|
|
01-10-2015, 20:40
|
#1
|
Avanzato
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Tra persone orribili.
Messaggi: 328
|
Esco adesso dall'Università con l'unico amico maschio con cui oltre a parlare occasionalmente esco la sera. Incontriamo una terza persona che so già si metterà a parlare col suddetto su qualunque tema di attualità a livelli elevati. Essendo il mio amico uno che monopolizza l'interlocutore, parlano per tutto il viaggio in metro mentre io decido che non ne vale la pena scannarsi a parlare...quindi mi siedo e cazzeggio al cellulare mentre continuano le loro discussioni. Questo terzo scende a una fermata prima del mio amico. Al ché quest'ultimo mi rimprovera di stare isolandomi...e li cercando di essere naturale gli dico quanto penso, cioè che è inutile che parlo per farmi calcolare due secondi che tanto finirei comunque per fare fatica. Dice che mi sbaglio, e come per ogni cosa è convintissimo di quel che dice. fermata dopo lui scende e gli ripeto un altra volta di considerare la questione da un altro punto di vista. Tendenzialmente lui monopolizza spesso le discussioni. Quando non c'è me la cavo meglio, anche se mi rendo conto di non cercare di essere al centro come lui (lo so x esperienza)...quindi almeno so di non essere l'ennesimo stronzo che semplicemente se la cava peggio ma se avesse la possibilità si comporterebbe uguale. Cadrà nel vuoto ciò che ho detto?
Spero di no ma immagino di si.
Ma malgrado la mia scarsa autostima su questo punto ho una convinzione incrollabile. Cioè che in molti contesti non c'è vero dialogo, ma è una gara di attenzioni.
|
|
01-10-2015, 20:47
|
#2
|
Esperto
Qui dal: Nov 2012
Ubicazione: Toscana
Messaggi: 5,034
|
Quando mi imbatto in soggetti estremamente loquaci e che sembrano autoalimentarsi finisco anche io per assumere un atteggiamento simile al tuo, rimango sostanzialmente passivo, interagisco a cenni del capo e poco altro.
Questo accade perché per l'appunto noto che non c'è un vero e proprio interesse al dialogo, va in scena un monologo e te finisci per essere l'ascoltatore, a volte la gente ha bisogno anche di questo, in alcuni casi invece è proprio una caratteristica caratteriale \ comportamentale....
|
|
01-10-2015, 21:02
|
#3
|
Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 7,883
|
Se delle persone hanno piacere a parlare fra loro contente loro , ci sia effettivamente una ricerca di attenzioni o meno (ma io penso questa componente raramente sia proponderante) .
Tu hai fatto chiaramente intendere di non apprezzare molto tutta la conversazione e facilmente questa terza persona (non semplicemente rimanendo a ascoltare intervenendo poco o nulla ma sedendoti e mettendoti a usare il cellulare).
Col tuo amico non penso il rapporto alla fine ne risenta anche se forse un pò lo hai accusato di parlare per avere attenzioni, non so esattamente come tu l'abbia detto e lui interpretato ma a parte questo se a te di non avere contatti con persone come invece questa terza non importa e anzi preferisci non averli hai fatto bene a comportarti così o comunque non male.
|
Ultima modifica di cancellato2824; 01-10-2015 a 21:15.
|
01-10-2015, 21:10
|
#4
|
Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
|
E', purtroppo, una cosa normale. Basta vedere cosa accade a una cena al ristorante, c'è la gara al posto per formare gruppi omogenei. A me capitava ovviamente di essere sempre isolato e addirittura se per disgrazia capitavo in mezzo a due che volevano parlarsi, spostavano le sedie indietro per non avermi come ostacolo visuale. Lo stesso che accade a te accade a me. Sono invisibile. Posso dire che gli unici momenti della mia vita in cui non lo sono stato sono state conferenze o lezioni di cui ero il relatore, ovviamente contesto del tutto diverso da una libera scelta dell'interlocutore.
Come sempre, è questione anche di carisma. Forse anche un po' di "sfiga" che hai avuto a trovare come uno tra i tuoi pochi amici, il tipo che monopolizza la discussione; ce ne sono così, e io non li vedo mai la seconda volta. Capita l'aria che tira, faccio in modo da non incontrare più gli "estroversoni".
Spesso penso che almeno ad alcuni problemi della sociofobia esistano soluzioni. Per questo penso non ce ne sia nessuna. Ma sarei contento di sbagliarmi almeno per gli altri
|
|
01-10-2015, 21:26
|
#5
|
Esperto
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: qui vicino
Messaggi: 31,353
|
rimango sempre stupito dal livello di confidenza che avete nei vostri discorsi, qui addirittura sul tram o metro o treno, davanti a tutti
|
|
01-10-2015, 21:36
|
#6
|
Esperto
Qui dal: May 2015
Messaggi: 3,151
|
Gli opposti in genere si attraggono, strano il tuo caso
Non ci sarebbe da dire granchè... purtroppo é così... ci piaccia o meno. Se ti senti "sofferente" e ti fanno pesare la cosa forse è il caso di cercare persone piu simili a te. Non ha senso cercare di stravolgere il tuo modo di essere (se è questo...) ... oppure se.è solo scarsa.conoscenza ti informi un pò sull argomento e di tanto in tanto spari anche tu fregnaccie
|
|
01-10-2015, 22:55
|
#7
|
Esperto
Qui dal: Mar 2013
Messaggi: 3,845
|
Quote:
Originariamente inviata da Drecks
Cadrà nel vuoto ciò che ho detto?
|
Cadrà nel vuoto perché il problema non è chiaro.
Perché ci tieni a fargli sapere che si sbaglia?
|
|
02-10-2015, 12:22
|
#8
|
Avanzato
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Tra persone orribili.
Messaggi: 328
|
Quote:
Originariamente inviata da pokorny
E', purtroppo, una cosa normale. Basta vedere cosa accade a una cena al ristorante, c'è la gara al posto per formare gruppi omogenei. A me capitava ovviamente di essere sempre isolato e addirittura se per disgrazia capitavo in mezzo a due che volevano parlarsi, spostavano le sedie indietro per non avermi come ostacolo visuale. Lo stesso che accade a te accade a me. Sono invisibile. Posso dire che gli unici momenti della mia vita in cui non lo sono stato sono state conferenze o lezioni di cui ero il relatore, ovviamente contesto del tutto diverso da una libera scelta dell'interlocutore.
Come sempre, è questione anche di carisma. Forse anche un po' di "sfiga" che hai avuto a trovare come uno tra i tuoi pochi amici, il tipo che monopolizza la discussione; ce ne sono così, e io non li vedo mai la seconda volta. Capita l'aria che tira, faccio in modo da non incontrare più gli "estroversoni".
Spesso penso che almeno ad alcuni problemi della sociofobia esistano soluzioni. Per questo penso non ce ne sia nessuna. Ma sarei contento di sbagliarmi almeno per gli altri
|
Concordo in tutto. Il problema è che quando sono arrivato in università non avevo il carattere di adesso, o almeno non ne ero a conoscenza visto che comunque venivo da anni di maltrattamenti, bugie, e persone con cui alla sera uscivo contando zero o meno di zero salvo a mettere soldi per i regali..
Riguardo alla confidenza nei discorsi, un poco mi ha forzato l'ambiente, un poco la loquacità so di averla avuta fino a dieci anni fa, poi si è annichilita. Mi ci è voluto un anno relativamente decente per cominciare a capire chi sono e come mi comporto, e ancora ne ho di strada da fare.
Riguardo al problema, sembra quasi che questa persona voglia e riesca ad avere una attenzione nei discorsi con cui monopolizza l'interlocutore, e se magari in gruppo siamo in tre e predilige l'altra persona di più allora inizia a parlargli, lasciando l'altro in una posizione letteralmente invisibile, salvo magari poi parlargli quando l'altro se ne è andato. Giorni fa parlavo con un altra mia amica e a un certo punto sbotta dicendo "ma mi calcolate?" per poi entrare e prendere le redini del discorso.
In un certo senso volevo si accusarlo, ma indirettamente sperando che si rendesse conto di questo suo modo di fare. E invece niente.
Il punto è: devo fare l'accompagnatore invisibile di serie b con cui riempire i vuoti in cui non ci sono altre persone? So per esperienza che al suo posto NON mi comporterei allo stesso modo, e allora che faccio? Provo anche a parlare con altre persone, e magari provo a trovare qualcuno con cui veramente scambiare idee e non usare come mezzo della mia autostima sociale giusto? Già lo faccio, ma siamo in seconda, i "gruppi" sono formati e a parte discussioni casuali sono destinato a rimanere così? Di nuovo solo in mezzo a un mare di gente?
So che negli anni addietro ho anche avuto MOLTA sfortuna a trovarmi con chi mi sono trovato, solo che dover subire un tale isolamento da così tanto tempo e probabilmente per (se non la vita) moltissimi anni è esasperante, specie ora che ho molta meno ansia di quanto andavo al liceo (non che sia quello da entrare in un gruppo e mettermi a parlare per intenderci, al massimo se qualcuno è isolato come me ci riesco)
|
|
02-10-2015, 13:20
|
#9
|
Principiante
Qui dal: Sep 2008
Messaggi: 12
|
Non so, un soggetto del genere non riesco a capirlo. Da quello che scrivi si direbbe una persona abbastanza egocentrica, ma se poi quella volta che sta un attimo in disparte lui dice "ma mi calcolate?" forse vuol dire che è anche insicuro e per questo cerca di "prevalere" (magari anche inconsciamente) su di te dicendo che ti stai isolando per non mostrare la sua insicurezza. Tutta ipotesi ovviamente, ma comunque non è un bel comportamento quello del tuo amico.
|
|
02-10-2015, 16:18
|
#10
|
Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Near Milan
Messaggi: 3,986
|
Non farti problemi Drecks, sono tutte stro***e che è inutile discutere...più se ne parla più ci si crea problemi.
La conversazione nasce spontanea tra due o più persone, non ci sono calcoli o cose da dire per forza o da non dire. Sono scelte che uno fà, e non vanno ne giudicate da altri ne riflettute da noi stessi.
Fino ai 20-25 anni il parlare di più o di meno è spesso messo in discussione o analizzato. Per il semplice fatto che vige una specie di competizione.
Un conto è se l'amico, o chichessia, ti dice queste cose in modo di sprono di incitamento. Se lo fà invece per indagare, giudicare o altro, ripeto sono stro***e.
|
|
02-10-2015, 17:07
|
#11
|
Esperto
Qui dal: Oct 2010
Ubicazione: out
Messaggi: 4,345
|
io nonostante le buone intenzioni,gli sforzi di stare nel gruppo, finisco sempre isolato,perchè sono orgoglioso(troppo)(non c'è soluzione nel mio caso :/ la mia umiltà risulta farsesca..:/ faccio danni,perdo le persone come i mattoncini del domino.ho solo le song per dire qualcosa,con la sensazione che anche il mio messaggio possa arrivare quindi soddisfare i miei bisogni comunicativi convertendoli in qualcosa di utile,... interagire con le persone/non mi riesce col carattere che ho/faccio danni/posso interagire solo attraverso le distanze precauzionali/ song appunto o scritti o poesie ecc/monologhi interiori/esteriori/(2 palle insomma ) e arrivare a loro...temo :/ (sicuro) ...è un po un casino essere me...:/ beh si capisce,Cast away tra la gente(e non lo faccio apposta)
Isolarsi è sbagliato...ma loro non capiscono che siamo in buona fede :/ si offendono :/... andiamo assieme? dura,arrivo consumato e sudato,meglio ci si becca nel posto.
|
Ultima modifica di dentromeashita; 02-10-2015 a 17:12.
|
02-10-2015, 17:50
|
#12
|
Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
|
Quote:
Originariamente inviata da Drecks
Il punto è: devo fare l'accompagnatore invisibile di serie b con cui riempire i vuoti in cui non ci sono altre persone? So per esperienza che al suo posto NON mi comporterei allo stesso modo, e allora che faccio?
|
Ti posso dire come faccio (facevo) ma premetto anche che non è una bella soluzione. Le persone come il tuo amico, anche se non lo dànno a vedere amano avere pubblico e amano l'idea che possano mettere una persona da parte salvo recuperarla quando l'interesse principale è venuto meno. L'unica cosa che a questa gente dispiace è sapere che non possono riesumare le persone a loro comodo.
In questi casi io cercavo di fare mente locale se nella zona in cui in cui mi trovavo esistessero librerie, o posti dove fare un giro da solo. Diverse volte magari con un sorriso ho mollato improvvisamente il gruppo dicendo cose del tipo "beh, vado a fare un giro", avendo cura di non specificare il motivo, e ho finito il pomeriggio o serata per conto mio. Certamente soffrendo, ci mancherebbe, ma alla fine riuscivo a distrarmi e "consolarmi" sapendo che ho tolto se pur poco, il pane di bocca allo pseudo-alfa di turno. Rare volte che mi veniva chiesto il perché l'ho sempre detto esplicitamente. Non lo dicevo mai per primo perché in queste situazioni ci si metterebbe in una posizione di debolezza, a meno che, appunto, non si risponda a una domanda fatta.
Nota che ho usato l'imperfetto. Alla fine, dopo anni e soprattutto avendo passato la parte importante della mia vita in questo ruolo, lo stress di fare il fanalino di coda ha preso il sopravvento sulla socialità; non so quanti anni sono che non esco né in compagnia né comitiva o altro. Un po' di più, ma solo un po', è durato il periodo delle uscite in moto, ma il fatto di arrivare sempre ultimo non è che un'altra "realizzazione" dello stesso fenomeno di fondo, con le stesse dinamiche. Lì sei stimato se corri e sei nel gruppo dei primi, se no non conti (ovviamente prova a dirlo a un gruppo di motociclisti e tutti diranno che conta arrivare, che ci aspetta agli incroci, etc. Ma è un mondo gerarchico, e per me questo è un fatto).
Non sono contento di questo mio modo di gestire questi problemi. Una persona saggia cercherebbe di migliorare, di farsi forza a cambiare, e così via. Ma se ho sempre sostenuto e penso tuttora che se per la sociofobia esiste un largo margine di miglioramento allenabile, queste problematiche per me vanno a finire nel folder "carisma", che sono sempre più convinto, è qualcosa con cui si nasce o non si nasce.
Non ti suggerisco, ripeto, di fare così. Questa è la soluzione che a me faceva soffrire di meno, non certo una soluzione costruttiva.
|
|
02-10-2015, 17:55
|
#13
|
Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
|
Quote:
Originariamente inviata da Crystal
Non farti problemi Drecks, sono tutte stro***e che è inutile discutere...più se ne parla più ci si crea problemi.
La conversazione nasce spontanea tra due o più persone, non ci sono calcoli o cose da dire per forza o da non dire. Sono scelte che uno fà, e non vanno ne giudicate da altri ne riflettute da noi stessi.
Fino ai 20-25 anni il parlare di più o di meno è spesso messo in discussione o analizzato. Per il semplice fatto che vige una specie di competizione.
Un conto è se l'amico, o chichessia, ti dice queste cose in modo di sprono di incitamento. Se lo fà invece per indagare, giudicare o altro, ripeto sono stro***e.
|
Tutto vero ma chiediti perché nasce la conversazione oppure non parte. Sono anche una lunga serie di atteggiamenti corporei, la voce, dove va lo sguardo, etc. Forse Drecks lancia segnali interpretati come non apertura e basta niente a far dirigere la persona altrimenti neutrale a parlare con quello che lancia i segnali "magnetici". Non ce lo verrà mai a dire, non per insincerità ma semplicemente perché non si vede dall'esterno e non può vedere nella mente degli altri.
Come dicevo, migliorare su queste cose la vedo difficile. Qualcosina sicuramente si impara, voce decisa, tenere le spalle dritte, guardare negli occhi... persino io ho potuto cambiare in qualcosa ma ci sono voluti 20-25 anni e il problema posso considerarlo "risolto" al 20%...
|
|
02-10-2015, 18:48
|
#14
|
Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,727
|
Quote:
Originariamente inviata da FolleAnonimo
Tutte le stelle del cielo hanno la possibilità di brillare intensamente almeno una volta nella loro vita, se quel amico è sincero allora sa benissimo come tu abbia questo potenziare di brillare intensamente, quindi si dispiace tu non scoppi intensamente facendo sciogliere chi ti è accanto ma allo stesso tempo ti starà vicino per il motivo che tu non perderai mai questo dono.
|
Ehm chiacchierare a sbafo non significa brillare intensamente.
|
|
02-10-2015, 18:58
|
#15
|
Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,727
|
Quote:
Originariamente inviata da Drecks
Esco adesso dall'Università con l'unico amico maschio con cui oltre a parlare occasionalmente esco la sera. Incontriamo una terza persona che so già si metterà a parlare col suddetto su qualunque tema di attualità a livelli elevati. Essendo il mio amico uno che monopolizza l'interlocutore, parlano per tutto il viaggio in metro mentre io decido che non ne vale la pena scannarsi a parlare...quindi mi siedo e cazzeggio al cellulare mentre continuano le loro discussioni. Questo terzo scende a una fermata prima del mio amico. Al ché quest'ultimo mi rimprovera di stare isolandomi...e li cercando di essere naturale gli dico quanto penso, cioè che è inutile che parlo per farmi calcolare due secondi che tanto finirei comunque per fare fatica. Dice che mi sbaglio, e come per ogni cosa è convintissimo di quel che dice. fermata dopo lui scende e gli ripeto un altra volta di considerare la questione da un altro punto di vista. Tendenzialmente lui monopolizza spesso le discussioni. Quando non c'è me la cavo meglio, anche se mi rendo conto di non cercare di essere al centro come lui (lo so x esperienza)...quindi almeno so di non essere l'ennesimo stronzo che semplicemente se la cava peggio ma se avesse la possibilità si comporterebbe uguale. Cadrà nel vuoto ciò che ho detto?
Spero di no ma immagino di si.
Ma malgrado la mia scarsa autostima su questo punto ho una convinzione incrollabile. Cioè che in molti contesti non c'è vero dialogo, ma è una gara di attenzioni.
|
Da un punto di vista seduttivo non sei stato affatto impeccabile, ma io non sono pro seduzione e infatti per me te la sei cavata. Col tempo credo che imparerai a rassicurare meglio il tuo interlocutore sul fatto che tu sei sereno. Lui ti considera malato e inferiore perché avrebbe il tuo comportamento al quarto ciclo di chemio e giudica quindi questa tua scarsa energia come un "vivere di meno". Sta a noi taciturni prendere in giro questi iperloquaci esaltando la nostra serenità, ad esempio facendo loro passare per malati attraverso un' analisi del loro comportamento.
|
|
02-10-2015, 18:59
|
#16
|
Esperto
Qui dal: Mar 2010
Messaggi: 12,727
|
Quote:
Originariamente inviata da Crystal
Non farti problemi Drecks, sono tutte stro***e che è inutile discutere...più se ne parla più ci si crea problemi.
La conversazione nasce spontanea tra due o più persone, non ci sono calcoli o cose da dire per forza o da non dire. Sono scelte che uno fà, e non vanno ne giudicate da altri ne riflettute da noi stessi.
Fino ai 20-25 anni il parlare di più o di meno è spesso messo in discussione o analizzato. Per il semplice fatto che vige una specie di competizione.
Un conto è se l'amico, o chichessia, ti dice queste cose in modo di sprono di incitamento. Se lo fà invece per indagare, giudicare o altro, ripeto sono stro***e.
|
Anche dopo i 30 anni purtroppo
|
|
02-10-2015, 19:30
|
#17
|
Principiante
Qui dal: Aug 2015
Messaggi: 57
|
Probabilmente non avrei usato il cellulare al posto tuo ma sarei rimasto in silenzio ad ascoltare .
Il tuo atteggiamento può far pensare sia al tuo amico che alla terza persona che avete incontrato, che ti atteggi da superiore e non ti curi delle discussioni altrui anche se tu lo hai fatto per un motivo ben diverso .
Quello che passa all'esterno in questo caso non è la timidezza/fobicità/ accusa verso il tuo amico che è logorroico ma piuttosto un autoisolamento su cui poi ognuno può costruire la storia che preferisce : "guarda questo che mentre parlo nemmeno mi ascolta, che arrogante" , " guarda questo che se ne frega di interagire con me , forse gli sto antipatico" e così via....
Quote:
Originariamente inviata da Drecks
Quando non c'è me la cavo meglio, anche se mi rendo conto di non cercare di essere al centro come lui (lo so x esperienza)...quindi almeno so di non essere l'ennesimo stronzo che semplicemente se la cava peggio ma se avesse la possibilità si comporterebbe uguale. Cadrà nel vuoto ciò che ho detto?
Spero di no ma immagino di si.
|
Potresti valutare i pro e i contro della relazione... non ha senso stare accanto a qualcuno che ti limita ancora più nelle relazioni di quanto tu non faccia già da solo . Puoi accettare il suo egocentrismo se questa persona ha magari dei pregi, se ci sono dei motivi per cui tu voglia essere suo amico , se siete legati da un vero rapporto di amicizia . Fargli notare anche in modo più diretto questo suo difetto potrebbe servire ma dipende molto da chi hai di fronte... la maggior parte delle persone ti risponderebbe " ma non sono io che parlo troppo, se tu che parli poco"
|
Ultima modifica di Sennar; 02-10-2015 a 20:27.
|
02-10-2015, 19:56
|
#18
|
Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
|
Quote:
Originariamente inviata da Sennar
[...] la maggior parte delle persone ti risponderebbe " ma non sono io che parlo troppo, se tu che parli poco"
|
Proprio così...
|
|
02-10-2015, 20:26
|
#19
|
Intermedio
Qui dal: Sep 2015
Messaggi: 102
|
Secondo me, dalle persone si dovrebbe prendere il meglio (suggerimenti, spunti, ispirazione...) e il resto andrebbe ignorato, al punto da ignorare la persona in questione e "abbandonarla", eventualmente. Per suggerimenti et cetera intendo modi di gestire la conversazione... sebbene non si debba uniformarci a un gergo o a una gestualità "alla moda", prendere qualche appunto di questo tipo e sviscerarlo non può fare che bene.
Inoltre, sempre secondo me, non ha molto senso entrare in gruppetti o farsi degli amici che non percepisci come affini. Per quanto mi riguarda, i miei problemi si acutizzano quando sono sotto gli occhi di persone che sento "che mi odiano/disprezzano/sbeffeggiano".
Tenendo conto che chiunque potrebbe rivelarsi con gli stessi difetti, magari solo latenti, degli "estroversoni"... secondo me vale la pena cercare di farsi amici coloro coi quali sai già di avere qualcosa in comune.
Forse non sto afferrando il punto della questione, visto che mi sembra di dire cose molto banali e forse un poco ingenue.
Se invece si sta parlando di amicizie "funzionali", tese ad esempio a formare gruppo di studio, allora consiglio di applicarsi nella "materia" in questione e di partecipare in quanto esperto. Mettere da parte cioè l'aspetto ludico e più fonte di stress dello stare a contatto con gli altri.
|
|
03-10-2015, 17:26
|
#20
|
Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Near Milan
Messaggi: 3,986
|
Quote:
Originariamente inviata da pokorny
Tutto vero ma chiediti perché nasce la conversazione oppure non parte. Sono anche una lunga serie di atteggiamenti corporei, la voce, dove va lo sguardo, etc. Forse Drecks lancia segnali interpretati come non apertura e basta niente a far dirigere la persona altrimenti neutrale a parlare con quello che lancia i segnali "magnetici". Non ce lo verrà mai a dire, non per insincerità ma semplicemente perché non si vede dall'esterno e non può vedere nella mente degli altri.
Come dicevo, migliorare su queste cose la vedo difficile. Qualcosina sicuramente si impara, voce decisa, tenere le spalle dritte, guardare negli occhi... persino io ho potuto cambiare in qualcosa ma ci sono voluti 20-25 anni e il problema posso considerarlo "risolto" al 20%...
|
Ok, ma anche qui è un gatto che si morde la coda..nel senso che più indirizziamo la colpa dei mancati dialoghi a noi, la volta dopo faremo sempre peggio. E di conseguenza sempre meno persone ci rivolgeranno la parola, perchè vedranno segnali fisici ed emotivi che non siamo "avvezzi" al dialogo.
Oltre a lavorarci sopra in modo idoneo il trucco è non pensare mai che non ci parlano per colpa nostra, tanto come è stato detto prima la conferma non l'avremo mai, e allora perchè nel dubbio perpetuo dobbiamo sempre pensare male?
Più pensiamo che siamo noi gli autori del "non dialogo", anche quando non lo saremo in maniera palese, ci daremo la colpa comunque.
Il non incolparci tutte le volte, fà si che la sicurezza in noi cresca e che le volte che capiterà di dialogare offriremo una prestazione più convincente, con meno segnali equivoci, che ci caricherà ulteriormente l'autostima, e così via.
|
|
|
|
|