NON LEGGETE, CI SONO SPOILER.
Di Zeno ho letto tutt'e 3 i romanzi.
Ambetre belli
.
Comunque Alfonso, seppur un "introverso", un solo che vive fra la sua casa e la banca in cui lavora, non mi sembra un sociofobico o.o.
Con Annetta riesce ad avere un rapporto, anche se fin dall'inizio esso è particolare e basta un piccolo periodo di tempo per far cambiare idea alla ragazza, che subito sposa il cugino... o forse fin dall'inizio avrebbe voluto sposarlo.
Insomma, mi sembra un uomo che s'è innamorato di una ragazza fredda ed interessata al denaro, che con lui ha solo giocato e che l'ha sfruttato per scrivere quel romanzo a quattro mani.
Alfonso non riesce a procedere e salire di grado in banca (infatti si lega ad Annetta anche con lo scopo di legarsi al padre, che è il proprietario della suddetta banca ed egli vede tutto ciò come l'unico modo per poter avere una... promozione, diciamo) perché con Annetta finisce tutto e non c'è mai stato nulla;
Alfonso non riesce ad avere una vita sociale, perché Trieste viene rappresentata da Svevo come una città fredda, buia, a tratti deprimente;
Alfonso, benché abbia una buona cultura letteraria, è costretto a scrivere uno scialbo romanzo d'amore e d'intrattenimento, simile a quei romanzi d'appendice che nell'800 erano tanto famosi... tutto ciò lo fà sentire un po' giù e non gli dà la possibilità di utilizzare a pieno le sue capacità e le sue conoscenze serie.
Insomma, un inetto.
E muore come un inetto.
Ti consiglio di leggere Senilità, perché lì il rapporto fra Emilio e Angiolina è ancora più superficiale ed inesistente... e bellissima è la figura della sorella di Emilio, Amalia, che si può considerare una sociofobica, a mio parere
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Molto migliore è la fine del romanzo... Emilio non fà quel che fà Alfonso, perché Svevo è cresciuto ed ha fatto crescere anche spiritualmente i suoi personaggi.
In somma, a mio parere è meglio Senilità di Una vita. Ciao =).