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Vecchio 01-07-2014, 00:49   #1
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Non sono molto attivo su questo forum, ma ogni tanto faccio qualche post. Stavo riflettendo su alcune cose in questi giorni e volevo capire se qualcuno fosse nella mia stessa situazione o quantomeno riuscisse a comprendermi. Vivo in una situazione strana, tra alti e bassi, ma sento sempre come se mi mancasse qualcosa. Ho 19 anni, a 16 anni mi ritirai da scuola perchè soffrivo di ansia a causa di una classe tremenda e per due anni si può dire che sono stato un neet, anche se non amo le etichette come queste. (in ogni caso un neet è un individuo che non studia, nè lavora) Non sono mai stato un tipo molto socievole, in quel periodo avevo solo due amici, e mi sono chiuso ancora di più in quei due anni. Un bel giorno mi ricontatta una persona con cui sono uscito solo una volta anni prima, e non so nemmeno io come mai, accettai di uscire con lui, forse perché era un pò nerd e sfigatello come me, quindi cercai di accantonare la mia sociofobia, o almeno mi sforzai di farlo. Col passare del tempo conobbi diverse persone, cominciai a uscire normalmente, finalmente avevo una mia comitiva, ed andavo d'accordo con tutti, visto che erano più o meno tutti simili a me: c'era da quello che stava sempre chiuso in casa a giocare, all'esperto di pc, all'amante di anime e manga (anche io ne sono un grande appassionato), ecc... nonostante non facessi niente sembrava andare tutto per il meglio, e almeno con loro ero aperto. Poi a 18 anni ho preso coraggio e ho ricominciato la scuola dal terzo anno, stavolta frequentando un serale, e sono anche stato promosso. Nella classe mi trovavo abbastanza bene (anche se parlavo molto poco) e ho legato molto con una ragazza, (la mia prima vera amica, nonché la prima ragazza con cui ho parlato così tanto, non sono mai riuscito a parlare con le ragazze) tanto che me ne innamorai, ma purtroppo era sposata e molto più grande di me, però mi dichiarai comunque e rimanemmo amici. Ne ho passate parecchie insomma, tra alti e bassi, tra periodi bui e periodi in cui mi riprendevo. Pensate che meno di un mese fa ho fatto la mia prima uscita con una ragazza che ho conosciuto su internet e che come me è appassionata di anime e manga. Ero al settimo cielo, eppure... sono rimasto deluso. Sento come se tutte queste cose non contassero poi molto. Sento che nonostante questa apparente patina di normalità, in realtà la mia vita è anormale e irregolare. Non so bene come spiegarmi... posso vantare diversi "successi" (se così vogliamo chiamarli) che molti sociofobici mi invidierebbero, come l'essere riuscito a riprendere la scuola addirittura da solo dopo ben due anni di pausa, l'essere riuscito a legare in maniera così profonda con una ragazza, scherzandoci senza paura, parlando di tutto, o l'essere riuscito ad uscire con una ragazza della mia età, l'essere riuscito ad entrare in una comitiva, una volta ho addirittura provato a lavorare (ho fatto volantinaggio solo per un giorno, non vi dico l'ansia solo per il colloquio di lavoro, tanto che stavo per vomitare, inoltre ho consegnato gran parte dei volantini in una zona errata, ma vabbè, quella è un'altra storia), insomma, si può dire che io abbia lottato contro la mia sociofobia, e che ancora ci stia lottando. Eppure non mi sento mai soddisfatto, tutti questi apparenti traguardi in realtà non li percepisco come tali, perché mi sento sempre uguale. Tanto per cominciare mi sto accorgendo che avere questi amici è pressocché inutile perché man mano ci stiamo frequentando sempre meno e ci stiamo allontanando, ormai frequento solo uno di questi tanti amici che ho, e le uscite del fine settimana sono quasi del tutto scomparse... credo che alla fine anche la loro asocialità sia venuta fuori (pensavo di trovare un'altra comitiva con cui uscire, ma ormai è impensabile per me, visto che mi trovo bene solo con loro perché sono simili a me e possiamo dire tutte le nostre cazzate senza preoccuparci di niente, non riuscirei ad ambientarmi in nessun'altra comitiva ormai, anche perché ci ho messo tanto ad ambientarmi in questa e a dire la verità non ho conoscenze per frequentare altre comitive). Le mie uscite, nonostante sia estate, sono pochissime: faccio dei giri in bici con il mio amico di sera, giusto un paio di orette, e scambiamo due chiacchiere mentre pedaliamo. L'altro sabato siccome nessuno usciva, facemmo la stessa cosa e poi verso le 23 prendemmo delle pizze e le mangiammo seduti su delle panchine poco in vista. I miei due amici storici di cui ho parlato all'inizio alla fine si sono allontanati anche loro. Entrambi si sono fidanzati e frequentano altre comitive. Se vogliamo parlare della sfera amorosa... un disastro. Mai baciato, mai fatto sesso, mai abbracciato una ragazza, mai niente di niente,(non mi reputo brutto, nemmeno bello, diciamo normale) già quell'appuntamento è stato fin troppo, e non ha neanche stuzzicato il mio interesse, forse perché un'eventuale ragazza che vorrei è rara da trovare. Però devo ammettere che grazie all'amicizia con la mia compagna di classe ora sono un pò più aperto con le ragazze, ma questo non basta, perché sono praticamente fermo al punto di partenza, non avendo conoscenze. I miei amici sono come me, non conoscono ragazze, sicuramente siamo tutti vergini anche se non ne parliamo mai. Analizziamo ora la sfera scolastica... fortunatamente ho trovato il coraggio di ricominciare, ma a quest'ora avrei dovuto diplomarmi, quindi neanche qui mi reputo molto soddisfatto (inoltre ho la perenne paura che potrei ritirarmi prima degli esami di quinto superiore, perché mi terrorizzano). Passiamo ora alla sfera lavorativa... su cui è meglio calare un triste sipario. Ho lavorato solo un giorno della mia vita (non conto i giorni in cui ho aiutato mio padre, che sono ben pochi, e il vero lavoro è con gli estranei, non con i genitori) facendo volantinaggio, il lavoro più semplice di tutti, e ho addirittura capito male il mio datore (anche se secondo me si è espresso male e in modo superficiale, ma diciamo che sono un pò rintronato anche io, oltre che sbadato e imbranato) ed è stato un totale fallimento... almeno alla fine mi ha pagato, ma non mi ha più chiamato, e il risultato è che ho ancora più paura di lavorare ora. Quindi alla fine dei conti, non mi sembra di essere progredito in niente. Di recente vado a letto alle sei di notte e mi sveglio alle tredici, passo le nottate a guardare anime e leggere manga, non esco tutti i giorni e se esco è solo per un giro in bici, non esistono ragazze nella mia vita (lasciate perdere quella dell'appuntamento, a malapena sapevamo di cosa parlare, inoltre lei non interessa a me e io non interesso a lei, ormai non ci sentiamo più), per quanto riguarda la scuola ho ancora due anni da fare, e non so cosa farò dopo. Non ho la minima prospettiva per il futuro, a causa del mio carattere chiuso, inoltre non so fare davvero niente (ora riderete, ma non so nemmeno allacciarmi le scarpe e come ho già detto sono rintronato e tutto il resto), e a dire la verità ho anche paura di lavorare, e non so cosa voglio fare davvero. Non c'è nessun lavoro che mi piacerebbe realmente fare, sono un cazzeggiatore incallito e di solito alla mia età già qualcosina si è imparata a farla... i miei mi sgridano sempre dicendo che esco pochissimo e che dovrei cercarmi un lavoro come fanno tutti, ma i lavori estivi sono sempre i soliti, come ad esempio il cameriere, e come ho già detto sono un imbranato e finirei per fare qualche disastro, inoltre non sopporterei se qualche datore mi smerdasse davanti a tutti (sì, sono molto orgoglioso). Ho un carattere troppo difficile, non so davvero cosa fare. Nonostante questi traguardi, ho comunque paura di affrontare tante situazioni... ho sperimentato l'amore (non ricambiato, ma vabbè, mi sono innamorato), l'amicizia, le uscite, il divertimento, le riprese, i cambiamenti, mi sono anche aperto un pò di più, posso dire di essere leggermente meno timido, eppure... sento che alla fine non è niente di utile tutto ciò. Ho sperimentato cose che tantissime persone mi invidierebbero, ma non mi sembra niente di speciale, e mi sembra che la mia vita sia rimasta mediocre com'era prima, se non peggio, sempre triste e monotona. A questo punto mi chiedo? Cosa serve per essere davvero felici e soddisfatti? Io alla fine sono giunto alla conclusione che cose come tanti amici, estroversione massima, tante uscite, non portino necessariamente alla felicità. Per me sono state come una specie di illusione... mi sono illuso di vivere normalmente come gli altri, e lo faccio ancora ora, pur sapendo che non è così che si vive... la gente lavora, la gente esce tanto e si diverte, fa conoscenze, ha tanta voglia di fare, la gente ha sogni, la gente vive l'amore, la gente di giorno vive e la notte dorme e di certo non dorme nove ore al giorno, la gente non cazzeggia tutto il giorno davanti al pc. In realtà non so nemmeno io perché ho fatto questo post, forse volevo soltanto sfogarmi per la mia frustrazione e volevo lanciare una provocazione del tipo: pur inserendo alcuni elementi di normalità nelle nostre vite, non è detto che ad un tratto anche noi diventiamo normali e felici, ed alla fine tutto dipende dal nostro carattere... forse siamo persone troppo complicate.
Vecchio 01-07-2014, 01:38   #2
Esperto
L'avatar di Biomotivato
 

E' bello leggere ogni tanto questi sfoghi sul forum

Hai ragione, se da timidi si passa ad estroversi non necessariamente si diventa felici, spesso ci sono altre cose dietro

Credo che tu abbia bisogno di altro da cercare, da quello che ho capito ti mancano le certezze per il futuro, ti senti imbranato e forse hai paura di questa cosa, giusto?

Intanto io penserei ad avere il diploma (complimenti per aver scelto di rifrequentare la scuola) e gia' avremo una base da cui partire, poi cercherei di avere piu' autostima

Ti consideri davvero cosi imbranato? Lavoraci su, ho letto che hai fatto grandi cose che per la maggior parte dei sociofobici sono difficili da fare, ora concentrati su questa. Scherzaci su questa imbranatura (si dice cosi?) E facci un sacco di autoironia, forse ti accorgerai che con il tempo qualcosa cambia in meglio. Non so ti dico questo perche' io faccio cosi .-.

Fai tesoro dei cambiamenti che ci sono stati, non vanno analizzati uno per uno ma tutti insieme nel loro complesso!
Vecchio 01-07-2014, 02:06   #3
Banned
 

Verrà fuori una risposta-mattone ma vabbhè.

Rispetto alla condizione di partenza direi che tu hai provato, sei in parte riuscito e continui a portare avanti cambiamenti positivi. Questa già mi sembra un'ottima cosa. Poi hai comunque un'età che ti permette tranquillamente di recuperare il tempo perso in ambito scolastico senza enormi problemi.

Hai anche una buona consapevolezza dei tuoi problemi ad occhio e croce, direi che ti conviene continuare e " resistere" quantomeno fino al momento in cui prenderai il diploma e nel frattempo continuare a sperimentare attività ed interazioni sociali in cerca di qualcosa che possa farti sentire soddisfatto.
Io questo confronto con la normalità lo eliminerei del tutto : in primis il concetto stesso di normalità è un nulla di fatto, quello che importa è che tu faccia le cose che TU ritieni giuste per te stesso e che ti permettano di vivere la tua vita al meglio.

Questo mito che l'estroversione, la socialità elevata, i rapporti, la ragazza, il successo e via dicendo siano il punto di arrivo a cui tendere e che l'uscire dalla situazione patologica debba essere vissuto come un tentativo di perseguirli lo vedo pure io come una cosa " distorta".
Pure io nel presente e negli anni passati ho fatto varie esperienze da "normale", sicuramente sono servite e aiutano ma non sono quelle la cosa fondamentale per la mia felicità.

Non mi sento molto meglio se esco regolarmente, faccio cose, prendo bei voti e proseguo negli studi, ho più rapporti sociali, più indipendenza, ho imparato ad accettare la solitudine quando necessario e via discorrendo.
Questo perchè comunque mi manca la capacità di essre soddisfatto e felice di questo, sento che benchè i cambiamenti siano in positivo non sono quelli la svolta determinante che cerco e manca comunque una direzione di fondo da perseguire. E non ritengo sia quella di divenire estroversi o ricercare il successo sociale o come comunemente inteso quanto piuttosto capire cosa e chi voglio essere nella vita ed impegnarmi a divernirlo.

Il punto è che mi manca questo riferimento e come te alla fine mi domando perchè nonostante i successi, le esperienze etc non riesca comunque a sentirmi soddisfatto o felice. Probabilmente c'è una diversità d'animo di fondo che va accettata per poi potersi muovere al gradino successivo. O forse semplicemente così come alcune persone hanno la capacità di vivere alla giornata senza porsi problemi esistenziali in modo costante altre hanno una nostalgia di fondo per qualcosa che comunque manca loro a prescindere ( bho , qua divaghiamo pesantemente).

Tu hai chiaro cosa vuoi dalla vita ? che cosa e come vorresti essere in futuro?

Nel dubbio continua comunque a cercare di migliorare negli ambiti che senti come problematici.
Cambiare non vuol dire snaturarsi e non deve divenirlo.
Buona fortuna.

PS : spazia un pò i paragrafi perchè altrimenti il testo risulta pesante da leggere
Vecchio 01-07-2014, 09:58   #4
Avanzato
L'avatar di Ashe
 

L'ho provata anch'io questa sensazione (ho la tua età). Oggettivamente, con molto impegno da due anni ho ottenuto traguardi e fatto esperienze che non credevo possibili per me, ma nonostante tutto non riesco ad esserne felice e a immaginarmi un qualche tipo di futuro. Certe volte mi faccio prendere dall'ansia che non mi laureerò mai, che non troverò mai un lavoro e che non riuscirò mai ad andare via di casa, che non riuscirò a costruirmi una vita perchè è troppo tardi, dovevo iniziare prima, quindi anche se ho recuperato un po' di divario resto comunque lontana dallo standard dei miei coetanei. In pratica mi sembra che il passato sia solo fumo, sono al punto di partenza, non mi sento migliore.
Esco tutte le settimane con un gruppo di amiche, ho delle persone disposte ad ascoltarmi se sto male e che si preoccupano per me, ma non riesco a non deprimermi per ogni singola cosa che va storta, come se inciampare significasse cancellare tutto quello che di buono sono riuscita a fare. E forse è questo il problema, cioè non riuscire a ricordare le belle cose ma pensare sempre solo a quelle negative, boh.
Vecchio 01-07-2014, 19:34   #5
Esperto
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Originariamente inviata da Biomotivato Visualizza il messaggio
E' bello leggere ogni tanto questi sfoghi sul forum

Hai ragione, se da timidi si passa ad estroversi non necessariamente si diventa felici, spesso ci sono altre cose dietro

Credo che tu abbia bisogno di altro da cercare, da quello che ho capito ti mancano le certezze per il futuro, ti senti imbranato e forse hai paura di questa cosa, giusto?

Intanto io penserei ad avere il diploma (complimenti per aver scelto di rifrequentare la scuola) e gia' avremo una base da cui partire, poi cercherei di avere piu' autostima

Ti consideri davvero cosi imbranato? Lavoraci su, ho letto che hai fatto grandi cose che per la maggior parte dei sociofobici sono difficili da fare, ora concentrati su questa. Scherzaci su questa imbranatura (si dice cosi?) E facci un sacco di autoironia, forse ti accorgerai che con il tempo qualcosa cambia in meglio. Non so ti dico questo perche' io faccio cosi .-.

Fai tesoro dei cambiamenti che ci sono stati, non vanno analizzati uno per uno ma tutti insieme nel loro complesso!
E' tutto vero quello che dici, anche io ci scherzo molto sul fatto che sia imbranato, ma in realtà dentro mi rode parecchio perché mi sento uno stupido, ho la sensazione di essere visto come un'idiota agli occhi degli altri quando mi capita di cadere in qualche mio "fail". Forse la mia unica vera felicità è che ho superato alcuni "scogli" che sembravano insormontabili prima, e riesco ad avere varie sfaccettature, quella da sociofobico, ma anche quella da persona "normale", anche se questa normalità di cui si parla tanto non si capisce poi cos'è davvero, ma vabbè, riesco a vedere le cose sotto diversi punti di vista, quindi in un certo senso ho ampliato il mio modo di vedere e percepire il mondo, sono una persona più versatile diciamo. L'autostima mi manca, e comunque estroverso non lo sono... parlo solo un pò di più ora, ma niente di esagerato. Cercherò di essere più ottimista!

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Originariamente inviata da The_Sleeper Visualizza il messaggio
Verrà fuori una risposta-mattone ma vabbhè.

Rispetto alla condizione di partenza direi che tu hai provato, sei in parte riuscito e continui a portare avanti cambiamenti positivi. Questa già mi sembra un'ottima cosa. Poi hai comunque un'età che ti permette tranquillamente di recuperare il tempo perso in ambito scolastico senza enormi problemi.

Hai anche una buona consapevolezza dei tuoi problemi ad occhio e croce, direi che ti conviene continuare e " resistere" quantomeno fino al momento in cui prenderai il diploma e nel frattempo continuare a sperimentare attività ed interazioni sociali in cerca di qualcosa che possa farti sentire soddisfatto.
Io questo confronto con la normalità lo eliminerei del tutto : in primis il concetto stesso di normalità è un nulla di fatto, quello che importa è che tu faccia le cose che TU ritieni giuste per te stesso e che ti permettano di vivere la tua vita al meglio.

Questo mito che l'estroversione, la socialità elevata, i rapporti, la ragazza, il successo e via dicendo siano il punto di arrivo a cui tendere e che l'uscire dalla situazione patologica debba essere vissuto come un tentativo di perseguirli lo vedo pure io come una cosa " distorta".
Pure io nel presente e negli anni passati ho fatto varie esperienze da "normale", sicuramente sono servite e aiutano ma non sono quelle la cosa fondamentale per la mia felicità.

Non mi sento molto meglio se esco regolarmente, faccio cose, prendo bei voti e proseguo negli studi, ho più rapporti sociali, più indipendenza, ho imparato ad accettare la solitudine quando necessario e via discorrendo.
Questo perchè comunque mi manca la capacità di essre soddisfatto e felice di questo, sento che benchè i cambiamenti siano in positivo non sono quelli la svolta determinante che cerco e manca comunque una direzione di fondo da perseguire. E non ritengo sia quella di divenire estroversi o ricercare il successo sociale o come comunemente inteso quanto piuttosto capire cosa e chi voglio essere nella vita ed impegnarmi a divernirlo.

Il punto è che mi manca questo riferimento e come te alla fine mi domando perchè nonostante i successi, le esperienze etc non riesca comunque a sentirmi soddisfatto o felice. Probabilmente c'è una diversità d'animo di fondo che va accettata per poi potersi muovere al gradino successivo. O forse semplicemente così come alcune persone hanno la capacità di vivere alla giornata senza porsi problemi esistenziali in modo costante altre hanno una nostalgia di fondo per qualcosa che comunque manca loro a prescindere ( bho , qua divaghiamo pesantemente).

Tu hai chiaro cosa vuoi dalla vita ? che cosa e come vorresti essere in futuro?

Nel dubbio continua comunque a cercare di migliorare negli ambiti che senti come problematici.
Cambiare non vuol dire snaturarsi e non deve divenirlo.
Buona fortuna.

PS : spazia un pò i paragrafi perchè altrimenti il testo risulta pesante da leggere
Hai ragione, dovevo spaziare un pò ahaha! La penso come te su tutto, ma il fatto è che in realtà non so nemmeno io cosa voglio fare, non riesco a vedermi bene in nessuna figura professionale, non mi sento tagliato per il mondo del lavoro. Se proprio dovessi scavare a fondo, alcuni mestieri che mi piacerebbe un minimo fare ci sarebbero, come ad esempio lo psicologo, o il professore di letteratura (lol) ma sono entrambi mestieri complicatissimi a cui ambire, e per uno come me che anziché studiare sta al pc tutto il giorno la vedo dura. Un'altra idea sarebbe fare un'università di giapponese dopo, ma non so quali sbocchi lavorativi poi possa avere... di certo mi appassionerebbe, ma ci vogliono soldi... i miei di sicuro non possono mantenermi anche per l'università, e una cosa è certa: io un lavoro e un'università allo stesso tempo non li reggerei nemmeno una settimana. Ecco perché a volte mi sembra di aver raggiunto traguardi inutili, perchè rimango comunque il solito sfaticato di sempre, che si stanca subito, o si annoia subito, e si deprime subito. A volte inizio le attività con tanto brio, ma poi perdo l'interesse subito, e ho paura che magari poi perderei interesse anche nell'università. Poi immaginare la mia vita ogni giorno uguale, scandita da otto ore di lavoro... lasciamo perdere.

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Originariamente inviata da Ashe Visualizza il messaggio
L'ho provata anch'io questa sensazione (ho la tua età). Oggettivamente, con molto impegno da due anni ho ottenuto traguardi e fatto esperienze che non credevo possibili per me, ma nonostante tutto non riesco ad esserne felice e a immaginarmi un qualche tipo di futuro. Certe volte mi faccio prendere dall'ansia che non mi laureerò mai, che non troverò mai un lavoro e che non riuscirò mai ad andare via di casa, che non riuscirò a costruirmi una vita perchè è troppo tardi, dovevo iniziare prima, quindi anche se ho recuperato un po' di divario resto comunque lontana dallo standard dei miei coetanei. In pratica mi sembra che il passato sia solo fumo, sono al punto di partenza, non mi sento migliore.
Esco tutte le settimane con un gruppo di amiche, ho delle persone disposte ad ascoltarmi se sto male e che si preoccupano per me, ma non riesco a non deprimermi per ogni singola cosa che va storta, come se inciampare significasse cancellare tutto quello che di buono sono riuscita a fare. E forse è questo il problema, cioè non riuscire a ricordare le belle cose ma pensare sempre solo a quelle negative, boh.
E' questo il problema infatti, ci concentriamo troppo sulle cose negative, e ne sono consapevole, ma non riesco comunque a farne a meno, è incredibile. La mente viaggia da sola, non sono capace di fermarla, e quindi rimugino sempre sulle stesse cose e sulla mia incapacità. Sento come se avessi fatto qualcosa, ma più che qualcosa di concreto, diciamo qualcosa di astratto... qualcosa che in realtà non mi ha cambiato poi tanto, se non che mi ha permesso di avere più larghezza di vedute... ma rimango sempre il solito che passa le giornate al pc ed esce sporadicamente, che non sa svolgere alcun tipo di lavoro. Inoltre chiamatemi immaturo, ma in un certo senso a volte sento che vorrei cominciare a lavorare il più tardi possibile, perché la prospettiva di una vita passata a lavorare ogni singolo giorno, per otto ore al giorno, se non di più, sinceramente è la cosa che forse mi deprime di più.
Vecchio 01-07-2014, 19:37   #6
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Comunque grazie per aver letto i miei sproloqui! Che pazienza che avete avuto per leggere un simile mattone di parole! Siete stati molto gentili!
Vecchio 01-07-2014, 19:49   #7
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se cominci una cosa non la smettere, finiscila, prova a continaure con la stessa passione che avevi all'inizio! so che è dura, io sono proprio come te su questo ma le robe per metà sono inutili :/
magari una volta finita la cosa iniziata, avrai un'idea migliore di te, di quello che sai fare. se inizi un sacco di cose e le smetti a metà per mancanza di voglia, ti deprimi soltalto perchè vedere tutte quelle cose che potevano essere finite fa male!

più si passa una vita senza esperienze, peggio sarà il nostro futuro perchè non abbiamo le basi su come comportarci, su cosa possiamo fare o realmente sappiamo fare
Vecchio 03-07-2014, 00:17   #8
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Originariamente inviata da Biomotivato Visualizza il messaggio
se cominci una cosa non la smettere, finiscila, prova a continaure con la stessa passione che avevi all'inizio! so che è dura, io sono proprio come te su questo ma le robe per metà sono inutili :/
magari una volta finita la cosa iniziata, avrai un'idea migliore di te, di quello che sai fare. se inizi un sacco di cose e le smetti a metà per mancanza di voglia, ti deprimi soltalto perchè vedere tutte quelle cose che potevano essere finite fa male!

più si passa una vita senza esperienze, peggio sarà il nostro futuro perchè non abbiamo le basi su come comportarci, su cosa possiamo fare o realmente sappiamo fare
Questo è vero
Vecchio 03-07-2014, 09:27   #9
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Per me la felicità non esiste, qualsiasi cosa mi circondi. Certo il sabato esco, sta per nascere mio nipote, ho una famiglia tutto sommato normale e affettuosa, ma non riesco a stare bene.. e allora perché?? forse perché non ho un lavoro ma non penso sia neanche quello che mi fa stare male, forse non sono fatta per essere felice, perché rifletto troppo, rimugino e non mi va mai bene niente, la mia testa è fatta così.. Oppure mi manca qualcosa che non so.
Vecchio 03-07-2014, 09:50   #10
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19 anni che tenerezza
Vecchio 03-07-2014, 13:22   #11
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Originariamente inviata da Hazel Grace Visualizza il messaggio
Per me la felicità non esiste, qualsiasi cosa mi circondi. Certo il sabato esco, sta per nascere mio nipote, ho una famiglia tutto sommato normale e affettuosa, ma non riesco a stare bene.. e allora perché?? forse perché non ho un lavoro ma non penso sia neanche quello che mi fa stare male, forse non sono fatta per essere felice, perché rifletto troppo, rimugino e non mi va mai bene niente, la mia testa è fatta così.. Oppure mi manca qualcosa che non so.

so benissimo quello di cui stai parlando, a volte capita anche a me :/
la felicità esiste, l'infelicità non esiste. siamo portati sempre a ragionare in un certo modo, basterebbe a volte fare dei piccoli passi di pensiero per raggiungere la felicità. non ci riusciamo cosi facilente ed è questo che ci porta ad essere infelici
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