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Vecchio 28-01-2023, 10:18   #21
Esperto
 

Bisogna vedere anche cosa si intende per fobici.
Ad esempio le persone a tendenza introversa,con difficoltà a stabilire relazioni strette ma che avevano un certo funzionamento sociale (gite uscite di gruppo hobby fuori casa) ne hanno risentito poiché la loro quotidianità è cambiata.
Non dubito che per chi ha problemi a trovarsi la ragazza ma va tranquillamente a Gardaland ,ai concerti, a calcetto, il lockdown sia stato negativo.
Semplificando al massimo, un fobico del tipo "mi vergogno a portare fuori casa la mia faccia" si sentirà meglio con la mascherina se proprio deve uscire, e meglio in smartworking che in presenza, non che questo giovi sul lungo termine ma come effetto immediato ci sta tutto. Che poi lo Smartworking si é rivelato preferibile da un sacco di gente "normie", segno che 1) la gente non è poi così "norme"/il fobico non è poi così fobico 2) la pandemia ha rivelato certe cosette del sistema turbocapitalista che prima erano "si fa così e basta", e invece no, si poteva fare anche cosà (lo smart ma anche altro) ma ci è voluta una pandemia di mezzo.

Ultima modifica di claire; 28-01-2023 a 10:49.
Vecchio 28-01-2023, 10:20   #22
Esperto
L'avatar di Kitsune
 

Sono un ex hikikomori e non ne sono uscito mai davvero.
Il covid ha quasi azzerato dieci anni di terapia e risocializzazione.
Sono abituato a stare in casa da solo per lunghi periodi non mi ha ucciso ma.
Gli elementi che mi creavano stress fuori di casa erano sotto controllo.
Non c'era tutto questo sollievo nello stare a casa visti i contro di tornare a diventare completamente alienato.
Alla fine si ritorna a dover uscire e la mancanza di esposizione continuata ha fatto sì che questo processo è stato duro, si è dovuto rimparare a stare nella società. Poi mia madre si è ammalata e son dovuto tornare a chiudermi in casa fatta eccezione del lavoro.
Per tanti l'isolamento non è la cosa peggiore della reclusione, ci sono situazioni molto complesse dove la casa non è affatto un rifugio sicuro ma fonte di ulteriore stress e sfide continue.
Vecchio 28-01-2023, 10:25   #23
Hor
Esperto
L'avatar di Hor
 

A me il lockdown non ha cambiato nulla, visto che è arrivato quando era già in atto da molto tempo il mio isolamento. Isolato ero e isolato sono restato.
Ha interrotto un gruppo di riabilitazione psichiatrica che stavo frequentando, ma a pensarci ora è stata solo una cosa positiva, visto che, ora che vedo le cose in prospettiva, quei gruppi non mi sono serviti proprio a nulla.
Vecchio 28-01-2023, 11:01   #24
Esperto
L'avatar di Xchénnpossoreg?
 

Il lockdown non ha modificato la mia socialità.
Zero amici/fidanzati/uscite per locali prima, zero amici/fidanzati/uscite per locali dopo.
I conti tornano sempre .

Ci sono stati dei cambiamenti in altri ambiti, ad esempio non ho più avuto spazio e privacy per disegnare (e la situazione continua tuttora). Mi sono dovuta adeguare, sono passata al digitale e sto ancora cercando di abituarmi al perenne rumore di sottofondo.
E' il classico punto dolente. Purtroppo non ho molti modi per attenuare stress e ansia, il disegno in questo mi ha sempre dato una mano e ritrovarmi così è difficile.
C'est la vie, bisogna farci il callo.

A parte questo negli ultimi anni tra lutti, sfighe varie, ecc posso dire di aver passato un periodo davvero di melma.
Vecchio 28-01-2023, 11:24   #25
Esperto
 

Stranamente durante il lockdown non sono né dimagrito ne ingrassato

Come Zoe ho vissuto anch'io questa forte privazione della libertà, un conto è uscire di casa perché non vuoi, un conto perché non PUOI, sono 2 cose diverse

Non sono mai stato dalla parte dei fanatici delle misure restrittive (come ho già detto sostenevo il movimento ioapro) ma nemmeno di chi ha fatto totalmente finta di nulla e negava l'esistenza del virus.

Purtroppo chi promuoveva l'uso di cure domiciliari veniva bollato come negazionista e veniva messo a paragone con chi diceva "il virus non esiste" ma invece avevano ragione, altroché negazionisti
Vecchio 28-01-2023, 18:35   #26
Esperto
 

Non è stato un periodo facile emotivamente, ammetto che ero molto preoccupato e ansioso, anche il non uscire a fare passeggiate in tranquillità ha pesato abbastanza, però comunque in questo periodo ho fatto amicizia con una bellissima persona, cosa difficile di questi tempi a mio avviso, soprattutto per me, di negativo c’è che con un altro mio amico ho interrotto di parecchio le frequentazioni, spesso nel weekend ci si vedeva a casa mia a vedere la partita e un film
Vecchio 28-01-2023, 19:42   #27
idk
Esperto
L'avatar di idk
 

La città durante il lockdown era bellissima e vivibile, finalmente si poteva respirare a pieni polmoni aria pulita. Niente caos, niente ingorghi, strade libere e ordinate e un generale senso di pace. Metterei ora la firma per riavere la città come i primi mesi di lockdown.
Vecchio 28-01-2023, 20:27   #28
Esperto
 

La cosa che più ho odiato di quel periodo è stata la totale incertezza sull'avvenire, nessuno poteva sapere quanto sarebbe durato, quando si sarebbe avuta la parola fine!! Si viveva nell'angoscia perenne!! Poi accendevi la TV e puntualmente ti trovavi da un lato i catastrofisti/pessimisti che parlavano di apocalisse e dall'altro i deliri dei novax!! Grazie a Dio che ne siamo venuti fuori!!
Vecchio 29-01-2023, 11:36   #29
Avanzato
L'avatar di Tragopan
 

Anch'io ricordo quella primavera come uno dei periodi più belli: giornate stupende, una primavera "così primavera" come non si vedeva da tempo, silenzio, tranquillità, la natura che sembrava essersi ripreso il suo spazio, nessun dilemma se accettare o no di uscire il sabato sera.

La verità è in quel periodo eravamo tutti giustificati dall'astenerci dalle nostre responsabilità sociali e lavorative e questo, almeno nel mio caso, mi ha fatto sentire spensierato e leggero come non succedeva da tempo. Per le persone come me quello è stato un contesto dove i miei comportamenti erano ampiamente giustificati, una situazione quasi tagliata su misura per me.

Ultima modifica di Tragopan; 29-01-2023 a 11:39.
Vecchio 29-01-2023, 12:12   #30
Intermedio
L'avatar di Ur-Quan
 

Ringrazio tutti per la partecipazione.

Vedo che, anche se le risposte si dividono in “per me il lockdown è stato benefico” e “per me il lockdown è stato dannoso”, emergono comunque diverse ragioni sottese.

La questione mi sempre complessa e merita un’analisi seria.

Appena torno da fisso farò un intervento più articolato, ma intanto vi ringrazio per aver partecipato al confronto con le vostre esperienze e considerazioni.
Vecchio 30-01-2023, 00:36   #31
Intermedio
L'avatar di Ur-Quan
 

Allora... rinnovando i miei ringraziamenti, parto da alcune affermazioni, senza quotare chi ha chiesto il no quote.

Quote:
Se si resta fermi quando il mondo va avanti, un motivo ci sarà. Non penso che uno si blocchi per divertimento, ci saranno varie cause che non è facile identificare e isolare.
Ed è proprio per questo che sono venuto qui a cercare confronto: magari insieme ci arriviamo... o se non ci arriviamo, ci abbiamo provato.

Quote:
Facendo un paragone sportivo, ovvio che le squadre che facevano schifo sperassero nella sospensione del campionato, mentre la prima in classifica scalpitava per rientrare in campo dopo due giorni.
Ok, partiamo da qui: noi siamo la squadra introversa, che ogni volta che scende in campo patisce il confronto con la squadra estroversa?

Per me sicuramente c'era un patimento nel constatare che sono rimasto immobile mentre le persone che mi circondavano andavano avanti.

Il patimento scatenava il mio giudice interiore: "Ecco, sei una merda inadeguata!"

E come facevo ad andare avanti se tutto il giorno, tutti i giorni, nella mia testa sentivo questo pensiero?

Sparite le occasioni sociali causa pandemia, il giudice interiore non aveva più niente da dire e... tac! Esame di abilitazione superato.

Quindi può essere che questa cosa non valga solo per me? Che abbiamo dentro di noi un giudice interiore che NON ci fa progredire? Ci sentiamo inadeguati, perché tali ci giudichiamo (noi) e magari proiettiamo pure questo giudizio sugli altri, dicendo che non parla il giudice interiore, ma parlano gli altri.

Quote:
Son felice per te Ur-Quan che sei riuscito a sfruttare il lockdown nella maniera a te più congeniale, ma l'equazione "fobico = bel lockdown" non trova riscontro nella mia aneddotica, né in quella delle altre persone fobiche che conosco, le quali hanno avuto notevoli aggravamenti sintomatologici.
Non volevo spingermi a fare un'equazione del genere, ma piuttosto volevo capire se, per altri oltre a me, si potesse parlare di "bel lockdown".

E in effetti per alcuni è stato così e per altri no.

Mi sembra di capire che ciò dipenda molto dal tipo di problema che colpisce ciascuno degli interessati: chi soffre perché è carente del contatto con il prossimo e chi soffre perché patisce il contatto con il prossimo (in generale o perché in un dato momento tale è la contingenza).

Quote:
La verità è in quel periodo eravamo tutti giustificati dall'astenerci dalle nostre responsabilità sociali e lavorative e questo, almeno nel mio caso, mi ha fatto sentire spensierato e leggero come non succedeva da tempo. Per le persone come me quello è stato un contesto dove i miei comportamenti erano ampiamente giustificati, una situazione quasi tagliata su misura per me.
Anche questa è una risposta molto interessante e sempre in qualche modo correlata a questo confronto/scontro con la dimensione degli altri.

Proviamo a tirare due righe, senza alcuna pretesa di annunciare verità universali: qualcuno è bloccato dal giudice interiore o ha problemi nell'interfacciarsi con interazioni sociali indesiderate (per mille o più motivi, a torto o a ragione).
Queste persone, tra cui me, hanno tratto benefici dal lockdown.

Altri, invece, magari anche sferzati dal giudice interiore, fanno prevalere il desiderio di vicinanza con gli altri e quindi hanno patito la riduzione delle interazioni sociali.

Da tutto questo possiamo imparare qualcosa su di noi per stare meglio?

Una cosa mi sento di averla imparata: quando il giudice interiore esagera, finiamo per diventare esattamente quello di cui ci accusa.
Se ci sentiamo stupidi, diventiamo stupidi. Se ci sentiamo incompetenti, diventiamo incompetenti.
E poi tutto questo giudizio lo proiettiamo sugli altri in due sensi: nel primo, neghiamo il giudice interiore e facciamo provenire le accuse dagli altri.
Nel secondo, cominciamo noi a giudicare, guastando tutti i rapporti sociali.
Ci arrabbiamo, ci abbruttiamo, ci incattiviamo.

Se riusciamo a silenziare il giudice interiore ogni volta che da guida (coscienza) si muta in carnefice (pensiero distorto), riusciamo ad andare avanti.

Qualcuno qui ha avuto la mia stessa sensazione: fermi gli altri, si ferma anche il confronto e il giudice tace, sicché riuciamo poi a muoverci noi.

Ripeto, senza pretesa di dispensare verità, ma questa è la lezione che ho tratto.
Vecchio 11-03-2023, 22:53   #32
Intermedio
 

Quote:
Originariamente inviata da Ur-Quan Visualizza il messaggio
Buongiorno a tutti; sono un nuovo utente che, a volte e negli ultimi anni anche troppo, è stato ostacolato nel vivere dall'evitanza e speravo di avere un confronto con voi sul tema.

Come da titolo, torniamo per un secondo ai tempi del lockdown.

Nel finire del 2019 ero in un momento di enorme difficoltà: avevo fallito l'esame abilitante alla professione per la seconda volta, sebbene avessi enormi dubbi sulla correttezza della bocciatura, in quanto, esaminati gli atti, non vi era alcuna traccia di qualsiavoglia correzione.

Questa difficoltà era però difficilmente esternabile, perché, secondo il giudizio altrui, la mia vita andava bene.

Ero fidanzato con una persona il cui modo per essere supportiva non riusciva proprio ad essere d'aiuto, perché a mio parere lei non comprendeva assolutamente la mia frutrazione e il mio bisogno materiale (come se i soli crescessero sugli alberi...).

Non ero una persona sola, come mi si faceva notare: il problema è che avere intorno a sé delle persone non elimina la sensazione di alienazione quando vedi la loro vita andare avanti e la tua rimanere immobile.

Ero stato anche da una psicologa, che mi aveva sostanzialmente detto che ero io l'aguzzino di me stesso (e tutti i torti non li aveva).
In sostanza, il profondo senso di alienazione e smarrimento che provavo era generato dal giudizio duro che avevo di me stesso, frustrato per il fallimento dell'esame di abilitazione.

In questo mare di alienazione e frustrazione, il COVID è arrivato e con esso l'isolamento imposto.

Ebbene... mi ritrovavo all'improvviso a non dover più uscire e frequentare tutte quelle persone con cui non riuscivo più a reggere il confronto.
Non dovevo neanche fare l'odiatissima festa dei 30 anni: avevo la perfetta, inattacabile scusa della quarantena per evitare e negare la convenzione sociale del compleanno dei 30, festa che se avessi fatto mi avrebbe annichilito: cosa c'era da festeggiare per me, rimasto indietro e circondato da persone che invece sembravano proprio essere sul pezzo?

Senza più l'ansia sociale e del confronto, mi sono sentito rinascere e mi sono sentito così bene che ho persino passato il tanto frustrante esame di abilitazioni e con una votazione eccellente.

Durante la quarantena, mi ero organizzato per alternare ore di studio a ore di riposo, avevo trovato un equilibrio tra l'attività e il riposo, per la prima volta dopo anni mi sentivo ristorato nelle mie energie, dormivo il giusto, senza risvegli, senza incubi.

A sentire i racconti di altri, mi sembrava incredibile: persone devastate dall'isolamento, gente disperata e tra me e me, lo dico onestamente, sorridevo, pensando che ora erano gli altri a sentire quel senso di immobilismo e alienazione.

Non ne vado fiero di questo pensiero, ma mettiamo pure questo sul tavolo.

Avevo messo in moto un meccanismo virtuoso per cui, nel giro di due anni, ero riuscito a mettermi "in pari" su molte cose, quasi come se l'immobilità in cui erano caduti gli altri mi avesse eliminato la paura del confronto e sbloccato il mio potenziale.

Un lieto fine?

Non esattamente.

Finita la quarantena, sono tornato alla normalità e mi sono scoperto non più abituato alla vita sociale che avevo.
Se prima mi sentivo solo perché mi sentivo inadeguato ed ero agitato dal confronto con gli altri, ora mi trovo a essere molto arrugginito nelle meccaniche sociali, con conseguente disagio e, sinceramente, anche molto fastidio (che traspare, lo vedono e crea ulteriori problemi.)

Qualcuno si è trovato/si trova in questa situazione? Consigli? Pareri?
Ciao, a me è successa la tua stessa cosa. Il periodo 2017/2019 per me è stato tremendo. A fine 2019 la mia vita era un enorme casino, soffrivo di depressione, ansia, doc insomma, era tutto un vero casino. Il lockdown è arrivato all’improvviso e anche io stavo davvero bene in casa, non c’era più quella pressione sociale di dover uscire e vedere gente, spendere soldi per una vita sociale imposta da non so chi…è stato un momento di stop che mi è servito enormemente a sistemare alcune questioni irrisolte della mia vita e se non fosse arrivato, è brutto da dire, ma non so se alcune questioni le avrei sistemate. Da inizio 2022 quando si è tornati gradualmente ad una socialità, per me non è stato affatto facile e tutt’ora sto facendo molta fatica a riabituarmi alla routine frenetica quindi ti capisco davvero.
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