Vicino a dove abito, nella città di Terni, una città dell'Umbria, un ragazzo, amico di un mio caro amico che in quel momento non frequentavo perché era da un paio di anni che non lo sentivo e quindi tendevo a evitarlo, si uccise gettandosi dal tetto del suo appartamento. Era di buona famiglia, col padre medico e la madre che voleva che facesse medicina a tutti i costi. Aveva appena preso il diploma al classico, senza problemi. Aveva una passione per il pianoforte e voleva studiare musica, il conservatorio o un'università musicale. Non sapeva imporsi coi genitori benché stesse per compiere venti anni. Credo fosse del 93. Era succube della madre, e non usciva mai la sera perché lei non glielo permetteva.
Morì. Suicida.
Ho visto la sua foto a casa di questo mio amico, che poi ho ricontatto io, e oggi lo vedo sempre.
Era un ragazzo carino, coi capelli castani, a caschetto, e la faccia allungata. Sapete una cosa? Spesso ci penso. Perché ci fu un periodo nel quale un mio amico con cui uscivo sempre in quel periodo usciva assieme a questo amico che in quel periodo non frequentato, e con loro c'era questo ragazzo che poi sarebbe morto, che io non avrei mai conosciuto sebbene più volte ebbi l'opportunità di uscire con loro.
Un'occasione sprecata, capite? L'occasione di conoscere una persona che sarebbe morta, e magari anche la timida prospettiva di fargli cambiare idea. Sono un tipo intuitivo, se aveva dei problemi l'avrei potuto indovinare; ed entrando in confidenza con lui, avrei potuto dissuaderlo, dirgli che la vita vale la pena essere vissuta, che la vita è un'opportunità...o almeno può esserlo.
Invece non ci sono mai uscito con loro, in quel periodo evitavo, e così non l'ho mai conosciuto...e non ci ho mai parlato...Anche semplicemente per conoscerlo...