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03-10-2015, 23:36
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#21
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 817
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Bè il tuo amico ha ragione, se state parlando e tu ti metti al cellulare è chiaro che ti isoli.
Visto che lui è uno che sa parlare e tu un timidone come tutti noi (suppongo) chiedi a lui consiglio su come fare
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04-10-2015, 09:43
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#22
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,727
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Quote:
Originariamente inviata da Crystal
Ok, ma anche qui è un gatto che si morde la coda..nel senso che più indirizziamo la colpa dei mancati dialoghi a noi, la volta dopo faremo sempre peggio. E di conseguenza sempre meno persone ci rivolgeranno la parola, perchè vedranno segnali fisici ed emotivi che non siamo "avvezzi" al dialogo.
Oltre a lavorarci sopra in modo idoneo il trucco è non pensare mai che non ci parlano per colpa nostra, tanto come è stato detto prima la conferma non l'avremo mai, e allora perchè nel dubbio perpetuo dobbiamo sempre pensare male?
Più pensiamo che siamo noi gli autori del "non dialogo", anche quando non lo saremo in maniera palese, ci daremo la colpa comunque.
Il non incolparci tutte le volte, fà si che la sicurezza in noi cresca e che le volte che capiterà di dialogare offriremo una prestazione più convincente, con meno segnali equivoci, che ci caricherà ulteriormente l'autostima, e così via.
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Mica possiamo imbrogliarci così facilmente! Se la colpa non la diamo a noi stessi, quale sicurezza crescerà? La sicurezza che eventualmente la acquistiamo per il giudizio su di noi, la dovremmo perdere per il giudizio sugli altri, i nuovi colpevoli, che poco prima erano i modelli. Quindi si tenderebbe ad aumentare la misantropia e i conseguenti complessi di superiorità.
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04-10-2015, 09:47
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#23
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Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,727
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Quote:
Originariamente inviata da Heisenberg
Bè il tuo amico ha ragione, se state parlando e tu ti metti al cellulare è chiaro che ti isoli.
Visto che lui è uno che sa parlare e tu un timidone come tutti noi (suppongo) chiedi a lui consiglio su come fare
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Mi fai pensare a quei fantacalci (dis)organizzati da bambini delle elementari dove le squadre sono formate da 11 attaccanti.
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04-10-2015, 19:02
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#24
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Near Milan
Messaggi: 3,986
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Quote:
Originariamente inviata da Warlordmaniac
Mica possiamo imbrogliarci così facilmente! Se la colpa non la diamo a noi stessi, quale sicurezza crescerà? La sicurezza che eventualmente la acquistiamo per il giudizio su di noi, la dovremmo perdere per il giudizio sugli altri, i nuovi colpevoli, che poco prima erano i modelli. Quindi si tenderebbe ad aumentare la misantropia e i conseguenti complessi di superiorità.
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Beh se si ha il buonsenso di non raggiungere i complessi di superiorità e fermarsi prima ti assicuro che funziona.
La fobia sociale nasce per la paura irrazionale che si ha degli eventuali giudizi degli altri. Perchè credere che una convinzione irrazionale dalla parte opposta dovrebbe avere meno peso della paura irrazionale degli altro?
In più le conseguenze della fs sono deleterie per noi stessi, ci fanno isolare, deprimere e intristire o peggio, quelle di credere altro, sotto il profilo della funzionalità sociale no.
Altrimenti la strada quale sarebbe? Dare sempre ragione alla nostra testa che ci dice che siamo inferiori a tutto ed a tutti? Non mi pare ideale come soluzione.
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05-10-2015, 00:08
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#25
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Avanzato
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Tra persone orribili.
Messaggi: 328
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Non ho guardato la discussione per un po, provo a rispondere a chi posso per quest'ora.
Quote:
Originariamente inviata da Crystal
Non farti problemi Drecks, sono tutte stro***e che è inutile discutere...più se ne parla più ci si crea problemi.
La conversazione nasce spontanea tra due o più persone, non ci sono calcoli o cose da dire per forza o da non dire. Sono scelte che uno fà, e non vanno ne giudicate da altri ne riflettute da noi stessi.
Fino ai 20-25 anni il parlare di più o di meno è spesso messo in discussione o analizzato. Per il semplice fatto che vige una specie di competizione.
Un conto è se l'amico, o chichessia, ti dice queste cose in modo di sprono di incitamento. Se lo fà invece per indagare, giudicare o altro, ripeto sono stro***e.
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Vero, da un lato mi rendo conto che alla fine dovrei farmi meno problemi e tirare dritto, alla fine come si dice la gente va e viene e dovrei concentrarmi su altro. Il problema è che sembra che sia un qualcosa che mi porto dietro nel modo di fare, che poi anche se esternamente non me ne rendo conto da un lato mi sembra di comportarmi in modo perfettamente normale, a volte quasi anonimo e dall'altro ci sono altre persone che si comportano in maniera identica alla mia (o almeno che mi sembra identica, poi ovviamente ci sarà quella differenza che mi sfugge che cambia tutto) e non si ritrovano cosi relegati ai margini.
Quote:
Originariamente inviata da pokorny
Ti posso dire come faccio (facevo) ma premetto anche che non è una bella soluzione. Le persone come il tuo amico, anche se non lo dànno a vedere amano avere pubblico e amano l'idea che possano mettere una persona da parte salvo recuperarla quando l'interesse principale è venuto meno. L'unica cosa che a questa gente dispiace è sapere che non possono riesumare le persone a loro comodo.
In questi casi io cercavo di fare mente locale se nella zona in cui in cui mi trovavo esistessero librerie, o posti dove fare un giro da solo. Diverse volte magari con un sorriso ho mollato improvvisamente il gruppo dicendo cose del tipo "beh, vado a fare un giro", avendo cura di non specificare il motivo, e ho finito il pomeriggio o serata per conto mio. Certamente soffrendo, ci mancherebbe, ma alla fine riuscivo a distrarmi e "consolarmi" sapendo che ho tolto se pur poco, il pane di bocca allo pseudo-alfa di turno. Rare volte che mi veniva chiesto il perché l'ho sempre detto esplicitamente. Non lo dicevo mai per primo perché in queste situazioni ci si metterebbe in una posizione di debolezza, a meno che, appunto, non si risponda a una domanda fatta.
Non sono contento di questo mio modo di gestire questi problemi. Una persona saggia cercherebbe di migliorare, di farsi forza a cambiare, e così via. Ma se ho sempre sostenuto e penso tuttora che se per la sociofobia esiste un largo margine di miglioramento allenabile, queste problematiche per me vanno a finire nel folder "carisma", che sono sempre più convinto, è qualcosa con cui si nasce o non si nasce.
Non ti suggerisco, ripeto, di fare così. Questa è la soluzione che a me faceva soffrire di meno, non certo una soluzione costruttiva.
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Touchè soprattutto la prima parte.
A stare da solo però non ho seguito, anzi finisco per fare peggio. Tuttavia cerco di bilanciare le due cose, visto che so troppo bene di esperienza che non posso stare a seguire le persone come un cane, o come un cane finirò per essere trattato e comportarmi.
Tra l'altro qualche giorno fa sono andato a mangiare in mensa da solo
Riguardo al carisma non lo so, sicuramente l'ho perso lungo la strada, ma d'altronde mi sembra d'essere normale quando parlo e credevo in un anno e mezzo di essere tornato quasi "normale"...ma è come se fossi tendenzialmente portato a essere additato come "spettro" nel giro di breve, pur magari rimanendo partecipativo. O forse ho troppe pretese? Eppure mi sembra di chiedere considerazione come, e non più degli altri. Quindi non so più cosa sia giusto credere.
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Originariamente inviata da Warlordmaniac
Da un punto di vista seduttivo non sei stato affatto impeccabile, ma io non sono pro seduzione e infatti per me te la sei cavata. Col tempo credo che imparerai a rassicurare meglio il tuo interlocutore sul fatto che tu sei sereno. Lui ti considera malato e inferiore perché avrebbe il tuo comportamento al quarto ciclo di chemio e giudica quindi questa tua scarsa energia come un "vivere di meno". Sta a noi taciturni prendere in giro questi iperloquaci esaltando la nostra serenità, ad esempio facendo loro passare per malati attraverso un' analisi del loro comportamento.
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Questo è un mio problema che però non si manifesta (troppo) evidentemente nei primi cinque minuti se c'è feeling. Ma si, tra carognate degli anni passati e isolamento mi sforzo di essere più allegro di quello che sono. Non sempre e con alterni risultati, e questo è parte del problema che ho...solo che in questo caso probabilmente è meno rilevante. Comunque hai perfettamente ragione quando dici che è probabile che mi veda in un modo particolare.
Quote:
Originariamente inviata da Sennar
Probabilmente non avrei usato il cellulare al posto tuo ma sarei rimasto in silenzio ad ascoltare .
Il tuo atteggiamento può far pensare sia al tuo amico che alla terza persona che avete incontrato, che ti atteggi da superiore e non ti curi delle discussioni altrui anche se tu lo hai fatto per un motivo ben diverso .
Quello che passa all'esterno in questo caso non è la timidezza/fobicità/ accusa verso il tuo amico che è logorroico ma piuttosto un autoisolamento su cui poi ognuno può costruire la storia che preferisce : "guarda questo che mentre parlo nemmeno mi ascolta, che arrogante" , " guarda questo che se ne frega di interagire con me , forse gli sto antipatico" e così via....
Potresti valutare i pro e i contro della relazione... non ha senso stare accanto a qualcuno che ti limita ancora più nelle relazioni di quanto tu non faccia già da solo . Puoi accettare il suo egocentrismo se questa persona ha magari dei pregi, se ci sono dei motivi per cui tu voglia essere suo amico , se siete legati da un vero rapporto di amicizia . Fargli notare anche in modo più diretto questo suo difetto potrebbe servire ma dipende molto da chi hai di fronte... la maggior parte delle persone ti risponderebbe " ma non sono io che parlo troppo, se tu che parli poco"
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Sapevo dove parava la discussione e situazioni simili (partecipando in silenzio) c'erano già state. Non mi interessava scannarmi di nuovo specie per quella persona li. Ora come ora però so di essere in una mezza trappola. L'anno scorso uscivo con un carattere distrutto/inesistente dal liceo e non sapevo chi ero/come comportarmi. Non lo so bene nemmeno ora ma in un certo senso i progressi sono stati rilevanti. Mi sono messo in prima fila per evitare di trovarmi persone che avrei reputato troppo casiniste nelle retrovie, per poi magari pentirmene. O meglio, mi ero messo dietro due volte, con scarsi risultati a livello di conoscenze. Terzo giorno e mi metto in prima fila. Da li incontro persone all'apparenza cordiali, e posso iniziare un poco a rinascere, anche se sul lungo periodo scopro chi ho veramente attorno. Il punto è che i gruppi ora son formati, e col carattere falsamente allegro che mi ritrovo, dovrei essere più di quello che sono per entrare da qualche parte. So che è un brutto discorso e tipico di una mentalità spregiudicata nel senso dispregiativo del termine, ma mi rendo conto adesso della gravità latente della situazione, e sono pessimista sul lungo periodo sulla solidità di queste relazioni. Non tutte, ma abbastanza da rimanere più solo di quanto già non mi sento.
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05-10-2015, 17:15
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#26
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Near Milan
Messaggi: 3,986
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Quote:
Originariamente inviata da Drecks
Vero, da un lato mi rendo conto che alla fine dovrei farmi meno problemi e tirare dritto, alla fine come si dice la gente va e viene e dovrei concentrarmi su altro. Il problema è che sembra che sia un qualcosa che mi porto dietro nel modo di fare, che poi anche se esternamente non me ne rendo conto da un lato mi sembra di comportarmi in modo perfettamente normale, a volte quasi anonimo e dall'altro ci sono altre persone che si comportano in maniera identica alla mia (o almeno che mi sembra identica, poi ovviamente ci sarà quella differenza che mi sfugge che cambia tutto) e non si ritrovano cosi relegati ai margini.
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Ti ho evidenziato quello che devi continuare a pensare sempre.
Le alternative quali sarebbero sennò?
Anche se ti comportassi in un modo particolare, ma sono sicuro di no, cosa potresti farci? Violentare te stesso e comportarti in un modo che non ti rappresenta?
Se sei sereno così, vai avanti a pensare così, punto.
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