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17-11-2007, 15:14
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#1
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Banned
Qui dal: Nov 2007
Messaggi: 122
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Ho trovato questo breve articoletto,che sostiene l'utilità delle relazioni sociali per essere felici...molti qui però affermano di trovarsi bene anche da soli...quale sarà dunque la strada?
http://www.psychologies.it/opencms/L...gli_altri.html
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17-11-2007, 15:31
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#2
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Avanzato
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 360
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Quote:
Originariamente inviata da pure_truth
...quale sarà dunque la strada?
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La via di mezzo!
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17-11-2007, 15:47
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#3
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Banned
Qui dal: Oct 2006
Messaggi: 315
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Ottima deduzione! L'equilibrio sarà la soluzione... Per ora noi siamo troppo sbilanciati verso l'asocialità...almeno io
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17-11-2007, 15:50
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#4
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Avanzato
Qui dal: Sep 2007
Ubicazione: Napoli
Messaggi: 355
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Infatti anche se io tendo ad isolarmi ho sempre sostenuto che stare con gli altri è necessario, un'esistenza votata solo alla solitudine e a sè stessi in fondo non ha molto senso...
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17-11-2007, 16:09
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#5
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Intermedio
Qui dal: Nov 2007
Messaggi: 122
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Sono d'accordo con la via di mezzo e soprattutto sul fatto che la solitudine è una brutta bestia...mi è bastato andare a visitare delle persone anziane per capire quanto pesi la solitudine e riflettere che...anche loro sono stati giovani!
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17-11-2007, 17:35
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#6
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Avanzato
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 428
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"Passero solitario"
D'in su la vetta della torre antica,
Passero solitario, alla campagna
Cantando vai finchè non more il giorno;
Ed erra l'armonia per questa valle.
Primavera dintorno
Brilla nell'aria, e per li campi esulta,
Sì ch'a mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggire armenti;
Gli altri augelli contenti, a gara insieme
Per lo libero ciel fan mille giri,
Pur festeggiando il lor tempo migliore:
Tu pensoso in disparte il tutto miri;
Non compagni, non voli
Non ti cal d'allegria, schivi gli spassi;
Canti, e così trapassi
Dell'anno e di tua vita il più bel fiore.
Oimè, quanto somiglia
Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso,
Della novella età dolce famiglia,
E te german di giovinezza, amore,
Sospiro acerbo de' provetti giorni,
Non curo, io non so come; anzi da loro
Quasi fuggo lontano;
Quasi romito, e strano
Al mio loco natio,
Passo del viver mio la primavera.
Questo giorno ch'omai cede alla sera,
Festeggiar si costuma al nostro borgo.
Odi per lo sereno un suon di squilla,
Odi spesso un tonar di ferree canne,
Che rimbomba lontan di villa in villa.
Tutta vestita a festa
La gioventù del loco
Lascia le case, e per le vie si spande;
E mira ed è mirata, e in cor s'allegra.
Io solitario in questa
Rimota parte alla campagna uscendo,
Ogni diletto e gioco
Indugio in altro tempo: e intanto il guardo
Steso nell'aria aprica
Mi fere il Sol che tra lontani monti,
Dopo il giorno sereno,
Cadendo si dilegua, e par che dica
Che la beata gioventù vien meno.
Tu, solingo augellin, venuto a sera
Del viver che daranno a te le stelle,
Certo del tuo costume
Non ti dorrai; che di natura è frutto
Ogni vostra vaghezza.
A me, se di vecchiezza
La detestata soglia
Evitar non impetro,
Quando muti questi occhi all'altrui core,
E lor fia vóto il mondo, e il dì futuro
Del dì presente più noioso e tetro,
Che parrà di tal voglia?
Che di quest'anni miei? che di me stesso?
Ahi pentirornmi, e spesso,
Ma sconsolato, volgerommi indietro.
G.Leopardi
X me l'uomo è un animale sociale, nel senso che per la sua felicità necessita delle altre persone; è un bisogno quasi fisico dell affetto altrui, e è mlto difficile farne a meno. L'uomo da solo va da poche parti, si perde nella sua solitudine, è molto più a rischio. Io penso che la vera felicità stia nell'amare ed essere ricambiati, e penso che ciò trovi la sua massima espressione nell'amore tra due persone...
Leopardi uno di noi...di sicuro sarebbe stato membro onorario di FS! :lol:
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17-11-2007, 17:44
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#7
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Esperto
Qui dal: Mar 2006
Messaggi: 1,072
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Quote:
Originariamente inviata da Mau
"Passero solitario"
D'in su la vetta della torre antica,
Passero solitario, alla campagna
Cantando vai finchè non more il giorno;
Ed erra l'armonia per questa valle.
Primavera dintorno
Brilla nell'aria, e per li campi esulta,
Sì ch'a mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggire armenti;
Gli altri augelli contenti, a gara insieme
Per lo libero ciel fan mille giri,
Pur festeggiando il lor tempo migliore:
Tu pensoso in disparte il tutto miri;
Non compagni, non voli
Non ti cal d'allegria, schivi gli spassi;
Canti, e così trapassi
Dell'anno e di tua vita il più bel fiore.
Oimè, quanto somiglia
Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso,
Della novella età dolce famiglia,
E te german di giovinezza, amore,
Sospiro acerbo de' provetti giorni,
Non curo, io non so come; anzi da loro
Quasi fuggo lontano;
Quasi romito, e strano
Al mio loco natio,
Passo del viver mio la primavera.
Questo giorno ch'omai cede alla sera,
Festeggiar si costuma al nostro borgo.
Odi per lo sereno un suon di squilla,
Odi spesso un tonar di ferree canne,
Che rimbomba lontan di villa in villa.
Tutta vestita a festa
La gioventù del loco
Lascia le case, e per le vie si spande;
E mira ed è mirata, e in cor s'allegra.
Io solitario in questa
Rimota parte alla campagna uscendo,
Ogni diletto e gioco
Indugio in altro tempo: e intanto il guardo
Steso nell'aria aprica
Mi fere il Sol che tra lontani monti,
Dopo il giorno sereno,
Cadendo si dilegua, e par che dica
Che la beata gioventù vien meno.
Tu, solingo augellin, venuto a sera
Del viver che daranno a te le stelle,
Certo del tuo costume
Non ti dorrai; che di natura è frutto
Ogni vostra vaghezza.
A me, se di vecchiezza
La detestata soglia
Evitar non impetro,
Quando muti questi occhi all'altrui core,
E lor fia vóto il mondo, e il dì futuro
Del dì presente più noioso e tetro,
Che parrà di tal voglia?
Che di quest'anni miei? che di me stesso?
Ahi pentirornmi, e spesso,
Ma sconsolato, volgerommi indietro.
G.Leopardi
X me l'uomo è un animale sociale, nel senso che per la sua felicità necessita delle altre persone; è un bisogno quasi fisico dell affetto altrui, e è mlto difficile farne a meno. L'uomo da solo va da poche parti, si perde nella sua solitudine, è molto più a rischio. Io penso che la vera felicità stia nell'amare ed essere ricambiati, e penso che ciò trovi la sua massima espressione nell'amore tra due persone...
Leopardi uno di noi...di sicuro sarebbe stato membro onorario di FS! :lol:
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oddio io amo questa poesia è la mia preferita
in questa poesia lui spiega che il passerò è per natura così mentre l'uomo appunto non può star da solo..
cmq Leopardi ha avuto degli amici in vita sua e frequentava diverse cose quindi non so se sarebbe stato della fs anche perchè lui sicuramentre avrebbe odiato il pc
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21-11-2007, 04:58
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#8
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Avanzato
Qui dal: Aug 2007
Ubicazione: Giacomolandia
Messaggi: 489
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Il link non funziona,comunque probabilmente era un articolo razzista.
Non ci sono vie buone per tutti,ognuno deve trovare la sua senza guardare quelle degli altri.
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12-06-2009, 11:23
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#9
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Esperto
Qui dal: Feb 2009
Ubicazione: Roma
Messaggi: 964
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Come per ogni altro rappresentante del regno animale, parte del nostro istinto di sopravvivenza è espressa dal bisogno di appartenere a una tribù, a un gruppo. Al giorno d'oggi la tribù non ci serve per cacciare gli animali selvatici, né per rivolgere preghiere agli spiriti. Sentiamo il bisogno di appartenere a un nuovo tipo di tribù, vale a dire la classe, la squadra di calcio, la scuola di danza, il gruppo giovanile, il campo estivo. La tribù ci educa, ci sostiene, ci offre svago e si prende cura di noi. Quando le cose vanno male, è lì pronta ad aiutarci. Il lavoro di gruppo, la collaborazione col resto della tribù, a scuola o sul lavoro, possono aiutarci a ottenere di più di quanto non potremmo fare da soli.
Evelyn M. Field, Difendere i figli dal bullismo, TEA
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12-06-2009, 11:30
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#10
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Banned
Qui dal: Jun 2009
Messaggi: 516
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Quote:
Originariamente inviata da pure_truth
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non lo so sai, non l'ho mai capito neppure io se sono indispensabili i rapporti umani per essere felice, non lo so
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