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Vecchio 20-01-2012, 17:30   #1
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Wow non ci posso credere.. dopo ben tre mesi di attività finalmente mi decido anch'io ad aprire una discussione! evento storico per il forum

vabè vabè, bando alle ciance. In effetti il tono del 3d è abbastanza serio. Il punto è che stamattina mi sono alzato pensoso, e vorrei sottoporre alla vostra attenzione i frutti di cotanto ponderamento.. Beh, in realtà sono sempre pensoso, non solo stamattina.. ma, oggi mi son reso conto di una cosa. e cioè che io non sono asociale.

Cioè, partiamo dal presupposto che soffro di fobia sociale, quindi paura, ansia, evitamento ecc ecc.. ce le ho tutte queste cose.. siamo chiari..Ma il punto è che io non rinnego, in linea di principio, la socialità. Anzi al contrario, credo che sia uno strumento di crescita personale e emotiva, necessaria per l'educazione sentimentale di un'individuo. Il problema è che sono talmente incapace e inetto in materia.. sarà la mancanza di esperienza, chesso.. o vent'anni e rotti passati tra traumi, ansie e fobie.. fatto sta che in mezzo agli altri non funziono. Non mi do per vinto, certo, ma parto dal presupposto che, come sto messo al momento, c'è poco da fare.. in mezzo alla gente non funziono.

Ora, lasciatemi esporre il punto. Piu vado avanti piu mi rendo conto di un profondo "asincronismo", diciamo così, tra i miei valori i miei ideali ecc e il modo in cui conduco la mia esistenza. Piu vado avanti e piu mi muto in qualcosa di sempre piu diverso rispetto al tizio che sarei voluto diventare (per quanto possa suonare naive..). é come se mi fossi preso un virus o qualcosa al cervello, che mi abbia lentamente trasformato in un completo estraneo.. come se qualche sadico genio del male abbia preso il controllo delle mie azioni tramite qualche strano congegno di controllo della mente, e avesse gettato il telecomando..

Vi faccio un esempio: l'altro dì ero sull'autobus che porta all'università (altro evento storico). L'autobus era fermo, doveva ancora partire, e io stavo aspettando pensando ai fatti miei (trallallero trallallà).. c'erano un paio di persone in tutto sul bus, tutti in silenzio. Ad un tratto sale una ragazza dai capelli rossi (le mie preferite) sui 26-27 anni, carina, e si siede sul posto di fianco al mio (nel senso: io-corridoio-lei.. posti non adiacenti ma alla stessa altezza). Io la noto ma distolgo subito lo sguardo quando lei stava per intercettarlo.. Quindi dopo qualche secondo di silenzio inizia a maneggiare con un po di riviste, fogliettini ecc.. Ad un tratto, le cade un fogliettino per terra, vicino al mio posto, ma lei non se ne accorge. Io, che invece me n'ero accorto, faccio finta di niente, non le raccolgo il fogliettino, non glielo porgo, anzi preferisco far finta di nulla e sprofondare nella mia vergogna.. dopo un po lei se ne accorge e prende il fogliettino per conto suo.. Ora, probabilmente puo sembrare un comportamento normale per un sociofobico.. Ma per me fu sconvolgente.. fu come ammettere di essere un vigliacco. cosa che mai mi sarei sognato di divenire..

a parte lo stupido aneddotucciolo.. forse un po superfluo.. Il punto è questo: vi siete mai resi conto di essere diversi da quel che sareste voluto essere? non so.. a volte mi sembra di non riconoscere l'immagine nello specchio..
Vecchio 20-01-2012, 18:17   #2
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L'avatar di eVito Corleone
 

Mi accade praticamente sempre, vorrei comportarmi in un modo, aggregarmi, ma poi finisco sempre per autoisolarmi.
Vecchio 20-01-2012, 18:59   #3
Intermedio
 

E' esattamente quello che intendo.. e devo dire che piu ci penso piu mi rendo conto dell'ingiustizia della cosa. é come se ci fosse un difetto, un malfunzionamento, una fragilità.. che non impedisce di vedere, seppur da lontano, il palio, ma impedisce comunque di muoversi in quella direzione.

Ogni tanto però, c'è qualcosa che mi colpisce, tipo un libro, un film, e mi ricorda, mi avvicina, me lo fa quasi toccare, quasi, quel palio. e a quel punto torna l'eccitamento per qualcosa che piu che un ricordo è un sogno. Quel qualcosa di cui tutti parlano continuamente, ma che a noi non è mai dato conoscere realmente, e che dobbiamo sempre dare solo e comunque per implicito.

Insieme all'eccitamento poi, arriva la rabbia. Il problema è che quella rabbia spesso la si rivolge verso se stessi, andando a peggiorare ancor piu le cose..C'è un motivo se sono come sono.. e non puo essere tutta colpa mia, non puo. ma non è neanche colpa degli altri perche riescono a vivere una vita che a noi pare un sogno. scusate lo sfogo, apparentemente oggi sono in vena di pseudo-psico-drammi
Vecchio 20-01-2012, 19:20   #4
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a parte lo stupido aneddotucciolo.. forse un po superfluo.. Il punto è questo: vi siete mai resi conto di essere diversi da quel che sareste voluto essere? non so.. a volte mi sembra di non riconoscere l'immagine nello specchio..
No, perchè non ho mai avuto un'idea chiara di cosa sarei-avrei voluto essere. Diciamo che sono arrivato a una sorta di autoaccettazione mista a rassegnazione che m'impedisce di pensare di essere o diventare una persona migliore.

Ultima modifica di maury25; 20-01-2012 a 19:22.
Vecchio 20-01-2012, 19:28   #5
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Wow non ci posso credere.. dopo ben tre mesi di attività finalmente mi decido anch'io ad aprire una discussione! evento storico per il forum

vabè vabè, bando alle ciance. In effetti il tono del 3d è abbastanza serio. Il punto è che stamattina mi sono alzato pensoso, e vorrei sottoporre alla vostra attenzione i frutti di cotanto ponderamento.. Beh, in realtà sono sempre pensoso, non solo stamattina.. ma, oggi mi son reso conto di una cosa. e cioè che io non sono asociale.

Cioè, partiamo dal presupposto che soffro di fobia sociale, quindi paura, ansia, evitamento ecc ecc.. ce le ho tutte queste cose.. siamo chiari..Ma il punto è che io non rinnego, in linea di principio, la socialità. Anzi al contrario, credo che sia uno strumento di crescita personale e emotiva, necessaria per l'educazione sentimentale di un'individuo. Il problema è che sono talmente incapace e inetto in materia.. sarà la mancanza di esperienza, chesso.. o vent'anni e rotti passati tra traumi, ansie e fobie.. fatto sta che in mezzo agli altri non funziono. Non mi do per vinto, certo, ma parto dal presupposto che, come sto messo al momento, c'è poco da fare.. in mezzo alla gente non funziono.

Ora, lasciatemi esporre il punto. Piu vado avanti piu mi rendo conto di un profondo "asincronismo", diciamo così, tra i miei valori i miei ideali ecc e il modo in cui conduco la mia esistenza. Piu vado avanti e piu mi muto in qualcosa di sempre piu diverso rispetto al tizio che sarei voluto diventare (per quanto possa suonare naive..). é come se mi fossi preso un virus o qualcosa al cervello, che mi abbia lentamente trasformato in un completo estraneo.. come se qualche sadico genio del male abbia preso il controllo delle mie azioni tramite qualche strano congegno di controllo della mente, e avesse gettato il telecomando..

Vi faccio un esempio: l'altro dì ero sull'autobus che porta all'università (altro evento storico). L'autobus era fermo, doveva ancora partire, e io stavo aspettando pensando ai fatti miei (trallallero trallallà).. c'erano un paio di persone in tutto sul bus, tutti in silenzio. Ad un tratto sale una ragazza dai capelli rossi (le mie preferite) sui 26-27 anni, carina, e si siede sul posto di fianco al mio (nel senso: io-corridoio-lei.. posti non adiacenti ma alla stessa altezza). Io la noto ma distolgo subito lo sguardo quando lei stava per intercettarlo.. Quindi dopo qualche secondo di silenzio inizia a maneggiare con un po di riviste, fogliettini ecc.. Ad un tratto, le cade un fogliettino per terra, vicino al mio posto, ma lei non se ne accorge. Io, che invece me n'ero accorto, faccio finta di niente, non le raccolgo il fogliettino, non glielo porgo, anzi preferisco far finta di nulla e sprofondare nella mia vergogna.. dopo un po lei se ne accorge e prende il fogliettino per conto suo.. Ora, probabilmente puo sembrare un comportamento normale per un sociofobico.. Ma per me fu sconvolgente.. fu come ammettere di essere un vigliacco. cosa che mai mi sarei sognato di divenire..

a parte lo stupido aneddotucciolo.. forse un po superfluo.. Il punto è questo: vi siete mai resi conto di essere diversi da quel che sareste voluto essere? non so.. a volte mi sembra di non riconoscere l'immagine nello specchio..

Hai descritto perfettamente come mi sento, io non sarei mai riuscita a descriverlo così bene. Mi sento incapace di socializzare nonostante ci provi e ne abbia voglia, ma tutto un disastro e sono convinta di avere un cervello diverso dalle altre persone perché non sono mai la stessa e ho degli sbalzi d'umore abbastanza improvvisi...
In effetti non ho mai pensato bene di me ma forse non credevo di arrivare a un punto così critico.
Vecchio 20-01-2012, 19:30   #6
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Capisco perfettamente la tua situazione perchè ci sono passato anch'io...
Ma credo, almeno in parte, di essere riuscito ad uscirne...
Come ho fatto?
Semplice (almeno in teoria) c'è stato un momento nella mia vita in cui ho raggiunto un bivio e sono stato costretto dalle circostanze (e anche dai miei genitori) a prendere una decisione...
E ho cominciato da allora a fare esattamente il contrario rispetto a quello che mi suggeriva la mente ottenebrata da anni di paure e fobie...
Mi sono dovuto praticamente autoviolentare e ancora adesso la mia vita è una battaglia quotidiana ma sono riuscito ad ottenere buoni risultati...(se non fosse x la mia solitudine sentimentale perenne e la consapevolezza del mio passato insieme alle mie tremende fragilità potrei quasi considerarmi un estroversone considerando la mia vita sociale)
Vecchio 20-01-2012, 19:58   #7
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Originariamente inviata da maury25 Visualizza il messaggio
No, perchè non ho mai avuto un'idea chiara di cosa sarei-avrei voluto essere. Diciamo che sono arrivato a una sorta di autoaccettazione mista a rassegnazione che m'impedisce di pensare di essere o diventare una persona migliore.
Capisco che intendi.. Anch'io a volte credo di abituarmi, di rassegnarmi. Ma poi c'è sempre qualcosa che mi butta coi piedi per terra e mi costringe a rivalutare il mio stato d'animo. Credo che col tempo tutti ci si rassegnino, l'uomo si abitua a tutto. il problema è che non so se voglia farlo.. se quella, pur non solo apparente, felicità, ne valga la pena.
Vecchio 20-01-2012, 20:06   #8
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L'avatar di napapijri
 

il tuo aneddoto, nella sua semplicità, è efficacissimo. Sei stato bravissimo a rendere l'idea di ciò che provo molto molto spesso.
Io avverto non tanto di non essere come vorrei, ma di apparire diversa da ciò che effettivamente sono. Il comportamento fobico o estremamente timido fa si che lo specchio rifletta un'immagine che non corrisponde alla realtà. E' il mio comportamento che è alterato non riesco ad attuare con coerenza, in alcune situazioni, ciò che sento e penso.
Vecchio 20-01-2012, 20:10   #9
Intermedio
 

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Originariamente inviata da Markettino Visualizza il messaggio
Mi sono dovuto praticamente autoviolentare e ancora adesso la mia vita è una battaglia quotidiana ma sono riuscito ad ottenere buoni risultati...(se non fosse x la mia solitudine sentimentale perenne e la consapevolezza del mio passato insieme alle mie tremende fragilità potrei quasi considerarmi un estroversone considerando la mia vita sociale)
Ti dirò, ho pensato molte volte di autoviolentarmi, in quel senso.. Tipo buttarsi consapevolmente in qualcosa di estremamente folle, per un fobico.. Come partire per un viaggio di un anno in inghilterra, lavorandoci, andare nell'esercito () e cose così.. Non dico che non ho mai fatto cose di cui andare fiero, cose da non fobico, pero erano tutte cose in un certo qual modo programmate.. niente di speciale, niente di sconvolgente. Però piu vado avanti piu la sottile linea di demarcazione tra proposito e fantasia si sposta verso il proposito.. arriverò anch'ioad un punto in cui sarò costretto a farlo, spero..
Vecchio 20-01-2012, 20:13   #10
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Originariamente inviata da Ethereal Visualizza il messaggio
Capisco che intendi.. Anch'io a volte credo di abituarmi, di rassegnarmi. Ma poi c'è sempre qualcosa che mi butta coi piedi per terra e mi costringe a rivalutare il mio stato d'animo. Credo che col tempo tutti ci si rassegnino, l'uomo si abitua a tutto. il problema è che non so se voglia farlo.. se quella, pur non solo apparente, felicità, ne valga la pena.
Dipende da te. Se senti di avere ancora qualche cartuccia da sparare impegnati, prendi la mira e colpisci..altrimenti accetta l'accettabile e prendi quello che viene, che poi è quello che in sostanza faccio anche io.
Io mi guardo allo specchio e vedo un piccolo uomo rassegnato e schiacciato dalle circostanze..non è piacevole, ma non è neanche quella condizione per cui tutto è marcio..mi spiego, non è una rassegnazione definitiva, è un'accettazione consapevole della realtà e di quello che mi circonda e da essa mi baso, non viceversa. Potrebbe essere una considerazione nichilista e brutale, ma io la vedo così. Non ci credo più alle favole, ormai. Credo nelle proprie capacità, perchè a prescindere da tutto, a prescindere dalla compagnia, dipende sempre tutto da noi, che ci piaccia o no. Vivere e migliorare è una scelta individuale, che non dipende da nessuno all'infuori di noi stessi.
Ok, scusa per il poema, magari è utile a qualcuno, non si sa mai.
Vecchio 20-01-2012, 20:27   #11
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Originariamente inviata da napapijri Visualizza il messaggio
il tuo aneddoto, nella sua semplicità, è efficacissimo. Sei stato bravissimo a rendere l'idea di ciò che provo molto molto spesso.
Io avverto non tanto di non essere come vorrei, ma di apparire diversa da ciò che effettivamente sono. Il comportamento fobico o estremamente timido fa si che lo specchio rifletta un'immagine che non corrisponde alla realtà. E' il mio comportamento che è alterato non riesco ad attuare con coerenza, in alcune situazioni, ciò che sento e penso.
Ti ringrazio
Beh, hai colto in pieno il mio dilemma. Non è solo il comportamento che definisce una persona, soprattutto nel caso dei timidi. c'è qualcosa di deviante da prendere in considerazione..qualcosa di nascosto, come un universo parallelo fatto di ombre e proiezioni.
Vecchio 20-01-2012, 20:43   #12
Intermedio
L'avatar di napapijri
 

ma riusciremo mai a far si che lo specchio rifletta la nostra vera immagina o saremo destinati a rimanere sempre nel lato oscuro?
Io sono abbastanza rassegnata, anche se con l'avanzare dell'eta riscontro dei lievissimi, naturali ( cioè non frutto di impegno ), miglioramenti... ma to everything there is a season e molte stagioni sono passate ed ho sempre più la sensazione che alcune cose siano ormai inesorabilmente perse...
Cosa si può fare ?
Vecchio 20-01-2012, 20:57   #13
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L'avatar di D. Vecio
 

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Wow non ci posso credere.. dopo ben tre mesi di attività finalmente mi decido anch'io ad aprire una discussione! evento storico per il forum

vabè vabè, bando alle ciance. In effetti il tono del 3d è abbastanza serio. Il punto è che stamattina mi sono alzato pensoso, e vorrei sottoporre alla vostra attenzione i frutti di cotanto ponderamento.. Beh, in realtà sono sempre pensoso, non solo stamattina.. ma, oggi mi son reso conto di una cosa. e cioè che io non sono asociale.

Cioè, partiamo dal presupposto che soffro di fobia sociale, quindi paura, ansia, evitamento ecc ecc.. ce le ho tutte queste cose.. siamo chiari..Ma il punto è che io non rinnego, in linea di principio, la socialità. Anzi al contrario, credo che sia uno strumento di crescita personale e emotiva, necessaria per l'educazione sentimentale di un'individuo. Il problema è che sono talmente incapace e inetto in materia.. sarà la mancanza di esperienza, chesso.. o vent'anni e rotti passati tra traumi, ansie e fobie.. fatto sta che in mezzo agli altri non funziono. Non mi do per vinto, certo, ma parto dal presupposto che, come sto messo al momento, c'è poco da fare.. in mezzo alla gente non funziono.

Ora, lasciatemi esporre il punto. Piu vado avanti piu mi rendo conto di un profondo "asincronismo", diciamo così, tra i miei valori i miei ideali ecc e il modo in cui conduco la mia esistenza. Piu vado avanti e piu mi muto in qualcosa di sempre piu diverso rispetto al tizio che sarei voluto diventare (per quanto possa suonare naive..). é come se mi fossi preso un virus o qualcosa al cervello, che mi abbia lentamente trasformato in un completo estraneo.. come se qualche sadico genio del male abbia preso il controllo delle mie azioni tramite qualche strano congegno di controllo della mente, e avesse gettato il telecomando..

Vi faccio un esempio: l'altro dì ero sull'autobus che porta all'università (altro evento storico). L'autobus era fermo, doveva ancora partire, e io stavo aspettando pensando ai fatti miei (trallallero trallallà).. c'erano un paio di persone in tutto sul bus, tutti in silenzio. Ad un tratto sale una ragazza dai capelli rossi (le mie preferite) sui 26-27 anni, carina, e si siede sul posto di fianco al mio (nel senso: io-corridoio-lei.. posti non adiacenti ma alla stessa altezza). Io la noto ma distolgo subito lo sguardo quando lei stava per intercettarlo.. Quindi dopo qualche secondo di silenzio inizia a maneggiare con un po di riviste, fogliettini ecc.. Ad un tratto, le cade un fogliettino per terra, vicino al mio posto, ma lei non se ne accorge. Io, che invece me n'ero accorto, faccio finta di niente, non le raccolgo il fogliettino, non glielo porgo, anzi preferisco far finta di nulla e sprofondare nella mia vergogna.. dopo un po lei se ne accorge e prende il fogliettino per conto suo.. Ora, probabilmente puo sembrare un comportamento normale per un sociofobico.. Ma per me fu sconvolgente.. fu come ammettere di essere un vigliacco. cosa che mai mi sarei sognato di divenire..

a parte lo stupido aneddotucciolo.. forse un po superfluo.. Il punto è questo: vi siete mai resi conto di essere diversi da quel che sareste voluto essere? non so.. a volte mi sembra di non riconoscere l'immagine nello specchio..
Bel topic.
Per quanto mi riguarda non tengo un modello di riferimento a cui voglio aspirare, ma una rotta.
Lascio andare avanti la nave, se vedo che comincia a uscire dalla rotta e che non va granché bene aggiusto subito in qualche maniera.
Sono esattamente quel che voglio essere e sarò quel che sono ora anche nel futuro, perché questo atteggiamento che ho è quello che voglio più di tutti mantenere nel tempo, è più una questione di essere che di fare.
Vecchio 20-01-2012, 20:59   #14
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Ti dirò, ho pensato molte volte di autoviolentarmi, in quel senso.. Tipo buttarsi consapevolmente in qualcosa di estremamente folle, per un fobico.. Come partire per un viaggio di un anno in inghilterra, lavorandoci, andare nell'esercito () e cose così.. Non dico che non ho mai fatto cose di cui andare fiero, cose da non fobico, pero erano tutte cose in un certo qual modo programmate.. niente di speciale, niente di sconvolgente. Però piu vado avanti piu la sottile linea di demarcazione tra proposito e fantasia si sposta verso il proposito.. arriverò anch'ioad un punto in cui sarò costretto a farlo, spero..
Te lo auguro...
Ti assicuro che ti sarà molto utile se saprai digerire le inevitabili batoste iniziali...
E' come se si rompesse una metaforica "campana di vetro"....
Inizialmente è traumatico ma poi con il tempo qualcosa pian pianino cambia..
Fidati...
Vecchio 20-01-2012, 21:04   #15
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Originariamente inviata da napapijri Visualizza il messaggio
Io sono abbastanza rassegnata, anche se con l'avanzare dell'eta riscontro dei lievissimi, naturali ( cioè non frutto di impegno ), miglioramenti... ma to everything there is a season e molte stagioni sono passate ed ho sempre più la sensazione che alcune cose siano ormai inesorabilmente perse...
Cosa si può fare ?
Spesso arrivo anch'io a queste considerazioni...
L'unica cosa da fare?
Buttarsi il più possibile cercando di non pensarci troppo e cercando di ridurre all'impotenza certi meccanismi mentali che frenano questo processo...
Dite che non è per niente facile?
Avete ragione....
Vecchio 20-01-2012, 21:07   #16
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Cosa si può fare ?
Non ne ho idea, quello è il problema Uno deve cercare di divincolarsi nello spazio che ha, scavare, scavare.. e pian piano ritagliarsi uno spazio soddisfacente. Questo è quel che uno psicologo probabilmente di consiglierebbe. trovare dove poter migliorare e da li fare leva.. Ma dipende tutto da noi, come dice maury25. Tutto dipende dal perchè. Ma non so, non vorrei parlare a vanvera.. son nella tua medesima situazione
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