parte che alla percezione non so a cosa affidare un giudizio su me stesso o l'ambiente. Pur cercando di razionalizzare al massimo non sempre ne esco fuori, perchè ho determinati input e faccio dei collegamenti seguendo la mia esperienza e non è detto che venga fuori una realtà rassicurante.
Quote:
Originariamente inviata da maralgiu
Non bisogna dimenticare che il pensiero (e ciò che da esso scaturisce) non è la realtà: il pensiero è attinente al dominio della descrizione, non essendo la realtà, oltre non può andare. La realtà è ciò che oggettivamente è, non ciò che si pensa che sia.
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quindi dovrei cercare di non pensare o di non dar peso a certi pensieri immagino... Purtroppo questa è una cosa che non riesco a fare, infatti soffro di DOC, tra le altre cose, e a non seguire un pensiero che preoccupa non ci sono praticamente mai riuscito senza avviare un 'meccanismo riparatorio'.
Ecco, cosa dovrei fare di preciso quando penso qualcosa che potrebbe turbarmi?
Quote:
Originariamente inviata da maralgiu
Dunque che tu sia timido, non c’è da vergognarsi, o da preoccuparsi, di essere ciò che si è.
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da vergonarsi no, da preoccuparsi dipende. E' comunque una caratteristica che crea delle complicazioni.
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Ultima modifica di alien boy; 01-04-2016 a 23:13.
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02-04-2016, 12:34
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#29
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Avanzato
Qui dal: Feb 2010
Ubicazione: Castellammare di Stabia
Messaggi: 306
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Quote:
Originariamente inviata da alien boy
e ma come faccio a sapere che il percepirsi in un certo modo non corrisponde alla realtà?
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È una questione di metodo. Parti dal presupposto che hai la tendenza automatica a pensare negativo e che, essendo una persona ansiosa, leggi emotivamente gli eventi. Le ansie sociali inducono al pensare emotivo, non al pensare razionale, o funzionale o efficace, anche se ti sembra sempre che stai razionalizzando. In pratica dovresti cominciare ad apprendere il modo di pensare funzionale, razionale. Perciò comincia a contrapporre a ogni tua interpretazione, almeno altre 4 o 5 interpretazioni alternative non negative.
Comincia a distinguere i fatti puri e semplici (quelli materiali) dall'impressione che ne hai ricevuto, da quello che hai pensato, dalle emozioni che ti hanno provocato. Metti tutto nero su bianco, che ti aiuta a comprendere quanto siano emozionali i pensieri che hai.
Quote:
Originariamente inviata da alien boy
quindi dovrei cercare di non pensare o di non dar peso a certi pensieri immagino...
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No. Cercare di non pensare è una illusione e il tentativo di reprimere certi pensieri ha il solo risultato di renderli più pervasivi. Prova per prima cosa ad accettare che questi pensieri ti vengono, come dato di fatto. Poi prova a contrapporre a essi, pensieri antagonisti. Magari anche la pratica di mindfulness potrebbe facilitarti questo lavoro.
Quote:
Originariamente inviata da alien boy
da vergonarsi no, da preoccuparsi dipende
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La preoccupazione è come il cibo, se eccedi fa male. Che vantaggio trovi nel preoccuparti, e che svantaggi produce?
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02-04-2016, 15:40
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#30
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Banned
Qui dal: Jul 2014
Messaggi: 7,147
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Quote:
Originariamente inviata da maralgiu
È una questione di metodo. Parti dal presupposto che hai la tendenza automatica a pensare negativo e che, essendo una persona ansiosa, leggi emotivamente gli eventi. Le ansie sociali inducono al pensare emotivo, non al pensare razionale, o funzionale o efficace, anche se ti sembra sempre che stai razionalizzando. In pratica dovresti cominciare ad apprendere il modo di pensare funzionale, razionale. Perciò comincia a contrapporre a ogni tua interpretazione, almeno altre 4 o 5 interpretazioni alternative non negative.
Comincia a distinguere i fatti puri e semplici (quelli materiali) dall'impressione che ne hai ricevuto, da quello che hai pensato, dalle emozioni che ti hanno provocato. Metti tutto nero su bianco, che ti aiuta a comprendere quanto siano emozionali i pensieri che hai.
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ci posso provare...
Il punto è che non saprei dire quali siano i pensieri corretti e quali quelli non veritieri senza utilizzare ciò che ho appreso dalle esperienze precedenti.
Se passo davanti a un gruppo di ragazzi e mi vedo non disinvolto nel camminare e magari sento mormorare tra di loro, dovrei pensare ad esempio che stanno parlando di cose che riguardano loro e non di me. Questa ad esempio sarebbe un'interpretazione alternativa. Poi però ci devo credere e non devo ascoltare la parte 'emotiva' che però è basata come ho già detto sul vissuto precedente. L'interpretazione alternativa parte svantaggiata
Quote:
Originariamente inviata da maralgiu
La preoccupazione è come il cibo, se eccedi fa male. Che vantaggio trovi nel preoccuparti, e che svantaggi produce?
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Se eccedi...
Il vantaggio potrebbe essere che mi organizzo in modo diverso, di ricordare a me stesso di adottare dei comportamenti e di avere dei pensieri diversi da quelli avuti precedentemente.
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02-04-2016, 17:35
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#31
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Avanzato
Qui dal: Feb 2010
Ubicazione: Castellammare di Stabia
Messaggi: 306
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Quote:
Originariamente inviata da alien boy
Il punto è che non saprei dire quali siano i pensieri corretti e quali quelli non veritieri senza utilizzare ciò che ho appreso dalle esperienze precedenti.
Poi però ci devo credere e non devo ascoltare la parte 'emotiva' che però è basata come ho già detto sul vissuto precedente. L'interpretazione alternativa parte svantaggiata
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Le tue esperienze precedenti, se ci fai caso, sono state anch'esse il risultato della tua inibizione ansiogena, delle paure che hai provato, delle preoccupazioni che hai avuto, dei pensieri negativi che hai pensato...
Non sono esempi validi per interpretare la realtà, ma sono, semmai, esempi di come ti sei autocondizionato.
Quote:
Originariamente inviata da alien boy
Se passo davanti a un gruppo di ragazzi e mi vedo non disinvolto nel camminare e magari sento mormorare tra di loro, dovrei pensare ad esempio che stanno parlando di cose che riguardano loro e non di me. Questa ad esempio sarebbe un'interpretazione alternativa.
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esatto, un'altra potrebbe essere quella di pensare "ma perché mai dovrebbero mettersi a parlare di me, non hanno nulla di meglio da fare?"
Quote:
Originariamente inviata da alien boy
Poi però ci devo credere e non devo ascoltare la parte 'emotiva' che però è basata come ho già detto sul vissuto precedente.
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Questa è una questione di esercizio e perseveranza. Ascolti la parte emotiva perché ci sei abituato, e sei abituato a darle peso preminente. Spetta a te trasformare una interpretazione da svantaggiata a favorita. Ti ci vorrà tempo, ma si può fare.
Quote:
Originariamente inviata da alien boy
Il vantaggio potrebbe essere che mi organizzo in modo diverso, di ricordare a me stesso di adottare dei comportamenti e di avere dei pensieri diversi da quelli avuti precedentemente.
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Si. prendile come sperimentazioni, come cercare nuovi percorsi. Ma tenendo presente che la sperimentazione implica anche degli insuccessi e quindi dovrai saperli accettare come incidenti di percorso e non viverli come fallimento
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02-04-2016, 17:43
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#32
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Avanzato
Qui dal: Feb 2010
Ubicazione: Castellammare di Stabia
Messaggi: 306
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Quote:
Originariamente inviata da alien boy
Se passo davanti a un gruppo di ragazzi e mi vedo non disinvolto nel camminare
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Forse faresti bene a chiederti perché mai stai li ad analizzare il tuo modo di camminare, a chiederti se proprio questo tuo preoccuparti e monitorarti non condiziona il tuo modo di camminare. potresti anche dire a te stesso, e con un po' di spirito ribelle, "io cammino come cammino e come mi pare, punto!"
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02-04-2016, 20:38
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#33
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Banned
Qui dal: Jul 2014
Messaggi: 7,147
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@maralgiu
però sembra che debba partire dal presupposto che un giudizio negativo non possa esserci, invece non è così. Le persone vengono giudicate in base a come si comportano e a come appaiono. Perciò non è sempre 'emotiva' l'interpretazione, bisogna capire quando il pensiero è irrazionale e quando invece può avere rispondenza con la realtà.
Bisogna poi considerare che c'è spesso una valutazione pregressa delle persone, sulla base della conoscenza che si ha di quella persona da diverso tempo, e che quindi l'immagine che si è creata non è facile da cambiare, non si cambia certo negando che ci sia (quell'immagine).
Sulla parte del riconoscere la possibilità di non successo dei tentativi sono d'accordo.
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02-04-2016, 23:34
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#34
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Avanzato
Qui dal: Feb 2010
Ubicazione: Castellammare di Stabia
Messaggi: 306
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Quote:
Originariamente inviata da alien boy
@maralgiu
però sembra che debba partire dal presupposto che un giudizio negativo non possa esserci, invece non è così. Le persone vengono giudicate in base a come si comportano e a come appaiono. Perciò non è sempre 'emotiva' l'interpretazione, bisogna capire quando il pensiero è irrazionale e quando invece può avere rispondenza con la realtà.
Bisogna poi considerare che c'è spesso una valutazione pregressa delle persone, sulla base della conoscenza che si ha di quella persona da diverso tempo, e che quindi l'immagine che si è creata non è facile da cambiare, non si cambia certo negando che ci sia (quell'immagine).
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Certo. È vero, qualcuno può anche esprimere giudizi negativi su di te. Infatti ho utilizzato anche il termine "funzionale". Il problema sta nel fatto che l'idea di essere giudicato negativamente diventa preminente e pervasivo.
Allora permettimi ti porti delle domande: - E se anche Tizio e Caio pensano male di te, cos'è la cosa peggiore che può oggettivamente capitarti?
- E se sono loro a pensare nel modo sbagliato, ci guadagnano qualcosa?
- E tu, come fai a sapere, senza ombra di dubbio che stanno sparlando di te?
- Hai il super udito da extra terrestre o il potere di leggere nella mente delle persone?
- Non è che le tue sono supposizioni?
- Questo preoccuparti su quel che gli altri possono pensare di te, è funzionale alla qualità della tua vita?
- Che ci guadagni a preoccuparti di ciò?
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03-04-2016, 10:59
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#35
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Banned
Qui dal: Jul 2014
Messaggi: 7,147
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Quote:
Originariamente inviata da maralgiu
[*]E se anche Tizio e Caio pensano male di te, cos'è la cosa peggiore che può oggettivamente capitarti?
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Se sono sconosciuti non mi importa cosa pensano, ma ciò che eventualmente potrebbe seguire al pensiero (ad es. sfotterti); se devo frequentarli per qualche motivo potrei essere, ad esempio, escluso o trattato con sufficienza o fastidio.
Quote:
[*]E se sono loro a pensare nel modo sbagliato, ci guadagnano qualcosa?
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non ho capito dove vuoi arrivare
Quote:
[*]E tu, come fai a sapere, senza ombra di dubbio che stanno sparlando di te?
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non ho detto mica questo. Dico solo che non è neanche vero il contrario (cioè che è da escludere che non vi siano giudizi negativi, cosa che hai confermato anche tu). E vorrei essere in grado di rendermi conto delle dinamiche che potrebbero portare a determinati giudizi e non sottovalutarle, ma non lo farei solo per evitare i giudizi (anzi punterei a fregarmene, laddove è possibile) ma per imparare come approcciarmi psicologicamente a delle persone, come giudicarle a mia volta. Poi non consideriamo tanto il caso dello 'sparlare' che sembrebbe che appena vedo due persone parlare tra di loro faccia dei collegamenti paranoici, ma della possibilità che ci si crei un'opinione di una persona nell'ambito di un contesto in cui sta.
Quote:
[*]Hai il super udito da extra terrestre o il potere di leggere nella mente delle persone?
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no, sarebbe una sventura
Quote:
[*]Non è che le tue sono supposizioni?
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le supposizioni possono essere vere o false
Quote:
[*]Questo preoccuparti su quel che gli altri possono pensare di te, è funzionale alla qualità della tua vita?
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evidentemente no, ma il fatto che spesso si ricordi della non funzionalità del proprio pensare non mi è mai stato tanto di aiuto. Evidentemente la mia mente non è funzionale, che ti devo dire
Quote:
[*]Che ci guadagni a preoccuparti di ciò?
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temo di perdere qualcosa forse, se non lo facessi. E non dico che ne sono sicuro, ho scritto temo
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Ultima modifica di alien boy; 03-04-2016 a 11:04.
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14-05-2016, 17:07
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#36
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Principiante
Qui dal: May 2016
Messaggi: 36
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Quote:
Originariamente inviata da alien boy
Stasera superando la pigrizia ho deciso di andare a caccia di qualche pizza da asporto. Prendo la macchina e vado fuori in una pizzeria che non ricordavo bene. Sbaglio ingresso, entro in un locale sbagliato, una specie di succursale della pizzeria, non ho capito bene che era, boh... Comunque mi spiegano dove andare. Arrivo in questa sala con molta gente e diversi camerieri.
Nell'attesa della pizza resto in piedi vicino alla cassa e sto un po' in difficoltà perchè noto che intralcio il traffico dei camerieri e non so dove cavolo mettermi.
Al momento di pagare c'è una ragazza alla cassa. In quel momento mi sento un po' impacciato nel gestire la comunicazione con la tipa, non so dove guardare, come stare, sono incerto sui tempi, sui movimenti ecc.
Insomma credo che si sia notata una certa timidezza, che cerco di nascondere.
Comunque il punto è che in genere cerco di essere freddo per nascondere la timidezza, risultando comunque inibito e di pochissime parole.
Stasera ho detto qualche parola in più ma sono finito per risultare più impacciato e nervoso, palesando maggiormente la timidezza.
A questo punto mi chiedevo se è meglio non controllarsi, non preoccuparsi di coprire le proprie 'stranezze', in modo da non bloccarsi troppo nella comunicazione ma con il risultato, appunto, di apparire, un po' impacciato perchè ci si sta muovendo in un territorio non più tanto conosciuto oppure è meglio limitarsi a fare e dire lo stretto necessario cercando di mantenere una certa distanza con l'interlocutore. Spero si sia capito cosa voglio dire.
(ovviamente parto dal presupposto che non la si riesce a superare quell'insicurezza, ma che ci si trova a doverla gestire)
Insomma c'è da vergognarsi della propria timidezza?
P.S. no aspettate... non volevo lasciar pensare che sia una cosa di cui vergognarsi, ma che un dato comportamento piuttosto che un altro possa essere visto in modo poco opportuno (socialmente) dagli altri
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Io mi son sempre vergognato tantissimo della mia timidezza, e molto difficilmente riesco a mascherare la mia timidezza come antipatia, freddezza e indifferenza..La mia timidezza, insicurezza, nervosismo si notano subito.
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