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Vecchio 03-02-2020, 22:00   #1
Intermedio
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Vorrei porre questa domanda a chiunque, per motivi di lavoro, ha dovuto (o dovrà) abbandonare la propria città natale alla ricerca della propria realizzazione professionale.

Quando ne ho avuto l'occasione, ho preferito tornare nella mia città natale perché non ero felice, anche se guadagnavo molto. Non mi sono mai pentito della mia scelta, ma ho visto alcuni amici trasferirsi per non tornare più...

A questo punto mi chiedo se sia giusto mettere al primo posto la propria realizzazione professionale a tutti i costi. Per questo mi interessa avere l'opinione di chi ha fatto questo percorso, di chi lo sta facendo e di chi pensa di farlo.

Grazie a tutti coloro che risponderanno
Vecchio 03-02-2020, 22:02   #2
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Dipende..se uno sta male con se stesso trasferendosi potrebbe cambiare poco
Vecchio 03-02-2020, 22:07   #3
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In linea di massima per me è una sconfitta
Vecchio 03-02-2020, 22:07   #4
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per me è la visione proprio sbagliata del dire " rappresenta una sconfitta o opportunità" .... uno se ha voglia prova a costruirsi un opportunità trasferendosi ,se lo ritiene necessario .... se non ci riesce e vuole tornare sui suoi passi , nn è un fallimento è solo un altra decisione presa ... vale anche al contrario , dove sarebbe la sconfitta nell trasferirsi? boh ..... sconfitta è quando uno decide che è sconfitta

Ultima modifica di varykino; 03-02-2020 a 22:15.
Ringraziamenti da
Equilibrium (03-02-2020), zoe666 (04-02-2020)
Vecchio 03-02-2020, 22:25   #5
Esperto
L'avatar di Equilibrium
 

Non so se faccio testo, io lavoro fuori e nn sono mai a lungo nello stesso posto. Per me questo lavoro é stata una fortuna, perché mi ha permesso di conoscere tante persone con usi, costumi, mentalità diverse, di fare tante esperienze, di vedere posti, di prendermi responsabilità anche nn mie, di autogestirmi. Insomma alla fine penso che mi abbia arricchito molto e nn parlo a livello economico, ma a livello personale.
Quella di trovare lavoro fuori e stata una scelta da una parte condizionata dalle condizioni di scarso lavoro della zona da cui provengo, ma anche la voglia di evasione e avventura che ho sempre avuto fin da bambino, quella curiosità di esplorare e di viaggiare che da sempre ho avuto, ma anche voglia di riscatto sociale e la voglia di allontanarmi dalle solite persone che mi avevano sempre visto in quel modo (problematico) .
Ma nn è stato semplice, perché alla voglia di evadere si contrappone a la voglia di restare e di fare una vita più tranquilla e routinaria. I primi 5 o 6 anni sono stati molto duri.
Se nn avessi preso questa strada nn so davvero che fine avrei fatto, ma conoscendomi, nn credo che sarei andato a finire molto bene, sarei sicuramente molto più chiuso di mente e ancora pieno di fobie, blocchi, repressioni e somatizzazioni varie.
Ringraziamenti da
Ncode (03-02-2020)
Vecchio 03-02-2020, 22:27   #6
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Originariamente inviata da varykino Visualizza il messaggio
per me è la visione proprio sbagliata del dire " rappresenta una sconfitta o opportunità" .... uno se ha voglia prova a costruirsi un opportunità trasferendosi ,se lo ritiene necessario .... se non ci riesce e vuole tornare sui suoi passi , nn è un fallimento è solo un altra decisione presa ... vale anche al contrario , dove sarebbe la sconfitta nell trasferirsi? boh ..... sconfitta è quando uno decide che è sconfitta
Evidentemente non hai capito la domanda.
Si presume che tu viva bene nella tua città natale, che tu abbia tanti amici e tanti eventi cui partecipare ma non sei realizzato professionalmente.

a questo punto le scelte sono due:

1) resti nella tua città natale come un disoccupato o lavoricchiando (guadagnando molto meno) però sei sempre felice perché hai tanti amici con cui divertirti e la gente di stima e ti vuole bene

2) ti trasferisci e perdi i contatti con tutti per realizzarti professionalmente.
Vecchio 03-02-2020, 22:29   #7
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per me è la visione proprio sbagliata del dire " rappresenta una sconfitta o opportunità" .... uno se ha voglia prova a costruirsi un opportunità trasferendosi ,se lo ritiene necessario .... se non ci riesce e vuole tornare sui suoi passi , nn è un fallimento è solo un altra decisione presa ... vale anche al contrario , dove sarebbe la sconfitta nell trasferirsi? boh ..... sconfitta è quando uno decide che è sconfitta
So d'accordo.

Inviato dal mio SM-J510FN utilizzando Tapatalk
Vecchio 03-02-2020, 22:30   #8
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Evidentemente non hai capito la domanda.
Si presume che tu viva bene nella tua città natale, che tu abbia tanti amici e tanti eventi cui partecipare ma non sei realizzato professionalmente.

a questo punto le scelte sono due:

1) resti nella tua città natale come un disoccupato o lavoricchiando (guadagnando molto meno) però sei sempre felice perché hai tanti amici con cui divertirti e la gente di stima e ti vuole bene

2) ti trasferisci e perdi i contatti con tutti per realizzarti professionalmente.
ah vabbè ma quello dipende da te , nessuna delle 2 opzioni è una sconfitta però ... dipende se in quel momento della tua vita dai piu priorità a un eventuale carriera professionale , o al giro di amici .... nessuna delle 2 opzioni è la sicurezza totale di successo , come nessuna delle 2 è di insuccesso .... puo andarti male o bene in tutte e 2 i casi , nn c è quella " giusta" ... solo quello che vuoi personalmente in quel momento ti fa dire che è quella " giusta"
Vecchio 03-02-2020, 22:34   #9
Banned
 

Dipende dai punti di vista.
C'é un sacco di gente che non vede l'ora di lasciare casa e famiglia, città o paesino di origine e fare nuove esperienze il più lontano possibile: in quel caso non ci vedo alcuna sconfitta, piuttosto la sconfitta potrebbe esserci qualora la persona non si trovi bene nel nuovo luogo in cui si stabilisce.
Questo dipende da moltissimi fattori, é ovvio che se uno si trasferisce per andare a fare il lavapiatti a Londra o a Berlino non é che gli cambia la vita, sempre lavapiatti rimane, considerando che in un paese estero ci sono rischi, fra cui quello di essere considerati di serie b o peggio, alla stregua di come qui viene considerato un cittadino proveniente da paesi poveri.
È ovvio che in questo caso il dovere abbandonare il proprio paese é una sconfitta perché lo si fa in mancanza di alternative, é un'ultima spiaggia.

Per chi ha un titolo, o denaro da investire puó essere una grossa opportunità ma questo non garantisce il successo, tanto meno la felicità.

Non mi sono mai trasferito lontano da casa, ho solo vissuto qualche mese in una città non troppo lontana tornando a casa nei weekend, ma conosco persone che hanno fatto qualche mese o anno a Londra o in Germania e sono tornate perché non c'era alcuna prospettiva se non la mera sopravvivenza, per cui hanno capito che il gioco non valeva la candela.
Conosco altri che hanno deciso di rimanervi ma fanno dei lavori più remunerativi, comunque mi é sembrato che lo facciano più per dovere che per piacere.

In passato fantasticavo all'idea di trasferirmi dove nessuno sapesse chi fossi, conoscesse il mio passato e così via, ma alla fine, senza quel filino sottile che regge la mia vita, che é rappresentato dalla famiglia e da ció che faccio come hobby, non avrei comunque ottenuto nulla, solo rinunciato a quel poco che ho restando qui.
Ringraziamenti da
Ncode (03-02-2020)
Vecchio 03-02-2020, 22:36   #10
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Originariamente inviata da Equilibrium Visualizza il messaggio
Non so se faccio testo, io lavoro fuori e nn sono mai a lungo nello stesso posto. Per me questo lavoro é stata una fortuna, perché mi ha permesso di conoscere tante persone con usi, costumi, mentalità diverse, di fare tante esperienze, di vedere posti, di prendermi responsabilità anche nn mie, di autogestirmi. Insomma alla fine penso che mi abbia arricchito molto e nn parlo a livello economico, ma a livello personale.
Quella di trovare lavoro fuori e stata una scelta da una parte condizionata dalle condizioni di scarso lavoro della zona da cui provengo, ma anche la voglia di evasione e avventura che ho sempre avuto fin da bambino, quella curiosità di esplorare e di viaggiare che da sempre ho avuto, ma anche voglia di riscatto sociale e la voglia di allontanarmi dalle solite persone che mi avevano sempre visto in quel modo (problematico) .
Ma nn è stato semplice, perché alla voglia di evadere si contrappone a la voglia di restare e di fare una vita più tranquilla e routinaria. I primi 5 o 6 anni sono stati molto duri.
Se nn avessi preso questa strada nn so davvero che fine avrei fatto, ma conoscendomi, nn credo che sarei andato a finire molto bene, sarei sicuramente molto più chiuso di mente e ancora pieno di fobie, blocchi, repressioni e somatizzazioni varie.
Sei stato tenace. Io non ho resistito nemmeno un anno a Milano. Però nel mio caso era un lavoro da ufficio e non mi piaceva per niente. I colleghi erano tutti depressi, tirava un aria di suicidio in quell'ufficio. Forse un lavoro come il tuo avrei potuto sostenerlo meglio! Anche a me piace molto spostarmi e avere contatti con tante persone. Oggi sto rivalutando la possibilità di trasferirmi verso città dove la qualità di vita è più elevata anche se sicuramente mi mancheranno tante cose di qui
Vecchio 03-02-2020, 22:37   #11
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ah vabbè ma quello dipende da te , nessuna delle 2 opzioni è una sconfitta però ... dipende se in quel momento della tua vita dai piu priorità a un eventuale carriera professionale , o al giro di amici .... nessuna delle 2 opzioni è la sicurezza totale di successo , come nessuna delle 2 è di insuccesso .... puo andarti male o bene in tutte e 2 i casi , nn c è quella " giusta" ... solo quello che vuoi personalmente in quel momento ti fa dire che è quella " giusta"
ok ma sto chiedendo a chi ha fatto questa scelta se l'ha vissuta come una sconfitta o un opportunità
Vecchio 03-02-2020, 22:40   #12
Esperto
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ok ma sto chiedendo a chi ha fatto questa scelta se l'ha vissuta come una sconfitta o un opportunità
ah ok , pensavo che potevano rispondere tutti , è noto che qua molti viaggiano ma vabbè .... il titolo è fuorviante.

ma sopratutto dopo che sai che per uno è stata una bella cosa trasferirsi e per un altro una cosa terribile che cambia a te? visto che è una cosa moooolto personale? boh

cmq nn puoi avè la botte piena e la moglie ubriaca è ovvio che ci saranno sempre pro e contro da affrontare

Ultima modifica di varykino; 03-02-2020 a 22:42.
Vecchio 03-02-2020, 22:44   #13
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No, se mi pagano di più vado pure in Cina
Vecchio 03-02-2020, 22:50   #14
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Sei stato tenace. Io non ho resistito nemmeno un anno a Milano. Però nel mio caso era un lavoro da ufficio e non mi piaceva per niente. I colleghi erano tutti depressi, tirava un aria di suicidio in quell'ufficio. Forse un lavoro come il tuo avrei potuto sostenerlo meglio! Anche a me piace molto spostarmi e avere contatti con tante persone. Oggi sto rivalutando la possibilità di trasferirmi verso città dove la qualità di vita è più elevata anche se sicuramente mi mancheranno tante cose di qui
Lavoro di ufficio io lo detesto per esempio, e penso che al tuo posto avrei resistito molto meno, a Milano poi....
Secondo me c'è anche da capire quali sono le nostre attitudini e cercare qualcosa di più attinente.
Ogniuno deve trovare la sua dimensione, calcolando che, crescendo gli obiettivi e le attitudini possono cambiare nel tempo. Ma sicuramente se si rimane chiusi e nn ci si spinge a mettersi in gioco e cercare di crescere e migliorare, può essere anche che nn lo si scopra mai cosa davvero può aiutarci a stare meglio.
Ringraziamenti da
Ncode (03-02-2020)
Vecchio 03-02-2020, 22:52   #15
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Nel mio caso in questo momento sarebbe una sconfitta. Entro un paio di giorni se non chiamano per un lavoro nella mia città natale allora proverò a fare un'esperienza fuori all'estero ma la prima opzione, se possibile, sarebbe quella di rimanere. Ciò nonostante troverei positivo e stimolante il dover cambiare e mettersi in gioco seppur tra mille difficoltà (lingua principalmente)
Ringraziamenti da
Ncode (03-02-2020)
Vecchio 03-02-2020, 23:10   #16
Esperto
L'avatar di Nightlights
 

Poi dipende se si vive bene o male nel proprio posto, se si pensa che cambiando ambiente si migliora o non cambierebbe niente etc..

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Vecchio 03-02-2020, 23:53   #17
Esperto
L'avatar di Palmiro
 

Entro l'estate mi dovrò imbarcare per lavorare sulle navi da crociera, non so esattamente se rappresenti un'opportunità.. So solo che sarà un cambiamento molto drastico di vita

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Vecchio 04-02-2020, 00:17   #18
Principiante
 

Non c'è giusto o sbagliato. Se non ci sente di seguire quel percorso lontano dalle proprie origini ci vedo più una scelta di rispetto vero i propri desideri più che una sconfitta. Altrettanto giusto è trovarsi bene all'estero (o altra città italiana) e decidere di non tornare. È una sconfitta sentirsi un perdente e colpevolizzarsi se non si è "riusciti" e se si pensa di dover essere tornati per delle mancanze. Semplicemente per alcuni l'estero va bene, per altri meno. È solo questione di inclinazione e natura. Non è sbagliato tornar. L'unica cosa è che si deve essere consapevole del perchè si è tornati, cosa si ha deciso che di lasciare e cosa abbiamo ricercato nel luogo di origine. L'onestà con se stessi non è mai sconfitta anche se si è tornati per fragilità, per paura e solitudine o per cose che dipendono dal comportamento sociale della persona e capacità di adattamento.
Ci va anche coraggio ad abbandonare la sicurezza econonica e tornare, rimettersi in gioco.
Vecchio 04-02-2020, 00:26   #19
Banned
 

io mi sono spostato altrove per fuggire, e neanche ho trovato la realizzazione, per cui sarebbe una sconfitta. Ma vedo come una sconfitta ancora maggiore tornare da dove sono partito. Per cui per me il trasferimento risulta una sconfitta minore

Ultima modifica di alien boy; 04-02-2020 a 00:28.
Ringraziamenti da
Masterplan92 (05-02-2020), thevenin (04-02-2020)
Vecchio 04-02-2020, 00:46   #20
Esperto
L'avatar di silenzio
 

Io mi son dovuto trasferire perchè non avevo scelta, mi ha praticamente trascinato la mia famiglia. I motivi legati alla contingenza possono essere milioni ma il cuore resta sempre nella propria città natale, se ci si è trovati bene.
Da quando sono qui non c'è stato un solo giorno, specialmente i primi anni, in cui non abbia desiderato tornare indietro, lo stesso posto che prima rappresentava il mio svago, le mie vacanze e quindi la lietezza s'è trasformato nella mia sventura e l'ho odiato con tutto me stesso, soprattutto la gente che ci vive, incapace di vedere al di là del proprio naso, che non ha fatto altro che vessarmi e giudicarmi da quando sono arrivato, specialmente sul lavoro.
Non ho mai odiato tanto un posto in vita mia e ci devo pure vivere, ci vivo da più di vent'anni e non ho ancora nè la possibilità di tornare e nemmeno un gran patrimonio, tutt'altro.
Mi sembra di essere Ulisse, che tornò in patria praticamente solo per morirci, solo che almeno lui aveva scelto di andar via, io invece....

Ultima modifica di silenzio; 04-02-2020 a 00:48.
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