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24-02-2008, 23:57
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#1
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Intermedio
Qui dal: Feb 2008
Ubicazione: Perso dentro me stesso
Messaggi: 135
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Ultima modifica di A_Bittersweet_Life_83; 13-11-2012 a 22:54.
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25-02-2008, 00:23
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#2
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Banned
Qui dal: Dec 2007
Messaggi: 65
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ciao, ho letto il tuo post, molto profondo: leggendo mi viene un'idea...sembra che tu sia in bilico dallo stare bene in questa situazione di solitudine, di non vita, e il desiderio di cambiare...solo che mi sembra che l'appagamento per questa situazione sia nettamente più forte...ti dico una cosa: nessun essere umano normale è fatto per stare solo. Tutti necessitiamo dell'aiuto e del contatto con gli altri, di amici e di amore. Non pensare di poter fare a meno degli altri, penso sia l'errore più grande che tu possa fare. Nessuno da solo può essere felice, la felicità è una cosa che si raggiunge solo in "coabitazione". In alcuni passi mi sono rispecchiato in quello che dici, soprattutto quando parli della mancanza di amore, di una ragazza ecc...penso che a questo punto della vita, a 24 anni, tu debba decidere cosa "vuoi fare da grande": ci sono due strade, credo: decidere di cambiare o rimanere quella persona che sei. Devi sewntire dentro te cosè che davvero vuoi diventare. Per quanto mi riguarda, ho già deciso: voglio raggiungere la felicità, e per farlo ho bisogno degli altri, di amicizia e amore. La prima l'ho raggiunta, il secondo...beh, sono abbastanza lontano...
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25-02-2008, 01:02
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#3
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Esperto
Qui dal: Nov 2007
Ubicazione: Domodossola
Messaggi: 641
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uuuh.. le passeggiate sul lungo mare (tu e sul lungo lago io..) stare seduto cn le cuffie alle orecchie a guardare quella massa d'acqua.. quello lo facevo (e lo faccio tutt ora) anke io..
in questo pezzo mi ci ritrovo moltissimo.. anke sui compagni di scuola.. finita la scuola, PUF! sparivano, anke se magari dentro andavamo tt d'accordissimo.. boooooh.. :roll:
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25-02-2008, 11:17
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#4
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,198
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Quote:
Originariamente inviata da A_Bittersweet_Life_83
vedete, a me dei discorsi dei miei coetanei non me ne frega niente, passata quella decina di minuti la noia prende il sopravvento… certo, capisco che quei dialoghi siano comunque “normali” considerata l’età, ma non mi coinvolgono.
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I famigerati convenevoli, spina nel fianco per tutti coloro che sono abituati a dialogare ampiamente con la propria interiorità. Per risolvere questo annoso problema ci sono due soluzioni a mio avviso: scendere a patti con l'ovvietà e discutere del più e del meno come fanno tutti, oppure relazionarsi con persone più simili a noi, meno conformiste nel modo di pensare e di esprimersi.
Emerge nel tuo discorso l'insofferenza per la vita in un piccolo centro: conosco tale situazione ed per questo che ho deciso di lasciare "il natio borgo selvaggio" con la sua "zotica gente". Ti consiglio di fare altrettanto.
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25-02-2008, 13:17
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#5
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Avanzato
Qui dal: Mar 2007
Messaggi: 370
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Ciao Bittersweet,
mi sono ritrovato in molte descrizioni del tuo bel post.
Anche a me piace prendere il mio fido mp3 e ascoltare musica immerso nella natura, che può essere in riva al mare come in cima ai monti, basta che si sia meno gente possibile.. rovina il paesaggio :P
Però mi piacerebbe condividere questi semplici momenti con una donna, baciandola e accarezzandola davanti un bel tramonto.
Ma sembra che il romanticismo sia ormai bandito per la donna del III° millennio.. anche se nutro sempre un barlume di speranza di incontrare una ragazza speciale, che poi non sarebbe altro che una ragazza normalissima che non senta il bisogno compulsivo di ammirazione sociale e non, ma che anzi sia SEMPLICE!
Quella parola racchiude l'essenza di ciò che cerco in una ragazza
Chiedo forse troppo?
Forse si.. l'unica così che ho conosciuto nella mia vita è convivente quasi sposata.. :cry:
Io sono stufo di vedere tutte le ragazze in giro infighettate alle 8 del mattino come se dovessero andare alle feste di Briatore, non mi attizzano neanche più: tutte uguali, stesse mode, stessi discorsi, stessi valori.
Anch'io mi trovavo a disagio nel rapportarmi con la maggior parte dei miei coetanei se provavo a parlare degli argomenti citati.. non fregano a nessuno, brutto dirlo ma è così.
In compagnia (almeno le più cazzare) sono banditi gli argomenti seri e se vuoi stare con loro devi comportarti in un certo modo, salvo poi essere riconosciuto come quello "intelligente" per aver descritto un fatto banalissimo (vissuto in prima persona e davvero non ci vuole molto con certa gente, basta parlare al momento giusto di uno qualsiasi dei temi che hai proposto! :P :lol: )
Quote:
Originariamente inviata da Bittersweet
Come ho detto in una precedente risposta non mi piace l'atteggiamento della maggior parte delle persone: ti giudicano, pensano di conoscerti sulla base di poche informazioni. Se non esci il sabato sera, se in vacanza non vai in posti esclusivi, se non frequenti i locali più in vali zero, non conti un cazzo.
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Ah vabbè ma quella è semplicemente "la massa" di pecoroni che piace al marketing.
Un pò mi fanno tristezza: devono indebitarsi per far vedere che i soldi li hanno anche loro e devono passare dei giorni da schifo per reggere il ritmo (disco, alcool, viaggi) della loro sfrenata vita sociale
Già perchè non ti riconosci in loro gli sei anni luce davanti
Quote:
A volte mi chiedo: vorrei vivere come gli altri? Sì… no… la risposta non so darmela.
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Me la sono posta anch'io tante volte quella domanda e sono arrivato alla conclusione che no, non voglio vivere COME gli altri, ma CON gli altri.
Voglio interagire col mondo, ma restando "me stesso" il più possibile
Quote:
Originariamente inviata da Bittersweet
Prima mi chiedevo “cos’ho io che non va?”.
Poi pensavo “è colpa degli altri che non mi capiscono.”
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60 e 40, secondo me.
Mi sono rivisto "da fuori" in certe situazioni, ed ho avuto modo di conoscere gente timida ed introversa.. per quanto non sia vero dentro di noi, spesso fuori appariamo come distaccati o peggio arroganti quando abbiamo poca confidenza.
Certi comportamenti possono essere modificati in meglio per migliorare la nostra vita sociale, l'importante è non trovare gente insensibile :wink:
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25-02-2008, 13:46
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#6
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 1,953
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Quote:
Per quanto riguarda i discorsi... c'è una cosa che mi dà fastidio.
Come ho detto in una precedente risposta non mi piace l'atteggiamento della maggior parte delle persone: ti giudicano, pensano di conoscerti sulla base di poche informazioni. Se non esci il sabato sera, se in vacanza non vai in posti esclusivi, se non frequenti i locali più in vali zero, non conti un cazzo.
Io avrò tanti difetti, ma non mi permetto di giudicare una persona sulla base di queste cazzate... come ho raccontato nella mia "biografia", il primo ragazzo che ho conosciuto a Genova era considerato da tutti un "secchione", uno "sfigato", ma io non l'ho mai giudicato, perchè ognuno nella vita fa quello che meglio crede
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se non dai peso a queste cose,se ritieni che non uscire il sabato per te non sia una necessita' e stai bene in questa situazione non dovresti preoccuparti dei giudizi degli altri.Se ti toccano in qualche modo senti che dovresti comportarti come loro,senti che c'è qualcosa di sbagliato in te.E' su questo che devi lavorare.
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25-02-2008, 16:37
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#7
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 1,411
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Mi riconosco, più che nei fatti che descrivi, nell'umore generale del tuo post. La malinconia per gli anni passati e il velo di tristezza e di rabbia inespressa per quello che poteva essere e non è stato. A mio avviso hai trasmesso molto bene quello che provi, sembri una persona molto intelligente. Non vorrei sbagliarmi ma ti vedo sul punto di una crisi personale. Stai prendendo coscienza di quello che sei, soprattutto ti poni domande che prima non ti facevi...sei a un punto di svolta. Ogni crisi è l'antitesi per un nuovo inizio, buona battaglia.
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25-02-2008, 17:06
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#8
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,306
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Quote:
Originariamente inviata da A_Bittersweet_Life_83
Ciao a tutti.
E’ la prima volta che scrivo sul forum. Da qualche giorno ogni tanto faccio un salto, mi ritrovo in molte esperienze da voi raccontate.
Sono Marco, ho 24 anni, abito in Piemonte e studio all’università di Genova.
Una premessa doverosa: quando inizio a scrivere non mi fermo più. Soprattutto se ascolto musica, come in questo momento, e mi ispira.
Spero per voi non sia un problema la lunghezza del mio post, devo esser chiaro e preciso. Purtroppo non ho il dono della sintesi…
Sarò sincero: non so come definirmi.
Non mi sento per niente malato, e non credo di avere nessun grave problema caratteriale… ma qualcosa che non va c’è.
Qualcosa non ha funzionato. Qualcosa non funziona.
Altrimenti, del resto, non sarei qui a raccontarvi di me.
E’ un periodo di riflessione.
Ho fatto un bilancio della mia vita, mi va di parlarne con qualcuno e credo che voi abbiate una sensibilità e pazienza maggiori delle persone che si incontrano normalmente nelle chat.
E’ nato tutto qualche settimana fa.
Ho preparato un esame insieme a una ragazza. Carina, simpatica, spigliata. Tanto che lei parlava… io la guardavo, ed ho iniziato a pensare. A pensare a tutto quello che mi sono perso sinora.
Non che fossi innamorato di lei, soltanto lei rappresentava quello che mi è mancato.
Avere una ragazza è allo stesso tempo il mio pensiero e il dolore più dolce.
Ma non è tutto.
C’è stato un giorno particolare, troppe cose sono successe.
Al mattino ho dato quell’esame, e non è andato bene. Ma questo non è un problema. Uscito dall’aula ho incontrato ragazzi con i quali ho frequentato un corso, due tre risate poi sono andato a prendere il treno. Mi hanno un po’ addolcito la delusione per l’esame mancato.
Un attimo prima di arrivare in stazione… il volto di una donna sui cinquant’anni mi ha colpito. L’avevo già vista da qualche parte. Era stata una mia insegnante alle superiori. Aveva portato una sua classe a vedere le università. Abbiamo parlato un’oretta. Durante il viaggio in treno pensavo sempre di più… e sono riaffiorati i ricordi della mia adolescenza.
Ma non è ancora tutto qui.
Arrivato a casa si spalanca la porta, mi accoglie mia mamma con un sorriso impressionante: “c’è una bellissima notizia!” dice.
“Abbiamo vinto al superenalotto?” dico io.
No, mi sbagliavo.
Insisto: “Ha telefonato la Arcuri e vuole uscire con me?”
Macchè, mi sbagliavo anche qui.
In parole povere l’azienda dove lei lavora vuole fare un colloquio con me (domani pomeriggio).
In quel giorno mi è passata davanti la mia vita.
L’insegnate delle superiori rappresentava il mio passato.
L’esame e quella combriccola di ragazzi che ho conosciuto neanche troppo bene rappresentavano l’università, il mio presente.
Il colloquio rappresenta il mio futuro.
Ripenso al passato con tristezza e malinconia, ma cazzo se vorrei tornare indietro…
Il presente non è molto meglio.
Al futuro proprio non mi va di pensarci. Ho perso la beata ingenuità che avevo a 13, 15 e 18 anni quando mi dicevo “dai che poi cambia tutto”.
Non ricordo volentieri gli anni delle medie: con i miei compagni c’era poca “affinità”. Saprete benissimo che nei paesi piccoli non c’è molta “scelta”, e se non riesci a integrarti nell’unica compagnia sei fregato.
Ci provavo, credetemi, ma ero molto ingenuo, gentile e disponibile, e potete immaginare quante fregature.
Gli anni delle superiori qualcosa è cambiato. Le ho frequentate fuori dal mio paese.
Eravamo in sei maschi. I rapporti erano più che buoni. Con uno di loro si era creato un’amicizia fraterna: l’unico problema è che avendo tutti compagnie di amici nei rispettivi paesi non c’era l’interesse a frequentarci tra di noi al di fuori della scuola… e quello che rimaneva fregato ero sempre io.
Con le ragazze non c’era assolutamente dialogo. Piuttosto timido, introverso ed insicuro, quelle che mi piacevano ovviamente mi ignoravano. Ci soffrivo.
Poi il lunedì quando le prof chiedevano dove avevamo passato il week-end… mi ammutolivo.
Qualche comportamento di quel mio grande amico negli ultimi tempi mi infastidiva un po’. Più volte mi raccontava delle avventure nelle discoteche, e del tira-e-molla con due fidanzate: lo faceva con un tono pungente, come per dire “tu queste cose te le puoi sognare”. Questo, ovvio, non mi faceva piacere.
Passata la maturità… più nessun contatto. Può sembrare incredibile ma dopo la consegna dei diplomi non ci siamo mai più visti né sentiti. Ve lo dico francamente: non ho sofferto nemmeno un poco.
Non ho fatto nemmeno i salti di gioia, intendiamoci, perché era stato il primo (e finora l’ultimo) grande vero amico che abbia mai avuto.
Quella mia freddezza mi ha fato capire che stavo cambiando.
I primi mesi all’università sono stati duri, non conoscevo nessuno; poi ho fatto amicizia (ma è una parola grossa, forse conoscenza è più adatta) con un ragazzo di Genova, solo che con lui era molto difficile dialogare al di fuori dello studio, perché proprio lo studio era la sua unica passione. Lo stimavo perché era un ragazzo che dava tutto se stesso per fare qualcosa che gli piaceva.
Osservavo il comportamento degli altri ragazzi/e nei suoi confronti: da stronzi, ovviamente. Non seguivano le lezioni, tanto c’era lui che prendeva benissimo appunti… lo ringraziavano e lo riempivano di complimenti, poi appena voltate le spalle… lasciamo perdere quello che dicevano.
E io pensavo: cazzo, ma ci sono voluti 18 anni per accorgermi di quanto fossero infami molte persone? Anch’io in passato ero stato trattato così… che rabbia!
Sapete poi com’è andata a finire? Purtroppo dopo pochi mesi i primi esami per lui sono stati un disastro, la sua autostima si è azzerata e ha mollato… peccato, aveva una grande passione, e ce la metteva tutta…
Nella seconda parte del primo anno ho conosciuto tre ragazzi e abbiamo formato una sorta di compagnia, e insieme abbiamo condiviso lezioni e qualche ora libera.
Poi però, siccome seguivamo diversi corsi, ci siamo in poco tempo persi di vista…
Ora che sono a un anno (mese più mese meno) dalla fine della mia esperienza universitaria, incomincio ad avvertire un senso di malinconia.
Sono diventato molto più menefreghista, freddo, cinico, distaccato, però non nascondo che in certi momenti (soprattutto durante le feste), per non parlare di questi giorni, sono un poco più vulnerabile emotivamente.
Ripenso a questi anni con gioia, sono sicuramente stati i migliori (o i meno peggiori…) della mia vita, però non posso obiettivamente negare l’evidenza: dal punto “professionale” l’esperienza è stata più che soddisfacente, ma dal punto di vista sociale…
Sapete cosa mi rimarrà di questi anni?
Penso ai quotidiani viaggi in treno resi più lieti e meno monotoni dalle canzoni dei Linkin Park, penso alle lunghe passeggiate che mi sono fatto lungo il mare. Due passi dall’Acquario per intenderci, poi seduto in una panchina e… niente, mi godevo quella libertà e quella pace (sempre accompagnato dalla musica).
Poi però penso: e se di fianco a me nella panchina, invece che il vuoto, ci fossero stati due/tre amici con cui ridere e scherzare o, meglio ancora, una ragazza con la quale condividere quel panorama? Però qui il lato più concreto del mio carattere prende il sopravvento, e mi dico “è inutile pensarci”.
Ho ripensato anche alla mia “carriera”.
Gli anni delle superiori studiavo perché… non avevo altra scelta, e non mi impegnavo nemmeno tanto, i risultati comunque erano ottimi ma la soddisfazione molto debole.
Fortunatamente all’università le cose sono andate diversamente. Non è stato facile, i risultati non sono arrivati subito ma mai ho mollato (anche se alla fine del primo - difficile - anno qualche brutto pensiero mi girava per la testa), sono uscito con 97/110 e ne sono orgogliosissimo.
Ho convogliato la rabbia che avevo dentro nello studio.
Penso che farò lo stesso con il lavoro.
Però in questo periodo ho perso un po’ di stimoli. E di entusiasmo.
Il mio cambiamento caratteriale non ha influito sulla mia vita sociale.
Non esco mai in compagnia, non frequento discoteche, locali, pub, non festeggio compleanni, capodanni, l’ultima volta che sono stato in vacanza era l’anno 1999 (con i miei), l’ultimo appuntamento con un ragazza… parliamo di più di una decina di anni fa, e si trattava di un timidissimo amore adolescenziale, sensazioni che mai più ho provato…
Questo non è proprio il massimo della vita, se confrontato con lo standard dei miei coetanei.
A volte mi chiedo: vorrei vivere come gli altri? Sì… no… la risposta non so darmela.
Eppure qualche volta mi è capitato di stare in compagnia… ma non sono quasi mai state ore indimenticabili. O perché mi mettevano in disparte, o perché ero io a chiamarmi fuori… vedete, a me dei discorsi dei miei coetanei non me ne frega niente, passata quella decina di minuti la noia prende il sopravvento… certo, capisco che quei dialoghi siano comunque “normali” considerata l’età, ma non mi coinvolgono.
Di cosa parlare? Della crisi dell’Italia? Del rialzo del petrolio? Del surriscaldamento del pianeta? Ovvio che no. Allora di cosa parlare? Niente, mi metto in disparte, con il mio fedele iPod, e ascolto musica…
Sono fatto per stare da solo? Prima lo pensavo… ma non è ragionevole, non esiste nessuna persona al mondo che possa dire di stare bene senza amici e amore.
La notte faccio dei sogni bellissimi (provate ad immaginare cosa sogno…), quindi di norma mi sveglio sempre incazzato, poi passa quasi subito, ma…
Mi sento come Al Pacino in Scarface. Lui ha tutto, ha raggiunto il vertice… eppure si chiede “è tutto qui?”
Anch’io ho quasi tutto. Io sto bene. La mia famiglia sta bene. Dovrebbe bastarmi… Però mi rendo benissimo conto che mi manca la cosa più importante, l’Amore.
Le persone che mi conoscono credono che io sia felice.
Sapete cosa penso io? Il diploma, la laurea, il lavoro sono Soddisfazioni. A me quelle non sono mancate, non posso negarlo.
A me sono mancate le Emozioni. Un sorriso, un abbraccio, un bacio.
A Bittersweet Life, ovvero una vita agrodolce.
I miei successi come studente hanno oscurato i miei insuccessi come uomo.
Negli anni dell’adolescenza al solo pensiero ci soffrivo. Poi ho fatto il menefreghista. Ma prima o poi bisogna sbattere il muso contro la realtà, e penso in fin dei conti che faccia bene.
Prima mi chiedevo “cos’ho io che non va?”.
Poi pensavo “è colpa degli altri che non mi capiscono.”
Tipici pensieri adolescenziali.
Ora non so più che diavolo pensare. Io non so cosa dire. Non sono quello che appaio.
Ho letto da qualche parte una frase (l’ho modificata per renderla un po’ meno brutale e pessimista) che rispecchia perfettamente come mi sento adesso:
“C’è un’idea di quello che sono, una sorta di astrazione, ma non esiste un vero e proprio “me”. Puoi pure sentire la mia carne a contatto con la tua, e credere che i nostri stili di vita siano comparabili, ma io semplicemente non ci sono. Per me è difficile avere un senso, a qualsiasi livello. Io sono un essere umano incoerente”.
Spero di non avervi annoiato.
Se vi va lasciate qualche impressione, mi farà piacere.
Grazie del vostro tempo.
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Una volta tanto che a scrivere romanzi non sono io
Ho perso circa 2 ore di studio per legger etutto :P
E ti capisco...ti capisco perchè fondamentalmente il mio problema è lo stesso che hai te:
i discorsi che si fanno tra ragazzi (e su cui molti basano poi l'amicizia...più parli e ti fai conoscere attraverso questi discorsi e più gli altri hanno voglia di parlare)...ecco io tutti quei discorsi me li sento un po' stretti.
Cioè...per 5-10 minuti se mi impegno li riesco anche a mantenere, ad uscirne fuori con pronte battute, risposte,rilanci ecc...ecc...dopo...dopo non mi soddisfano più.
Sento che mi lasciano poco e non mi interessano...sento che se continuo a parlare è perchè solo a chi sto davanti gli interessa (ma non lo faccio per me).
E anch'io come te non so cosa fare: se adeguarmi e cambiare (mi costerebbe poco...fingere per avere tanto....perchè da come riesco a relazionarmi e dalle carte a mia disposizione so che non ne avrei problemi) per gli altri oppure continuare ad essere come sono (rischiando però di creare poi un certo disinteresse negli altri).
E i pensieri che mi frullano nella testa sono gli stessi che vorticano nella tua:
parlare di altri temi no, stare lì ad ascoltare e ribattere a costo di annoiarmi (pur di "figurare" agli occhi degli altri) spesso mi infastidisce...e allora...e allora anch'io cuffie alle orecchie e appena mi passa la fantasia di stare in compagnia subito in disparte.
Non che abbia altri problemi: amici/amiche sanno sempre che un abbraccio, un'ora fianco a fianco con me se vogliono la possono avere....ma tutto ciò però fa allontanare molta gente.
Il problema è che vorrei avere entramb ele cose contemporaneamente: continuare ad essere me stesso, senza però che questo comporti un distacco emotivo degli altri.
Il problema è che non è sempre così...e così per un abbraccio, per vedere un sorriso nel volto di chi ci è vicino devo per un attimo uscire fuori dai miei schemi.
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25-02-2008, 22:25
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#9
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 1,953
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Quote:
Per quanto riguarda i discorsi... c'è una cosa che mi dà fastidio.
Come ho detto in una precedente risposta non mi piace l'atteggiamento della maggior parte delle persone: ti giudicano, pensano di conoscerti sulla base di poche informazioni. Se non esci il sabato sera, se in vacanza non vai in posti esclusivi, se non frequenti i locali più in vali zero, non conti un cazzo.
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Quote:
di quello che pensano gli altri non me ne può fregare di meno. L'importante è quello che penso io di me. Infatti non vorrei cambiare me, ma la mia situazione che mi sta un pò stretta.
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pero' sembra che tutto sommato dai una certa importanza a questi giudizi.
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25-02-2008, 23:11
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#10
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Esperto
Qui dal: Jul 2007
Messaggi: 1,953
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Quote:
Da come ho scritto forse si capisce così. Non ce l'ho con i giudizi, ce l'ho piuttosto con quel modo di pensare, che non condivido assolutamente.
Un modo di pensare che, non lo nascondo, mi penalizza.
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Ti capisco.Ma se gia' hai una buona visione di te lo sentirai meno.
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26-02-2008, 19:39
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#11
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Principiante
Qui dal: Feb 2008
Messaggi: 29
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sarà che sono un maniaco, ma ogni volta che apro il forum mi vedo scritto "un primo bacio della mia vita", e mi viene un infarto.
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26-02-2008, 20:41
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#12
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Ubicazione: Bari
Messaggi: 636
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Quote:
Originariamente inviata da A_Bittersweet_Life_83
Fino a poco tempo fa quando mi chiedevano se avessi voluto lavorare in una grande città rispondevo “ma figurati!”.
Sono contento di avere cambiato idea.
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Bene..cambiare idee in corsa a volte è positivo perchè è sintomo di elasticità mentale; applicare schemi prefissati alla propria vita significa morire lentamente.
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27-02-2008, 12:37
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#13
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Avanzato
Qui dal: Mar 2007
Messaggi: 370
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Quote:
Originariamente inviata da A_Bittersweet_Life_83
x Zed: non so se sono romantico, non posso saperlo se nessuna mi mette alla prova...
Comunque tornando al discorso dell'amicizia e delle compagnie quello che ho notato in questi anni è che a "nessuno frega niente di nessuno", cioè molte compagnie non sono altro che gruppi di persone sole. Un conto è il cazzeggio, un altro l'amicizia.
Malgrado il mio atteggiamento un pò distaccato in questi anni da universitario con le persone che ho conosicuto si è creato un buon rapporto. Ma le distanze e gli orari incasinati non facilitano una conoscenza approfondita.
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Riguardo al romanticismo era una divagazione personale su quanto scritto riguardo mp3 e paesaggi
Vero quello che dici sulle compagnie: tantissime sono solo pretesti per non stare da soli gurdacaso si sciolgono quanto viene meno il collante che le tiene unite. Ne ho viste due "morire" così ed è triste; tanta gente che si rapporta in cordialità, non in amicizia.. e questo si vede.
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