È trascorso un annetto buono da quando ho scoperto il forum. Si giocavano gli europei e le sere che non c'avevo cazzi di guardarmi le partite mi mettevo fuori nella mia verandina scrausa a leggere di disagi analoghi ai miei, che fino a quel momento credevo essere SOLO miei. "non sei solo", meglio tardi che mai.
Al tempo pensavo ingenuamente di poter risollevarmi meccanicamente. Questo mi aveva allontanato pericolosamente dalla persona che, nel mio piccolo, fino ad un certo momento avevo coltivato.
Dovevo adeguarmi, adattarmi, fare vita sociale come si deve. Andavo a correre, facevo passaggiate interminabili, giocavo a tennis, cucinavo piatti gourmet, leggevo tanto e a caso. Ma quanto c'era di me in tutto questo? Erano forzature su forzature e me ne rendevo conto. Per non parlare di quelle comportamentali, tutti gli atteggiamenti fasulli che simulavo per sentirmi nella parte. Ma questa era la mia ricetta, la mia autoterapia. Obliterarmi.
Basta cazzeggiare, giocare con le console, guardare i cartoni. Checcazzo, sei un uomo adulto ormai.
Dovevo rimuovere quel passato.
Ora, sicuramente dovevo regolarmi. Ma imporsi di vivere quello che non si è alla lunga ti annienta. E infatti son crollato. Non avevo più senso. Crisi.
Mi alzavo, poi lavoro, poi casa, divano, posizione fetale, nessuno stimolo, concentrazione azzerata, solo vuoto, gelido. Per quanto tempo non ricordo. La memoria tende a cancellare lo spazio inerte, giustamente. Non si può cambiare a furia di palliativi.
Psicoterapia pensai, a colpo sicuro. Anni prima, in una situazione analoga, la sola idea mi terrorizzava. Ma finalmente capì che dovevo farmi aiutare che di mio c'avevo provato, cannando in pieno. Ma anche questa è vita.
Alcuni diari (e alcune rare discussioni) del forum sono stati significativi in questo senso. Spronare a farsi aiutare, per riconoscersi, per ritrovare un po' di orgoglio, per ritrovare la naturalezza nei gesti e nelle parole, prospettive aperte e luminose, il buio quando capita, senza autoinfliggerselo.
Oggi saranno quattro mesi di terapia. Quattro mesi di progressi (più interiori che altro, per ora), anche se tra alti e bassi. Bassi tipo oggi, in cui si ripresenta la noia di vivere, la routine di una vita trascorsa senza troppo interesse, sempre in attesa del twist narrativo del destino. Ma capire di essere io a dovermelo e a volermelo scrivere è, comunque, tutto un altro vivere.