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Originariamente inviata da dottorzivago
Puntare sullo studio per "svoltare" ed avere una rivincita? Si forse è possibile....
Una facoltà che merita è medicina.
Rapporto maschi/donne piuttosto equilibrato, oggi sono un po' più le donne.
Concorrenza si, ma passando molte ore tra studio+tirocini insieme si crea un forte senso di corporativismo.
Sbocchi lavorativi? Disoccupazione vicina allo 0% e stipendi ottimi....gli specializzandi prendono 1600 euro al mese se non di piu.Pochi posti per le specializzazioni?forse si....ma per le specializzazioni di "serie B"(che di serie B non sono) c è posto e queste ti garantiscono comunque un bel gruzzolino
Status sociale?Confermato e riconosciuto....il medico è sempre ben visto e pure ambito da amico,amante e partner
L'ingegnere ha una forchetta troppo ampia si va dallo sfruttato al top manager.....il riscontro sociale è minore per questo
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Condivido ogni parola.
Per un fobico o per chi ha problematiche simili è meglio puntare su qualcosa di già "strutturato",
qualcosa di sicuro senza che richieda non sono quale dose di intraprendenza e dinamicità (che implicano skills sociali) da parte del soggetto.
Ingegneria, economia e altri sono percorsi il cui risultato finale spesso dipende da quanto ci sai fare, se ti "sai muovere", e quindi, ripeto, da un certo livello di intraprendenza.
Puoi guadagnare molto, così come puoi fare la fame.
Meglio optare per un percorso più sicuro e già pre-impostato, che non richieda non so cosa a livello di iniziative personali, dopo la laurea/diploma.
Infatti spesso per chi ha questi problemi,
fino alle scuole superiori e/o fino alla fine degli studi universitari (anche se già qui possono nascere diversi problemi) le cose sono andate più o meno nella norma o quasi.
Dopo però (nel mondo del lavoro o anche un po' all'università),
cioè quando viene a mancare una struttura da seguire, molti (di noi) si perdono, perché in questo caso tutto dipende dalle nostre decisioni e dalle nostre capacità: il percorso ce lo impostiamo noi e non ci viene imposto da altri o dalle istituzioni.
Paradossalmente
sembra che la seconda via sia la migliore. Probabilmente perché le cose da fare sono già chiare e impostate, e in un certo senso ci sentiamo "obbligati": sappiamo quello che dobbiamo fare e lo facciamo,
semplice semplice e niente male per chi ha poche sicurezze e una bassa autostima, (e ogni mattina si domanda qual'è il senso della vita).
Nel mondo (del lavoro) là fuori, spesso o mangi o vieni mangiato...(e per quanto mi riguarda so che non sono io il predatore).
[Aggiungo che per quanto mi riguarda nella mia vita
ho bisogno di quante più sicurezze possibili (per affrontare i miei problemi). Una situazione di stabilità economica mi farebbe quantomeno dormire sereno la notte. Una situazione instabile o in cui devo lottare ogni giorno per accaparrarmi il pane mi fa stressa troppo, mi fa vivere nella paura. (Già questo è l'effetto nelle persone "normali", figuriamoci in persone come me..)].